Der Steppenwolf

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EMILE CHARTIER

 

Niente è più pericoloso di un'idea quando è l'unica che si ha.

Emile Chartier

 

 

 

Se io potrò impedire

Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano-
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena-

o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.


Emily Dickinson

 

 

FELICITà

Felicità: finché dietro a lei corri
non sei maturo per essere felice,
pur se quanto è più caro tuo si dice.

Finché tu piangi un tuo bene perduto,
e hai mete, e inquieto t'agiti e pugnace,
tu non sai ancora che cos'è la pace.

Solo quando rinunci ad ogni cosa,
né più mete conosci né più brami,
né la felicità più a nome chiami,

allora al cuor non più l'onda affannosa
del tempo arriva, e l'anima tua posa.

H. Hesse

 

 

LAO TZE

Niente esiste al mondo più adattabile dell'acqua. E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei.

 

 

RIDERE

 

L'unica cura contro la vanità è il riso, e l'unico difetto ridicolo è la vanità.

Henri Bergson

 

 

FëDOR DOSTOEVSKIJ

Se avete in animo di conoscere un uomo, allora non dovete far attenzione al modo in cui sta in silenzio, o parla, o piange; nemmeno se è animato da idee elevate. Nulla di tutto ciò! - Guardate piuttosto come ride.

 

 

 

Messaggi di Marzo 2019

Seiko Ito - Radio Imagination

Post n°186 pubblicato il 28 Marzo 2019 da ixtlann
 

 

"una gentile ascoltatrice mi ha ricordato che la dottrina buddhista parla di uno stadio liminale tra la vita e la morte, in cui non ci si trova né da una parte né dall'altra. Perciò, forza e coraggio, e restiamo ancora insieme sospesi tra i due mondi!"

Seikō Itō, ritenuto uno dei grandi scrittori contemporanei giapponesi, dalla  grande potenza espressiva e per questo accostato ad Haruki Murakami e Natsuō Kirino, mostra una visionarietà sorprendente  confezionando un romanzo insolito e bizzarro che benché ci parli  di dolore, risulta essere una lettura scorrevole, a tratti leggera, come se si stesse davvero  ascoltando una radio, che a volte cattura di più la nostra attenzione e a volte ci arriva distrattamente restando li quasi come un sottofondo a farci compagnia.

Giudicato «uno dei migliori romanzi giapponesi dell'ultimo decennio» (Itō Ujitaka),  Radio Imagination è una storia fantasiosa e al contempo iperrealistica, sorprendente e toccante, sicuramente unica nel suo genere,  in cui le voci parlanti per la maggior parte sono quelle dei fantasmi delle vittime della più grande tragedia del Giappone moderno lo tsunami del 2011 che provocò anche un disastro nucleare.

"Adesso lasciate che vi dica qualcosa in più su Radio Imagination. Non abbiamo sponsor, né tanto meno una vera e propria stazione radiofonica o anche solo uno studio. Non sto seduto davanti a un microfono e, a dirla tutta, non sto nemmeno parlando nel vero senso della parola... Scommetto che vi state chiedendo come sia possibile che la mia voce giunga fino alle vostre orecchie, eh? Ve l'ho già detto all'inizio della trasmissione e adesso ve lo ripeto: dipende tutto dalla vostra immaginazione."

Una delle vittime del disastro riprende coscienza sulla cima di una conifera molto alta e comincia a "trasmettere" come se fosse il Dj di una radio, alternando musica, chiacchiere contatti telefonici o via e-mail.

"Però devo darvi una notizia molto importante: io non faccio più parte del mondo dei vivi, né tanto meno appartengo a quello dei morti. Al momento non mi trovo né da una parte né dall'altra,"

Ma i suoi ascoltatori e interlocutori, sono solo le altre vittime dell'immane tragedia, che si percepisce come sfondo a tutto il romanzo, ma che non diventa protagonista ne viene veramente raccontata se non per piccole immagini, e la storia anche se estremamente triste e piena di dolore, formata dalle voci di altri sfortunati che raccontano la propria disavventura o storie della vita appena abbandonata, riesce a mantenersi quasi leggera!

 "Sì, queste onde radio scaturiscono dall'energia potente della tristezza."

