Der Steppenwolf

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EMILE CHARTIER

 

Niente è più pericoloso di un'idea quando è l'unica che si ha.

Emile Chartier

 

 

 

Se io potrò impedire

Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano-
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena-

o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.


Emily Dickinson

 

 

FELICITà

Felicità: finché dietro a lei corri
non sei maturo per essere felice,
pur se quanto è più caro tuo si dice.

Finché tu piangi un tuo bene perduto,
e hai mete, e inquieto t'agiti e pugnace,
tu non sai ancora che cos'è la pace.

Solo quando rinunci ad ogni cosa,
né più mete conosci né più brami,
né la felicità più a nome chiami,

allora al cuor non più l'onda affannosa
del tempo arriva, e l'anima tua posa.

H. Hesse

 

 

LAO TZE

Niente esiste al mondo più adattabile dell'acqua. E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei.

 

 

RIDERE

 

L'unica cura contro la vanità è il riso, e l'unico difetto ridicolo è la vanità.

Henri Bergson

 

 

FëDOR DOSTOEVSKIJ

Se avete in animo di conoscere un uomo, allora non dovete far attenzione al modo in cui sta in silenzio, o parla, o piange; nemmeno se è animato da idee elevate. Nulla di tutto ciò! - Guardate piuttosto come ride.

 

 

 

Messaggi di Ottobre 2019

Gail Carriger - Il protettorato del parasole vol. 1 - Soulless.

Post n°232 pubblicato il 28 Ottobre 2019 da ixtlann
 

 

"Miss Alexia Tarabotti non si stava godendo la serata. Per una zitella come lei, queste feste da ballo non erano altro che mediocri occasioni di intrattenimento, e non era neanche il tipo di zitella capace di trarre il seppur minimo piacere da un simile evento mondano."

 

Carino!

Già, non saprei come inquadrare questo romanzo ascrivibile a generi diversi, ma che alla fine risulta essere piacevole, veloce, simpatico e anche allegro! Sicuramente Un fantasy,  e benché il vapore non sia assolutamente presente, lo stile ci fa subito pensare ad uno steampunk, ma che si mantiene leggero, mai nebbioso o opaco, un thriller con una vena umoristica di fondo e perché no anche con un pizzico di soft erotismo.

 

"Indietreggiando, il vampiro inciampò nel carrello e perse l'equilibrio, cadendo a terra in un modo totalmente privo di grazia e compostezza, anche per uno della sua razza. Andò a finire proprio su un piatto di tartine alla melassa. Questo dispiacque molto a Miss Tarabotti, perché adorava le tartine alla melassa, e aveva sperato di degustare tutte quelle contenute nel piatto."

 

La nostra protagonista, Miss Alexia Tarabotti, si trova invischiata in storie di Vampiri e lupi mannari in una Londra vittoriana in cui questi essere soprannaturali sono stati accettati e  fanno parte della società civile.

La nostra eroina, una "zitella" ventiseienne, è anch'essa particolare, con il solo tocco può annullare le caratteristiche fenomeniche dei succitati esseri, ma questa sua caratteristica attira l'attenzione di tanti, e la pone in situazioni particolare e pericolose.

Inoltre strane apparizione  e sparizioni turbano lo scorrere tranquillo della vita cittadina, e un mistero si cela dietro tutto questo.

A condividere le emozioni e le avventure qui narrate, incontriamo Lord Maccon, un lupo mannaro volgare e trasandato, ma anche quarto barone di Woosley e capo del Prin

(Pubblico registro delle nascite innaturali).

 

"Lord Maccon smise di armeggiare con i guanti, ma non prima che Alexia avesse notato il suo stato di impaziente nervosismo, o di nervosa impazienza."

 

Altre figure di rilievo, se così possiamo dire, sono Miss Hisselpenny "la sfortunata vittima di tutta una serie di circostanze che, nel loro insieme, avevano fatto sì che fosse appena carina e benestante, e che indossasse cappellini estremamente ridicoli." cara amica e confidente della signorina Tarabotti, che di lei accettava tutto tranne i suoi "ridicoli" cappellini;  Lord Akeldama un vampiro a cui "piacevano molto i fazzolettini profumati e le cravatte rosa, ma gli piaceva anche essere al corrente di tutto ciò che accadeva. " personaggio particolarmente  vistoso ma che non accetta critiche sulle sue scelte estetiche, e il professor Lyall, vice di Lord Maccon, "un signore distinto dai capelli grigi, dall'aspetto tutt'altro che imponente, dall'età indefinibile e dai modi molto cortesi."

