Der Steppenwolf

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EMILE CHARTIER

 

Niente è più pericoloso di un'idea quando è l'unica che si ha.

Emile Chartier

 

 

 

Se io potrò impedire

Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano-
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena-

o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.


Emily Dickinson

 

 

FELICITà

Felicità: finché dietro a lei corri
non sei maturo per essere felice,
pur se quanto è più caro tuo si dice.

Finché tu piangi un tuo bene perduto,
e hai mete, e inquieto t'agiti e pugnace,
tu non sai ancora che cos'è la pace.

Solo quando rinunci ad ogni cosa,
né più mete conosci né più brami,
né la felicità più a nome chiami,

allora al cuor non più l'onda affannosa
del tempo arriva, e l'anima tua posa.

H. Hesse

 

 

LAO TZE

Niente esiste al mondo più adattabile dell'acqua. E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei.

 

 

RIDERE

 

L'unica cura contro la vanità è il riso, e l'unico difetto ridicolo è la vanità.

Henri Bergson

 

 

FëDOR DOSTOEVSKIJ

Se avete in animo di conoscere un uomo, allora non dovete far attenzione al modo in cui sta in silenzio, o parla, o piange; nemmeno se è animato da idee elevate. Nulla di tutto ciò! - Guardate piuttosto come ride.

 

 

 

Messaggi di Aprile 2019

Jen Beagin - Facciamo che ero morta

Post n°191 pubblicato il 26 Aprile 2019 da ixtlann
 

 

"La solitudine la puoi sentire nel corpo,"

A volte il giudizio su un romanzo è correlato al suo protagonista, alla nostra capacità di identificarci con esso o con aspetti della sua vita, cosa che in questo caso non è facile.

Un romanzo che si sviluppa in ambienti abbastanza lontani dal nostro quotidiano, e che non sempre è facile da immaginare.

"- Sei la tua conversazione, - disse Nigel rivolto al soffitto. - Come, scusa? Nigel la guardò. - Sei ciò di cui parli."

 

La nostra scrittrice ci racconta di Mona, disadattata sin da piccola,  che per mantenersi fa le pulizie domestiche, (esperienza che l'autrice ha veramente vissuto) mentre è iscritta all'università ad un corso di fotografia, e distribuisce "aghi" a tossici.

In questa situazione incontra Werner che lei soprannomina Mister Laido, per la scarsa igiene che lo contraddistingue, , benché lui abbia 20 anni più di lei si lascia coinvolgere in una relazione. Ma è una storia destinata a finire male e lei si trasferisce ma comunque le persone che continua a incontrare sono sempre particolari, forse perché è lei ad essere "diversa".

"Un mese dopo, la rabbia si dissolse di colpo lasciando nuovamente spazio al desiderio. C'era mancato poco che lui la ammazzasse e per giunta le aveva detto che somigliava a un pesce, ok, ma chi non commette errori? Lei ormai non ci dava più peso."

E così seguiamo  Mona in questo viaggio "dannato", mentre il tempo passa e lei fa le pulizie creando legami a volte invisibili con i suoi clienti e venendo a sapere un po' per volta della sua infanzia e del rapporto che aveva con il padre  con cui giocava a fare l'annegata con il padre che fungeva da salvatore.

"Il gioco se lo ricordava, ma non l'aveva mai pensato in quei termini. Lo chiamava «Facciamo che ero morta» e ci giocava più per lui che per se stessa, per offrirgli l'opportunità di mostrarsi nella sua luce migliore."

Il romanzo sembra leggero quasi spensierato e l'ironia, l'apparente umorismo il senso di leggerezza ci ingannano e non ci a volte ci distraggono impedendoci di cogliere fino in fondo il dramma che si dipana sotto i nostri occhi, il dolore è occultato dalla ricerca del se, della propria via, della soluzione alle domande esistenziali, la dove anche la morte può essere una soluzione, fino a quando Betty, una veggente che lei non prende seriamente, le dice che le resta un anno di vita.