Un libro non facile, che devasterà i cuori più sensibili,  che ci commuove e ci riporta alla mente i tanti disastri che si sono susseguiti in questi anni, come le persone che ci hanno lasciato e che inevitabilmente ci mancano,  che ci fa interrogare sulla vita e sulla morte, o su cosa c'è dopo, su i nostri cari perduti,  sulla nostra abitudine a  continuare a rivolgerci a loro.

"questo programma va in onda unicamente nella vostra immaginazione."

Ci sono anche alcuni passaggi leggermente più strani, possono i vivi sentire i morti? Tra i personaggi c'è anche uno scrittore di cui viene rilevata solo l'iniziale S. (Seiko?) che immagina che i morti parlino, che vorrebbe riuscire a parlare con loro, e che continua a "vivere" la sua illecita storia d'amore anche dopo che lei è morta, creando nella sua mente le sue battute e le risposte di lei! Ma c'è anche un personaggio, l'autista Kō, vivo, che sente Radio Imagination!

"«Ogni volta che Sōsuke sente pronunciare delle parole negative o apprende una brutta notizia» rispose mio fratello al suo posto, «fa una giravolta per evitare che il mondo vada nella direzione sbagliata. In altri termini, compie quel gesto nella speranza di cambiare il corso degli eventi."

 

 

 
 
 

José Eduardo Agualusa - Teoria generale dell’oblio

Post n°185 pubblicato il 21 Marzo 2019 da ixtlann
 

 

"Se dormendo sogniamo di dormire, possiamo, una volta svegli, trovarci dentro una realtà più lucida?"

Che bello quando ti imbatti in un romanzo che supera le tue aspettative! Al piacere della bella sorpresa si aggiunge quella di una lettura piacevole! Si questo romanzo è stato davvero una gran bella sorpresa.

Innanzitutto vorrei dire che il testo ha una strana struttura, il racconto principale, la storia che andiamo a leggere si sviluppa per la maggior parte nella prima metà del libro. Qui conosciamo Ludovica Fernandes Mano, detta Ludo, una donna a cui non è mai piaciuto affrontare il cielo. Terrorizzata dagli spazi aperti, capaci di farla sentire fragile e vulnerabile. Alla morte dei genitori Ludo va a vivere con la sorella maggiore Odete, che si prende cura di lei come se fosse una persona con invalidità. Ma Odette si innamora di un ingegnere minerario e lascia il Portogallo per l'Angola, nel 1975 epoca di grandi rivoluzioni in quel paese. Ludo segue e la sorella e con loro va a vivere a Luanda, in un appartamento all'ultimo piano di uno dei palazzi più lussuosi della città. Ma un giorno la sorella  e il cognato spariscono  lasciando la povera da sola con le sue pure e la sua incapacità di affrontare il mondo. Ludo allora costruisce un muro che separa il suo appartamento dal resto del mondo e rimane lì adattandosi a una vita solitaria e filtrata osservata dalla finestra e dal terrazzo, per oltre vent'anni!

"Alcune persone hanno paura di essere dimenticate. Questa patologia si chiama atazagorafobia."

Questa la parte principale, nella seconda parte del romanzo ritroviamo e scopriamo le storie di tanti personaggio che abbiamo solo incontrato di sfuggita vista da una finestra o dal terrazzo, e queste storia arricchiscono la prima e la dettagliano, aggiungono particolari ci spiegano i perché i ci mostrano dinamiche che non potevamo immaginare e a poco a poco confluiscono verso un unico centro e si riallacciano alla nostra Ludo arricchendo man mano il racconto e rendendolo sempre più avvincente e piacevole.

"Dio pesa le anime su una bilancia. Su uno dei piatti mette l'anima, sull'altro le lacrime di coloro che l'hanno pianta. Se nessuno ha pianto, l'anima scende verso l'Inferno. Se le lacrime sono state sufficienti, e sufficientemente sentite, ascende al cielo."

Il tutto è narrato con una prosa impeccabile e affascinante  che a tratti ci ricorda  gli scrittori latinoamericani, corroborati in questo dai colori e dal fascino dei personaggi che si succedono sul palco, e che potrebbero essere facilmente  brasiliani se non venissero circondate dalle vicende che hanno caratterizzato la storia dell'Angola negli ultimi 40 anni!

