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USABILITY AND ACCESSIBILITY

Post n°5 pubblicato il 13 Marzo 2006 da dafne983

Il concetto di usabilità viene sviluppato all'interno dell'ergonomia tradizionale ma, fin dal suo sorgere, ha avuto forti rapporti con l'ergonomia cognitiva e, più in particolare, con gli studi volti a migliorare l'usabilità dei prodotti informatici, in particolare il software.

La storia del concetto di usabilità del software può essere divisa in quattro periodi principali:

 

1)    Anni Settanta: l'usabilità assente.

 

2)    Anni Ottanta: i laboratori di usabilità.

          In questa fase l'usabilità cominciava ad essere un problema e si  

          verificarono i primi episodi di rifiuto della nuova tecnologia, causati sia

          dagli alti costi per la formazione, sia dai mancati successi di molte

          esperienze di automazione di uffici. Si impose l'urgenza di avvicinare i

          due mondi, quello del progettista e quello dell'utente e l'usabilità, a

          partire dalla seconda metà degli anni '80, divenne l'obiettivo principale

          della HCI. Per andare incontro a queste nuove esigenze, da un lato

          vennero introdotte nella progettazione linee guida sul fattore umano,

          dall'altro vennero allestiti i primi laboratori di usabilità. Obiettivo

          principale di un laboratorio di usabilità era quello di testare i prodotti     

          con utenti potenziali, prima del lancio commerciale.

 

3)    Fine anni Ottanta, inizio anni Novanta.

 

          In questo periodo, l'HCI si era ormai integrata all'interno della       

          Computer Science. Ingegneria dell'Usabilità divenne la bandiera sotto

          la quale si riunirono diversi approcci metodologici all'usabilità nel corso

          degli anni Ottanta.

 

4)    Secondi anni Novanta: il participatory design.

 

      L'idea di base di questo approccio è che anche il miglior specialista di

      usabilità non può riuscire a rendere conto delle conoscenze situate

      relative alle pratiche, alla cultura del lavoro, all'uso delle tecnologie

      nei diversi contesti lavorativi. Si passa perciò dal diretto

      coinvolgimento degli specialisti al diretto coinvolgimento degli utenti.

      L'utente partecipa a tutte le fasi definitorie del processo assumendo il

      ruolo di corresponsabile, insieme con il progettista, del prodotto finito.

 

In particolare, per quanto riguarda l'usabilità, ci si rifarà alle linee guida e alle euristiche descritte da Jakob Nielsen, che possono essere riassunte nelle seguenti dieci caratteristiche:

 

Visibilità dello stato del sistema: è molto importante mantenere gli utenti informati sullo stato delle loro azioni.


Corrispondenza tra il sistema ed il mondo reale: è sempre bene conoscere ed utilizzare il linguaggio degli utenti finali. Questo accorgimento assicura una migliore comprensione e memorizzazione dei contenuti a chi utilizza il sistema informativo.


Dare all'utenza controllo e libertà: in genere, è bene lasciare agli utenti il controllo sul contenuto informativo del sistema, permettendo loro di accedere agevolmente agli argomenti e alle funzionalità presenti e di navigare tra essi, a seconda delle proprie esigenze. È fondamentale segnalare i collegamenti in modo adeguato, senza ambiguità di significato e posizionandoli nella pagina dove l'utente si aspetta di trovarli rispetto alle pagine precedenti.

Consistenza: è fondamentale riportare in ogni pagina elementi grafici sempre uguali, che riconfermino all'utente il fatto che si sta muovendo all'interno dello stesso sistema. Se, ad esempio, passando da una pagina all'altra, gli utenti incontrassero uno stile grafico diverso da quello della pagina appena visitata, sarebbero costretti ad analizzare ogni oggetto presente per verificare se stanno utilizzando lo stesso sistema (e se sì, in quale settore), o se ne sono usciti per errore.

