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Messaggi del 03/06/2010

 

Libri ...

Post n°437 pubblicato il 03 Giugno 2010 da diegobaratono

Assolutamente da leggere (sarebbe meglio "da mandare a memoria"): "Una banda di idioti", di John Kennedy Toole

 
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Pensiero scientifico (III) ...

Post n°436 pubblicato il 03 Giugno 2010 da diegobaratono

Grazie ad esso,

egli fu il primo a calcolare con esattezza la durata dell'anno solare, stimato in 365 giorni e un quarto, nonché a stimare l'equinozio di primavera nel quindicesimo grado dell'Ariete.

L'Homocentrica di Eudosso fu determinante

per i successivi sviluppi dell'astronomia.

Persino Aristotele nella sua Metafisica, testo

alla base di tutto il sapere scientifico fino all'età moderna, attinse da essa a piene mani.

In epoca alessandrina lo studio della geometria ricevette un impulso fondamentale dai 13 libri

degli Elementi di Euclide, una raccolta senza precedenti di teoremi, dimostrazioni, assiomi e formule riguardanti la planimetria elementare,

le proprietà dei segmenti e dei poligoni,

l'aritmetica e l'algebra. L'opera conobbe da

subito un grande successo. Per la sua chiarezza

e la straordinaria precisione argomentativa,

il testo euclideo fu in assoluto uno dei più letti

nella storia, secondo alcuni secondo solo alla

Bibbia. Tutt'oggi la maggior parte dei manuali

di geometria piana e solida utilizzati dagli

studenti delle scuole secondarie verte proprio

sui principi enunciati dal matematico greco

oltre duemila anni fa.

Quando si parla di intellettuali in senso ampio,

un posto di primo piano compete di diritto

ad Eratostene di Cirene. Matematico,

astronomo, geografo e persino poeta.

Figura dotata di grande versatilità e di un

livello di erudizione ben al di sopra della

norma, come testimonia l'incarico di

responsabile della Biblioteca di Alessandria

per oltre quarant'anni, introdusse il termine "geografia" inteso come descrizione della Terra,

fissò la posizione dei meridiani e dei paralleli e realizzò una dettagliata mappa del mondo

conosciuto fino al III secolo a.C., comprendente

le isole britanniche, Ceylon e l'Etiopia.

Di tutte le scoperte, però, il suo nome è

legato a una delle più sensazionali dell'intera

storia antica: la misurazione del raggio

terrestre, fissato in 39.400 chilometri,

poco meno dei 39.690 reali. Un risultato semplicemente sbalorditivo, soprattutto

se si considera che fu ottenuto solo grazie

al ricorso ai principi geometrici delle rette

parallele e degli angoli corrispondenti.

Pressappoco contemporaneo di Eratostene, Archimede di Siracusa è ritenuto in maniera unanime lo scienziato più rappresentativo di

tutto il periodo classico. Oltre al celeberrimo principio sul galleggiamento dei corpi che reca

il suo nome, nel campo della fisica si distinse

per la teorizzazione delle leggi sulla leva,

applicate in particolare nella realizzazione

di armi belliche da getto, per la definizione

del concetto di peso specifico e per

l'invenzione di numerosi strumenti

di carattere meccanico, quali la vite

a ciclo infinito, l'aerometro e

l'orologio ad acqua. Addirittura

superiore il suo contributo

nell'ambito della matematica e

della geometria applicata: dalla

scoperta del pi-greco, approssimato

a meno di due millesimi, alla misura della circonferenza e dell'area del cerchio;

dalle proprietà della sfera e del cilindro, alla quadratura della parabola espressa in funzione di una serie geometrica di ragione 1/4;

dalla studio sulle spirali a quello sui

centri di gravità dei piani.

Pitagora, Eudosso, Euclide, Eratostene

e Archimede. Cinque figure fuori dal

comune, cinque illustri rappresentanti

del mondo ellenico. Emblemi di una cultura straordinariamente ricca, a dir poco

fondamentale per tutta la successiva

evoluzione del pensiero scientifico moderno.



Davide Capogrossi

Da: "prometeomagazine.it"

 

 
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Pensiero scientifico (II) ...

