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« Introduzione al documentario Il mistero delle ninfe agane »

Zana Briski

Post n°83 pubblicato il 19 Dicembre 2006 da lugio5
 
Tag: Registi

TSI 2, martedì 19 dicembre ore 21.00
DOC D.O.C./Nati nel bordello

Quando Zana Briski, fotografa e giornalista, incontra i figli delle prostitute del quartiere a luci rosse di Calcutta rimane incantata dalla loro curiosità e scioccata dalla promiscuità in cui sono costretti a vivere. Decide così di insegnare loro ad usare la macchina fotografica. Osservando la realtà attraverso l'obiettivo scoprono il mondo al di fuori del bordelli.
Questo intenso documentario ha vinto il Premio Oscar nel 2005 e l'anno precedente il Sundance Film Festival.

Il mondo salvato (e fotografato) dai ragazzini

In Born into Brothels, i registi Zana Briski e Ross Kauffman narrano l’incredibile trasformazione dei bambini che hanno conosciuto nel quartiere a luci rosse di Nuova Delhi. Zana Briski, fotografa professionista, regala ai bambini una macchina fotografica e impartisce lezioni, insegnando loro ad apprezzare la bellezza e la dignità della loro espressività, rendendo la fotografia un mezzo di emancipazione.

Come è nato questo progetto?

Nel 1998 ho iniziato a vivere con le prostitute in uno squallido quartiere a luci rosse di Calcutta. Quando ero andata per la prima volta in India nel 1995, non avevo idea di ciò che avrei trovato. Ho iniziato a viaggiare e a fotografare la difficile realtà della vita delle donne – infanticidi femminili, spose bambine, morti naturali e vedovanza.
Non avevo intenzione di fotografare le prostitute sino a quando un amico mi ha portato in un quartiere a luci rosse di Calcutta. Dal momento in cui ho messo piede in quel dedalo di viuzze, ho capito che questa era la ragione per cui ero venuta in India. Sapevo che volevo vivere con le donne, per poter capire veramente le loro vita. Ci è voluto molto tempo prima di riuscire a conquistare la fiducia delle donne. Mentre attendevano i clienti, aspettavo con loro. Ho passato ore ed ore seduta, scherzando, giocando, sperimentando il tedio e le emozioni che provano queste donne sentendosi intrappolate in un mondo dal quale è impossibile fuggire, obbligate a vedere il loro affetto per poter vivere e prendersi cura dei loro figli. Sono stati i bambini ad accettarmi immediatamente. Non capivano bene cosa ci facessi lì, ma erano affascinati da me e dalla mia macchina fotografica. Ho lasciato che la usassero e gli ho mostrato come scattare le foto. Ho pensato che sarebbe stato molto interessante osservare questo mondo attraverso i loro occhi. È stato allora che ho deciso di insegnar loro fotografia.

Per lei è stato un po' come passare la fiaccola olimpica...

E'stato tutto molto casuale...Nel mio viaggio successivo tornando dagli Usa ho portato dieci macchine fotografiche automatiche e ho selezionato un gruppo di bambini che mostravano una grande voglia di imparare. Non sapevo assolutamente che cosa stessi facendo, ma ai bambini piaceva e cominciò a ripetersi ogni settimana. E i risultati sono stati straordinari.
Ho messo da parte la mia macchina fotografica e ho iniziato a lavorare con i bambini a tempo pieno. Mi rendevo conto che qui c’era qualcosa di importante da documentare così ho portato una videocamera e ho iniziato a riprendere i bambini nel bordello, nelle strade e durante le gite per le lezioni di fotografia. In realtà io non avevo mai usato una videocamera prima di allora. Ho invitato Ross Kauffman a Calcutta per venire a girare un film con me. Non voleva venire, così gli ho mandato alcune cassette in visione, sapendo bene che si sarebbe innamorato di questi bambini, così come era accaduto a me.

Lei ha poi ha dato vita ad un'organizzazione vera e propria...

Dopo la vittoria dell'Oscar mi sono resa conto di quanto la gente si sentisse spinta ad aiutare i bambini e fosse volenterosa nel donare qualcosa. Così insieme ad altre persone abbiamo fondato Kids with camera che ha iniziato dei progetti come quello di Calcutta in altre realtà del mondo quali Gerusalemme, il Cairo e Haiti. I ragazzi sanno che possono trovare da noi, in ogni momento un appoggio: grazie alla vendita delle loro fotografie c'e' un fondo per i loro studi, per le loro spese mediche e per qualunque cosa di cui abbiano bisogno. L'anno prossimo intanto altri due di loro probabilmente verranno a studiare in America.

Cosa la ha spinta verso tutto questo?

E' successo per caso, ma - credo - anche e soprattutto perché io sono così: quando lavoro non riesco a sentirmi separata come osservatrice dall'oggetto della mia osservazione. Credo che per me fosse essenziale presentare il punto di vista dei bambini sulle loro vite. Vivo profondamente quello che sentono le persone con cui lavoro. Provo immediatamente un profondo senso di empatia.

Ecco due link :

Zana Briski
 
Il sito ufficiale

 
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Commenti al Post:
CONTERALLY
CONTERALLY il 25/12/06 alle 19:28 via WEB
Buon Natale. C'è un appello per salvare i BAMBI.http://www.francescofacchinetti.it/petition.html
(Rispondi)
 
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