Lasciai il lavoro...Era pur vero che mi aveva dato l'opportunità di conoscere nuova gente; con gli altri operatori, quasi tutti della zona, ci si ritrovava qualche volta, dopo il turno di sera, a scambiare un pò di chiacchere in un pub lì nei paraggi. Non potevo più permettermi quella traversata di 70 km per una manciata di spiccioli a fine mese e, al termine dell' inverno, rinunciai ad andarci. Mi ritrovai nuovamente disoccupata ad elemosinare lavoro a destra e a manca.Abitavo da sola da 5 anni in una casa di proprietà dei miei genitori, usata da loro quando nei week end, desideravano allontanarsi dalla città e ritemprarsi nei luoghi natii. Arrivai in quel posto per una serie di fortuite coincidenze che mi permisero di allontanarmi dalla conduzione di un'esistenza frenetica, di cui ero stanchissima.Dai diciasette anni, in concomitanza con una dolorosa sciagura familiare, non riuscii più a dare un corso vivibile alla mia vita. Appartenevo ad un'anima inquieta che non si accontentava di lasciare che gli anni le scorressero addosso, programmando tappe e percorsi; volevo essere protagonista e non semplice spettatrice di eventi confezionati da altri. Il mio rasentava un delirio di onnipotenza, suffragato anche dalla sollecitudine di un terapeuta a cui mi ero rivolta, per sanare un forte esaurimento nervoso.
....inverno 95/96
Lasciai il lavoro...Era pur vero che mi aveva dato l'opportunità di conoscere nuova gente; con gli altri operatori, quasi tutti della zona, ci si ritrovava qualche volta, dopo il turno di sera, a scambiare un pò di chiacchere in un pub lì nei paraggi. Non potevo più permettermi quella traversata di 70 km per una manciata di spiccioli a fine mese e, al termine dell' inverno, rinunciai ad andarci. Mi ritrovai nuovamente disoccupata ad elemosinare lavoro a destra e a manca.Abitavo da sola da 5 anni in una casa di proprietà dei miei genitori, usata da loro quando nei week end, desideravano allontanarsi dalla città e ritemprarsi nei luoghi natii. Arrivai in quel posto per una serie di fortuite coincidenze che mi permisero di allontanarmi dalla conduzione di un'esistenza frenetica, di cui ero stanchissima.Dai diciasette anni, in concomitanza con una dolorosa sciagura familiare, non riuscii più a dare un corso vivibile alla mia vita. Appartenevo ad un'anima inquieta che non si accontentava di lasciare che gli anni le scorressero addosso, programmando tappe e percorsi; volevo essere protagonista e non semplice spettatrice di eventi confezionati da altri. Il mio rasentava un delirio di onnipotenza, suffragato anche dalla sollecitudine di un terapeuta a cui mi ero rivolta, per sanare un forte esaurimento nervoso.