"se le persone fossero costrette a buttare i loro problemi nella spazzatura, il giorno dopo si presenterebbero tutte alla discarica e si metterebbero a frugare in mezzo al sudiciume pur di recuperarli."

In conclusione, un grande esordio, un romanzo toccante e disturbante, in cui spesso ci creerà  un nodo allo stomaco, che sembra leggero, solo per la bravura della scrittrice, la dove leggero non è, e che ci lascerà con un vago senso di felicità, sicuramente da leggere!

"Tatuati in semplici caratteri da macchina da scrivere, c'erano i nomi CATHY & DANNY. - Chi sono? - chiese Mona stupefatta. - I tuoi cani? - I miei genitori. - Sono morti? - No, - rispose lui alzando gli occhi al cielo. - È solo che gli voglio bene."

 

 
 
 

China Mieville - La fine di tutte le cose

Post n°190 pubblicato il 23 Aprile 2019 da ixtlann
 

 

"Scope costrette a trasportare secchi d'acqua, uomini d'argilla fabbricati per combattere e morire, piccole figure fatte di sangue e senza possibilità di scegliere quello che facevano."

Se non siete appassionati di Fantasy, potete anche fermarvi qui.

Conoscete Chine Mieville, si bene, non si tratta di Steampunk, bensì di Urban fantasy, ma lo stile e la fantasia visionaria e sovralimentata è quella di sempre.

Se non conoscete quest'autore dovete sapere che questo è un urban fantasy,  che potrebbe comunque non  piacere ai tanti estimatori del grande genere Fantasy, molto probabilmente non piacerebbe a quelli che apprezzano il genere Young Adult, con sprovveduti teen agers, brufolosi e sfigati, che contro ogni probabilità sbaragliano avversari che nessuno al mondo potrebbe combattere, ne sarà apprezzato da chi ama il fantasy epico con draghi maghi e cavalieri, quindi forse saranno piuttosto pochi quelli a cui mi rivolgerò, probabilmente quelli che apprezzano più "Dirk Gently" che la "Guida" e hanno amato  "American Gods" o "Buona apocalisse" perché in questo romanzo di Mieville vi ritroverete un po' di tutto questo e tanto altro ancora, non esagero dicendo  che  ci troviamo di fronte ad un libro bellissimo e straordinario, esagerato e stupefacente  in cui a tratti ci si perde, ma che non vi dovete assolutamente perdere!

"Uomini che si dispiegano e persone che sono generatori e inchiostro che usa un uomo come mezzo di trasporto."

Billy Harrow, è studioso di cefalopodi,  soprannominato  'Provetta' perché si dice che sia nato da un'inseminazione artificiale, lavora  nel  Museo di Storia Naturale, dove è ospitato un raro e impressionante esemplare di Architeutis dux meglio noto come Calamaro gigante. L'esemplare di una decina di metri e in una teca di vetro al centro di una stanza del museo e ne rappresenta l'attrazione principale. Ma all'improvviso durante una visita guidata ci si accorge che è sparito, cosa assolutamente impossibile, neanche immaginabile, ma evidente!

"L'autoribattezzato Wati aveva guidato il primo sciopero che si fosse mai avuto nell'aldilà."

Da questo momento l'ordinario si confonde con lo straordinario e cominciamo ad aggirarci in una Londra che mai avremmo immaginato, dove forse oscure e mitologiche si affrontano in una guerra senza quartiere e che porterà all'apocalisse, alla distruzione del tutto!

"L'ora arrivò vicino alla mezzanotte e parve fermarsi lì."

Una lotta cruenta condotta da  creature inimmaginabili, magiche, crudeli,  al di la ogni schema, a volte con origini ch si perdono nelle pieghe del tempo e legati a divinità che mai avremmo supposto e nascoste negli anfratti più oscuri del mistero.

"Shabti che uccidevano shabti, che uccidevano i già morti in eretici atti di meta-omicidio, scaraventando le anime sgomente dei defunti in una qualche ulteriore vita ultraterrena di cui non si era mai saputo nulla. I campi erano pieni di cadaveri di anime."

E in questa lotta si trovano coinvolti prima Billy che senza rendersene conto ci trascina dentro il suo miglior amico Leon e la di lui ragazza Marge.

