Un blog creato da francostanco_1961 il 25/12/2011

Il 25 Dicembre

di E. Romeo (Forse Rallentato Arreso No Coriaceo Oltremodo Sempre Testardo Ancor Non Cedo Oblio)

 
 
 
 
 
 

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« I quattro/quarti della politica.I quattro punti di Berlu... »

Direzione Nazionale del PD: gli otto punti di Bersani per uscire dalla crisi.

Nella sua relazione introduttiva, Il segretario del Pd elenca il programma "per il cambiamento". Pier Luigi Bersani ha presentato gli otto punti per uscire dalla crisi: fuori dalla gabbia dell'austerità correggendo le politiche europee di stabilità, pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione ai creditori, riforme della politica, giustizia e conflitto d'interessi. Un menù accattivante (preelettorale), carico di richieste che, nel tempo, il popolo italiano ha chiesto a gran voce. Una sorta di campagna elettorale per la formazione del nuovo governo, otto punti di discussione da cui partire per porre rimedio al dissesto del voto.

Una direzione di partito che per alcuni aspetti recitava un mea culpa, una passerella della vecchia nomenclatura e qualche nome nuovo, un rituale d'altri tempi dai contenuti scontati, un partito in coma farmacologico. Se al centro non ci fosse stato il tema più importante del momento, il futuro politico del paese e la governabilità, il clima ricordava le assemblee sindacali del passato, dove dopo lo sfogo dei delegati si passava al voto e all'approvazione incondizionata del documento già preconfezionato dalla dirigenza. Insomma, questa volta il PD ha capito la lezione, l'Italia ha anche bisogno di "sinistra" e per non essere bocciato deve scrivere pagine indicative e corrette. Gli apparati di partito non servono per dettare linee al governo, il nuovo modello della politica deve tenere presente soprattutto la voglia e la richiesta del cambiamento che passa sempre attraverso le urne. In questo momento il solo desiderio italiano è quello di uscire dalla crisi soprattutto attraverso il cambiamento e le riforme, quelle riforme promesse ad ogni campagna elettorale e mai fatte.

In un anno e mezzo di governo Monti si poteva "ammazzare il porcellum" e farne un altro, si poteva riformare il fisco e non è stato fatto, si potevano rivedere i rimborsi e si potevano dimezzare i parlamentari, però non è stato fatto. Ieri, per bocca di un noto giornalista, si è sentito dire che il "nuovo parlamento" sarà popolato da "gente in casacca", quasi a voler dire che la dignità veste solo in giacca e cravatta!

 
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