 

"Biffy si srotolò la manica della camicia e si rimise la giacca da sera, coprendosi le muscolose spalle. Dopo tutto si trovava alla presenza di una signorina, anche se era scandalosamente spettinata."

 

I rapporti tra la nostra "zitella" e Lord Maccon,  che sembrano improntati al battibecco e illuminati dall'antipatia, presto si riveleranno di tutt'altra natura regalando alla narrazione momenti di intimità mai scabrosi, ma piuttosto umoristici. Sullo stesso tono sono le riflessioni della nostra impacciata Alexia, dei sui rapporti con i familiari, tutti un po' sopra le righe, come l'abbigliamento del nostro Lord vampiro. Ampio spazio, forse anche un po' troppo sono destinate alla descrizione degli abiti e ad altri aspetti frivoli  e pettegoli.

Il romanzo procede simpaticamente, senza che mai la tensione abbia il sopravvento, anche quando si arriva al "clou", che per quanto possa essere pulp non colpisce più di tanto.

"Miss Tarabotti si rese immediatamente conto che questa era una sensazione forse ancora più piacevole di quelle provate fino a quel momento. Era talmente rapita da non rendersi conto che la mano sinistra del barone, che fino a quel momento le era rimasta appoggiata nell'incavo della schiena, adesso si era mossa verso il basso e, apparentemente per niente impedita dal sellino dell'abito, era impegnata nell'intima conoscenza del suo posteriore."

 

Quindi una lettura leggera, piacevole (se non fosse per i tanti refusi) che può strappare qualche sorriso, e far trascorre qualche ora spensieratamente.  Troppo particolare per consigliarlo a cuor leggero, ma a me è piaciuto, l'ho trovato rilassante  tanto che  leggerò qualche altra avventura di miss Trabotti!

 

"E fu in quel momento che il bacio divenne rude, nel tentativo di farle dischiudere le labbra. Tentativo nel quale era coinvolta anche la lingua, con grande sorpresa di Miss Tarabotti. Quella parte del bacio non solo le sembrò contro le regole, ma anche poco raffinata. Tuttavia la estasiò."

 

 

 
 
 

Madeline Miller - La canzone di Achille

Post n°231 pubblicato il 25 Ottobre 2019 da ixtlann
 

 

"Mio padre era un re, figlio di re."

 

Ho già detto che amo il modo di scrivere della Miller, studiosa di lettere classiche e insegnante di latino e greco, ha mantenuto una freschezza e una fantasia che le permettono di reinterpretare storie che tutti pensiamo di conoscere, eppure ci sorprendono, perché presentate in modo originale, nuovo, fresco, diverso, che ci fa scoprire aspetti alternativi senza per altro tradire la mitologia che le circonda!

 

"Il bordo affilato della mia invidia era come selce, a una scintilla di distanza dal fuoco."

 

E così che la guerra di Troia  ci viene raccontata da Patroclo, vista dai suoi occhi, narrata come la storia di Achille, suo compagno di giochi sin da ragazzo, poi amico e amante. Una storia di amore e di morte, temuta, annunciata, aspettata e quindi, forse, ancora più sofferta.

Una storia che benché ci parli e abbia come riferimento, sempre un amore, forte. passionale, tra due uomini che non si preoccupano di nascondere ciò che li, lega, non trascende mai, non è mai morboso, anche nelle scene più intime resta naturale, semplice, spontaneo!

 

"Era perfettamente immobile, aveva il tipo di calma che avevo sempre creduto inaccessibile agli umani, un modo di fermare ogni cosa a parte il respiro e il battito - come un cervo che cerca di cogliere il suono dell'arco del cacciatore. Mi ritrovai a trattenere il respiro."

 

Patroclo , giovane principe, pavido, ingenuo e succube di suoi coetanei, involontariamente provoca la morte di un altro bambino e non lo nega, viene così bandito dalla corte e dalla famiglia, privato di tutto, è esiliato e affidato a Peleo affinché lo cresca.