"L'uomo spalancò la bocca, che continuò ad allargarsi, e d'un tratto Leon scomparve, mentre l'uomo si leccava gli angoli della bocca come un gatto di un cartone animato."

La qualità della prosa fa presa, e diventa difficile staccarsi dalla lettura, anche se ogni tanto siamo costretti a riprendere fiato e a fare con noi stessi il punto della situazione.

"Quel lui era l'uomo che era morto, il Billy precedente, il primo Billy, il Billy Harrow che si era teleportato fuori dalla casa del mare, nella quale si erano trovati tutti per un motivo che non riuscivano a ricordare, anche se non aveva lasciato loro una buona impressione. Era stato ridotto in frammenti più piccoli di atomi."

In conclusione un libro che consiglio soli agli amanti del genere con la stessa intensità con cui lo sconsiglierei agli altri, forse non per tutti ma a quei pochi dovrebbe piacere tantissimo!

"«Solo un simile riconosce un suo simile»"

 

 

 

 
 
 

Emilio Salgari - Le meraviglie del Duemila

Post n°189 pubblicato il 10 Aprile 2019 da ixtlann
 

"«Noi non potremo mai andare d'accordo con quelle canaglie» mormorò Brandok. «Il galeotto di cent'anni fa mi pare che si sia mantenuto eguale. La scienza tutto ha perfezionato fuorché la razza, e l'uomo malvagio è rimasto malvagio. Passeranno secoli e secoli, ma, levato lo strato di vernice datogli dalla civiltà, sotto si troverà sempre l'uomo primitivo dagli istinti sanguinari.»"

 

Mai fidarsi dei commenti di chi non conosci!

Già, è stata una grande delusione!

 Mi aspettavo un libro di proto-fantascienza, ma il nostro Salgari non ci azzecca proprio con le previsioni, e quello che ci racconta è tutt'altro che meraviglioso, anzi.

Non venendo affascinati dalle sue previsioni tecnologiche e scientifiche, l'attenzione viene catturata da altre cose, come il razzismo sottile che pervade tutto il romanzo, o il suo positivismo verso l'evoluzione e la tecnologia a discapito di tutto e di tutti, con  la natura che viene così sacrificata e quasi cancellata e l'umanità che dovrebbe caratterizzare la nostra specie che sparisce per lasciare il posto a egoismo, inumanità, spietatezza, crudeltà, bestialità! È davvero amaro!

 

"Diamine!... Il mondo ha il diritto di vivere e di lavorare tranquillamente senza essere disturbato. Chi secca gli altri, si manda nel regno delle tenebre e vi assicuro che nessuno piange.»" [...] "«Annegandoli tutti. La giustizia, è spiccia, oggidì.»"

 

Mentre continuano a essere propugnati atteggiamenti da egocentrici colonizzatori, con il germoglio della ideologia della razza e dello "slancio vitale".

 

"E del resto siamo in troppi in questo mondo, e se non troviamo il mezzo d'invadere qualche pianeta, non so come se la caveranno i nostri pronipoti fra altri cent'anni, a meno che non tornino, come i nostri antenati, all'antropofagia. La produzione della terra e dei mari non basterebbe a nutrire tutti, e questo è il grave problema che turba e preoccupa gli scienziati. Ah! se si potesse dar la scalata a Marte che ha invece una popolazione così scarsa e tante terre ancora incolte!»"

 

Certo, si potrebbe cercare di leggere il romanzo come se si fosse bambini, senza tener conto dello spirito che troppo spesso ne emerge, lo stampo prettamente razzista e superficiale,

 

"«È la lotta per la vita, signor Brandok.» «O meglio la lotta di razza.»"

 

per cercare di gustarsi la storia, che se non ha una grande attrattiva dal punto di vista fantascientifico,  almeno nella seconda  metà del romanzo assume l'aspetto tensivo del romanzo  avventuroso e catastrofico, ma le tante osservazioni di natura razziale

 

 "La casetta era pulitissima, essendo i suoi proprietari norvegesi"

 

che si ripresentano con grande frequenza ,  e questo amore per un "futurismo" non ancora nato

 

"La scienza ha vinto ormai su tutto e su tutti.»"

