MARCELLA ADDIO

Post n°28 pubblicato il 16 Settembre 2010 da menozzi_elisa0

 

 

 

 

IO TI RICORDO COSì , NON HO ALTRE  PAROLE CHE SE NON PORTARTI CON ME   NEL MIO CUORE PER SEMPRE.

 
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LA SFILATA

Post n°27 pubblicato il 04 Settembre 2010 da menozzi_elisa0

 

40526_1248929161941_1790837108_489230_2542586_nAnche quest'anno torna il consueto appuntamento con la kermesse bolognese più colorata, sberluccicante e irriverente.

Dal 1994 esiste nello scenario estivo di Bologna un’ interessante manifestazione che cuce insieme moda, spettacolo, performance, travestimento, beneficenza e solidarietà, il tutto insaporito da una manciata di brillio e colore: The Italian Miss Alternative è da 16 anni la sfilata di moda, organizzata dal Cassero, più irriverente e creativa in assoluto perché non porta sulla passerella giovani modelle traballanti ed emaciate, bensì giovanotti en travesti che si confezionano da soli il proprio abito con materiali poveri, di recupero, rovistando nei ritagli della propria fantasia per generare un costume che non è semplicemente un vestito ma un contenitore esibito di combattimento, provocazione, orgoglio omosessuale, divertimento e volontà di lottare, con una sana dose di sdrammatizzazione, contro l’Aids.

Non si tratta di travestimento tout court o di sartoria teatrale, è qualcosa di più complesso poiché la “modella” che sfila, attenendosi al tema deciso anno in anno e sempre diverso, scava nel suo immaginario, pesca qualcosa di significativo della la propria personalità e comincia a ideare il suo costume, interpretandosi, raccogliendo il materiale con il quale costruirà la sua mise e immaginando l’abbinamento con la base musicale.

Si tratta quindi della fabbricazione di un vero e proprio evento performativo, della realizzazione concreta attraverso l’immagine visiva di un’idea e di un concetto, di un qualcosa che si vuole dire.

Gli abiti sono confezionati ed autoprodotti con accenni di stoffa e materiali di recupero, poche cuciture, molti chiodi, coccoina e chilometri di biadesivo da moquette, della plastica o del cellophane agganciato a degli strass, una mega parrucca; l’unico elemento che cita il versante femminino è l’uso del tacco altissimo, cui nessuna modella rinuncerebbe mai.

La manifestazione è un concorso nazionale rivolto a giovanotti, in cui ogni anno una giuria composta da giornalisti e personaggi di spicco dello spettacolo elegge la Miss più creativa, più intrigante e vincente nell’esibizione della sua idea e del suo Io: l’estro di ogni partecipante ha sempre elevato lo spettacolo ad una performance degna di una Biennale d’arte, ma la nobiltà più grande di questa kermesse deriva dallo scopo benefico, la raccolta di fondi per la ricerca contro l’Aids alla quale il biglietto di ingresso è completamente devoluto.

Come al tocco di una bacchetta magica, una semplice sfilata di moda diventa portatrice di valori umani e culturali importanti, la battaglia contro la malattia della nostra contemporaneità associata a momenti di diversione legati al travestimento, all’esperienza teatrale camp en travesti degli anni Settanta e Ottanta, da Mario Mieli, a Paolo Poli, a Leopoldo Mastelloni, alla moda, alla performance.E come diceva Stefano Casagrande, il mitico camaleontico fondatore della kermesse "Non brilli per intelligenza? Comprati un diamante!". Ebbene si, il tema di quest'anno sarà il lusso, interpretato secondo la fantasia e l'estro di ciascuna modella.

Io ci sono stata, e posso confermare di aver respirato un'atmosfera bellissima, fatta di tanto colore, tanta gioia e ironia, una botta di vera arte e vera creatività, la rivolta degli orecchini a lampadario contro la polvere di una cultura che spesso è noiosa, trita e ritrita. Miss Alternative vi aspetta il 12 Settembre, nel cuore della città, a Palazzo Re Enzo, e sono già in vendita i biglietti:

poltronissima/sostenitore , 50 euro (dà diritto ad entrare nella giuria)

poltrona, 20 euro

ingresso (in piedi) 12 euro

Palazzo Re Enzo, Bologna, 12 settembre ore 22

www.cassero.it

 
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FELLATIO NOME VULGARIS POMPINO

Post n°26 pubblicato il 06 Marzo 2010 da menozzi_elisa0

1)persone perfettine,schizzinose e altezzose non leggete; 2)non prendetemi per maniaco (lo sono),faccio quest'intervento perchè una persona mi ha fatto vedere un articolo di cui nn condividevo le informazioni,ho decisono dopo aver un
2 robe a due sboldre di revisionarla....non vi dico che sganasciata di risate che faccio ancora ora...
3)ragazze e ragazzi commentate e vediamo se siete d'accordo o meno.

