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Messaggi del 01/02/2011

 

La morte e la vita ...

Post n°679 pubblicato il 01 Febbraio 2011 da diegobaratono

Da:"Antikitera.net"
31 Gennaio 2011 ARCHEOLOGIA
Soprintendenza Ravenna
"Vivere" la morte tra paganesimo e cristianesimo

"L'ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte"

I Cor. 15, 26

Il seminario I doni della morte. "Vivere" la morte tra paganesimo e cristianesimo è articolato in quattro incontri che si svolgeranno, con cadenza settimanale, nei martedì del mese di febbraio dalle ore 15.00 presso il Museo Nazionale di Ravenna.

Il corso, a cura di Cetty Muscolino, prenderà in considerazione l'importanza del transito dalla vita alla morte nelle società antiche, produttrici di riti e pratiche di enorme preziosità da un punto di vista culturale.

Il seminario, proposto dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Ravenna nell'ambito dei corsi di aggiornamento di Tessellae, è riconosciuto come attività di aggiornamento dall'Ufficio Scolastico Provinciale di Ravenna.

Ogni appuntamento è comunque aperto al pubblico, previo acquisto del biglietto d'ingresso del Museo Nazionale di Ravenna.

martedì 1 febbraio 2011

Morto e sepolto. Antiche sepolture nel territorio ravennate

Federica Cavani

martedì 8 febbraio 2011

Parce sepulto. Riti, formule e scaramanzie

Elisa Emaldi

martedì 15 febbraio 2011

"Le anime morte"... al Museo. I corredi funerari e le stele del Museo Nazionale di Ravenna

Paola Palmiotto

martedì 22 febbraio 2011

Dal Giudizio finale alla danza macabra. Riflessioni per una buona vita

Cetty Muscolino

Informazioni

Museo Nazionale di Ravenna

tel. 0544 543711

sbap-ra.museonazionale@beniculturali.it

Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici

per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini

Museo Nazionale di Ravenna

Via S. Vitale, 17

48121 Ravenna

tel. +39 0544 543711

fax +39 0544 543732

sbap-ra@beniculturali.it

sbap-ra.museonazionale@beniculturali.it

www.soprintendenzaravenna.beniculturali.it

 

 

 
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Post n°678 pubblicato il 01 Febbraio 2011 da diegobaratono

Da:"Antikitera.net"
1 Febbraio 2011 ARCHEOLOGIA
Michelangelo Zecchini http://www.informazione.it
"ETRUSCHI, IL FASCINO DI UNA CIVILTÀ": UNA MOSTRA DA NON PERDERE AL PALAZZO DI VETRO DI PORCARI ( LUCCA)

Dopo le accese polemiche che hanno investito di recente la gestione dell'archeologia lucchese, un raggio di sole era necessario: sta riscuotendo un notevole successo la mostra "Etruschi, il fascino di una civiltà" organizzata a Porcari (Lucca) dalla Fondazione Giuseppe Lazzareschi sotto la supervisione scientifica del Museo Nazionale Archeologico di Firenze e con la collaborazione delle Associazioni Arké di Grosseto e Pentagono di Bologna.

Una premessa è d'obbligo. Il visitatore che voglia ammirare le oreficerie della tomba Regolini-Galassi o il cratere a calice di Eufronio vada a cercarseli altrove in quanto l'intento dell'esposizione allestita all'interno del Palazzo di Vetro non era quello di esporre pezzi di richiamo assoluto. Ma se un appassionato o un semplice curioso - ragazzo o adulto che sia - vuole farsi più di un'idea sulla complessa vicenda di un popolo conosciuto e misterioso al tempo stesso, sui momenti salienti della vita e della morte, sulle fasi cronologiche, sulla diffusione spaziale della sua cultura, allora una visita alla mostra, che rimarrà aperta fino al 27 marzo (tel. 0583298163), è più che opportuna.

Appena entri nel Palazzo di Vetro, al piano terreno, dov' è il cuore della mostra, ti accorgi ictu oculi che la finalità preminente è quella didattica, sia pure su una base scientifica di tutto rispetto. Oltrepassata la ricostruita e simbolica porta ad arco, il visitatore viene introdotto nella civiltà degli Etruschi per mezzo di una bella urna cineraria in alabastro dipinto (IV sec. a. C.) da Città della Pieve e, dietro, da un pannello che indica la distribuzione geografica dei centri etruschi e la successione dei loro 'momenti' culturali, dal 900 al 396 a. C., anno della presa di Veio da parte di Roma. Poi, iniziando il tour in senso antiorario, si presentano vetrine 'tematiche' in cui sono esposti manufatti corredati da didascalie concise e precise. L'ospite viene progressivamente guidato nel mondo della guerra (cuspidi di lancia, elmi, coltello, ascia fra IX e IV sec. a. C.); nell'ambiente del banchetto e del simposio ( vasellame in bucchero e a vernice nera, ceramica etrusco-corinzia, cratere etrusco a figure nere del V sec. a. C., modellino di abitazione signorile del VI sec. a.C.); nella sfera del sacro (stimolante la ricostruzione del tempio dell'acropoli di Volterra e, di fronte, i segni della devozione fra i quali figure di Ercole e di Offerente in bronzo); nell'universo femminile (toilette con vari tipi di balsamari, anforischi, lekythoi e, soprattutto, belle oreficerie del VII-VI sec. a. C. da Vetulonia, Chiusi, Volterra); nel commercio marittimo (frammento di anfora etrusca, kantharoi in bucchero, modellino di nave da guerra).

Scendendo nel seminterrato, è suggestiva e indovinata la ricostruzione della tomba Inghirami, scoperta presso Volterra nel 1861, sulla cui banchina si susseguono dieci urne funerarie in alabastro riferibili al II secolo a. C.. Al primo piano, invece, ci sono oggetti ritrovati nel territorio: il pezzo più vistoso è senza dubbio il cratere attico a campana proveniente da Isola di Bientina e databile ai primi decenni del IV secolo a. C.. Si tratta di un insieme di manufatti numericamente esiguo ma tale, comunque, da far capire che sbagliava di grosso chi affermava che la piana lucchese fu etnicamente ligure.

 

 
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