Creato da Vittorio_The_Dreamer il 09/05/2011
EMOZIONI SENSAZIONI
COME DOVE PERCHE' DELLA VITA
Creato da Vittorio_The_Dreamer il 09/05/2011
EMOZIONI SENSAZIONI
COME DOVE PERCHE' DELLA VITA
Post n°5616 pubblicato il 06 Giugno 2017 da Vittorio_The_Dreamer
Maria genuflessa,
era assorta in intima preghiera;
lodava il suo Signore
con cuore più puro
di candido giglio in primavera,
pregno d'amore illimite
per ciò che c'è di bello e buono in terra
ed eccellente in cielo.
Dall'Eterno,
celato ad occhi d'umane creature,
lievitò Gabriele, messaggero
del nostro Dio d'Amore
e salutò la Donna
con simili parole:
-Ave, piena di Grazia
e di gratuito amore;
ave, più del cristallo
limpida creatura;
Nel grembo tuo purissimo
l'Unigenito Dio genererai
ed Emmanuele nome gli darai;
Egli vedrà luce in Betlemme
e salverà l'umanità
dal primigenio atto di ripulsa
alla costituita Legge del Creatore.
L'anima bella della pura Vergine
si turbò molto intimamente:
- Giammai visitò uomo
i puri miei giardini;
come in me suscitarsi potrà
un tal miracolo?
Ma l'Angelo la consolò
con dolce dire:
- Il Signore medesimo t'adombra,
purissima Maria;
fida nell'infinita sua potenza,
accetta il disegno arcano
del tuo Dio.
Umile si rimise Maria
al suo Signore
e l'Atteso discese
nel grembo suo incorrotto
e Carne corruttibile si fece.
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Post n°5615 pubblicato il 06 Giugno 2017 da Vittorio_The_Dreamer
Dev'esserci un modo geniale
per sfuggire al monotono trantran
di quest'esistere;
i divini voli della fantasia
devono pure aver la potestà
di proceder sempre senza ostacoli
verso altezze di totale libertà,
di sganciamento
da qualsiasi remora mortale.
Salire e salire, vagare e vagare
fin oltre i confini universali,
osservare dal di fuori la materia
per capacitarsi
dei suoi continui mutamenti
in altra e ancora in altra
arcana contingenza,
mutar di luogo, forma, consistenza
e non meravigliarsene;
restare a guardare,
dimenticare il punto di partenza,
tutte le finitezze che recan sofferenza,
dominare i tenebrosi e i luminosi ammassi,
uscirne e rientrarvi quasi un gioco fosse,
andare e venire dall'origine alla fine
e viceversa, scandagliare
i mutamenti genetici del caos in ordine
e il suo contrario nel tutto e nelle parti,
anche le più infime, magari riportarne traumi,
ma agire come nulla fosse, con spensieratezza, quasi fosse codice genetico
insito nell'universale anima
dalle ancestrali origini...
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Post n°5614 pubblicato il 06 Giugno 2017 da Vittorio_The_Dreamer
Quante volte
mi desto nella notte
e mi volgo a mirare,
alla fioca luce della lampada,
un batuffolo di tenerissima,
rosea carne che giace addormentato
a me d'accanto!
Un respiro lieve, regolare
narra ai sudati giorni
la storia d'una nuova,
arcana vita;
l'anima si scioglie
in un inno al Dio d'Amore
ed un abissale palpito
nell'intimo del cuore,
e qualche calda lacrima
affiora fra le ciglia.
Scocco delicati baci
sulle sue pupille,
sulle minuscole,
soffici sue dita,
poi fiducioso,
per un meritato,
riposante sonno,
al buon Morfeo.
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Post n°5613 pubblicato il 17 Maggio 2017 da Vittorio_The_Dreamer
Il cuore nostro,
alla nostra età sempre più fiacca,
sempre più proibitiva,
smarrisce quel sano e forte aire
che lo distingueva nella giovinezza
e, più ancora,
nella più spensierata fanciullezza.
Il cuore nostro, tanto tempo addietro,
era come cicale su ramo o tronco
d'ulivo, di imponente quercia
a cantare a squarciagola al caldo sole
di troppo lunghe, luminose, abbaglianti estati.