 

"«Achille è un'arma, un assassino. Non dimenticartelo. Puoi usare una spada come un bastone da passeggio, tuttavia ciò non cambia la sua natura.»"

 

Achille, principe di Ftia, figlio di Peleo e di Teti,  la più bella delle Nereidi e discendente di Oceano, brilla come una stella, in parte per il divino che è in lui, emana una luce che abbaglia e che intimorisce Patroclo, che schivo, lo evita perché non regge il confronto, ma Achille fra tanti ragazzi sceglie proprio lui come compagno, così nasce un'amicizia che si trasformerà in amore,  nell'amore di una vita, contro ogni tentativo di impedirlo e di ostacolarlo, contro lo stesso volere di Teti. Un amore che ha un limite già deciso, Achille morirà e Patroclo sa che non potrà sopravvivere alla morte del suo amato.

 

"«Lo so. Gli dei non permettono a nessuno di essere famoso e felice.» Inarcò un sopracciglio. «Ma voglio confidarti un segreto.» «Dimmi.» Adoravo quando faceva così. «Io sarò il primo.» Mi prese il palmo della mano e lo premette sul suo. «Giuralo.» «Perché io?» «Perché sei tu la ragione. Giuralo.» «Lo giuro» dissi, smarrito nel rossore delle sue guance, nella fiamma dei suoi occhi. «Lo giuro» fece eco lui."

 

È invece il pavido Patroclo, per amore di Achille e della sua fama, per non lasciare che il nome di Achille venga disonorato, che muore in sua vece, muore per amore e Achille non sa più che farsene della propria esistenza, una vita senza Patroclo non è vita non è degna di essere vissuta, così  insegue la morte che sa di aspettare, cerca Ettore e lo finisce, per avere accesso all'Ade,  per potersi ricongiungere all'amato!

 

"Non lo lascerò mai. Sarà così, per sempre, per tutto il tempo che lui me lo permetterà. Se avessi avuto le parole giuste, le avrei pronunciate. Ma non ce n'erano, nessuna sembrava abbastanza potente, capace di contenere una verità così immensa."

 

Certo tutti conoscono questa storia, eppure sembra di leggerla per la prima volta. La luce e la prospettiva da cui si osserva la scena sono nuove e interessanti e riscoprono fatti, rapporti, motivazioni, sentimenti che forse non avevamo notato, presi dalle urla della battaglia e accecati dall'odore del sangue, Elena, Paride, Ettore restano sullo sfondo, di una guerra che c'è, si sente ma non è mai la vera protagonista, mentre altre figure, come ad esempio la bella Briseide, Macaone e Podalirio, i medici dell'accampamento,  si uniscono a creare un mosaico di interazioni  e relazioni che creano un caleidoscopio di emozioni!

La prosa sempre avvincente forse a un leggero calo nella descrizione dei primi tafferugli tra le due fazioni, ma per il resto è sempre impagabile. Che dire, sicuramente da leggere e per gli amanti del genere, imperdibile!

 

 

"Una volta Chirone ci aveva detto che le nazioni sono la più sciocca invenzione dei mortali. «Non c'è uomo che valga più di un altro, e non importa da dove proviene.»"

 

 

 
 
 

Virginie Despentes - Apocalypse baby

Post n°230 pubblicato il 09 Ottobre 2019 da ixtlann
 

 

"Sono l'imbecille sottopagata che si sbatte da dieci giorni per tenere d'occhio un'adolescente ninfomane, iperattiva, e che pippa coca."

 

La sinossi che si trova in rete definisce questo romanzo "Irriverente e provocatorio, immerso nello sguardo acido di tre cattive ragazze [...] Apocalypse Baby è una black comedy tutta al femminile, un thriller antisociale, collerico e spassosissimo.", e come spesso accado dopo averlo letto  mi chiedo se anche chi ha scritto la sinossi lo avesse letto!

Già sui primi due aggettivi ci sarebbe da interrogarsi, Irriverente, verso chi? O verso cosa? Stesso discorso per il provocatorio. Certo il romanzo e duro e non fa sconti a nessuno, con un linguaggio adeguato alla narrazione e che quindi spesso risulta crudo, sdrucciolevole, non "corretto", ma sicuramente al livello di ciò che sta narrando, che sicuramente è black, ma forse non tanto comedy, e tanto meno "spassosissimo", ma avvincente, intrigante, più profondo di quanto non voglia dar a vedere.

