Creato da: infernox il 24/11/2011
ln tempo di crisi, gli intelligenti cercano soluzioni, gli imbecilli cercano colpevoli.

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Draghi e il Cav

Post n°120 pubblicato il 24 Dicembre 2021 da infernox

Draghi ha parlato.   Nella sua ultima conferenza stampa fatta prima di Natale ha detto chiaramente di essere “a disposizione” delle istituzioni.  Il che vuol dire chiaramente che si candida a Presidente della Repubblica.

            Il Governo da lui presieduto ha raggiunto gli obiettivi principali che si era prefisso: il controllo della pandemia e la stesura del piano per la rinascita nazionale (il PNRR).   Ormai il sentiero e’ tracciato, ed alla maggioranza composita che sostiene il Governo non resta che proseguire sulla strada designata.

            La responsabilita’ pero’, dice Draghi, e’ delle forze politiche e del Parlamento.   Come dire: io mi tiro indietro, qualcun altro prendera’ il mio posto, se non riuscira’ a fare quello che ho impostato sara’ colpa dei partiti e non mia.   Ma anche: non ho nessuna voglia di proseguire io stesso (sottinteso).

            A questo punto posso immaginarmi solo che uno o due giorni prima della votazione il Cav si erga magnanimamente a sponsorizzare l’elezione di Draghi, mettendo a sua disposizione i voti dell’intero centro-destra.   Sara’ una cosa difficile, perche’ Salvini e Meloni non sono pupattoli facilmente controllabili, ma posso pensare che Berlusconi sappia ancora come ammansirli.

            Fatto cio’, l’elezione di Draghi sembrera’ creazione del centro-destra.   Sarebbe anche giusto che Draghi, una volta fatto Presidente, nomini il Cav senatore a vita, come penso meriti.  D'altronde Draghi deve a Berlusconi tutte le sue nomine: a Governatore della Banca d’Italia nel 2005, ed a Governatore della BCE nel 2011.

 
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La destra fa un passo falso

Post n°119 pubblicato il 07 Ottobre 2021 da infernox

             Si e’ concluso il primo turno delle comunali (e il turno unico delle regionali in Calabria).   Mentre nelle regionali c’e’ stata la vittoria netta del centro-destra con Occhiuto, per merito quasi esclusivo della performance di Forza Italia, nei comuni maggiori, come avevo pronosticato gia’ una settimana fa, si e’ verificato un cedimento, specie dove Forza Italia non ottiene granche’.

            Milano, Napoli e Bologna sono andati alla sinistra al primo turno, rispettivamente con Sala, Manfredi e Lepore.    Roma e Torino, dove prima il sindaco era 5stelle, sono andati al ballottaggio, ma con scarse speranze.   Questo fatto sicuramente si riflette negativamente sul prestigio dei due leader populisti della destra, e cioe’ Meloni ed in particolare Salvini.   Si, perche’ mentre la Meloni nonostante tutto ha aumentato i voti, per Salvini queste elezioni si sono rivelate una debacle, ancorche’ lui continui a sostenere che ha aumentato il numero dei sindaci.

            L’altra forza politica che ha riscontrato una netta caduta di voti e’ il MoVimento 5stelle, che e’ praticamente sparito dal nord, e che solo a Napoli, feudo di Di Maio, dove vince un PD (Manfredi) a loro alleato, hanno preso piu’ o meno i voti della volta precedente, che non erano molti (intorno a 10%).  Niente da paragonare ai voti ottenuti alle politiche del 2018, che superavano addirittura il 50%.   Dalle stelle alle stalle, letteralmente.

            Qui a Trofarello la destra si era divisa purtroppo in due liste, una capeggiata da un giovane ex-assessore della giunta Visca, tale Stefano Napoletano, di cui avevo sentito la presentazione su internet qualche giorno fa.  Un tipo che sa parlare, molto lucido.     L’altra lista era capitanata dall’ex-sindaco Tomeo, molto sperimentato, all’interno della quale c’era anche la nostra vicina, Marilena Fabaro.    Noi abbiamo votato per lei, ma al contrario, per una decina di voti, l’ha spuntata Napoletano.   Tomeo non e’ arrivato secondo, ma terzo.   Dietro Napoletano c’e’ una certa Sandrone, espressione della sinistra trofarellese.  Per fortuna la divisione delle liste non ha favorito la sinistra, ma e’ andata bene solo per un pugno di voti.

            In generale c’e’ stata una certa disaffezione al voto, espressa da una bassa percentuale di votanti, sotto al 50%.      La situazione nazionale, che vede al comando Draghi, uomo super partes su cui i partiti hanno ben poca influenza, non invoglia la competizione politica.   La destra ha sbagliato i candidati.  A Roma e Milano ci volevano Meloni e Salvini.  Napoli e Bologna erano perse in partenza, niente da fare.  Fra l’altro in queste due citta’ c’era l’alleanza PD-5stelle, e quest’ultimi ora cantano pure vittoria, anche se il loro voto e’ ridotto al lumicino.

