Law&Life

Appunti sul diritto ed Internet. Questo blog non intende svolgere attività concorrenziale di alcun tipo con testata giornalistica o prodotto editoriale.

 

IL PICCOLO GLOSSARIO

Tra i post di questo Blog ce ne saranno alcuni marcati: "DIRITTO - Voce del piccolo Glossario".  In essi saranno raccolti e pubblicati alcuni termini utilizzati sia nel diritto sia in internet. 
La definizione sarà  sintetica e semplice.
Chiunque potrà contribuire, inviando una sua definizione.
La voce sarà pubblicata con l'indicazione della fonte (e/o dell'autore o il suo nickname) e corredata da una breve e sintetica bibligrafia e/o sitografia di rinvio. La raccolta si atterrà alla filosofia Open Source ed Open Access. Questo significa che tutti potranno contribuire, con le proprie competenze, alla creazione del documento, con l'intento di condividere la conoscenza e di arricchire quella altrui e che tutto sarà a "consultazione aperta", ossia on line gratuitamente. Il fine è semplice: fornire un piccolo dizionario  "tascabile" che sia utile, sintetico e senza eccessive pretese, ma esauriente e chiarificatore. Non dovranno essere riportate voci estrapolate con copia-e-incolla  da altri testi (nel rispetto del diritto d'autore), ciò, eventualmente, compoterebbe l'esclusione dal progetto e la cancellazione della voce.

 

 

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DIRITTO - Copyright vs Copyleft. Una storia senza fine ...

Post n°36 pubblicato il 28 Novembre 2009 da orioeluna
 

Maria Concetta De Vivo Il copyright così come pensato non ha più un futuro, ma il diritto deve occuparsi della tutela dell'autore sulla propria opera. Parliamo del copylfet con gli esperti ...

www.copyleft-italia.it
Un manuale operativo che guida passo a passo gli artisti nel mondo delle licenze Creative Commons, le più famose e diffuse licenze di libera distribuzione per opere creative. Senza tralasciare utili ...
 
 
 
 
 

DIRITTO - Second life

Post n°34 pubblicato il 20 Settembre 2009 da orioeluna
 

Ma chi l'ha detto che Second life è un gioco?
Sono molti mesi che ho anche io la mia seconda vita in Sl  e tutto mi sembra fuorchè un gioco. In Sl si fanno transazioni, si fa business, si lavora, si creano oggetti, si costruiscono case, si insegna in aule virtuali universitarie, si guadagna danaro (si chiamano linden ma possono essere trasformati in dollari).
Questo per quanto riguarda le attività lecite. Parallelo a questo mondo ce n'è un altro, oscuro e pericoloso, al limite del lecito ed a volte decisamente fuori dal lecito.
Queste comunità virtuali mi hanno incuriosito.  E più ci vivo, più ritengo che in esse c'è veramente di tutto. Il grande assente è il Diritto.
Fra i tanti professionisti che popolano Sl c'è una forte carenza di "uomini (e donne) di legge". In questo mondo virtuale nessuno vuole sentire parlare di regole giuridiche, di rispetto della privacy, di obblighi... Tutto si basa sulla Netiquette e sulle regole contrattuali della Linden Lab (società che gestisce il "gioco").
Mi chiedo quanto materiale ci sarebbe per il giurista ...

 
 
 

ROVESCIO - Una gita in America (Lungo. terza parte ... continuazione)

Post n°33 pubblicato il 14 Settembre 2009 da orioeluna

( continua) Per consolarmi cerco il punto in cui Martin Luther King pronunciò, proprio qui, ai piedi della statua di Lincoln,  un altro storico discorso “I have a dream” nell’agosto 1963:

