Diario di una grassa

GIUDIZI, CONDANNE ET SIMILIA


Mi dicono dalla regia che dovrei smetterla di sputare sentenze ed emettere condanne e giudizi.Mea Culpa.  Avete ragione, questo è un mio limite e sarebbe bene che io riuscissi a superarlo. Aiuterebbe me, non altri.A mia discolpa posso dire che la mia libertà finisce dove inizia quella di un altro. Il discorso è ovviamente speculare quando è la libertà dell’altro ad espandersi fino a limitare la mia.Nella fattispecie delle bugie, la mia libertà viene limitata in due modi:a)   mi si impedisce di scegliere sulla base di fattori certi ed inequivocabili;b)   mi si ferisce in modo profondo, provocandomi un dolore che mina temporaneamente la mia serenità e capacità di svolgere la mia vita normalmente.Detto questo, ognuno è libero di fare ciò che vuole. E anche di farsi fare ciò che vuole. Fintanto che un certo comportamento viene propinato e chi lo “subisce” non dice niente, beh, fate un po’ come vi pare. Ma quando alcuni personaggini pensano di farla franca e cambiare a loro vantaggio la morale comune, raccontandosi e raccontando che alcune cose non fanno male a nessuno, io divento una belva.E, soprattutto, non venite a raccontare A ME, che non ho il diritto di giudicare o di emettere condanne e sentenze, perché se le porcate le fate A ME, io divento giudice e boia.Che poi io debba fare i conti con il senso di colpa per questa cosa, beh, non limita proprio la libertà di nessuno.