Rose's World

Si sente spesso dire che l'uomo è un "animale sociale", un essere che non può esprimere il suo reale potenziale se non si relaziona agli altri, una forma vivente destinata al contatto con i suoi simili (e non). Eppure, a pensarci bene, i momenti topici della vita dell'uomo sulla Terra sono per lo più affrontati da solo: nella pancia della madre alla nascita, nel buio della perdita delle funzioni vitali quando si sta per morire, davanti ad un foglio pieno di domande per un esame, in mezzo a macchinari e siringhe quando bisogna scoprire se il nostro corpo è ok e funziona ancora.

La solitudine viene sempre considerata con accezioni negative, e sempre in relazione ai rapporti interpersonali: esser soli significa non avere nessuno che si preoccupi per noi, esser soli significa aver fallito ed aver lasciato che il mondo si allontanasse dalla nostra vita, o peggio ancora che se ne disinteressasse. Quello che rende la solitudine una specie di malattia è il fatto che spesso essa non sia una scelta consapevole o voluta; ci sono persone che hanno un bisogno quasi epidermico di avere un interlocutore, un referente, sebbene spesso poi non avvenga un reale scambio di idee o di visioni delle cose ma piuttosto una specie di sparring partner su cui rovesciare tutte le proprie debolezze e poi magari liquidarlo alla ricerca di un altro.

Io credo ultimamente di cercare un po' di solitudine, anche se mi spaventa; di carattere sono una persona alla costante ricerca di un confronto, mi piace parlare ed ascoltare, ma molto più della solitudine mi spaventa l'incapacità di saper rendere l'incontro con altre persone un qualcosa di significativo, di importante, paradossalmente di utile.

Se è vero che non si sceglie completamente di restar soli, ma piuttosto si commettono errori che ci allontanano dagli altri, lo è altrettanto il fatto che delle volte c'è bisogno di ascoltare e capire meglio qualcuno che rappresenta un valore vitale nella propria esistenza, un'essenza che silenziosamente ma inesorabilmente è presente anche nei momenti a cui facevo riferimento prima. Una presenza con cui è indispensabile avere un dialogo chiaro e costruttivo lungo tutto il corso del nostro rapido passaggio in questa dimensione.

Noi stessi.