Creato da ediedi il 07/05/2009

IL GOLOSORSO ED IO!!

infiniti pensieri & squisite tentazioni

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OGGI...

Post n°6 pubblicato il 13 Maggio 2009 da ediedi
 
Foto di ediedi

Oggi in ufficio sono da sola ed il tempo sembra essersi fermato.. TIC... TIC.. TIC... sono solo le dieci.... !!Fra poco uscirò a caccia di Nesquik.. la suocera lascia il mio Golosorso senza ricariche zuccherine a portata di pancia... !!!

Nel frattempo, tra un dolce far nulla ed un pisolino lieve lieve.. me cala la palpebra!!!.. sto sbirciando in molti foodblog

( a tutte voi che li realizzate.. siete eccezionali!!! io non riesco nemmeno ad inserire le immagini.. o meglio le inserisco non so come, non so dove in qualche modo!!! )

perchè devo prepare una cenetta romantica romantica ( tempo stimato all'evento.. più o meno 2 settimane!! ) e sono a caccia delle idee più invitanti, speziate ed esotiche.Ho voglia di sapori nuovi, di inaspettati contrasti di cromia, consistenza e profumi. Quindi.. fin da ora Vi ringrazio!!!

Ely 

 

 
 
 

ISTANBUL..COSTANTINOPOLI... BISANZIO..

Post n°5 pubblicato il 13 Maggio 2009 da ediedi
 

Le voci dei muezzin si rincorrono nei vicoli fioriti, la sabbia sferza il mio viso rigato dalle lacrime e nebbie purpuree avvolgono il mio corpo stanco.

Trafitta da falsi pensieri avanzo incespicando ad ogni passo.

Avide parole si sono cibate della mia anima ed ora mi abbandonano, infine, sconfitta.

Lascio che il mio cuore sanguini la sua amarezza, lascio esplodere la delusione e il rammarico.

Non mi curo del mio volto, non mi curo degli sguardi altrui che si soffermano sul mio, perso nel vuoto, sui miei occhi ciechi, sul mio silenzio assordante.

Il sole abbraccia docile il Corno d’oro, la basilica di Santa Sofia staglia le sue velleità bizantine  e il palazzo Topkapi lascia esalare l’ultimo canto della donne del sultano.

Sento le voci ridenti delle concubine dell’Harem e le mute vergate delle schiave, sento il profumo degli incensi aromatizzanti e degli oli afrodisiaci spalmati sui gelidi corpi.

Sospiri tremuli e infantili timori di bambine troppo presto immolate all’altare del piacere e della perdizione, abnegazione femminile a capo chino di fronte al potere celeste reso uomo.

Remoti simulacri di un passato ormai divelto, susseguirsi di lacere mutazioni, ora sei Istanbul, prima Costantinopoli ecumenica romana ed ancor più lontano greca Bisanzio.

Immota guardiana dei due mari, tacito fendente di due mondi.

Ora di preghiera.

Il mercato si svuota, la calca mi supera sfiorandomi. Mi lascio carezzare dalle lievi tuniche delle donne che si affrettano per la cena e mi lascio sorprendere dalle variopinte spezie che brillano nel legno, gialle, arancio, rosse, porpora e tante altre ancora che si moltiplicano a perdita d’occhio sulle bancarelle. I profumi si mescolano in un incontro appagante e stridulo, salsicce calde e yogurt, riso e cipolle, fragranti dolci di frutta secca e inebrianti calici d’anice. Mi fermo e lascio stuzzicare il mio appetito. E’ da quando sono partita che non tocco cibo, è da quando ho deciso di fuggire dal mio passato che il mio corpo rifiuta qualsiasi sussistenza, come se volesse egli stesso rifuggire dalla vita plagiata.

Acquisto un sacchetto di frutta disidratata. Ananas, mango, papaia, cocco, kiwi, pera, mela, fico, albicocca e la gusto lentamente lasciando il tempo di assaporarne l’esotico in ogni sfaccettatura.

Mi avvio verso il mare, il sole vi si sta tuffando dentro ed il ponte sul Bosforo inizia ad illuminarsi.

Quante arzigogolati ricami della mente non mi hanno fatto accorgere della caotica frenesia intorno a me, ma è bello rinchiudersi in una  remota torre d’avorio che tutti possono guardare ma mai nessuno può valicare.

Un rifugio dal mondo, un rifugio da me stessa, non voglio tornare a vedere ciò che è al di la di questo mare, non voglio vedere la mia Itaca, non voglio vedere il mio passato.