"Non si tormenti più. Gli errori non si correggono. Forse è necessario dimenticare. Dobbiamo praticare l'oblio."

José Eduardo Agualusa, scrittore angolano,  ha confezionato un atipico romanzo che diverte, commuove e affascina e che mi permetto di consigliare vivamente a tutti!

"Ho pena delle stelle / che brillano da tanto tempo / da tanto tempo... / Ho pena delle stelle. / Non ci sarà una stanchezza / delle cose, / di tutte le cose, / come delle gambe o di un braccio? / Una stanchezza di esistere, / di essere, / solo di essere / l'essere triste lume o un sorriso... / Non ci sarà dunque, / per le cose che sono, / non la morte, bensì / un'altra specie di fine, / o una grande ragione: / qualcosa così, come un perdono? "

(Fernando Pessoa)

 

 

 
 
 

Alejandro Jodorowsky - Albina o il popolo dei cani

Post n°184 pubblicato il 19 Marzo 2019 da ixtlann
 

"Non vi preoccupate, i problemi sono solo soluzioni travestite. "

Jodorowsky lo si ama o lo si odia! Certo non è un autore (anche se il termine resta troppo riduttivo, forse bisognerebbe dire artista, ma anche così...) che può lasciare indifferenti.

Questo suo breve romanzo allucinato e allucinante, onirico e delirante può stancare immediatamente ma può anche avvincere e divertire, bisogna lasciarsi prendere e trascinare, ci si troverà presto nel mondo della fantasia più sfrenata con riferimenti a culture e credenze delle più disparate fuse in un crogiuolo con sapienza e maestria tale da rendere appetitoso questo libro.

"era un callista: tramite orazioni, faceva cadere i calli che si formano sui piedi."

Certo è che non a tutti riuscirà facile accettare un simile potpourri che a volte sconcerta e a volte lascia perplessi dove tutto si fonda e si mischia dall'orrore al piacere dal dolora all'amore sembra condito da un senso di magico e sovrannaturale.

"In ordine di importanza, prima viene il canto, poi l'uccello; perché in realtà il canto è stato creato affinché esistesse l'uccello, e non il contrario".

Ma se si riesce a scivolare nel racconto e a farsi trasportare, oltre al piacere che il testo provoca per la sua scorrevolezza, ci si potrà divertire e senza dubbio si troverà avvincente  la storia scritta in modo fluido e arricchita di piccole perle gustose per gli amanti della scrittura, con figure senz'altro pregevoli.

"I raggi rabbiosi del sole agonizzante caddero a un angolo sempre più acuto, rimbalzando come ciottoli lanciati sulla superficie di un lago per produrre miraggi tremolanti che sembravano riempire d'acqua il deserto."

Quindi, forse, un libro non per tutti, ma per chi ama l'assurdo, il paradossale, l'eccesso e la fantasia, un piccolo capolavoro di scrittura arricchito anche da grandi riflessioni!

"rimarrò solo, molto più solo che prima di conoscerti, perché la mia isola, dove non c'era nessuno, sarà piena della tua insopportabile assenza."

 

 

 
 
 

Arnon Grunberg - Terapie alternative per famiglie disperate

Post n°183 pubblicato il 12 Marzo 2019 da ixtlann
 

Avevo letto una sinossi di questo libro che diceva "Un romanzo grottesco che parla d'amore e di perdita, di genitori e figli, di solitudini troppo rumorose. 
Otto Kadoke è uno psichiatra specializzato nella prevenzione dei suicidi. Nonostante gli onerosi impegni di lavoro non manca mai di andare a trovare l'anziana madre, affidata alle cure di due ragazze nepalesi, Rose e Gloria, i suoi angeli. 
Un giorno però il delicato equilibrio familiare si spezza: Rose apre la porta di casa vestita solo di un asciugamano e Kadoke, fraintendendo, si lascia travolgere dalle emozioni. Offesa, Rose si licenzia in tronco, trascinando con sé anche Gloria e aizzando l'intera comunità nepalese contro lo psichiatra. Nell'attesa di trovare una nuova badante per la madre, Kadoke rimette in discussione la sua vita, cadendo in una serie di esilaranti malintesi e improbabili equivoci, alla ricerca di una terapia alternativa alla disperazione."
E visto che sono sempre alla ricerca di qualcosa di esilarante e di improbabile ho deciso di dare una chance a questo romanzo. Mai fidarsi delle sinossi!, forse chi l'aveva scritta non aveva letto il libro.