Prevenzione dall'errore: occorre evitare di porre l'utente in potenziali situazioni critiche o di errore ed assicurare la possibilità di uscirne tornando alla stato precedente. È bene segnalare chiaramente in quali pagine conducono i collegamenti e cosa vi si troverà, così da non generare false aspettative, poi disilluse, o confusione nella scelta del collegamento da utilizzare, rendere inoltre sempre disponibili le funzioni per uscire dal programma o per ritornare alla home page.

Riconoscimento più che ricordo: è consigliata la scelta di layout semplici e schematici, per facilitare l'individuazione e la consultazione delle informazioni sulle pagine. È bene quindi segnalare sempre chiaramente i collegamenti, ed altri elementi utili alla navigazione, per evitare che gli utenti debbano "scoprirli" da soli ogni volta che entrano nel sistema.

Flessibilità ed efficenza: è bene dare agli utenti la possibilità di una navigazione differenziata all'interno del sistema, a seconda della propria esperienza nell'utilizzo del browser e della conoscenza del sistema stesso. Gli utenti non esperti, ad esempio, amano essere guidati passo per passo, mentre gli utenti più esperti preferiscono utilizzare scorciatoie, delle quali anche utenti non esperti, man mano che aumenta il loro livello di esperienza, possono usufruire.
Un altro aspetto dell'efficienza è anche il tempo di risposta del sistema alle azioni dell'utente, problema che nelle applicazioni web è tra i più critici. Nei siti web, il tempo massimo di attesa non deve superare i 10 secondi, tempo oltre il quale gli utenti non mantengono più l'attenzione sul dialogo.

Estetica e progettazione minimalista: le pagine di una web-application non dovrebbero contenere elementi irrilevanti o raramente utili. Gli elementi grafici inseriti nelle pagine se troppo colorati, elaborati e di dimensioni troppo grandi rispetto ai testi, rischiano di mettere in secondo piano il contenuto informativo della pagina: gli utenti saranno infatti troppo impegnati ad individuare il significato delle immagini e a cercarne la coerenza con i restanti elementi del sistema, per dedicarsi all'analisi dei contenuti informativi delle pagine.

Aiutare gli utenti a riconoscere, diagnosticare ed uscire dalle situazioni di errore: i messaggi di errore dovrebbero indicare con precisione il problema e suggerire una soluzione costruttiva. Ad esempio, qualora l'utente non avesse compilato correttamente uno o più campi a disposizione sulla pagina, il messaggio successivo all'invio dovrebbe segnalargli quali errori sono stati commessi, cosi da permettergli di recuperare con facilità all'invio successivo.

Aiuto e documentazione: è meglio che il sistema si possa usare senza documentazione, ma questa resta necessaria. L'aiuto dovrebbe essere facile da ricercare e focalizzato sulle attività dell'utente, elencare azioni concrete eseguibili e mantenere dimensioni contenute.

 

L' accessibilità, invece, è una delle tappe base nella progettazione di un sito Internet per garantire all'utente una facile fruibilità.

L'accessibilità riguarda due aspetti:


1)l'accesso facilitato per le persone disabili.


2)Per le persone non disabili una buona accessibilità è garantita da vari elementi: dimensioni del testo adeguate, tipi di carattere leggibili, un buon contrasto testo-sfondo, una buona distribuzione del testo che riguarda l'organizzazione in capitoli, paragrafi, interlinee o in generale la formattazione della pagina, la possibilità di avere accesso alla pagina indipendentemente dal metodo utilizzato (computer, PDA, telefono cellulare).

 

Per quanto riguarda l'accessibilità, si seguiranno le regole contenute nelle  Web Content Accessibility Guidelines 1.0, le linee guida del WAI (Web Accessibility Initiative) pubblicate sul sito del W3C.org. Se seguite con cura, queste indicazioni permettono, per esempio, agli utenti disabili di accedere senza difficoltà (o con minori impedimenti) al contenuto dei siti Web o nel caso specifico di web-application.