"“Sono felice di unirmi a voi in questa che passerà alla storia come la più grande dimostrazione per la libertà nella storia del nostro paese. Cento anni fa un grande americano, alla cui ombra ci leviamo oggi, firmò il Proclama sull’Emancipazione. Ma cento anni dopo, il negro ancora non è libero; cento anni dopo, la vita del negro è ancora purtroppo paralizzata dai ceppi della segregazione e dalle catene della discriminazione; cento anni dopo, il negro ancora vive su un’isola di povertà solitaria in un vasto oceano di prosperità materiale; cento anni dopo; il negro langue ancora ai margini della società americana e si trova esiliato nella sua stessa terra. Per questo siamo venuti qui, oggi, per rappresentare la nostra condizione vergognosa. In un certo senso siamo venuti alla capitale del paese per incassare un assegno. Quando gli architetti della Repubblica scrissero le sublimi parole della Costituzione e la Dichiarazione d’Indipendenza, firmarono un "pagherò" del quale ogni americano sarebbe diventato erede. Questo "pagherò" permetteva che tutti gli uomini, si, i negri tanto quanto i bianchi, avrebbero goduto dei principi inalienabili della vita, della libertà e del perseguimento della felicità. E’ ovvio, oggi, che l’America è venuta meno a questo "pagherò" per ciò che riguarda i suoi cittadini di colore. Invece di onorare questo suo sacro obbligo, l’America ha consegnato ai negri un assegno fasullo; un assegno che si trova compilato con la frase: "fondi insufficienti". Noi ci rifiutiamo di credere che i fondi siano insufficienti nei grandi caveau delle opportunità offerte da questo paese. E quindi siamo venuti per incassare questo assegno, un assegno che ci darà, a presentazione, le ricchezze della libertà e della garanzia di giustizia.

Siamo anche venuti in questo santuario per ricordare all’America l’urgenza appassionata dell’adesso. Questo non è il momento in cui ci si possa permettere che le cose si raffreddino o che si trangugi il tranquillante del gradualismo. Questo è il momento di realizzare le promesse della democrazia; questo è il momento di levarsi dall’oscura e desolata valle della segregazione al sentiero radioso della giustizia.; questo è il momento di elevare la nostra nazione dalle sabbie mobili dell’ingiustizia razziale alla solida roccia della fratellanza; questo è il tempo di rendere vera la giustizia per tutti i figli di Dio. Sarebbe la fine per questa nazione se non valutasse appieno l’urgenza del momento. Questa estate soffocante della legittima impazienza dei negri non finirà fino a quando non sarà stato raggiunto un tonificante autunno di libertà ed uguaglianza.
Il 1963 non è una fine, ma un inizio. E coloro che sperano che i negri abbiano bisogno di sfogare un poco le loro tensioni e poi se ne staranno appagati, avranno un rude risveglio, se il paese riprenderà a funzionare come se niente fosse successo.
Non ci sarà in America né riposo né tranquillità fino a quando ai negri non saranno concessi i loro diritti di cittadini. I turbini della rivolta continueranno a scuotere le fondamenta della nostra nazione fino a quando non sarà sorto il giorno luminoso della giustizia.
Ma c’è qualcosa che debbo dire alla mia gente che si trova qui sulla tiepida soglia che conduce al palazzo della giustizia. In questo nostro procedere verso la giusta meta non dobbiamo macchiarci di azioni ingiuste.
Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell’odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza dell’anima.
Questa meravigliosa nuova militanza che ha interessato la comunità negra non dovrà condurci a una mancanza di fiducia in tutta la comunità bianca, perché molti dei nostri fratelli bianchi, come prova la loro presenza qui oggi, sono giunti a capire che il loro destino è legato col nostro destino, e sono giunti a capire che la loro libertà è inestricabilmente legata alla nostra libertà.
E mentre avanziamo, dovremo impegnarci a marciare per sempre in avanti. Non possiamo tornare indietro. Ci sono quelli che chiedono a coloro che chiedono i diritti civili: "Quando vi riterrete soddisfatti?" Non saremo mai soddisfatti finché il negro sarà vittima degli indicibili orrori a cui viene sottoposto dalla polizia.
Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri corpi, stanchi per la fatica del viaggio, non potranno trovare alloggio nei motel sulle strade e negli alberghi delle città. Non potremo essere soddisfatti finché gli spostamenti sociali davvero permessi ai negri saranno da un ghetto piccolo a un ghetto più grande.
Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri figli saranno privati della loro dignità da cartelli che dicono: "Riservato ai bianchi". Non potremo mai essere soddisfatti finché i negri del Mississippi non potranno votare e i negri di New York crederanno di non avere nulla per cui votare. No, non siamo ancora soddisfatti, e non lo saremo finché la giustizia non scorrerà come l’acqua e il diritto come un fiume possente.
Non ha dimenticato che alcuni di voi sono giunti qui dopo enormi prove e tribolazioni. Alcuni di voi sono venuti appena usciti dalle anguste celle di un carcere. Alcuni di voi sono venuti da zone in cui la domanda di libertà ci ha lasciato percossi dalle tempeste della persecuzione e intontiti dalle raffiche della brutalità della polizia. Siete voi i veterani della sofferenza creativa. Continuate ad operare con la certezza che la sofferenza immeritata è redentrice.
Ritornate nel Mississippi; ritornate in Alabama; ritornate nel South Carolina; ritornate in Georgia; ritornate in Louisiana; ritornate ai vostri quartieri e ai ghetti delle città del Nord, sapendo che in qualche modo questa situazione può cambiare, e cambierà. Non lasciamoci sprofondare nella valle della disperazione.
E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi e di domani,
io ho sempre davanti a me un sogno. E’ un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia.
Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi!.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata, ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri saranno fatti piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli essere viventi, insieme, la vedranno. E’ questa la nostra speranza. Questa è la fede con la quale io mi avvio verso il Sud.
Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare le stridenti discordie della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fratellanza.
Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme, di pregare insieme, di lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere insieme la libertà, sapendo che un giorno saremo liberi. Quello sarà il giorno in cui tutti i figli di Dio sapranno cantare con significati nuovi: paese mio, di te, dolce terra di libertà, di te io canto; terra dove morirono i miei padri, terra orgoglio del pellegrino, da ogni pendice di montagna risuoni la libertà; e se l’America vuole essere una grande nazione possa questo accadere.
Risuoni quindi la libertà dalle poderose montagne dello stato di New York.
Risuoni la libertà negli alti Allegheny della Pennsylvania.
Risuoni la libertà dalle Montagne Rocciose del Colorado, imbiancate di neve.
Risuoni la libertà dai dolci pendii della California.
Ma non soltanto.
Risuoni la libertà dalla Stone Mountain della Georgia.
Risuoni la libertà dalla Lookout Mountain del Tennessee.
Risuoni la libertà da ogni monte e monticello del Mississippi. Da ogni pendice risuoni la libertà.
Questo fondamentale decreto venne come un grande faro di speranza per milioni di schiavi negri che erano stati bruciati sul fuoco dell’avida ingiustizia. Venne come un’alba radiosa a porre termine alla lunga notte della cattività. Questa offesa che ci accomuna, e che si è fatta tempesta per le mura fortificate dell’ingiustizia, dovrà essere combattuta da un esercito di due razze. Non possiamo camminare da soli.