Voglio lasciarmi rapire con violenza da questa linea di cupole e minareti, da queste vie strette, da questo fascino senza tempo; qui dove mi getto tra le braccia di un lento divenire in cui voglio perdermi.

Ieri, ho arraffato in fretta e furia giusto l’essenziale per coprirmi e mi sono imbarcata sul primo aereo. Non una parola, non un cenno d’assenso o di dissenso, non un suono ho lasciato emettere alle mia bocca… non un pensiero ha più fatto vibrare le mie corde.

Mi sono chiusa nel silenzio,  ho finito il fiato, non ho trovato più sintassi, né formulazione, nessuna spiegazione, nessuna giustificazione, nessuna apologia, nessuna tregua.

Ed ora nella solitudine dell’incomunicabilità mi sento a casa, ammiro la moschea Blu che rende unica la costa, immagino di correre nei giardini della ville ottomane; luoghi reconditi di passioni proibite e d’incesti.

Quante volte nell’oblio mi sono persa in queste immagini; solo un istante per sentirmi eterna… invulnerabile.. inesistente…effimera.

Ed ora sono qui dove nessuno mi conosce, nessuno mi scalfisce, nessuno mi logora, giustamente indifferente, finalmente sola, ma sola perché lo voglio.

 

 

 

 

 
 
 

RESPIRARE IL SUO RESPIRO

Post n°4 pubblicato il 09 Maggio 2009 da ediedi
 

Respirare il suo respiro, perdermi nel suo sguardo

così vicino al mio, troppo vicino… che assurdità.

Tanto vicino da farmi sussultare, da inibire il mio cuore dal suo incessante incedere.

Un solo istante in cui ogni oggetto scompare, ogni voce diventa sorda, ogni vento turbine luminoso.

Io e lui, da soli, nell’infinito.

Nel vuoto che non lascia correre il tempo, dove le parole sono echi remoti.

Per più fiate gli occhi si sono incontrati, nell’etere cristallino, nell’immoto divenire dell’essere, nel lento progredire della ragione, nel baratro degli istinti, nel diluvio delle certezze.

Pensieri, pensieri, solo pensieri così volatili, che appena nati si librano in cielo come aquile.

Con la grazia di un volo infinto, dell’eleganza del proibito, della violenza primordiale, della sopravvivenza obnubilata.

Terme sulfuree, o coriandoli di neve. Danzanti vapori o precipitanti candori.

Sotto lacrime dal cielo o baciata dal sole in quell’ insostenibile leggerezza di un taciuto disio.

Ed ora mi accorgo che le parole non bastano, le lettere si disgregano, la sintassi si fa sempre più irrisoria sgretolandosi negli antri di ciò che avrei voluto dire.

Silenzio..

Silenzio della notte; frusciare delle foglie danzanti nel vento.

Rami secchi ondeggiano divelti dalle folate ed il ruscello precipita in diverticoli  vacui.

Un ululato lontano, grida ferine di fuggevoli selvaggi.

Il mio passo è svelto sul cupo sentiero, solo la luna mi è guida nelle tenebre.

Groviglio di rovi che attanaglia il cielo, invulnerabile morsa di oscuri talenti.

La fiamma della lanterna vacilla, un gemito e poi.. tutto tace.

Ed ancora quel respiro, quella dolcissima condensa sul mio viso.

Perché non devo aver paura, perché nulla mi può sfiorare, perché sono al sicuro nel calore inaspettato di un sorriso che non vorrei vedere.

Eppure nell’oscurità sorridi, sorridi nel proibito, sorridi nella selva dagli eterni pericoli, dove un piede in fallo mi farebbe crollare, come una marionetta alla quale vengono recisi i fili, come una marionetta accasciata senza voce.

Eppure tutto il mondo sembra così piccolo e lontano, una biglia che imprigiona miliardi di vite.

Vite di corsa.. vite frenetiche, forse un po’ troppo vuote, forse solo disattente… eppure quante cose si perdono, quante cose si affievoliscono.

Quanti piccoli istanti possono divenire interminabili se solo lo si volesse.

Ancora quello sguardo senza fine… di nuovo, nel deserto e nel cuore.

Come vorrei che i suoi occhi non si abbassassero mai, che cercassero il mio sguardo per perdersi; mentre io non ho il coraggio nemmeno di alzarli.. eppure lo vedo camminare, lo vedo muoversi, lo vedo ridere e lo sento respirare.

Soli sulla strada…

Il sole si tuffa all’orizzonte trascinando con se tutte le parole non dette.

