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Post N° 69
Post n°69 pubblicato il 31 Marzo 2006 da DonnaMusica
Forse un mattino andando in un'aria di vetro, Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto (E. Montale) Ho sempre pensato che questa poesia di Montale sia quella che, più di ogni altra che io conosca, rappresenti chiaramente e paurosamente la terribile e vertiginosa sensazione di solitudine dell'uomo moderno. Un uomo che custodisce dentro un segreto che non è neppure capace di rivelare a se stesso e tristemente è consapevole di non essere compreso dagli altri uomini, che non si voltano, perché non potranno mai e poi mai lontanamente immaginare, presi come sono dal vortice delle occupazioni inutili della loro vita, che allontanano dagli altri invece che avvicinare, quanto terribile è la portata della consapevole solitudine, compresa dall'uomo taciturno e riflessivo. Non resta altro da fare, per quest'uomo, che camminare nell'aria di vetro dell'incomunicabilità, ubriaco di tristezza. |
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il 25/03/2009 alle 07:10
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