E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: "Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente".

 

Trovo il punto esatto e mi scatto una foto.Tutti noi abbiamo un sogno. Il suo era un tantino più grande … E mi viene in mente un paragone sciocco: Obama non gli somiglia molto. Fisicamente intendo. Ma penso alla soddisfazione che avrebbe Martin Luther King nello stringergli la mano, oggi.

 

 

 Un salto al Pentagono mi ricorda l’11 settembre 2001. Sarà solo un assaggio. Il pezzo forte lo avro’ a NY,  di fronte Ground zero.  Ancora ricordo quel giorno. 

 

E poi ancora i Musei, ed il Cimitero monumentale. Un omaggio ai 320 mila morti che qui riposano per la nazione, tutte tombe bianche immerse in 624 acri di verde. Tra queste le due croci, vicine, di Robert e “Ted” Kennedy e poco più in la’ il monumento semplicissimo del Presidente J.F. Ho avuto la fortuna di assistere al funerale di Edward Kennedy che ho letteralmente incrociato all’uscita da un Museo. Ancora una volta la storia mi rincorre e mi permette di dire “io c’ero”.
Di fronte a quella bara mi viene spontaneo farmi il segno della croce. Ho pena per quest’uomo, che simile a tanti altri, meno famosi, s’è trovato, come tutti, solo e nudo di fronte alla morte e mi viene in mente ‘A livella di Totò: “'Nu rre,'nu maggistrato,'nu grand'ommo, trasenno stu canciello ha fatt'o puntoc'ha perzo tutto,'a vita e pure 'o nomme …”.  Washington mi ha stregata.  

 
 
 

ROVESCIO - Una gita in America (Lungo. Seconda parte)

Post n°32 pubblicato il 14 Settembre 2009 da orioeluna
 

QUARTO E QUINTO GIORNO.

Verso Washington.
Quasi 12 ore di viaggio.
Sempre nell’autobus G.T.
Sempre con l’incubo dell’aria condizionata a palla.
Ghiacciata. Ed anche rumorosa.
Ora, infatti,  c’è anche una ventola fastidiosa che decide autonomamente di attivarsi non appena viene
erogata l’aria frizzantina (sui 17 gradi, ne’ un grado di meno ne un grado di piu’, per la serie: in America le mezze misure non esistono).
E  sarà proprio la maledetta e rumorosa ventola che ci porterà vicini all’ammutinamento.

