Creato da desioinpadania il 18/08/2011
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Il ministro Maroni incontrerà le autorità libiche

Post n°22 pubblicato il 21 Ottobre 2011 da desioinpadania

BOSSI: «ADESSO VIA I CLANDESTINI»

«Ora bisogna mandare i clandestini libici a casa». È il segretario della Lega Nord Umberto Bossi a parlare, all`uscita di Montecitorio, mentre i giornalisti lo assediano per una prima battuta sulla notizia della morte del leader libico Muammar Gheddafi.
Per la fine di un uomo non si esulta di certo, ma è indubbio che la scomparsa del rais, determinerà effetti politici di un certo rilievo, soprattutto in Italia e, più in generale in Europa, dove il colonnello indirizzava volutamente masse di clandestini cercando di generare caos e instabilità. Una strategia ben precisa che solamente grazie agli interventi e alle soluzioni individuate dal ministro dell`Interno Roberto Maroni nei mesi scorsi, ha consentito prima di tenere sotto controllo, poi di contenere e, infine, di risolvere la stragrande maggioranza delle situazioni di emergenza verificatesi a seguito dell`inizio del conflitto nel Paese nordafricano.

Il lavoro di Maroni è iniziato il 5 aprile scorso, in Tunisia, dove - incontrando le autorità locali - è riuscito a strappare un patto d`acciaio per il controllo delle coste e dei flussi di clandestini che dalla Libia, originariamente, si dirigevano verso Tunisi cercando di staccare il di sola andata verso l`Italia.

Flussi che sono stati bloccati definitivamente a settembre con lo sgombero dei centri di accoglienza dell`isola di Lampedusa che ospitavano i profughi "imbucati", ossia quei clandestini che spaccian- dosi per libici tentavano di ottenere lo status di rifugiati.

Grazie alla prontezza di intervento della Lega, però, i clandestini sono praticamente stati tutti espulsi. Prontezza che trova ulteriore conferma nel fatto che Roberto Maroni incontrerà proprio oggi a Roma il suo omologo libico Ahmed Hussein Mohamed al Darrat, ministro dell`Interno del Consiglio nazionale di transizione di Bengasi. È pacifico che l`incontro possa servire per confermare l`impegno della Libia a mantenere i patti stabiliti con il governo italiano già qualche mese fa, quando il presidente del Cnt, Mustafa Abdul Jalil, si era impegnato a rispettare gli accordi per il controllo del fenomeno dell`immigrazione clandestina dalla Libia verso l`Italia.

Accordi che, dopo la morte di Gheddafi, non possono che essere destinati a rafforzarsi nell`ottica di una collaborazione fattiva tra il Paese nordafricano e la Penisola. , Del resto, le prospettive anticipate dal presidente del Cnt, oggi la figura più papabile per traghettare la Libia verso una forma democratica di governo, sono del tutto ottimistiche.

«La Libia del dopo Gheddafi - aveva annunciato Jalil già nel marzo scorso rispetterà tutti gli accordi assunti con l`Italia dall`attuale regime dispotico di Muammar Gheddafi, compresi quello alla lotta contro l`immigrazione clandestina ed i contratti per la fornitura di greggio all`Eni». Ed ancora aveva aggiunto: «Parteciperemo agli sforzi per fermare l`im- migrazione clandestina, impedendo loro di entrare in Libia e combattendo le organizzazioni criminali che lo permettono».

Gli ottimi rapporti tra il ministro Maroni e le attuali autorità libiche, dunque, potrebbero rivelarsi strategiche per il dopo Gheddafi: la morte del rais, infatti, dovrebbe determinare la fine dell`impegno militare della Nato nel Paese nordafricano e, contestualmente, la fine delle invasioni dei clandestini verso l`Italia pianificate scientificamente nel corso del conflitto bellico dal regime del colonnello.

 
 
 
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