ECO90IN UN TERRITORIO FINITO CON RISORSE AMBIENTALI ED ENERGETICHE FINITE NON E' POSSIBILE UNA CRESCITA INFINITA ,E' UNO SPRECO INFINITO |
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GIARDINO BOTANICO
IL GIARDINO BOTANICO DI UBOLDO
Il Giardino Botanico di Uboldo, situato in un’area di circa un ettaro nel centro sportivo comunale di via Manzoni e aperto a tutta la popolazione, è nato dalla collaborazione con la Scuola Media Manzoni, l'Amministrazione Comunale dell'epoca con la collaborazione di ECO90 che ha mantenuta la cura fino al 2016. Ogni anno c’è la Festa dell’Albero, dove vengono piantate, assieme ai ragazzi, nuove specie. Questa manifestazione, che l'associazione ECO 90 ha lanciato sempre insieme all'amministrazione di allora, si svolge fin dal 2003 ed oggi è stata istituzionalizzata a livello nazionale e si svolge sempre in data 21 NOVEMBRE.
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Il problema irrisolto dello smaltimento delle scorie nucleari
Francia, rifiuti radioattivi per fare stadi, strade e parcheggiLo denuncia un'inchiesta di France 3
L'inabissamento delle navi ha rappresentato, molto probabilmente, il modo più economico per smaltire scarti nucleari. Ma non è stata l'unica soluzione adottata per far sparire le scorie tossiche. In Francia un'inchiesta televisiva denuncia come i rifiuti pericolosi siano stati utilizzati per realizzare stadi, strade e parcheggi. Elevatissimo il livello di radioattività di molte aree rurali e urbane del Paese.
Una sola nave per il momento è risalita dal fondo del Mediterraneo. Il relitto segnalato dal collaboratore di giustizia Francesco Fonti potrebbe essere il «Cunsky» con il suo carico di rifiuti radioattivi. Fusti pericolosi sarebbero stati sotterrati anche nella Valle del Fiume Oliva. Il fascicolo di quest'ultima inchiesta è ancora in mano al procuratore di Paola, Bruno Giordano che verificherà se esiste un collegamento tra il materiale lì interrato e la motonave della Ignazio Messina. Se così dovesse essere, il magistrato chiederà la riapertura del caso «Jolly Rosso».
L'insabbiamento nei fondali marini o nell'entroterra amanteano dei rifiuti radioattivi rivela, nella sua drammaticità anzitutto ambientale, la questione mai risolta dello smaltimento abusivo e criminale dei rifiuti tossici. Un'inchiesta di France 3, firmata da Emmanuel Amara et Romain Icard, denuncia mostrando l'elevatissimo livello di radioattività di molte aree rurali e urbane del Paese, come le scorie pericolose siano state utilizzate per realizzare opere infrastrutturali: stadi, strade e parcheggi.
La Criirad (Commission de Recherche et d'Information Indépendantes sur la Radioactivité), l'unica commissione di ricerca e d'informazione indipendente sulla radioattività, nel marzo del 2007 ha pubblicato un primo dossier in cui si stimava un totale di circa 225mila tonnellate di materiali di scarto provenienti da una vecchia officina di estrazione dell'Uranio sotterrati nell'area dello stadio nella cittadina di Gueugnon. L'industria in questione è la Cogema (Compagnia Generale delle materie radioattive) che ha prodotto per novantacinque anni uranio concentrato per l'industria nucleare. Nessuno degli abitanti della piccola città situata nella Borgogna è stato messo a conoscenza di quello che accadeva a pochi passi dalla loro quotidianità. Gli unici a conoscere il volto nero dell'impresa erano i lavoratori. Come Jules Rameau, impiegato nell'officina di trattamento dell'uranio dal 1955 al 1980: «L'uranio - racconta a France 2 - arrivava in forma di pietre dalla cava e qui veniva frantumato. Successivamente una macchina lo filtrava. Tutto ciò che era acqua e sabbia è stato portato qui. Vedete lo stadio? Il terrapieno è stato costruito con lo 'sterile'».
I detriti cosiddetti «sterili» sono quelli a basso contenuto di uranio, scartati perché non utili all'industria nucleare. 80 sono i siti contaminati in Francia a causa di un massiccio riutilizzo di materiali di scarto delle miniere di uranio. Sono state individuate infatti aree con una radioattività di 60-100 volte superiore a quella naturale. Ma chi ha abbandonato gli scarti? La CEA (Commissariato dell'energia atomica) e la Cogema, due aziende statali. La Cogema da tre anni è diventata Areva. Stiamo parlando del principale operatore nucleare francese.
I numeri che arrivano dal Paese transalpino sono preoccupanti: tra il 1946 e il 2001 sul territorio francese sono state sfruttate a pieno regime circa 210 miniere di uranio per fornire materia prima alle centrali nucleari nazionali e alle bombe atomiche. 25 i dipartimenti coinvolti dove sono stati interrati o utilizzati per realizzare infrastrutture circa 300 milioni di tonnellate di rifiuti radioattivi. Uno smaltimento a costi bassissimi. Gli unici a pagare, e il prezzo più alto, sono gli abitanti. Come evidenzia uno studio dell'Istituto di Radioprotezione e sicurezza nucleare (IRSN) che dimostra come prolungate esposizioni a basse dosi di radioattività possono creare problemi renali, di respirazione, comportamento, alimentazione e riproduzione. Chi risponderà di tutto questo?
(sabrina pisu) 2009-09-30 16:26:14
Fonte foto: France 3
E da noi?
Cromo, radiazioni, fiori mutanti e tumori
http://www.youtube.com/watch?v=tMW22k1h2Wk
Radioattività presso il Politecnico di Torino
http://www.youtube.com/watch?v=fBndwTvegzk
Cantiere radioattivo a Torino, nessun pericolo secondo l'ARPA
http://www.youtube.com/watch?v=EWgyoRtLx10
Mirko Giammella