Già mi immaginavo i titoli dei giornali Americani  il giorno dopo:

“Titolo: Gli ammutinati del BountyCURC. L’autista dell’autobus G.T. da Niagara a NY rischia il linciaggio da parte di un branco di turisti italiani esasperati dall’aria e dalla ventola del sistema di condizionamento del pulman”. Ma poi, come spesso accade in queste gite, qualcuno incomincia a scherzarci su e tutto rientra tra le righe  finendo col diventare motivo di battute. La città che ci accoglie vale la pena di tanta sofferenza.Vale ogni minuto di pulman, aria condizionata e ventola comprese.

La mattina successiva facciamo il giro di Washington.

Davanti alla Casa Bianca mi assale la stessa commozione che ebbi di fronte alla Sfinge e nella Piazza Rossa. Sono pezzi di storia che ho la fortuna di vedere dal vivo. Storia antica e storia recente. Una storia che non appartiene solo agli egiziani, ai russi  o agli americani ma che è di tutti noi.

 La mia passione per il cinema mi perseguita.

Anche qui, a Washington (con la “a” aperta, come ci redarguisce Ivan) mi vengono in mente spezzoni di film.
La statua del Lincoln Memorial mi fa venire in mente “Il pianeta delle scimmie”, mentre le enormi vasche d’acqua di fronte alla statua che si allungano verso l’obelisco, mi  ricordano il film Forrest Gump.

Solo dopo mi rendo conto di quanta storia testimonia questa statua colossale. Abramo Lincoln di Hodgenville, 12 febbraio 1809,16º Presidente degli USA,  comunemente ed unanimemente considerato uno dei più importanti e popolari presidenti statunitensi. L’uomo che pose fine alla schiavitù, dapprima con la Proclamazione dell’Emancipazione e poi con lo storico Tredicesimo Emendamento. Lincoln ed il suo storico Discorso di Gettysburg, breve ed emozionante, considerato la pietra miliare dei valori della nazione americana. Insomma: un grande.

Ed io ho pensato al Pianeta delle scimmie …

(continua) ...

 
 
 

ROVESCIO - Una gita in America. (Lungo. Prima parte)

Post n°31 pubblicato il 14 Settembre 2009 da orioeluna
 

PRIMO GIORNO.

 Start spreading the news,
I'm leaving today.
I want to be a part of it,
New York, New York.
ra-papparapa – ra-papparapa …

 A be’ iniziamo bene… Liza Mannelli mi sta cantando, in stereofonia direttamente nel cervello,la canzone New York  da ieri sera … e ancora debbo partire.

 

Sono le due della mattina e manca poco.
Pea, la mia cagnetta (quell’ “etta” è un eufemismo, visto la stazza
di cane lupo “bastardo doc” che si ritrova … ) è triste. Non esce
neanche dalla cuccia per salutarmi.
Fa l’offesa.
Pazienza.
Saluto Bufy e Titti, le mie due gattine
(tutte le mie bestiole sono rigorosamente femmine e perciò
piuttosto suscettibili!)
che sembrano dirmi: “ma era proprio necessario
andare?”

Telepaticamente rispondo “… e dillo a me
che ancora non so’ perché l’ho fatto …”

... e poi penso che mi accade sempre cosi’.
Ogni volta che decido di partire (per una qualsiasi meta),
il copione si ripete:
prendo l’iniziativa entusiasta, 
strada facendo mi “ammoscio” come un fiore senz’acqua,
a ridosso della partenza mi tranquillizzo solo
pensando “adesso telefono e dico che mi hanno rico
erato d’urgenza in ospedale
che sono in fin di vita e che non posso più partire”
ed infine (vivaddio!) salgo sull’autobus e, senza appello ne’ possibilità di
ripensamenti, parto.

Non capisco perché ogni santissima partenza per me diventa
un incubo. Almeno all’inizio.

 Arrivo a Fiumicino. Tram tram per l’imbarco.
Volo di nove ore. Arrivo a New York.
Ma è una toccata e fuga. Ci fermiamo solo per
dormire, smaltire il jet lag e ripartire la mattina successiva
per il Canada.
A New York si tornerà fra tre giorni.

SECONDO GIORNO E TERZO GIORNO.

La trasferta da NY a Toronto avviene in pulman G.T.
Sarà il nostro “peggiore incubo” per tutta la durata
della nostra visita negli States.