Le vedo, le vedo chiaramente.. di più, molte di più..

..eppure non proferisci verbo..

..eppure non proferisco suono..

…eppure siamo io e te.. nell’impossibilità, in una nicchia inesistente siamo pur sempre noi.

 

 

 

angeli[1].jpg

 
 
 

RUE DE RIVOLI 226

Post n°3 pubblicato il 09 Maggio 2009 da ediedi
 

L’aria è gelida, il sole primaverile, i profumi dolci.. dolcissimi.
Biscotti caldi appena sfornati, cacao amaro leggermente posato sulla bianca schiuma, aroma d’Arabia gentilmente tostata.
Intorno a me le persone corrono.
Fuggono inconsapevoli da loro stesse.
Non trovano nemmeno un istante per lasciarsi sospingere dai turbini dell’aere lieve, per notare che al di là di tutto questo c’è l’infinito.

E che dire di me… non amo il vento del Nord, Lappone dominatore, pungente e violento.
Lame ghiacciate che trafiggono impietose;
danzante cromia luminosa dell’estatica Aurora;
sei mesi di vita e sei mesi di morte.

Incedo piacevolmente in quello del Sud,
del torbido Sahara.
che riecheggia grida di battaglia dei Tuareg;
che cala silenzioso, pesante e ruvido;
granelli di polvere che avvolgono i misteri della Genesi e del guerriero di Orione.
che sussurra i cartigli di immortali sovrani e grandiosi Dei;


Mi lascio penetrare dal Vento dell’Est che profuma di Persia;
di oppiacei incensi danzanti nell’aria;
di pepe nero e verde, di peperoncino e cumino, dell’afrodisiaco zenzero e della provocante cannella.
Mai dimentico delle lascive fantasie.
Sognatore di notti di disio, di corpi che non si vogliono lasciare, di ancheggianti danzatrici, di sguardi traditori, di oli di cardamomo e vaniglia.


Ascolto il Vento dell’Ovest che rifugge dalle Colonne d’Ercole.
Laddove il mondo precipita nel nulla.
Laddove Atlantide fu ratta dalle propaggini di Poseidone.
Laddove anche la Terra ritorna al fuoco
Laddove finisce lo scibile ed inizia la libertà.


Io sono un soffio di vento dolce e speziato, con l’ essenza del burro e delle uova, dello zucchero lasciato imbrunire e della cioccolata calda.
Pura, fondente;
con un goccio di Rhum, forte e persistente;
con un pizzico di cocco;
con delicatissima panna montata
ed una spolverata di cannella.


Chiudo gli occhi ed assaporo il mio cappuccino, assaggio una meringa ed un pralina.
Non mi abituerò mai a questa infinita delizia eppure tutte le mattine mi siedo a questo tavolo, tra gli specchi e gli affreschi Belle Epoque.
Scorgo Rue de Rivoli ed i giardini in fiore.
Lascio correre il tempo e con esso i miei pensieri tristi.
Ancora una sorso.. qui da Angelina è tutto così familiare.
Per poco ritorno bambina, quando la nonna non finiva mai di abbracciarmi;
quando tutto era permesso; i piccoli capricci e gli errori;
quando potevo correre libera per casa a piedi scalzi;
quando le lacrime potevano rigare il mio viso;
quando non ero mai sola e non avevo mai paura di chiudere gli occhi;
e quando ancora non sapevo che ci sarebbero stati momenti in cui non li avrei voluti riaprire.


Ora mi lascio cullare dal vento;
mi lascio sfiorare ed accarezzare i capelli.
Il mio cuore si è assopito, non più urla, non più parole .
il battito è leggero;
i sospiri lenti.
Non voglio più aver paura di vedere il mondo, perché il mondo è davanti a me..
e mentre il sole inizia a tuffarsi nella Senna e dorare il Louvre, sono certa di non volerli più chiudere.

angelinapatisserie.jpg
 
 
 

CI SONO ANCH'IO...

Post n°1 pubblicato il 09 Maggio 2009 da ediedi
Foto di ediedi

Ciao!!!

Anch'io, infine, ho deciso di ritagliarmi un angolino nella rete in cui far confluire i miei pensieri, i miei racconti, i miei aneddoti e le mie passioni.

A breve lascerò scorrere l'inventiva nelle parole ed i desideri in viaggi onirici, ma ampio spazio dedicherò alla cucina, ai viaggi, ai ristoranti ed a tutto ciò che c'è di meraviglioso in questo cantuccio d'universo.

A presto!!!

 

 

 
 
 
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