 
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Disastro a Kabul

Post n°118 pubblicato il 26 Agosto 2021 da infernox

Ho letto sul Corriere un articolo incredibile sulle somme spese per la guerra e l’occupazione ventennale dell’Afghanistan.   In un paese con un PIL annuale di circa 20 miliardi di dollari, di cui una buona fetta riguarda il commercio degli stupefacenti collegati alla coltivazione dell’oppio, abbiamo dilapidato oltre 2200 miliardi !!

            Non voglio negare che una parte consistente di questa somma sia ritornata poi in Occidente sotto forma di commesse militari e quant’altro, ma dall’articolo si desume l’impatto che l’enorme afflusso di denaro ha avuto sull’economia del paese.  Nel periodo dal 2003 al 2012 l’economia afghana e’ progredita di oltre il 9% annuo (ritmi cinesi, direi).

            La domanda e’: a cosa sono serviti questi soldi?   Ovvio che c’era in primis la questione del terrorismo, ma penso che subito dopo i primi mesi di occupazione questo problema si sia un po’ dissipato.  Bin Laden era sparito (si e’ poi scoperto che era in Pakistan).   I Talebani si erano ritirati in alcuni loro santuari dove era difficilissimo stanarli.  La popolazione continuava la vita di sempre, sicuramente con qualche benefit in piu’ rispetto a prima, in quanto lo sviluppo economico ha indotto modifiche indubbie sullo stile di vita, soprattutto della popolazione femminile.

            Pero’ tutto cio’ non e’ bastato ad impedire che una volta che l’Occidente ha annunciato il proprio disimpegno, la societa’ civile della parte occupata non sia riuscita ad opporsi in modo energico e coordinato contro la potenza militare talebana.    Questo e’ l’aspetto della questione che piu’ mi giunge incomprensibile.

            Adesso e’ probabile che gli aiuti occidentali saranno sostituiti da quelli cinesi, che sembra abbiano gia’ stanziato al riguardo decine di miliardi di dollari.  Vedremo nel futuro se questi aiuti saranno piu’ proficui per il popolo afghano di quelli occidentali.

 
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Riuscira Draghi a salvarci una seconda volta?

Post n°117 pubblicato il 23 Giugno 2021 da infernox

Sono ormai 4 mesi che abbiamo Draghi a capo del Governo, e si puo’ tranquillamente dire: per fortuna!    Anche se all’inizio conservavo un certo scetticismo, soprattutto per la conferma del Ministro della Salute, il pessimo Speranza, debbo riconoscere che via via che passavano i giorni il mio timore che non ci fosse il cambio di passo auspicato e’ andato scemando.

            Oggi il Premier si e’ presentato in Parlamento ed ha annunciato la piena approvazione da parte UE del famoso cosiddetto PNRR (Piano Nazionale Resilienza e Ripresa), che dovra’ sfruttare le risorse ingenti messe a disposizione da tutta l’Europa all’Italia per la sua rinascita economica.   Il nostro paese e’ stato negli ultimi 14 anni un fanalino di coda dell’Unione, avendo registrato un calo di PIL anziche’ un aumento, a partire dall’inizio della terribile crisi finanziaria che aveva messo in ginocchio un po’ tutti.   Gli altri si sono ripresi, noi no.

            Nel 2011 c’era stata la famosa crisi dei debiti sovrani, che aveva colpito particolarmente l’Italia.   Forse dietro c’era la nostra non perfetta collaborazione/allineamento con i diktat provenienti dalla Commissione, soprattutto anche per il fatto che non ci sembrava giusto contribuire al salvataggio della Grecia anche se a beneficiarne sarebbero state principalmente le banche francesi e tedesche.

            E poi la nostra politica nei confronti della Libia aveva cozzato con le ambizioni anglo-francesi, che erano prontamente saltate sul cavallo di troia delle rivoluzioni arabe per approfittare di inserirsi nello sfruttamento delle risorse petrolifere libiche.

            Insomma, l’Italia aveva sofferto di una sovranita’ limitata, aveva dovuto affidarsi ad un podesta’ voluto dai poteri forti (Monti), ed aveva perso la spinta propulsiva sull’onda dell’austerity.  Il nostro PIL era finito alle ortiche, gli investimenti azzerati, il patrimonio immobiliare decurtato da una crisi senza precedenti, le tasse aumentate a dismisura.  Un disastro.  E per giunta la sinistra aveva approfittato dell’occasione per mettere le mani sul potere pur non avendone titolo.

            Dopo di cio’, la rabbia degli italiani si era sfogata mettendo il paese nelle mani dei 5stelle, e quindi cadendo dalla padella nella brace.  