Le regole WAI possono essere riassunte in pochi principi, estremamente semplificati. È ovvio che per raggiungere gli obiettivi indicati da queste linee guida non bastano semplici accorgimenti, ma è necessario applicare precise scelte tecniche, che richiedono esperienza di programmazione, in particolare nei linguaggi Html e Css, più usati per creare pagine Web di base. Obiettivo finale: rendere il sistema realmente fruibile da tutti. Si possono adottare i seguenti passaggi:

 

1)

Fornire alternative equivalenti al contenuto audio e video, attraverso forme di contenuto integrativo o specifiche etichette scritte;

2)

Non fare affidamento sul solo colore;

3)

Usare marcatori (tag Html) e fogli di stile (Css), e farlo in modo appropriato;

4)

Chiarire l'uso di linguaggi naturali;

5)

Creare tabelle che si trasformino in maniera elegante e coerente (al variare delle condizioni di visualizzazione);

6)

Assicurarsi che le pagine che danno spazio a nuove tecnologie si trasformino in maniera elegante e coerente;

7)

Assicurarsi che l'utente possa tenere sotto controllo i cambiamenti di contenuto nel corso del tempo;

8)

Assicurare l'accessibilità diretta delle interfacce utente incorporate;

9)

Progettare in modo da garantire l'indipendenza dal dispositivo di visualizzazione (tipicamente il browser);

10)

Usare soluzioni provvisorie;

11)

Usare le tecnologie e le raccomandazioni del W3C.org;

12)

Fornire informazione per la contestualizzazione e l'orientamento;

13)

Fornire chiari meccanismi di navigazione;

14)

Assicurarsi che i documenti siano sempre chiari e semplici.

 

Secondo indicazioni internazionali, recepite e divulgate in Italia da Iwa-Italy, e in Europa dal consorzio EuroAccessibility i livelli di accessibilità si suddividono in tre categorie: A, AA e AAA. Il primo stadio si raggiunge quando si risolvono problemi che "devono essere risolti" (priorità definita "must"), perché impediscono l'accesso ai contenuti a determinate categorie di utenti. Il secondo quando si affrontano problemi che "dovrebbero essere risolti" (priorità definita "should") per facilitare l'uso della pagina a determinate categorie di utenti. Infine, la tripla A si ottiene quando si eliminano problemi che "possono essere risolti" (priorità definita "may") al fine di migliorare l'utilizzo della pagina da parte di alcune categorie di utenti. Per rendere accessibile un sito si devono correggere subito i problemi con priorità A e in seguito i problemi di livello AA. Con accessibilità AAA si raggiunge poi il livello più elevato. L'intenzione è quella di riuscire a realizzare, attraverso SSSI, sistemi che abbiano accessibiltà anche di grado AAA.

L'accesibiltà sarà testata mediante applicazioni studiate per eseguire automaticamente queste valutazioni: Screen Reader, Validatori, LIFT o browser testuali (Lynx). Lo strumento più noto è certamente il W3C Validator, mentre il più famoso Screen Reader è invece JAWS.
Per le imprese o i privati non esiste un preciso obbligo a rispettare queste norme. Oggi molti produttori di software, in particolare per il content management, stanno adeguando i sistemi di publishing affinché permettano la costruzione di siti accessibili. Un obbligo, comunque, non c'è. Per la Pubblica Amministrazione, invece, è diverso. La Circolare del Ministero della Funzione Pubblica del 13 marzo 2001, n. 3 “Linee guida per l'organizzazione, l'usabilità e l'accessibilità dei siti web delle pubbliche amministrazioni” cui ha fatto seguito la Legge nº 4/2004 sull'accessibilità pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 17 gennaio 2004 (“Legge Stanca”), impongono alla PA italiana l'adozione di accorgimenti per l'accesso facilitato alle informazioni e l'impiego di "tecnologie assistite" che permettano alle persone disabili, superando o riducendo le condizioni di svantaggio, di accedere ai servizi erogati dai sistemi informatici.
Una web-application accessibile è certamente di qualità. È anche, secondo Nielsen, una scelta economica.

 

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Commenti al Post:
lottergs
lottergs il 24/03/09 alle 12:30 via WEB
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