Der Steppenwolf

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EMILE CHARTIER

 

Niente è più pericoloso di un'idea quando è l'unica che si ha.

Emile Chartier

 

 

 

Se io potrò impedire

Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano-
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena-

o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.


Emily Dickinson

 

 

FELICITà

Felicità: finché dietro a lei corri
non sei maturo per essere felice,
pur se quanto è più caro tuo si dice.

Finché tu piangi un tuo bene perduto,
e hai mete, e inquieto t'agiti e pugnace,
tu non sai ancora che cos'è la pace.

Solo quando rinunci ad ogni cosa,
né più mete conosci né più brami,
né la felicità più a nome chiami,

allora al cuor non più l'onda affannosa
del tempo arriva, e l'anima tua posa.

H. Hesse

 

 

LAO TZE

Niente esiste al mondo più adattabile dell'acqua. E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei.

 

 

RIDERE

 

L'unica cura contro la vanità è il riso, e l'unico difetto ridicolo è la vanità.

Henri Bergson

 

 

FëDOR DOSTOEVSKIJ

Se avete in animo di conoscere un uomo, allora non dovete far attenzione al modo in cui sta in silenzio, o parla, o piange; nemmeno se è animato da idee elevate. Nulla di tutto ciò! - Guardate piuttosto come ride.

 

 

 

Messaggi del 09/09/2019

Cynthia F. Castorina Passalacqua - Come in inferno un angelo

Post n°222 pubblicato il 09 Settembre 2019 da ixtlann
 

 

"in fondo soli lo siamo tutti"

 

Questa è la chiave di lettura di questo romanzo introspettivo, in cui la nostra protagonista è eternamente dibattuta tra la tranquillità della solitudine e la paura di essere sola e cerca rifugio e conforto in un mondo onirico, fatto di sogni e ricordi. La solitudine. Un romanzo che ci parla di uno dei problemi più diffusi e meno discusso dei nostri giorni, il vuoto che ci circonda,  la mancanza di rapporti che riescano davvero a lenire quel dolore inesplicabile che ci affligge, e che il tempo non fa che acuire. Le paure che da essa scaturiscono e che incontrollabili ci inducono a gesti/azioni che forse non avremmo mai pensato di fare, che non condividiamo, che non vorremmo, ma che ci troviamo a vivere nostro malgrado.

 

"Paura era il sentimento che sentiva maggiormente agitarsi dentro di lei."

 

Per quanti da piccoli hanno vissuto in una famiglia in cui il senso dello stare insieme, la coesione, l'affetto vero e reciproco, superava ogni altra cosa, in cui la "mamma" era sempre presente e sempre a nostra disposizione,  una figura intorno alla quale poteva ruotare il nostro mondo, un "centro di gravità permanente", ritrovarsi adulti, senza affetti "veri", senza certezze affettive, è sicuramente destabilizzante.

 

"Non poteva confessare a se stessa di non provare nessuna attrazione verso quell'uomo con cui era stata, fino a pochi minuti prima, a letto, lasciandosi tenere stretta tra le sue braccia e permettendogli di baciarla in ogni più intimo angolo del suo corpo."

 

La mancanza, l'assenza, generatrici di quella solitudine che si manifesta con il   vuoto e che si crea con la perdita dei riferimenti, come può essere di certo una madre, ma, forse anche, un vecchio amore, magari mai realizzato o semplicemente smarrito e che nel nostro immaginario cresce a dismisura e diventa termine di paragone a cui nulla può essere paragonato; il vuoto, che ci accompagnerà per il resto dei nostri giorni, e che sarà impossibile riempire. Questa sensazione a volte ci porta a confondere ciò che sentiamo attribuendo al cuore qualcosa che viene dal fegato, la paura del vuoto con l'amore per qualcuno, anche là dove non ha né le qualità né le caratteristiche idonee a lenire la nostra solitudine.

 

"A volte aveva l'impressione che tutto il suo amore lo aveva destinato e continuava a farlo a coloro, che non c'erano più."

 

Così la nostra Nisia è sballottata tra un viaggio onirico che la riporta ad passato rassicurante e un presente  in cui non si riconosce, che le impone scelte non sue, che la costringe a credere all'amore anche quando questo le sbatte la porta in faccia, anche quando ogni segno le dice che di amore non si tratta.

 

«Mi hai tradito?» «Aspetta, non me lo ricordo».

 

"Nisia confondeva, senza rendersene mai conto, l'attrazione fisica con il sentimento e, fino a quel punto della sua vita, lei aveva conosciuto unicamente il secondo."

 

Ma abbiamo comunque bisogno di fermare la nostra mente, di poterla soggiogare con un'immagine che la trattenga, e certo non possiamo sempre vivere di ricordi, abbiamo bisogno di qualche cosa di "reale" cui aggrapparci.

La vita della nostra protagonista, invece, tende a essere più legata ai ricordi che al presente, proprio perché nel presente non trova quello che forse cerca, già perché anche questo bisogna dire, non sempre sappiamo cosa vogliamo, anche la dove sentiamo che ci manca qualcosa, non è facile stabilire di cosa si tratti.