 

"«Sai di sapone a cento metri di distanza, cosa c'è in te di cosí sporco da farti lavare tanto?»"

 

Forse si dovrebbe parlare di un romanzo corale, perché  sono tante le voci che ascoltiamo, e non si capisce bene chi sia il protagonista della storia, e forse anche la vera storia viene celata sotto una diversa.

 

"Tutto diventa interessante quando si ha voglia di qualcuno."

 

La voce narrante principale è quella di Lucie Toledo, una donna forse sulla quarantina, senza arte né parte, una figura scialba, gretta, una donna che non ha interessi ne passioni, pavida, egoista, menefreghista, che nella sua vita ha fatto di tutto e al contempo niente, passando di lavoretto in lavoretto solo per tirare a campare, senza mai riuscire in nulla e fuggendo sempre di fronte al primo ostacolo, fino ad approdare in una agenzia investigativa, in cui nessuno le dà retta, viene valutata poco perché poco vale, ma va avanti rendendosi conto che non può abbandonare anche questo lavoro perché è sempre più difficile e faticoso trovarne di nuovi. Così si adegua a fare ciò che le chiedono e nella fattispecie a pedinare adolescenti "difficili" che i genitori vogliono sorvegliare!

 

"Con tutto quel che si rimprovera ai giornali femminili e all'industria cosmetica, è raro che venga denunciato il vero danno di cui sono responsabili: far credere a intere popolazioni di cessi che facendo qualche sforzo possano sembrare diverse da quello che sono."

 

La seconda figura in cui ci imbattiamo e che forse potrebbe essere la vera protagonista di questo romanzo, anche se in parte defilata, è la quindicenne Valentine Galtan, ragazza problematica, forse perché cresciuta in una famiglia che non ha saputo darle il calore necessario, forse perché geneticamente diversa. Valentine è stata abbandonata dalla madre sin da bambina, allevata da un padre distratto, assente e preso da se stesso e da una nonna possessiva e autoritaria. Fatto sta che la sua vita è improntata alla ribellione, che si manifesta con l'assunzione di droghe, con il sesso fin troppo facile che dispensa a destra e a manca, con il non applicarsi agli studi e il riuscire a farsi cacciare da varie scuole. Come molti suoi coetanei e fragile, indecisa, come una bandiera in balia del primo vento che la faccia sventolare.

 

"I figli sono i vettori autorizzati della sociopatia dei genitori."

 

Lucie pedina Valentine, che essendo molto più sveglia dell'"investigatrice", se ne accorge e al momento opportuno si dilegua!

Chiaramente deve essere ritrovata, ma Lucie non ha né le capacità, né le competenze, ma neanche la fiora o la volontà che possano permetterle di portare a termine tale incarico, così decide di rivolgersi alla "Iena", figura mitica nel suo ambiente.

 

"- Comincia a stare calma. Non hai idea di come si conduce un'indagine, allora, da brava, mi segui e obbedisci. Se non sei contenta, scendi qui, adesso, e t'arrangi. Ok? Io, la tua indagine pagata di merda la faccio anche, ma i problemi di ego te li risolvi per i fatti tuoi."

 

La Iena è la terza figura dominante del romanzo, ha un dono naturale, riesce a percepire i pensieri altrui, questo, l'amore per la violenza, l'istinto e il senso della libertà hanno fatto si che percorresse strade alternative nella scelta della professione da esercitare per vivere.

È una vera dura, ed è lei la chiave, la risolutrice,  quella capace di ritrovare Valentina, tirandosi dietro quel peso morto rappresentato da Lucie.

 

"Yacine si chiede qual è il tipo di uomo che si mette con una cosí. Uno coi controcoglioni. È bella. Ma troppo virile. Al limite può essere eccitante, ma ti vedi tornare a casa la sera e chiederle cosa ha fatto da mangiare? Magari ti sgancia un destro."

 

Nel romanzo ci verranno presentate altre figure a cui si darà spazio e che avremo quindi modo di conoscere per come si vedono e si raccontano, Francois Galtan, padre di Valentina, Vanessa, la madre che l'ha abbandonata e che ora vive a Barcellona, Yacine, il cugino da parte di madre e con la famiglia che le  ricorda le origini marocchine.