Ci rendiamo subito conto che qui, in America non esistono le mezze misure.
Quelle le abbiamo inventate noi italiani.
Qui tutto è “o microscopico o macroscopico, o bollente o ghiacciato,
o santo o diabolico …  e cosi’ via”.
Piccolo/grande/caldo/freddo/buono/cattivo
sono termini troooppo normali.
L’aria condizionata del nostro bus G.T. va “a palla”.
Un getto d’aria ghiacciata mi accoglie appena salgo
e gli ultimi, deliziosi, sprazzi di sonno mi si cristallizzano
addosso come la rugiada di Montelago nelle mattinate primaverili.
Incomincio a rimpiangere i 38 gradi che mi sono lasciata alle spalle.

M-e-s-c-h-i-n-a !
È solo l’inizio di una lotta furiosa che si ingaggerà
tra noi e l’impianto d’aria condizionata per tutta la durata
del nostro soggiorno in America. 

Il Canada mi accoglie a braccia aperte.
È come se sapesse che potrebbe non reggere il confronto con NY
e così sfodera subito tutte le sue armi … e mi lascia senza fiato.

Il verde intenso, la natura incontaminata, le cascate del Niagara con la loro
prorompente (!) bellezza, mi riempiono gli occhi  ed il cuore.  

E dimentico per un po’ la maledizione dell’aria condizionata. 

Le parole ed il ritornello di New York lasciano
spazio ad altre immagini in cinemascope. Ora nel mio cervello
si susseguono spezzoni di film visti e brani di libri letti.
Penso a Niagara, il film di Henry Hathaway con Marilyn Monroe e Joseph Cotten
e mi viene in mente anche il libro di James Fenimore Cooper, L’ultimo dei Moicani,
anche se non ricordo bene dove sia ambientata la storia di Occhio di Falco, Chingachook e Uncas, tuttavia questi luoghi me li fanno tornare alla mente.

Improvvisamente scopro che Ivan (il terribile), che poi sarebbe la nostra guida,
è appassionato di cinema anche lui.
Ci mette alla prova indicandoci una anonima torretta vicino alle cascate,
chiedendoci cosa ci ricordava.

È la torretta del famoso inseguimento in Niagara, appunto, ma il suo test non ha molto
successo perché siamo tutti rapiti dalla cascate che sono uno spettacolo nello spettacolo.
Quando ci arriviamo sotto con il battello, mi manca il respiro.
È come se l’acqua risucchiasse l’aria attorno, mozzando il fiato.
Due, tre, quattro arcobaleni compaiono all’improvviso da diverse angolazioni.
Peccato non poter immortalare tanta bellezza con la macchinetta fotografica
che tengo accuratamente nascosta sotto il  keeway  per paura che si bagni.

La sera a cena, sulla Skylon Tower (ad una temperatura standard di 15 gradi),
sorrido alla barzelletta che qualcuno
racconta: “Le sposine che vengono in viaggio di nozze a Niagara hanno
subito due delusioni. La seconda riguarda le cascate …”. Ed ovviamente
non sono d’accordo.

 
 
 

DIRITTO - Voce del Piccolo Glossario

Post n°30 pubblicato il 10 Settembre 2009 da orioeluna
 

L

Login= e' una procedura informatica che "abilita" l'utente a fruire di un servizio on line. In pratica al richiedente è assegnato un nome (di login) e cioè "la parte del proprio indirizzo elettronico che precede il simbolo @"  e viene richiesta la creazione di una password. Dopo questa procedura, nel momento in cui l'utente si collega al sistema questo "chiede" sia il login sia la password, riconosce l'utente e lo abilita ad entrare. La frase "ho fatto login" è diventata sinonimo di "sono entrato nel sistema" ... e cioè: "ho bussato, mi hanno chiesto chi ero, ho dato le mie generalità e mi hanno aperto". (orioeluna).

--- > Fonte Bibliografica: M. D'Auria: Dizionario Internet, Editori riuniti, 1986

 
 
 

