Il nostro corpo: che meraviglia! solo per il fatto di occupare uno spazio denuncia il nostro esserci nel mondo, e attraverso un piccolo particolare ci permette di essere riconosciuti come prototipi. L'unica parte che non possiamo vedere del nostro corpo, ma che è immediatamente visibile agli altri, è anche quella che solitamente non copriamo: il nostro viso,la parte di noi stessi che più di ogni altra lascia trasparire ciò che proviamo interiormente. Vergogna, imbarazzo, felicità, noia, tristezza, eccole lì, le nostre emozioni, tutte dipinte a chiare pennellate sul nostro volto. È un corpo che parla: concreto, misurabile, fotografabile, sostanzialmente sincero! Le parole possono anche mentire, ma non il corpo: è più semplice mentire al telefono, o via sms, che mentire guardando l'altro negli occhi. I gesti, gli sguardi, avvicinarsi o allontanarsi, toccarsi, sono tutti atteggiamenti che esprimono sentimenti ed emozioni, ed emozionarsi, anche se può manifestare la nostra vulnerabilità, afferma il nostro "esserci" non solo nello spazio, ma nella relazione con il mondo e con gli altri. Il corpo, che ci piaccia o no, è quindi un formidabile striumento di relazione. Se pensiamo alla dimensione sessuale che assume il linguaggio del corpo, l'argomento si fa più intrigante. Capita allora che questo corpo non ci piaccia per niente, forse perchè ciò che esprime potrebbe non essere sufficientemente apprezzato. Ecco allora mille tentativi per sottometterlo alla nostra volontà e renderlo un'autentica opera d'arte, la nostra opera d'arte: taglio di capelli, trucchi, tatuaggi e piercing, diete, sport...tutto per decorare, abbellire, modellare il nostro corpo. Solo che in questo percorso rischiamo di investire troppo sull'esteriorità, perdendo di vista ciò che davvero potremmo esprimere, perennemente alla ricerca della forma perfetta, che non esiste, o dell'ammirazione degli altri, che non sarà mai abbastanza. semplicemente non ci resta più tempo per coltivare un'interiorità. Già, perchè il nostro corpo è inscindibile dalla nostra anima. Le sensazioni che sperimentiamo attraverso il corpo creano la base per elaborare pensieri e ragionamenti, prendere decisioni: plasmano la nostra anima. Attraverso i nostri gesti, allora, quale relazione vogliamo esprimere? quali gesti sono leciti, quali vanno evitati? il bacio, per esempio. Universalmente riconosciuto come manifestazione d'amore, può assumere diversi significati. il neonato sperimenta le prime sensazioni piacevoli proprio attraverso la bocca, e non se ne dimentica. Il bacio risulta affascinante: promette il piacere fisico, ma anche la gioia dell'amore che chiede comunione. Il contesto in cui viviamo spesso offre una visione svalutante del bacio come puro esercizio fisico: si bacia per fare come fanno tutti, per sedurre, per curiosità, per dimenticare la solitudine. Sono baci poveri, infantili o possessivi, simili alla rassicurazione del bimbo che si succhia il pollice. Il bacio, però, nel suo significato più profondo, può rappresentare ancora un potente gesto di amore, segno dell'unione intima e profonda delle persone, che richiede dono e accoglienza: un bacio non è veramente dato se non è accolto. Possiamo metterci tutta l'anima in un bacio ma, se manca l'anima, cosa resta di un bacio? |
"Mentre mia moglie mi serviva la cena , le presi la mano e le dissi:” Devo parlarti”. |
Post n°5 pubblicato il 02 Gennaio 2014 da ghjsa
Tag: Desideri, don Derio Olivero, Musica, Pozzo, Samaritana, Sicar, Sogni, Un Soffio Caldo, Zucchero Un imprevisto inaspettato, un accadimento malvagio, possono stravolgere i nostri e la nostra vita; un incontro impresto e un dialogo sorprendente possono riaccendere i sensi e un desiderio buono per la nostra vita.