 

"Nelle classifiche che Vanessa fa in continuazione, le brutte che non cercano di farsi belle sono meno patetiche delle brutte che si truccano e vestono come fossero belle."

 

E poi Suor Elisabeth, l'eminenza grigia del romanzo.

 

"Non si era fatta suora per vocazione, quello che le interessava erano le informazioni relative alla riorganizzazione del potere fino a poco tempo prima in mano all'albanese."

 

Ma la voce narrante tornerà sempre a Lucie, che in minima parte si evolverà ma senza avere la capacità di afferrare a pieno quanto le succede intorno, subendo gli eventi, ma fortunatamente per lei trovando anche chi di lei si prende cura!

Affascinante, sorprendente, realistico e profondo dice e non dice, apre un squarcio terribile sul mondo che ci circonda e che preferiamo ignorare, con una prosa che ci aggredisce, che non ci aspetteremmo, ma che perfettamente si intona al testo e che non potrebbe essere diversa nel raccontarci questa storia, amara, terribile, ma che perfettamente si confà alla società sempre più presa dagli interessi e priva di affetti e scrupoli!

Da leggere!

 

"Per noi la Francia è... la ricchezza. C'è il riscaldamento perfino nell'ufficio postale. Non puoi accendere la tv senza vedere qualcuno con un libro in mano, sembra che non abbiate altro da fare che leggere, leggere, leggere. Ci vuole un po' per capire che è una truffa, che non siete più istruiti di una mandria di vitelli."

 

 

 

 
 
 

Jonathan Carroll - L'assenza

Post n°229 pubblicato il 08 Ottobre 2019 da ixtlann
 

 

"Statue e persone sottili. Mai fidarsi delle persone magre. O sono vanesie, o si danno alla fuga»."

Come spesso dico, la valutazione di un romanzo è determinata dalle aspettative che avevamo quando abbiamo dato inizio alla sua lettura. Credo che difficilmente si dia un giudizio assoluto e non falsato da ciò che abbiamo ottenuto rispetto a ciò che ci aspettavamo di aver.

Così questa mia recensione non può essere entusiasta, perché un velo di delusione ristagna sulla lettura e sul giudizio che ne ho! Amo Carroll, la sua fantasia, ala sua improvvisa fuga dal reale che ti porta in mondi paralleli, intercomunicanti ma con leggi fisiche diverse, e quindi uso i suoi romanzi per fuggire. In questo caso la cosa non è avvenuta, tranne forse che per poche righe, il romanzo rientra nei canoni della classica storia umana, raccontata in prima persona dal nostro protagonista, Max Fischer, un cartoonista di 30 anni che vive a Los Angeles. Qui incontra Lily, donna molto particolare di cui si innamora e che sposa. Lily ha un figlio, che Max adotta e da cui è molto preso, Lincoln.  Ma ... forse questo figlio non è proprio figlio di Lily, e qui comincia il dramma. Il romanzo va avanti, ci presenta tanti personaggi, molti forse sopra le righe, o forse sono persone normali, del resto cosa definisce la normalità?

 

"«La verità è come l'ossigeno: se ne respiri troppo fa male»."

 

 Purtroppo come dicevo all'inizio, essendo un libro di Carroll, ci si aspetta da un momento all'altro l'irruzione dell'irrazionale, del sorprendente, del magico e man mano che ci si avvicina alla fine del romanzo, ci si rende conto che ciò sarà sempre più improbabile. Grande delusione, che non ci permette neanche di apprezzare appieno ciò che stiamo leggendo, che altrimenti potrebbe anche risultare interessante, ma niente di speciale, un dramma sociale senza tante prerogative. Verso la fine del romanzo per un attimo si apre uno squarcio nel mondo del reale e troviamo Piccola Bianca, un'amica di Lincoln, e che grazie a lui ha avuto modo di vedere il suo futuro, come sarebbe stato cosa lei sarebbe diventata. Tolto questo piccolo passaggio, nient'altro va ad alterare la realtà nella quale si svolge il nostro dramma.

 

"«Sarebbe stata una buona donna, se quand'era viva le avessero sparato ogni cinque minuti»."