DIRITTO - Voce del Piccolo Glossario

Post n°29 pubblicato il 07 Settembre 2009 da orioeluna
 

C

Clausola vessatoria = Le c.dd. Clausole vessatorie sono espressamente previste dal ns Codice civile all'articolo 1341 (comma 2). Consistono in particolari condizioni contrattuali favorevoli a colui che le predispone (come ad esempio una forte limitazione di proprie responsabilità, oppure la possibilità di recedere dal contratto o di limitare la facoltà di opporre eccezioni da parte dell'altro contraente). Sostanzialmente limitano la libertà contrattuale dell'altra parte (il più delle volte più debole, contrattualmente parlando) a proprio vantaggio. Per questo motivo se contenute nelle  condizioni generali di contratto debbono essere approvate per iscritto, a testimonianza che chi ha accettato il contratto ne è  a conoscenza. Nell'articolo 33, co. 1, del Codice del Consumo la definizione è ancora più particolareggiata, nell'ipotesi in cui "l'altra parte debole" sia un consumatore: "Nel contratto concluso tra consumatore ed il professionista si considerano vessatorie le clausole che, malgrado la buona fede, determinano a carico del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto".
Parlando in "non giuridichese" : sono quelle clausole che spesso si trovano scritte picccolepiccole in calce a lunghi ed articolati contratti ... ;-)))
(orioeluna).

--- > Riferimenti normativi: art. 1321 c.c., 1469 bis c.c., art. 33 e ss. Codice del Consumo

--- > Bibliografia di approfondimento: Alpa-Bonilini-Carnevali-Di Majo, Disciplina generale dei contratti, Giappichelli, 1994; Cesaro, Condizioni generali di contratto ed elencazione delle clausole vessatorie, Rivista trimestrale di diritto e procedura civile , (1991), p.55-61; Majello, Considerazioni in tema di condizioni generali di contratto, 1986; Rizzo (Vito), Condizioni generali di contratto e predisposizione normativa, 1983; Bianca, Le condizioni generali di contratto, 1981 e tantissimi altri testi ...

 
 
 

ROVESCIO - Perle di saggezza.

Post n°28 pubblicato il 24 Agosto 2009 da orioeluna
 

IL MEGLIO DI TE
L'uomo è irragionevole, illogico, egocentrico
non importa... AMALO.
Se fai il bene, diranno che lo fai per secondi fini egoistici
non importa... FAI IL BENE.
Se realizzi i tuoi obiettivi, incontrerai chi ti ostacola
non importa... REALIZZA.
Il bene che fai, forse domani verrà dimenticato
non importa... FAI IL BENE.
L'onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
non importa... SII ONESTO E SINCERO.
Quello che hai costruito può essere distrutto
non importa... COSTRUISCILO.
La gente che hai aiutato, forse non te ne sarà grata
non importa... AIUTALA.
Dà al mondo il meglio di te, e forse sarai preso a pedate
non importa... DA' IL MEGLIO DI TE.

(madre Teresa di Calcutta)

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: orioeluna
Data di creazione: 29/10/2008
 

IL PICCOLO GLOSSARIO

A (Abuso di posizione dominante )
B
C (Case history )
D (Diritto)
E
F (Firma digitale)
G
H
I (Identità personale)
L
M
N
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P (Pegno-Prova)
Q
R
S
T
U
V
W (Web)
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Z

 

I BLOG GIURIDICI CHE MI PIACCIONO

 Il Blog dirittoUE.info http://www.dirittoue.info/
a metà tra Blog e Sito dedicato al corso di Diritto pubblico UE e curato da Antonino Alì (Università degli studi di Trento)

 Il Blog di Eretici Digitali http://www.ereticidigitali.it/

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  Il Blog di S. Epifani http://blog.stefanoepifani.it

 Il Blog di Ficara Manganelli  http://micheleficara.com/blog/

 Il Blog di Paolo Attivissimo http://attivissimo.blogspot.com/ (anche se non è proprio giuridico vale la pena andarlo a vedere)

 

I SITI GIURIDICI CHE CONSIGLIO

 Il Sito di CC Creative Commons http://creativecommons.it/

 Il Sito di Andrea Monti http://www.ictlex.net/ Dal sito: "Questo sito raccoglie testi, documenti, normativa e giurisprudenza sull’internet e su quello che le “ruota attorno”.

 Il Sito di Manlio Cammarata http://www.interlex.it/  Dal sito: "InterLex è un periodico plurisettimanale di carattere informativo, scientifico e culturale giuridico"

 Il Sito di Altalex http://www.altalex.com/ 

  Il sito di Giurdanella http://www.giurdanella.it/ Interessante raccolta di materiale giuridico inerente il Diritto Amministrativo Digitale ...

 Il sito di Iusreporter.it http://www.iusreporter.it/

 Il sito di CreativeCommons.it http://www.creativecommons.it/

 Il sito di "Codice Internet" http://www.codiceinternet.it/

 Il sito italiano del "Copyleft"  http://www.copyleft-italia.it/

... e continua ...

 

 
 

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