            Adesso c’e’ Draghi.   Lui non e’ un esecutore testamentario, come Monti.   E’ un manager molto abile, che ci ha salvato all’epoca dello spread, che ispira autorevolezza in tutto il mondo, specialmente in Europa.   Quanto resistera’ in sella?   Difficile dirlo.  Finche’ c’e’ lui, le cose andranno discretamente, come abbiamo avuto gia’ modo di constatare.   Ma fra due o tre mesi ci sono le elezioni amministrative, e le forze politiche che sostengono Draghi sono fortemente antitetiche fra di loro.

            A me sembra che lui stia diventando piu’ una bandiera di destra che delle sinistre.  I 5stelle saranno sempre piu’ in difficolta’ a sostenerlo, specie se perderanno le elezioni, come mi auguro.  C’e’ il rischio concreto che le riforme annunciate, ma solo sulla carta, che ci hanno fatto avere una ottima pagella in Europa, si arenino in qualche secca, specie quella della giustizia (su cui la Lega ha gia’ impostato una campagna molto combattiva, promuovendo 6 referendum).

            Il futuro e’ incerto, se ne riparlera’ dopo l’estate.

 
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Un Drago brunetto, ma anche grillino

Post n°116 pubblicato il 13 Febbraio 2021 da infernox

       Diciamocelo chiaro.   La riuscita del tentativo di Draghi e’ indice della riuscita del tentativo di Renzi di eliminare Conte, ed anche della crisi dei maggiori partiti, che sono stati costretti, per la quasi totalita’, a sconfessare se stessi per riunirsi tutti assieme nella maggioranza nuova che sostiene l’ex presidente della BCE.   A pensar bene gli unici partiti che non sono stati granche’ toccati dalla rivoluzione Draghi sono appunto Italia Viva di Renzi e Forza Italia di Berlusconi, che avevano fin da prima spinto per un cosiddetto “Governo del Presidente” o “Governo dei Migliori”.

            Adesso forse Conte potra’ costituire un trait d’union tra PD e 5stelle, che pero’ si sono fortemente spaccati nella votazione su Rousseau che doveva dare o negare l’assenso all’appoggio da dare a Draghi.    Da definire anche il futuro ruolo di Conte tra i 5stelle, mentre nel frattempo Di Battista lascia il MoVimento per appartarsi in un angolo in attesa dei futuri sviluppi.

            I 5stelle diventano quindi molto piu’ verdi e molto meno movimentisti e anti-europeisti, svolta per altro gia’ definita nel 2019 con il voto sulla Ursula von der Leyen.   Nel contempo la Lega diventa piu’ europeista e meno sovranista, e si adegua alla pioggia di euro che stanno per arrivare da Bruxelles.

            I partiti maggiori sono insieme nella maggioranza, che vede fuori di essa solo il partito della Meloni, che continua nella sua linea di coerenza patriottica anti-sinistra immigrazionista.

            Non vedo grosse difficolta’ nell’immediato, il percorso del nuovo Governo sara’ abbastanza facile nei primi mesi.  Dovra’ solo occuparsi di organizzare in modo piu’ efficiente il piano delle vaccinazioni e di stilare alla meglio il Recovery Plan da rassegnare all’Europa entro il 15 aprile.   Dopo di che comincera’ la campagna elettorale per le amministrative di giugno e in quel frangente inizieranno i primi mal di pancia.

            Infatti i partiti che sono allegramente insieme al Governo nazionale si scontreranno in periferia.   Mentre e’ sicura l’alleanza di centro-destra, sarei piu’ possibilista sulla coalizione PD-5stelle.    Se si verificasse, allora anche la sinistra diventerebbe competitiva e potrebbe rinnovare le sue sindacature.  Si votera’ in 1289 comuni, fra cui 20 capoluoghi di provincia.  I nodi nevralgici sono Torino e Roma, dove ci sono i 5stelle, nonche’ Milano e Napoli, in mano alla sinistra.  

Riusciranno a mettersi d’accordo?

Ecco i nomi dei componenti del nuovo esecutivo.
Luciana Lamorgese - Interni;
Marta Cartabia - Giustizia;
Daniele Franco - Economia;
Luigi Di Maio - Esteri;
Giancarlo Giorgetti - Sviluppo economico;
Stefano Patuanelli - Agricoltura;
Roberto Cingolani - Transizione ecologica;
Federico D'Incà - Rapporti con il Parlamento;
Vittorio Colao - Innovazione tecnologica;
Roberto Speranza - Salute;
Andrea Orlando - Lavoro;
Patrizio Bianchi - Istruzione;
Enrico Giovannini - Infrastrutture;
Dario Franceschini - Cultura;
Renato Brunetta - Pubblica amministrazione;
Maria Stella Gelmini - Affari regionali;
Mara Carfagna - Sud;
Elena Bonetti - Pari opportunità;
Erika Stefani - Disabilità;
Fabiana Dadone - Politiche giovanili;
Massimo Garavaglia - Turismo:
Lorenzo Guerini - Difesa;
Cristina Messa - Università.

 
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