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Questo piccolo quanto invisibile mito, ha abitato queste terre senza incontrare mai dei veri confini, perchè è la tradizione orale a non conoscere confini. Se è stato il gregario di nonne e zie nell'intrattenere i nipoti e tutti i bambini delle corti, dei vicoli e delle vecchie case, credo che sia ancora patrimonio a cui attingere, perchè è l'infanzia il nostro vero patrimonio. E diventa una magia vera se è l'idea/trampolino per lanciare e alimentare un fuoco di iniziativa e originalità radicate nel passato ma che dà frutti nel futuro. Così le cose possono sposarsi felicemente, in un rifugio diverso, che accoglie come il già noto, ma che offre il connubio di più piaceri, vista e gusto, ambiente e socialità, arte e cucina, che sono mosse dalla stessa intensità, si fa passione e diventa così veramente la magia di trovare il famoso tesoro, già nominato da Levi e dalla tradizione.
Margherita De Simone
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"I munacielli sono degli esseri piccolissmi e allegri, corrono veloci qua e là, e il loro maggiore piacere è di fare ai cristinai ogni sorta di dispetti. Ma sono innocenti......i loro malanni non sono mai seri, hanno sempre l'aspetto di un gioco, e per quanto fastidiosi, non ne nasce mai nulla di grave.
Portano in capo un cappuccio rosso, più grnade di loro, e guai se lo perdono, tutta la loro....... allegria sparisce ed non cessano di piangere e di desolarsi finchè non l'abbiano ritrovato. Il solo modo di difendersi dai loro scherzi è appunto di cercare di afferrarli per il cappuccio.... se tu riuscissi a prenderglielo, il povero munaciello scappucciato ti si butterà ai piedi, in lacrime, scongiurandoti di restituirglielo.
Per riavere il suo cappuccio rosso, senza cui non può vivere, il munaciello, ti prometterà di svelarti il nascondiglio di un tesoro. Ma tu mon devi accontentarlo fino a che non t'abbia accompagnato..... finchè il cappuccio è nelle tue mani, il munaciello ti servirà, ma appena riavrà il suo prezioso copricapo, fuggirà con un gran balzo, facendo sberleffi e folli salti di gioia, e non manteràà la sua promessa."
Carlo Levi
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