 

Romanzo doloroso, con personaggi con cui a volte proprio non riusciamo a collegarci, anche se cerchiamo di capirli, di immedesimarci, ma le scelte  non sempre condivisibili, ce le allontanano. La scrittura è asciutta, con poche concessioni al piacere, anche se lo stile inconfondibile dell'autore ci fa procedere velocemente nella lettura che pur resta avvincente. Forse se non avessi aspettato il magico per tutto il libro, questo romanzo mi sarebbe piaciuto di più, a volte sono le aspettative che determinano il valore che diamoa ciò che stiamo leggendo!

 

"«Sì, ma era gentile». Scosse la testa. «Non mi piace vivere in un mondo dove quello che è "giusto" è così raro da diventare "gentile"»."

 

 

 
 
 

Elsa Chabrol - Una sposa conveniente

Post n°228 pubblicato il 04 Ottobre 2019 da ixtlann
 

 

"«Be', Julien... cos'hai?» domandò il suo collega. «Niente... saluto una cliente. Io... pensavo che fosse morta da un pezzo. Le avevo fatto la lapide.» «Cosa hai fatto?» Julien notò lo sguardo preoccupato del collega. «No, niente. Lascia perdere.»"

 

Dopo aver letto McCarthy, avevo bisogno di riprendere fiato! Un libro rilassante, leggero, e che magari mi rallegrasse un po', sembra facile, ma forse è davvero difficile da trovare, i libri più rari sono quelli che ti fanno davvero ridere.

Questo ci è riuscito! A dispetto delle storie, tutto sommato, "tristi" che racconta, riesce a creare e mantenere un clima di allegria, di rilassatezza divertente, strappando anche qualche grossa risata, ma non perdendo mai il tono simpatico.

 

"Fra queste che detestavano gli uomini e quella che li amava troppo, il Petoso diceva che lì c'era il quartiere a luci rosse di Pouligeac e che un maschio rischiava di finirci assassinato o stuprato."

 

La storia si svolge a Pouligeac piccola frazione di un paesino  sperduto sui monti della Cevenne, nella Francia  meridionale, ormai quasi disabitato, sono rimasti solo in undici, e  i pochi abitanti rimasti sono tutti più vicini ai novanta che ai settanta. La frazione, difficile da raggiungere, e collegata al paese da una strada estremamente dissestata, «il catrame», dall'"aspetto di una pista esotica costellata di buche".

A Pouligeac i pochi rimasti non hanno praticamente più nessun rapporto tra di loro, i dissapori, le vecchie beghe, la pigrizia ha fatto si che non ci si dia più retta, il loro tempo è scandito dai programmi della televisione, unico mezzo che riempie le loro giornate e detta i loro ritmi.

 

"Ripassò perfino qualche mimica di maschera mortuaria, per essere pronta «nel caso che», ma alcune visite la interruppero. Alcune visite! Non una. Alcune. A Pouligeac le visite erano rare, rarissime addirittura, tra vicini non ci si frequentava. Erano tutti troppo occupati! "

 

L'abitante più giovane, unico più che raro, Pierrot, un "ragazzo" di quarantasette anni che vive ancora nella frazione per prendersi cura dell'anziana madre, e che per quei vecchietti rappresenta la il cordone ombelicale che li collega al resto del mondo.. Pierrot ha una macchina ed è gentile e premuroso con tutti, quindi sbriga tutte le commissioni, si reca in paese a fare la spesa per tutti,  si occupa di tutte le piccole riparazione e di ogni sorta di lavoretto.   Ma la mamma di Pierrot muore e lui annuncia la sua intenzione di lasciare il paesino  un giorno  per cercare moglie e mettere su famiglia. Tale notizia semina il panico tra gli anziani abitanti che già si vedono persi senza il loro factotum, ma si rendono conto che bisogna far qualcosa, mettono da parte gli antichi rancore e si organizzano per trovare su internet una moglie a Pierrot in modo che lo stesso resi in paese.

 

"Il funerale era previsto per sabato mattina, Lei decise che, se ci fosse stata ancora, non ci sarebbe andata, per timore di cadere morta stecchita davanti alla fossa. Non vorrei comunque rubarle la scena! aveva pensato ridendo."

 

Una prosa accattivante , una scrittura briosa ci accompagna per tutto il romanzo rallegrandoci e strappandoci anche qualche grossa risata.  L'umorismo francese, forse più conosciuto attraverso il cinema, è  meno chiassoso, meno triviale rispetto a quello italiano, magari,  malizioso ma senza mai scantonare nel volgare riesce a vivere su strie quotidiane, magari esasperandole un po' e con l'uso dell'iperbole mette in evidenza modi comuni e quotidiani trasformandoli in farsa.