Post n°434 pubblicato il 03 Giugno 2010 da diegobaratono

Eppure essa non venne

mai citata nei manuali,

di conseguenza ebbe scarso

riscontro nella cultura popolare.

La raccolta dei materiali

da parte dei divulgatori ebbe inizio

con i pitagorici. Nativo di Samo,

attorno al 575 a.C.,

Pitagora sostenne l'assoluta

preminenza degli studi matematici.

A suo dire, infatti, la matematica

incarnava l'essenza

intrinseca della natura.

Tale convincimento fu maturato

dall'individuazione dei rapporti

numerici nella musica, in virtù

della misurazione della lunghezza

delle vibrazioni negli strumenti a corda:

rapporto di 2:1 per l'ottava, di 3:2 per

la quinta, di 4:3 per la quarta.

Il ritmo musicale si traduceva

in perfette proporzioni matematiche,

e queste ultime, a loro volta,

permeavano l'armonia dell'intero universo.

Alle sette note musicali

corrispondevano i sette pianeti

conosciuti e le sette sfere celesti,

ciascuna ordinata proprio

secondo i valori dei suddetti accordi.

Al di là dell'originale visione del cosmo,

messa in crisi dalla scoperta dei numeri

irrazionali, il contributo dei pitagorici

 fu notevole. Basti pensare al ben noto

teorema di Pitagora, nonché ai metodi

di risoluzione delle equazioni algebriche

e di costruzione dei solidi regolari.

A partire dal IV secolo a.C.

l'Accademia platonica divenne

il principale riferimento per i

filosofi e gli studiosi del periodo classico.

Pur non essendo mai stato un grande

ricercatore nell'ambito delle scienze

applicate, invero Platone riconobbe sempre l'importanza della matematica.

Si narra addirittura che sulla porta d'entrata della scuola fosse riportata la scritta

"Non entri chi ignora la geometria".

Uno dei massimi rappresentanti

del mondo accademico fu l'astronomo

Eudosso di Cnido.

La sua fama derivò dal

concepimento di un complesso

sistema di sfere omocentriche per

spiegare le posizioni e i

movimenti dei pianeti.

Secondo tale modello, l'universo

era costituito

da 27 sfere, una per ogni stella

fissa più tre a

testa per il Sole e la Luna, tutte

aventi come

centro di rotazione la Terra.

 
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Pensiero scientifico (I) ...

Post n°432 pubblicato il 03 Giugno 2010 da diegobaratono

Il pensiero scientifico

nell'antica

Grecia
Fu alla base di tutte

le successive scoperte in

epoca moderna

 

Nell'antica

Grecia

 le scienze

applicate

si svilupparono seguendo

due precise linee direttrici:

la ricerca vera e

propria e

la divulgazione dei

teoremi e

delle scoperte tramite

i manuali di

alcuni scrittori.

Già nel periodo classico

esistevano

figure di

grande spicco nei campi

dell'astronomia,

della geografia,

della medicina e

della matematica.

Costoro erano soliti

redigere per

lo più trattati dal

contenuto

eminentemente tecnico,

destinati

perciò solo ad un

pubblico

competente e molto circoscritto.

A diffondere

le notizie

provvedevano invece

i divulgatori,

autori di opere di

larga diffusione,

volte a riprendere

 le dissertazioni

teoretiche degli scienziati,

semplificandole e

spiegandole nei

dettagli.

Un esempio su tutti,

il poema sulle

costellazioni di Arato,

basato in buona parte

sulle scoperte

astronomiche di Eudosso.

Un tale sistema,

se da un lato ha

consentito

un notevole sviluppo

del pensiero

scientifico,

dall'altro ha portato ad

altrettanto

considerevoli

distorsioni interpretative.

Sovente i divulgatori

raccoglievano

materiale

da innumerevoli fonti,

senza badare

troppo al grado

di autenticità e

affidabilità,

dacché essi stessi

erano

quasi sempre

letterati o poeti,

con conoscenze

molto limitate

degli argomenti

scientifici.

La teoria eliocentrica

di Aristarco da Samo,

solo

per citare uno dei

casi

più emblematici,

probabilmente fu

la prima

a prevedere in modo

compiuto

la rotazione della

Terra attorno al Sole.

 
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