 

"Amava sognarlo e immaginarlo l'amore, non viverlo."

 

Del resto anche i personaggi che la circondano e tra cui si dibatte,  sembrano affetti dallo stesso male. La solitudine che colora di grigio loro le vite. Vite di uomini che cercano una "fuga", che non hanno la capacità di manifestare i loro veri sentimenti, e che preferiscono  l'illusione,  magari atteggiandosi ancora a "sciupafemmine"  e cercando di credere davvero al personaggio che si è scelto,   questo solo per mascherare il vuoto interiore e la difficoltà di ammettere quanto si stia male.

 

"Ammise con se stesso di essersi innamorato di lei, ma era altrettanto certo che non glielo avrebbe mai confessato."

 

E così il passato e i ricordi diventano un rifugio, sicuro, confortevole, amico, anche se doloroso, ma di un dolore nel quale quasi ci si può crogiolare.

Un passato da cui è sempre difficile staccarsi, anche quando all'orizzonte sembra apparire un nuovo colore, l'azzurro del mare che darà nuova vita; e proprio  mentre si va, ancora i tentacoli del passato cercano di brandirci, anche se stiamo dicendoci e, o convincendoci ad abbandonarlo.

 

"C'era l'odore della vendemmia appena conclusa e delle olive frante, c'era il fresco odore dei primi funghi e l'addio alle spiagge."

 

La prosa che a tratti sembra un po' forzata o ridondante, è spesso ruvida, dissonante, scarna ma anche viscerale, di pancia, tanto da essere dolorosa,  ma una volta superato l'avvio risulta  avvincente. O forse il suo fascino è proprio in questa sua caratteristica, l'abbandonano della ricerca stilistica,  la scarsa  concessione  alla ricerca di forme accattivanti per favorire un'immediatezza e una naturalezza più tipiche del linguaggio parlato, che comunque risulta a tratti ricca, variegata,  seppur leggermente decadente, velandosi quasi sempre di un manto nostalgico, melanconico, adeguato a questo vuoto,  a questa profonda solitudine a questo rimpianto del passato che pervade il romanzo!

 

"Il passato era stato digerito, ora c'era soltanto tutto quell'az­zurro a illuminarle la vita"

 

 

 

 
 
 

Genki Kawamura - Se i gatti scomparissero dal mondo

Post n°221 pubblicato il 09 Settembre 2019 da ixtlann
 

 

"«Per ottenere qualcosa, bisogna sacrificarne un'altra»."

 

Quando mi imbatto in un libro che reca la parola gatto nel titolo, sono sempre attratto e in genere finisco con il leggerlo, se poi è anche scritto da un giapponese, meglio ancora.

Devo anche dire che spesso non mi va bene, è più facile che resti deluso e non che sia contento.

 

"- Una cosa è conoscere il sentiero giusto, un'altra è imboccarlo. È una citazione da Matrix."

 

Ma non posso farci niente, è così, un retaggio da cui non posso liberarmi, anche perché non voglio liberamene.

Quindi ovviamente mi sono dato alla lettura di questo romanzo, in realtà immaginando qualcosa di faceto, o quanto meno un libro che si proponesse come tale, il titolo mi sembrava assolutamente poco serio e tendenzialmente spiritoso.

 

"Al crepuscolo dei suoi giorni, Chaplin aveva pronunciato una frase: «Non sarò stato in grado di lasciare capolavori, ma almeno ho fatto ridere la gente. Niente male, no?»"

 

Grande è stata dunque  la mia meraviglia nell'affrontare questo testo che a conti fatti è risultato piuttosto triste, abbastanza commovente  e incredibilmente  profondo riuscendo al contempo a mantenersi sereno e leggero, come spesso accade nella letteratura del sol levante che affronta temi come la morte con il sorriso sulle labbra.

 

"Ero convinto di avere in memoria numeri di amici e conoscenti con i quali condividevo qualcosa, invece in quel frangente mi sono reso conto di avere solo un'interminabile lista di perfetti estranei. Nessuno, tra loro, valeva la mia ultima telefonata."

 

Il nostro protagonista scopre di avere un tumore che gli lascia poco da vivere, ma si presenta il diavolo con una proposta la sua vita si allungherà di un giorno se lui farà sparire qualcosa dalla terra!

Telefoni, film, cosa è davvero necessario alla nostra vita?

 

"In appena vent'anni i cellulari erano diventati dei veri «mai piú senza», prendendo il pieno controllo del genere umano. Creandoli abbiamo creato la scomodità del non averli."

 

Quel che gli succede lui lo racconta in una lettera che scriverà alla persona a lui più vicina, anche se è da tanto che non ci parla!

 

«Ci rendiamo conto che qualcosa era importante solo dopo averla perduta».

 

Così apprendiamo di quanto gli succede negli ultimi sette giorni, ma lo seguiamo anche nelle sue elucubrazioni, o mentre rivive momenti del suo passato, lasciando che la nostalgia lo copra e al contempo copra anche noi che lo stiamo seguendo.