Che tempi quei lontani tempi!
S'andava scalzi come fece mamma,
si correva spensierati dietro a grilli,
a lucertole infinite per carcerarle
nel palmo della mano a farne oggetto di trastullo
onde lasciare in qualche modo i tempi scorrere
di cuori di giorni annegati nell'impazzar del sole.
Allora non c'erano in casa i mostri d'oggigiorno
a tenerci prigionieri d'una sedia, a far andare non le gambe,
ma le dita, gli occhi smarriti nel cuore d'uno schermo
a inseguire il moto vorticoso impresso a Entità senz'anima,
ad accapigliarsi fra di loro, farsi ipotetico molto molto male
con ipotetiche morti, ipotetico versamento di sangue virtuale.
Non noi stessi in perenne movimento,
ma immagini senz'anima nel cuore;
semplici marionette guidate da fili virtuali
su uno schermo, mentre noi ce ne stiamo imbalsamati
su sedie, su letti, su poltrone a sognar sogni inventati
da chissà quali diaboliche geometrie di sconosciute menti.
Un tempo noi eravamo in perenne movimento
ad esercitare tendini, giunture, muscoli, fantasia vulcanica,
manualità nella piena, sana manualità nella piena libertà
di spazi scevri di pericoli, di agguati, che evitavano
infinite, inaudite fisiche e morali sofferenze.
Quanto camminare, quanto correre, quanto gridare
in primavera-estate in libere campagne,
in periferie, tra gruppi di case, su strade
senza pericolose macchine in arrivo, in folle corsa,
quanti giochi inventati lì per lì con ogni possibile strumento
fornito a buon mercato dal circostante ambiente!
Noi ci annoiavamo se chiusi in una stanza,
non ci consumavamo gli occhi dinanzi ad uno schermo,
non ci stressavamo il sistema nervoso
prestando eccessiva, vuota attenzione
a virtuali marionette che sembrano agire
ai nostri giorni tassativamente al nostro posto
Noi creature umane sempre più demandiamo
alla scienza, alla tecnologia il nostro fare,
il nostro dire, il nostro andare e venire
così atrofizzando il nostro vivente movimento,
la fantasia, la nostra creativa intelligenza,
sembriamo andarne soddisfatti
con ipotetici lauti guadagni materiali e spirituali
a buon mercato, felici come pasque tutti quanti!
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Post n°5612 pubblicato il 10 Maggio 2017 da Vittorio_The_Dreamer
I giorni, finché vivi,
rispondono all'appello delle tue emozioni,
delle sensazioni, dei pensieri, delle fantasie
positive o negative siano in ogni senso.
Noi, insieme ai giorni,
siamo, a prescinder da noi stessi,
a prescindere da come noi e loro
ci presentiamo a noi medesimi,
ciascuno al proprio vicino
o pur lontano prossimo.
Siamo come un calderone a bollire,
dunque, sbattuti come fuscelli
" per le ripe e per lo fondo",
condannati talvolta dal nostro essere
in perenne, violento movimento
o lasciati riposare, riprender fiato
per poi ritornare al malevolo
o benevolo destino primigenio.
Siamo come stelle in cielo
che meravigliosamente brillano
di luce interiore; ma anche
come micro o macro ammassi
che vanno senza luce e senza vista
verso un destino che può arrestar
la propria corsa in qualsiasi momento
del tempo che in anonimo spazio trascorrono.
Siamo, secondo quello che convenuto abbiamo
tra di noi, senza morso e senza briglie;
ma c'è chi, invece, crede che siam guidati
verso una ben precisa meta
di cui, però, neppure abbiamo scienza.
Sempre l'un per l'altro bastian contrari,
sempre ad accapigliarci con le mani o verbalmente
per qualsiasi opposta idea ci frulli
per sfortuna nostra nella mente;
ma anche per congetture che han la stessa meta,
dunque la medesima strada da percorrere;
ma avversi nel come camminare,
come guardare a dritta, a manca,
cosa intanto che si va guardare o non guardare,
come fingerci la meta e chi troveremo ad aspettarci
oltre quel traguardo per far di noi cosa,
e come, e quando.
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