Un team internazionale di esperti
che da mesi lavora nella piramide
di Cheope è convinto di essere
vicino alla scoperta di una camera
segreta, il sogno di ogni archeologo
che dai tempi dell’intrepido
Giovanni Battista Caviglia sia
entrato nella grande
piramide di Giza. Nessuno ne parla
ancora ufficialmente, e le cavità
finora trovate sono state descritte
solo come piccole anomalie,
ma i dati raccolti dal team
dello Scan Pyramids Project
avrebbero rivelato qualcosa di
più interessante di un semplice
vuoto tra una pietra e l’altra.
Da quando il califfo Al Mamoun
penetrò nell’820 d.C. nella piramide
scavando una galleria, la ricerca di
una camera segreta ha ossessionato
molti ricercatori. Al Mamoun non
trovò all’interno i tesori che cercava,
né iscrizioni che permettessero di
svelarne il segreto: il tesoro del
faraone doveva però esistere ed essere
nascosto da qualche parte.
Prima di essere fermati da leggi
che finalmente hanno tutelato
le antichità anche in Egitto,
molti avventurieri hanno scavato
la piramide alla ricerca della camera
segreta. Ce ne sono ancora i segni
nella parete sud, nella misteriosa
nicchia a gradoni della cosiddetta
«camera della Regina», scavata
per alcuni metri, e nel passaggio
che l’archeologo britannico
Richard Vyse aprì con la dinamite
alla fine della Grande galleria.
Il team dello Scan Pyramids Project,
di cui fanno parte l’ex ministro
per le antichità egiziano Zahi Hawass
e l’archeologo Mark Lehner,
sta usando metodi meno invasivi
per trovare cavità nascoste.
La termografia all’infrarosso,
i raggi laser e l’osservazione
dei muoni, particelle subatomiche
generate dal contatto fra i raggi
cosmici e gli atomi dell’atmosfera,
permettono di scannerizzare la
costruzione evidenziando vuoti
al suo interno. «Non possiamo
ancora pensare ad una camera
segreta – ha detto Hawass -,
per ora ci limitiamo a dire che
sono state trovate delle anomalie,
piccoli vuoti tra una pietra e l’altra».
Mehdi Tayoubi, presidente
dell’istituto dell’Università del
Cairo che guida la ricerca è più
ottimista: «Sappiamo che c’è
una camera segreta, ma non
ancora dove si trova».
Nell’ottobre dello scorso anno,
i ricercatori avevano già annunciato
la scoperta di una cavità a 105 metri
di altezza nell’angolo Nord-Est
della piramide e altre anomalie
vicino all’ingresso originario e
nella parete Nord: negli ultimi
mesi sono però stati fatti progressi
che avrebbero portato a conferme
importanti e forse a nuove scoperte.
Non è detto che se la camera segreta
sarà trovata contenga i tesori che
Al Mamoun cercava. La piramide
di Cheope ancora affascina gli
studiosi per i suoi misteri mai risolti:
l’assenza di qualunque scritta
sulle pareti, l’alto livello di
tecnologia e conoscenza necessario
a costruirla più di 4500 anni fa,
la mancanza di prove certe che sia
mai stata la tomba di qualcuno e
che sia stata costruita per questo.
Secondo ricercatori che l’archeologia accademica rifiuta di riconoscere,
la Grande piramide è l’indistruttibile testimonianza di conoscenze
antiche nascoste nelle sue pietre,
un’ipotesi che renderebbe ancora più affascinante la ricerca di una
camera segreta. Lo stesso faraone
Cheope, come riporta il papiro
Westcar conservato a Berlino,
parlando con il mago Djedi si
interessa di stanze segrete che
custodirebbero la sapienza del
dio Toth. E Djedi risponde:
«C’è una cassa di selce, là in
una stanza chiamata inventario.
Ecco, esso è nella cassa».
E’ improbabile che il mago
si riferisse a una stanza della
piramide che secondo la maggior
parte degli studiosi lo stesso
Cheope aveva fatto innalzare,
ma altri ricercatori sostengono
che la costruzione sia molto
più antica. Alcuni archeologi
hanno ipotizzato che una stanza
segreta possa trovarsi sotto
al sarcofago di granito della
«camera del re», ma nessuno
lo sposterà senza averne
prima le prove.
Lo Scan Pyramids Project è
stato applicato anche ad altre
piramidi con risultati interessati
e si attende che venga scannerizzata
anche la piramide di Chefren,
quasi gemella di Cheope salvo
per l’assenza di corridoi e stanze
interne: anche in quel caso, troppe
pietre per la lastra tombale di un
solo uomo.