 

ma di cui si intravedono già le idee, distraggono e fanno perdere il gusto per quel poco d'altro che poteva esserci.

L'assoluta mancanza di rispetto per natura e per le specie animali e vegetali, che creano la biodiversità di cui oggi tanto si parla, che ci viene mostrata soprattutto nel finale, lasciano la bocca amara, e una profonda delusione  che non può essere ignorata!

 

«Io vorrei sapere perché voi avete fondate delle città sottomarine che devono essere costate somme enormi.» «Semplicemente per sbarazzare la società dagli esseri pericolosi che ne turbano la pace. Ogni stato ne possiede una, il più lontano possibile dalle coste, e vi manda la feccia della società, i ladri impenitenti, gli anarchici più pericolosi, gli omicidi più sanguinari.»

"«Che crepino tutti! Sono dei miserabili che non destano alcuna compassione»"

 

Forse in un solo aspetto si è avvicinato davvero alle problematiche del duemila, problematiche di cui discutiamo ma di cui ancora poco sappiamo!

 

"«Io ora mi domando se aumentando la tensione elettrica, l'umanità intera, in un tempo più o meno lontano, non finirà per impazzire. Ecco un grande problema che dovrebbe preoccupare le menti dei nostri scienziati.»"

 

Quindi, per concludere, un romanzo che consiglierei solo a chi ama le distopie, per il mondo che descrive è davvero terribile, forse davvero simile a quello in cui viviamo, ma di cui tutti ufficialmente ci vergogneremmo!

 

 

 
 
 

Monaldi Rita e Sorti Francesco - I dubbi di Salaì

Post n°187 pubblicato il 04 Aprile 2019 da ixtlann
 

 

"il Bramante, Giuliano da Sangallo et il Peruzzi, li altri architecti suoi amici che ne la vita ci ànno sempre havuto un gran deretano mentre a Lionardo la iella li si appicica adosso come el miele al cuchiaio et non ci à mai mezo quatrino in tasca."

Bellissimo romanzo scritto in modo davvero alternativo, una voce un personaggio, che scrive lettere da cui tutto apprendiamo.

Colui che scrive è Salai, (da "Sala[d]ino" ovvero "diavolo"), all'epoca Gian Giacomo Caprotti, allievo e "figlioccio" di Leonardo da Vinci, che forgiò il soprannome, visto che appena arrivato in casa sua comincio a derubare Leonardo, ma di cui col tempo conquisto la fiducia fino ad essere insostituibile.

La storia che ci viene raccontata si basa su una "menzogna", il ritrovamento di una serie di epistole scritte da Salai durante una "missione" a Roma insieme al suo patrigno.

Ma se il presupposto è una bugia, non lo è ciò che ci verrà raccontato dal nostro eroe.

Molto interessante è anche il modo in cui tutto ci viene narrato, come ci "dicono gli autori nella presentazione ""La coerenza strutturale dell´opera e quella formale sono legate a una scrittura plebea, voracemente espressionistica e gestuale, che dilaga per impulso deformante e mimetico al di là di ogni convenzione retorica e condizionamento vernacolare riuscendo tanto più elaborata e fiorita proprio in ragione della sua oscena dismisura"."  In altre parole si è scelto di usare quello che poteva essere il linguaggio usato dal Salai nel '500 reso appena più comprensibile, ma comunque ricco di strafalcioni e "sconcerie", con il protagonista che pensa sempre a soddisfare le proprie voglie sia esse di gola o lussuriose.

Ma il modo in cui racconta e le cose che ci racconta più di una volta ci strapperanno qualche sorriso perché in fondo Salai è "un perfetto rappresentante di quel nostro "popolino scarpe grosse cervello fino", che è così difficile poter incontrare al di là dei confini della nostra Penisola e non è forse neppure concepibile nei paesi a maggioranza non cattolica: un individualista logorroico e pur eternamente scettico, la mente priva di veti e gerarchie, osservatore spregiudiziato e perciò acuto dell´animo umano.", e come sempre riconoscendo in lui una seppur piccola parte di noi, ne ridiamo con gusto!