L'alba e i granai, Dopo una notte tremenda, ora c'è l'alba che musicalmente viene rappresentata da Zucchero come un crescendo della musica, e da un movimento che percorrendo tutta la canzone pian piano invade il paesaggio; poi la musica sale, entrano le percussioni e finalmente la luce, la gioia. È un inno alla speranza:”Oh è tempo per noi di andare via, un respiro d'aria nuova. Chiudo gli occhi e sento di già che la stagione mia s'innova”; qualunque notte stiamo portando in cuore, essa volge al termine, viene l'alba, e la nostra stagione ritrova “un soffio caldo di libertà”, ovunque ci troviamo nella vita, in qualsiasi situazione, siamo qui a chiedere al Signore che ci aiuti a scegliere e ripartire. Sogni che a volte Sotto un cielo d'aria nuova Prima o noi ci saranno “cani a mordono il nostro cammino”. Bestie che correndoci dietro vorrebbero addentarci alle caviglie. La vita è così, ogni tanto c'è qualcosa o qualcuno che morsica le nostre ferite, e ognuno conosce le fratture e i tagli che si porta in cuore; però, questo è un inno alla speranza, perché dice che la notte prima o poi passa e arriva la luce. Dal Vangelo di Gv 4,5-17.28 Può arrivare la notte nella nostra vita, possono arrivare la fatica e la sete, e i pozzi o fontane che sembrano chissà cosa ci danno solo sabbia. |
O Gesù, a Betlemme Angelo Comastri |
Post n°3 pubblicato il 22 Dicembre 2013 da ghjsa
Chiudi gli occhi e ASCOLTA.
- Ma dove guardano quegli occhi spenti che hai? Nessuno sa dove andare, capo chinato, quasi tutti con gli occhi incollati al telefonino. La maggior parte cammina, con passo svelto, avanti e indietro. L'uomo delle pulizie addirittura fermo quasi sul ciglio della strada. Una cosa gli accomuna, sono tutti senza meta. Vagano, ma non vanno da nessuna parte. Il telefonino la fa da padrone, ha catturato l'attenzione di tutti, c'è comunicazione, tanta comunicazione, troppa comunicazione, ma non c'è relazione. Una comunicazione fine a se stessa che pare non sfociare in nulla. Nessuno si cura delle persone che ha accanto, le tre ragazze sedute al tavolino del bar si ignorano anche se tutto fa pensare che ci conoscano, forse sono pure amiche, ma non si scambiano neanche una parola, uno sguardo, nulla. Hanno di meglio da fare. Figuriamoci provare a interessarsi anche sono minimamente dello sconosciuto che si avvicina e chiede loro qualcosa. - Dov'è quel buio che ti attraversa? Perché quel pianto asciutto? Non c'è gioia nei loro volti, anche perché nella maggior parte dei casi il volto non si vede affatto. Solo in un caso si presenta un sorriso, ma viene da chiedersi se è una felicità che durerà. Non c'è sicuramente gioia, ma neanche sofferenza. Più che altro si percepisce un'apatia diffusa. Per paura di soffrire o far soffrire nessuno vuole mettersi in gioco, non hanno deciso dove andare. Hanno anestetizzato i loto cuori. Nessuna sofferenza, ma anche nessuna gioia. Ma ad un tratto la svolta. Il cellulare che viene gettato via e tutto cambia. Nascono relazioni, una comunicazione che porta frutto. I problemi però rimangono gli stessi. La relazione, il dialogo non elimina o risolve i problemi ma aiuta a superare la sofferenza, il dolore. Dio in questo è liberante, non ci obbliga, ma chiede, quasi lo implora, “...se vuoi, se vuoi, se vuoi...”. Dio vuole relazionarsi con noi, ci viene incontro, donandoci la preghiera, “...provaci almeno per un po' non ti giudicherò...”. La preghiera deve essere come un dialogo e non solo comunicazione a senso unico, “...non tenetevi dentro tutto, vorrei capire di più quel malessere che è dentro di te...”. Dio si fa carico delle nostre sofferenze, delle nostre colpe e di quelle degli altri, “...perché se una colpa c'è non si può dare solo a te...”. La vita è più o meno difficile per tutti, Dio non lo nasconde. Non è facile decidersi per la propria vita. Non è semplice scegliere la propria strada, ma in ognuno di noi un desiderio c'è, “...io non ci credo però che almeno un sogno tu non l'abbia in tasca...”. È dentro di noi, magari ben nascosto, ma c'è. Se vogliamo trovarlo prima però dobbiamo guarire da questa apatia. “...se vuoi guarire però, prova un po' a innamorarti di te...”. |
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