 

"Quelli del paese vedevano in lei una specie di asociale un po' presuntuosa che chiamavano «la Regina madre»."

 

 Molto belli, simpatici, stravaganti e sicuramente sopra le righe i protagonisti  di questa storia tratteggiati con poche frasi riescono subito ad essere vive nel nostro immaginario, forse perché ci ricordano sempre qualcuno.

 

"Quando finalmente la porta si aprì, Franz si trovò davanti una creatura ibrida, mezzo extraterrestre e mezzo strega che, con vigorosa e delicata mano artritica e dalla pelle trasparente con artigli scarlatti, lo tirava dentro."

 

Io sono rimasto moto colpito dalla protagonista e narratrice, Juliette, ultracentenaria, che mi ha tanto ricordato il mio personaggio letterario preferito, nonnina Esmeralda "Esme" Weatherwax, e questo forse me l'ha resa subito simpatica, ma credo che anche senza questa associazione mi avrebbe subito conquistato.

 

"Specchio, specchio delle mie brame, sono sempre la più vecchia del reame?» domandava, divertita da se stessa"

 

E sono i giorni e le ore che lei conta a dare il ritmo la nostro romanzo.

Più che consigliato, per trascorrere qualche ora in allegria, con intelligenza e arguzia.

 

«Ma io, poveraccia, sono soltanto una vecchia carcassa da cui non potete cavare nulla. Per aiutarmi, per fare qualcosa per me, ci sarebbe voluta un po' di generosità. Ma, di generosità, voi non ne avete più! È morta con il villaggio. Quando si è soli come degli idioti, come noialtri qui adesso, non si sa più donare niente. Si sa soltanto prendere.»

 

 

 
 
 
 
 

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SENECA

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.

 

 

 

BERTRAND RUSSEL

Temere l'amore è temere la vita, e chi teme la vita è già morto per tre quarti

 

OSCAR WILDE

Regala la tua assenza a chi non dà valore alla tua presenza

 

SE TU AVESSI DORMITO?,

Se tu avessi dormito?,

E se, nel sonno, tu avessi sognato?

E se, nel sogno,

tu fossi entrato nel paradiso

e lì avessi colto uno strano, bellissimo fiore?

E se, al risveglio,

ti ritrovassi quel fiore in mano?


Samuel Taylor Coleridge

 

 

IL MOMENTO

Se ne va, se ne va, se ne va!

Se n'è andato!

E col momento,

se n'è andata l'eternità!

            Juan Ramòn Jiménez

 

 

N.NUR-AD-DIN

 

Nasciamo senza portare nulla,

moriamo senza poter portare nulla,

ed in mezzo,

nell'eterno che si ricongiunge

nel breve battito delle ciglia,

litighiamo per possedere qualcosa.

                              

 

 

IL RAGGIO VERDE

In particolari circostanze,

quando il sole scompare dietro l'orizzonte,

nel preciso momento in cui l'ultima luce diretta ci colpisce,

può da esso generarsi un raggio verde

che passando attraverso i nostri occhi,

ha la capacità di illuminare la nostra essenza,

permettendoci di dare uno sguardo

dentro di noi e

vedere chi siamo!

 

 

STRANO VAGARE NELLA NEBBIA

È strano vagare nella nebbia!
Solo è ogni cespuglio e pietra,
Nessun albero vede l'altro,
Ognuno è solo.

Pieno di amici era per me il mondo,
Quando la mia vita era ancora luminosa;
Adesso, che la nebbia cala,
Nessuno si vede più.

In verità, nessuno è saggio
Se non conosce il buio,
Che piano ed inesorabilmente
Da tutti lo separa.

Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è essere soli.
Nessuno uomo conosce l'altro,
Ognuno è solo.

 

H. Hesse

 

 

AMBROSE BIERCE

Riso:  Convulsione interna che altera i lineamenti del viso ed è accompagnata da suoni inarticolati.

È infettivo e, seppure intermittente, incurabile.

 

 

 

OVIDIO

La Fama, che gode con le sue calunnie

a confondere vero e falso, e che dal nulla si dilata

per forza di menzogna

 

 
 

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