Ma a parte tutto questo la storia, benché piuttosto  frammentata dalle digressioni di Salai, resta avvincente e interessante, affascinante e a tratti stupefacente per le cose che ci racconta e che non sappiamo come gestire, se crederci e quanto crederci.

E solo per questo il libro meriterebbe di essere letto e riletto.

Ma c'è di più. Già gli autori si sono presi la briga di darci qualcosa in più, "un apologo" e una "Appendice" in cui ci diranno quanto possa essere vero quello che abbiamo letto e tante altre cose, in realtà il tutto potrebbe essere confezionato come un piccolo saggio sulle bugie della storia e sulle sue falsificazione, interessante e incredibile, assolutamente da leggere, anche come cosa a se stante!

"pare spento et angustiato come una de quele monache tristi et rinsechite che se le guardi capisci subbito che penzano ma guarda tu se me sposavo era molto melio almeno li calsini li lavavo al marito mio no a le altre monache."

Quindi per gli appassionati di storia o di romanzi storici un libro da non perdere, ma che probabilmente piacerebbe anche ai curiosi e a lettori amanti di storie ben scritte.

P.s.  leggendo la parte finale sulle bugie, non ho potuto fare a meno di rpensaread un saggio sullo stesso argomento, interessante e davvero incredibile che consiglierei agli interessati, si tratta di "Le bugie della scienza: perché e come gli scienziati imbrogliano" di Federico Di Trocchio.

 

 

 
 
 
 
 

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SENECA

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.

 

 

 

BERTRAND RUSSEL

Temere l'amore è temere la vita, e chi teme la vita è già morto per tre quarti

 

OSCAR WILDE

Regala la tua assenza a chi non dà valore alla tua presenza

 

SE TU AVESSI DORMITO?,

Se tu avessi dormito?,

E se, nel sonno, tu avessi sognato?

E se, nel sogno,

tu fossi entrato nel paradiso

e lì avessi colto uno strano, bellissimo fiore?

E se, al risveglio,

ti ritrovassi quel fiore in mano?


Samuel Taylor Coleridge

 

 

IL MOMENTO

Se ne va, se ne va, se ne va!

Se n'è andato!

E col momento,

se n'è andata l'eternità!

            Juan Ramòn Jiménez

 

 

N.NUR-AD-DIN

 

Nasciamo senza portare nulla,

moriamo senza poter portare nulla,

ed in mezzo,

nell'eterno che si ricongiunge

nel breve battito delle ciglia,

litighiamo per possedere qualcosa.

                              

 

 

IL RAGGIO VERDE

In particolari circostanze,

quando il sole scompare dietro l'orizzonte,

nel preciso momento in cui l'ultima luce diretta ci colpisce,

può da esso generarsi un raggio verde

che passando attraverso i nostri occhi,

ha la capacità di illuminare la nostra essenza,

permettendoci di dare uno sguardo

dentro di noi e

vedere chi siamo!

 

 

STRANO VAGARE NELLA NEBBIA

È strano vagare nella nebbia!
Solo è ogni cespuglio e pietra,
Nessun albero vede l'altro,
Ognuno è solo.

Pieno di amici era per me il mondo,
Quando la mia vita era ancora luminosa;
Adesso, che la nebbia cala,
Nessuno si vede più.

In verità, nessuno è saggio
Se non conosce il buio,
Che piano ed inesorabilmente
Da tutti lo separa.

Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è essere soli.
Nessuno uomo conosce l'altro,
Ognuno è solo.

 

H. Hesse

 

 

AMBROSE BIERCE

Riso:  Convulsione interna che altera i lineamenti del viso ed è accompagnata da suoni inarticolati.

È infettivo e, seppure intermittente, incurabile.

 

 

 

OVIDIO

La Fama, che gode con le sue calunnie

a confondere vero e falso, e che dal nulla si dilata

per forza di menzogna

 

 
 

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