L'unica cosa che caratterizza questo libro è il dolore!

Un libro duro difficile, per chi sta davvero bene ed è interessato alla psichiatria e alla prevenzione del suicidio. La parte citata riguardante Rose è giusto l'inizio, e d anche fallace nella sua descrizione.

Il romanzo in realtà ci narrerà di Kadoke, psichiatra che lavora in una unità speciale per la prevenzione dei suicidi,  che riesce a non farsi coinvolgere dalla vita, che anche occupandosi di persone border line non si rende conto di quanto la sua esistenza sia vuota, monotona, vana e improntata al non essere.

"La monotonia è una forma di sicurezza, con la monotonia si può scongiurare la paura."

Quindi incurante di se stesso che va alla deriva continua con estrema fatica a portare avanti il suo lavoro finché un'errata valutazione dello stato di una sua "paziente", non lo fa ritornare su i suoi passi e lo induce  fare scelte non consone all'etica professionale, portando a casa la paziente e illudendosi di star facendo una cura sperimentale.

Ma non va oltre, comunque non vuole farsi coinvolgere da niente, non vuole aprire gli occhi sulla su esistenza.

Rifiutando ogni aiuto e allontanando chiunque cerchi di avvicinarsi, vive la sua viat non come uomo come immagina sia quella dello psichiatra.

"Non devi cedere al riflesso narcisistico di voler aiutare. Un uomo come lui ce la fa da solo. Se lo inizi ad aiutare, diventa dipendente. Così coltivi la dipendenza. Bisogna essere duri."

Un romanzo che ci porta in un mondo di dolore, di sofferenza senza vie d'uscita, in cui il più malato forse e proprio il nostro protagonista, circondato da soggetti che benchè "malati" forse vedono meglio di lui.

E i pochi sani che vorrebbero amarlo o essere amati, sono allontanati e dissuasi.

"Nessun amore può porre fine alla sensazione di considerarsi indegni di esistere, per questo non si deve affliggere nessuno con una tale richiesta."

In compenso la scrittura e fluida e scorrevole e nonostante il disagio che si prova la lettura procede alacremente.

Non mi sento di consigliarlo, ma non posso neanche parlarne male,

"Non puoi chiedere alle persone di amarti, è chiedere troppo. Lo puoi chiedere soltanto a tua madre."

 

 

 
 
 

Jack London - Il tallone di ferro

Post n°182 pubblicato il 07 Marzo 2019 da ixtlann
 

 

"Racconta una leggenda politica e civile che Ernesto "Che" Guevara debba il suo nome di battesimo a Ernest Everhard, epico protagonista de Il Tallone di ferro, eroe romantico che per tante generazioni di socialisti di ogni angolo della terra, è stato ritenuto il personaggio/chiave della battaglia dura e difficile combattuta, e tuttora presente, a sostegno dei diritti dell'uomo al lavoro, alla vita, alla difesa implacabile del proprio essere individuo e soggetto umano cosciente della sacralità della persona."

Di nuovo un classico, forse meno conosciuto di tanti e che meriterebbe sicuramente un posto nelle nostre librerie.

Come per il capolavoro di Orwell, 1984, o Il mondo nuovo di Huxley, dovrebbe essere classificato tra i distopici, (i più famosi del genere) ed essendo stato pubblicato nel 1907, viene considerato come la prima delle distopie moderne,  ma alla fine si è rivelato estremamente profetico.

London, forse conosciuto più per i sui libri avventurosi che in parte riflettevano la sua stessa esistenza, e questa vita  tanto movimentata l'aveva portato a sviluppare un pensiero socialista che in questo romanzo  viene presentato in maniera esplicita e utopica, visto che tutto sommato la sua società meravigliosa doveva comunque essere composta da uomini i quali a suo dire sono fallaci. («State parlando dell'uomo ideale», chiese Ernest, «...altruista e simile a un dio, e così raro da essere praticamente inesistente, o state parlando dell'uomo medio comune?» «Dell'uomo medio comune», fu la risposta. «Di colui che è debole e fallibile, incline all'errore?». [...] «L'uomo medio è egoista»).  Il romanzo racconta della nascita di un'oligarchia costituita da pochi potenti che tendono a dominare il mondo che attrae la borghesia, "pronunciavano con disinvoltura frasi che le loro stesse orecchie non comprendevano." detentrice dei mezzi di produzione, nella sua orbita e dello scontro tra queste forze e il sottoproletariato urbano.