Raccontandoci quanto certi momenti diventi rilevanti e quanto all'improvviso ci si renda conto della propria esistenza.

 

"- Ci vediamo domani. Erano state le sue ultime parole, al momento di salutarci. Mi capita ancora di ripensare al piccolo sorriso sulle sue labbra mentre le pronunciava. Col tempo era andato a depositarsi nel profondo del mio animo, trasformandosi in una ferita che mostrava il suo volto nei giorni piú bui. A ben pensarci, il mio animo era pieno di ferite piccole come quella. La gente le chiama rimpianti."

 

Certo il tono non è mai davvero nostalgico o piagnucoloso, si mantiene sereno, dolce, forse con poche note di rimpianto, anche quando ci parla di momenti strazianti.

Ma anche detta così corro il rischio di darvi un'impressione di questo romanzo, piuttosto deprimente, ma deprimente non lo è mai, forse anche perché fa scivolare le cose lascia che ci scorrano addosso senza inzupparci, ma dandoci comunque modo di pensarci.

 

"Ero felice? Ero infelice? Non sapevo dirlo neanch'io. Una cosa però la sapevo. Le persone possono scegliere di essere felici o essere infelici. Dipende dalla prospettiva con cui osservano le cose."

 

E i gatti? I gatti ci sono, in special modo uno, Cavolo, il gatto del nostro protagonista, che ci accompagna e ci dona qualche pillola di saggezza sul mondo e sui gatti.

 

"chi vive in compagnia di un gatto sa che non sono gli esseri umani a occuparsi dei gatti, sono i gatti che ci concedono il favore di stargli accanto!»"

 

Anche se, ad essere sinceri, qualcuna delle affermazione di Cavolo condivisa dal nostro protagonista ci lascia perplessi.

 

"Sono comunque fiori, non era sufficiente chiamarli tutti «fiori»? Come dargli torto."

 

La prosa è decisamente adeguata, facile, scorrevole senza graffiature e senza grosse impennate ci accompagna dolcemente fino alla fine del romanzo senza grosse difficolta e senza stancarci mai.

 

"Un istante dopo mi sono ricordato di una battuta sentita in una vecchia pellicola: «Molte persone a questo mondo venderebbero l'anima al diavolo. Il problema è che non c'è alcun diavolo disposto a comprarla»."

 

Lo consigliere a chi non a problemi con le lacrime che pur si versano a tratti abbondantemente!

 

"Una piccola magia. Ricordalo sempre, se un giorno dovessi sentirti triste ti sarà sufficiente costruire un bel sorriso e chiudere gli occhi. Funziona sempre!"

 

 

 

 
 
 
 
 

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SENECA

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.

 

 

 

BERTRAND RUSSEL

Temere l'amore è temere la vita, e chi teme la vita è già morto per tre quarti

 

OSCAR WILDE

Regala la tua assenza a chi non dà valore alla tua presenza

 

SE TU AVESSI DORMITO?,

Se tu avessi dormito?,

E se, nel sonno, tu avessi sognato?

E se, nel sogno,

tu fossi entrato nel paradiso

e lì avessi colto uno strano, bellissimo fiore?

E se, al risveglio,

ti ritrovassi quel fiore in mano?


Samuel Taylor Coleridge

 

 

IL MOMENTO

Se ne va, se ne va, se ne va!

Se n'è andato!

E col momento,

se n'è andata l'eternità!

            Juan Ramòn Jiménez

 

 

N.NUR-AD-DIN

 

Nasciamo senza portare nulla,

moriamo senza poter portare nulla,

ed in mezzo,

nell'eterno che si ricongiunge

nel breve battito delle ciglia,

litighiamo per possedere qualcosa.

                              

 

 

IL RAGGIO VERDE

In particolari circostanze,

quando il sole scompare dietro l'orizzonte,

nel preciso momento in cui l'ultima luce diretta ci colpisce,

può da esso generarsi un raggio verde

che passando attraverso i nostri occhi,

ha la capacità di illuminare la nostra essenza,

permettendoci di dare uno sguardo

dentro di noi e

vedere chi siamo!

 

 

STRANO VAGARE NELLA NEBBIA

È strano vagare nella nebbia!
Solo è ogni cespuglio e pietra,
Nessun albero vede l'altro,
Ognuno è solo.

Pieno di amici era per me il mondo,
Quando la mia vita era ancora luminosa;
Adesso, che la nebbia cala,
Nessuno si vede più.

In verità, nessuno è saggio
Se non conosce il buio,
Che piano ed inesorabilmente
Da tutti lo separa.

Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è essere soli.
Nessuno uomo conosce l'altro,
Ognuno è solo.

 

H. Hesse

 

 

AMBROSE BIERCE

Riso:  Convulsione interna che altera i lineamenti del viso ed è accompagnata da suoni inarticolati.

È infettivo e, seppure intermittente, incurabile.

 

 

 

OVIDIO

La Fama, che gode con le sue calunnie

a confondere vero e falso, e che dal nulla si dilata

per forza di menzogna

 

 
 

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