Ombre e luci

....inverno 95/96


Vorrei che il tempo, tanto tempo perduto, tornasse ad esserci per ritrovarmi piccola nelle braccia di mio padre.Maledetta età della ragione! Da quando l'ho raggiunta? 30 anni fa...20...15 o ieri..o adesso che tutto diventa piatto, insignificante e insipido?Ho perso la speranza di viverti o vita. Blasfema, rinnego la drammaticità dei miei giorni a scavarmi profondamente nell'anima per estrarre il torbido, riconoscerlo e tentare di ridipingerlo di bianco.Non sono un'assassina, nè una prostituta, nè una ladra  o una miserabile rivoluzionaria; mi stanno condannando perchè non ho fatto nulla. Chi mi rimane da interpellare in questo processo statico, in cui nessuna assoluzione potrà rinfrancarmi dei miei affanni, della mia compassionevole pena, della mia faticosissima battaglia?Voglio un interlocutore assiduo, un giudice e un avvocato, un confessore, un amico, un parente, un amante: voglio essere ascoltata in quest'aula di giustizia. Chi sono i miei testimoni? Faccio fatica a ricordarli! Chi era presente, quando i dolori devastanti hanno bollito il mio cervello, lasciando che il vapore offuscasse anche la mia vista ? Chi ha conosciuto le lacrime dei miei occhi stanchi e arrossati che, bollenti mi attraversavano il viso e la mia arsura le ingoiava ?Chi se non tu Dio, arrogante personaggio della mia storia! Tu, torturatore cortese che, nell'invisibilità, hai infierito sul mio corpo e la mia mente. Quale condanna ai miei peccati stai orchestrando? Devo cercarli i miei peccati, devo essere ancora più insinuante e invadente in me stessa per confrontarli e valutarli. Devo arrivare a trovarne tanti, troppi, per giustificare le tue mortificazioni, le uniche cose che, ricordo, tu mi abbia dato. Ti sei comportato come un amante perverso che, con lucida follia, infierisce sulla donna lecita e disposta...quella che più lo ama e più rimane inerte ad accondiscendere alle sue più svergognate atrocità.Voglio scriverti una lettera: le parole mi tengono sveglia se devo scriverle; se devo parlarle mi addormento. E lo farò di sera, quando il silenzio è ancora più silenzioso e metto a riposo nel letto, le mie stanchissime membra, non sentendo più quelle fitte lancinanti alla schiena che disturbano, durante il giorno, il mio dialogo con te.Ti chiamerò Oid, all'incontrario, fino a quando non saprò esattamente cosa vuoi da me. Se ti chiamassi Dio, mi parrebbe di abusare di una confidenza che non mi hai dato e poi le darò del lei; non per rispetto nè per educazione, ma perchè non so chi sia. Dovrò raccontarmi a lei perchè mi conosca e sarò sincera. Le mie domande che risposta avranno, dovrò inventarmele? La prego, si insinui in me e parli con la mia bocca: per un attimo, un solo attimo, poi ritorni in lei. Non mi faccia avere dubbi su quelle risposte, lasci inerte la mia fantasia, non la faccia lavorare troppo...Sono stanca, signor Oid, anche di fantasticare...                                                                                                             *continua