"Proletariato: deriva dal latino proletarius, nome dato nel censimento di Servio Tullio a coloro la cui condizione sociale era determinata solo dal fatto che allevavano la prole (proles); in altre parole, non avevano alcuna importanza né per ricchezza, né per classe, sociale né per particolari abilità."

In realtà forse London lascia spazio a una speranza, il romanzo è scritto come se fosse un opera del 2600 che riporta a galla un diario scritto da Avis Cunningham, figlia di un professore universitario, che racconta come contestualmente si innamori del nostro protagonista e prenda coscienza dei problemi di classe alternando quindi la sua storia d'amore di forte intensità al tentativo di ribellione altrettanto intenso; la storia narrata è ambientata nei primi anni del   1900, dove tutto si svolge, ma il fatto che il protagonista sia comunque definito nell'introduzione come un persona positiva dovrebbe indurci a pensare che alla fin fine l'oligarchia sia stata annientata, anche se la cosa sembra piuttosto strana. Vista con gli occhi di oggi si direbbe che nel frattempo l'oligarchia abbia sviluppato nuove armi e strategia per continuare a detenere il potere.

«Ovunque esista una classe dominante, gran parte della morale pubblica ha origine dai suoi interessi e dal suo senso classista di superiorità».


 

 

 

 
 
 
 
 

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SENECA

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.

 

 

 

BERTRAND RUSSEL

Temere l'amore è temere la vita, e chi teme la vita è già morto per tre quarti

 

OSCAR WILDE

Regala la tua assenza a chi non dà valore alla tua presenza

 

SE TU AVESSI DORMITO?,

Se tu avessi dormito?,

E se, nel sonno, tu avessi sognato?

E se, nel sogno,

tu fossi entrato nel paradiso

e lì avessi colto uno strano, bellissimo fiore?

E se, al risveglio,

ti ritrovassi quel fiore in mano?


Samuel Taylor Coleridge

 

 

IL MOMENTO

Se ne va, se ne va, se ne va!

Se n'è andato!

E col momento,

se n'è andata l'eternità!

            Juan Ramòn Jiménez

 

 

N.NUR-AD-DIN

 

Nasciamo senza portare nulla,

moriamo senza poter portare nulla,

ed in mezzo,

nell'eterno che si ricongiunge

nel breve battito delle ciglia,

litighiamo per possedere qualcosa.

                              

 

 

IL RAGGIO VERDE

In particolari circostanze,

quando il sole scompare dietro l'orizzonte,

nel preciso momento in cui l'ultima luce diretta ci colpisce,

può da esso generarsi un raggio verde

che passando attraverso i nostri occhi,

ha la capacità di illuminare la nostra essenza,

permettendoci di dare uno sguardo

dentro di noi e

vedere chi siamo!

 

 

STRANO VAGARE NELLA NEBBIA

È strano vagare nella nebbia!
Solo è ogni cespuglio e pietra,
Nessun albero vede l'altro,
Ognuno è solo.

Pieno di amici era per me il mondo,
Quando la mia vita era ancora luminosa;
Adesso, che la nebbia cala,
Nessuno si vede più.

In verità, nessuno è saggio
Se non conosce il buio,
Che piano ed inesorabilmente
Da tutti lo separa.

Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è essere soli.
Nessuno uomo conosce l'altro,
Ognuno è solo.

 

H. Hesse

 

 

AMBROSE BIERCE

Riso:  Convulsione interna che altera i lineamenti del viso ed è accompagnata da suoni inarticolati.

È infettivo e, seppure intermittente, incurabile.

 

 

 

OVIDIO

La Fama, che gode con le sue calunnie

a confondere vero e falso, e che dal nulla si dilata

per forza di menzogna

 

 
 

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