Diario di una grassa

BLATERAMENTI

Scrivo. Scrivo tanto. E tu lo sai che quando scrivo tanto non è un buon segno.

Il fatto è che ci sono delle cose che non capisco. Inutile chiederle a te, che tanto non riesci a mettere insieme due neuroni in questo momento. E però continuano ad esserci ed io vorrei tanto capirle.

Intanto quello che mi manda veramente al manicomio è che tu pensi di non dover pagare un prezzo per le porcate che hai fatto in tanto tempo. Le porcate si fanno, siamo esseri umani, mi va bene tutto. Ma perchè poi pensare di non doverle pagare e non dover dimostrare niente per farmi cambiare idea? Tu sbagli, tu paghi, tu cambi le cose. Non posso essere io a dover cambiare le mie idee credendo per fede. Non posso e non voglio.

Poi mi piacerebbe sapere se ti ricordi chi sono. O, in alternativa, con chi sei stato per quattro anni. Perchè veramente rimango senza parole quando mi dici certe cose.

Io sono la persona più libera che tu abbia mai conosciuto (sbaglio o ti sei innamorato di me per questo?). Figurati se posso diventare una palla al piede o una catena.
Poi sono una che perdonerebbe anche Totò Riina. Quindi non capisco perchè tu non ti possa prendere la briga di dimostrarmi che sei cambiato e che quindi posso perdonare anche te.
Inoltre, so essere di una leggerezza e serenità da far impallidere un angelo. Ho solo bisogno di sapere che cos'è che stiamo facendo. Perchè mai all'improviso sono diventata la peste bubbonica da rifuggire, il masso sullo stomaco da sputare lontano chilometri e chilometri?

No, davvero... a che punto di tutta questa storia sono cambiata in modo così radicale? Quando sono diventata ai tuoi occhi l'esatto contrario di quello che sono per mia natura?

Io mi faccio tutte queste domande e poi vorrei anche posizionarmi e dichiarare cosa desidero e cosa ci sto a fare ancora attaccata a te. Ma se salti su come un picchio ogni volta che dico una cosa e se non si può fare una conversazione onesta guardandosi negli occhi, dimmi tu che senso ha.