Dunque, il pompino è un arte che nasce secoli addietro,anzi millenni ed era una pratica già conosciuta dagli egizi,che è arrivata fino ai giorni nostri. Ci sono diversi posti dove può essere fatto,dal bagno del gatto matto (che ricordi) al sedile posteriore della escort o perfino al cinema,ma insomma ogni posto è quello giusto,basta che le due persone (o più nel caso di orge) si sentano a loro agio.Insomma situzione tipo: tu donna sei con un uomo che ti piace e sai che gli piacerebbe avere un bel pompino proprio ora. Dopo che si sarà avvicinato a te (se non lo fa è proprio un coglione) comincia ad accarezzarlo e fai sciovolare lentamente le mani sul suo pacco...se la bestia da segni di vità allora e tutto tuo,se non è così non scoraggiarti,e contiua a leggere. Il livello della sua nervosia o d'imbarazzo è alle stelle perchè magari ha poca confidenza con questo genere di rapporto sessuale,allora affera il cazzo, e appoggiati sulla sua faccia e bacialo con passione,e tasta in basso per vedere se ottieni un ritorno in vita. Qualsiasi tipo di movimento è buon segno. Adesso tiraglielo fuori e guarda com'è. Se è dritto stai facendo un buon lavoro, altrimenti ecco quello che devi fare: tira fuori le palle (sarebbe più pratico se togliessi i pantaloni).Con la mano sinistra sinistra afferagli le palle con decisione (occhio però....), e il cazzo nella destra. Stringile gentilmente verso il basso e preparati a succhiare. Fai scorrere la tua lingua sulle labbra per bagnarle e guarda la faccia del tuo uomo.Ricorda che negtlio uomini la libido è stimolato soprattutto dal contatto visivo. Adesso apri solo un po' la bocca,quel po' che basta per stuzzicare ed eccitarlo (nn farlo soffire troppo...)e soffiaci sopra alito caldo. Tira fuori la tua lingua un'altra volta e avvicinati a lui, stuzzicalo. Nel frattempo la tua mano sinistra sta massaggiando le sue palle, magari grattandole leggermente. Per le più bramose di cazzo,si ricorda che circa a metà tra l'ano e i testicoli c'è il muscolo che causa l'erezione che se stimolato da ottimi risultati..Dopo averlo leccato molto al tuo uomo (sempre che sia degno ti tale appellativo) dovrebbe avere un bel palo e comincerà ad avere sempre più voglia di te. Tienilo in stallo,fatti desiderare,occhio però a non esagerare altrimenti rovini tutto,guarda la sua espressione,ti dovrebbe dire tutto..Comincia a muovere la linuga dalla base fino appa punta della cappella,senza fermarti.Puoi anche giocare con la lingua nel suo buchetto,però a non tutti piace (a me per non molto).Ora la parte più bella,prendi la cappella e mettila in bocca e con la lingua leccalal dolcemente,e piano piano vai sempre più giù fino a prenderlo tutto in bocca (le dimensioni non contano,ma contà bensì la posizione adottata..vi do un indizio...l'ideale è simile alle 69..ma con una piccola variante...scopritela..).Ora è tutto tuo,è in tuo potere.Rimani pochi istatnti con il cazzo tutto dento..e ora dai sfogo alle tue fantasie perchè le basi le hai...occhio ad una cosa ,quando il tuo starà per venre fermati,temporeggia,le cose sofferte sono le più belle...chiaramente ci sono dei chiari (notiamo chiaramente-chiara..ahahahahah..) che imparerai a riconoscere col tempo..ingrossamenti,cazzo più turgido ecc...Ricorda che se questi movimenti ripetuti senza sosta cominciano a stufare..quindi cambia gioco..Al punto dell'orgasmo, cioè dove sei quasi in questo momento, muovi la tua mano destra verso la base del cazzo e strizzalo. Ora la cappella è lucente e liscia. continua a prendere il cazzo in bocca, succhia e prova le varie posizioni, finchè non vedi che l'uomo non ce la fa più e sta per venire. Quello che fai adesso è una cosa tra te e il tuo porcello, personalmente sono cazzi vostri di ciò che ne fate...non buttare giù solo perchè lo chiede lui se non ti va,rischi di vomitare e non ci fa una bella figura..se invece sei bramosa di provare allora tienilo in bocca e butta giù poco alla volta..Ringrazio la amiche che hanno fornito preziose informazioni e ringrazio tutte quelle che hanno arrichitito il mio patrimonio in materia..ahahahahhahahahahhahah...naturalmente ci sarà anche l'intervento dedicato alla sesso orale praticato da uomo a donna....ahahahahhahahahahahahahahhahahahahahaahahaahah...giulia (L)(L)(L)(L)(L)

 
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transfobia omofobia stalking mobbing

Post n°25 pubblicato il 21 Febbraio 2010 da menozzi_elisa0

L'omofobia "può essere definita come una paura e un'avversione irrazionale nei confronti dell'omosessualità e di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (GLBT), basata sul pregiudizio e analoga al razzismo, alla xenofobia, all'antisemitismo e al sessismo"[1]. Con il termine "omofobia" quindi si indica generalmente un insieme di sentimenti, pensieri e comportamenti avversi all'omosessualità o alle persone omosessuali[2].Le diverse definizioni di omofobia proposte possono essere sintetizzate in tre principali prospettive: accezione pregiudiziale, accezione discriminatoria e accezione psicopatologica:[3]Con transfobia si intende l'avversione, solitamente prodotta da pregiudizi, nei confronti di persone transessuali o transgender, che può portare a comportamenti discriminanti nella società o nel lavoro, fino a manifestazioni di aggressività violenta.l'accezione pregiudiziale considera come omofobia qualsiasi giudizio negativo nei confronti dell'omosessualità. In questa definizione vengono considerate manifestazioni di omofobia anche tutte le convinzioni personali e sociali contrarie all'omosessualità come ad esempio: la convinzione che l'omosessualità sia patologica, immorale, contronatura, socialmente pericolosa, invalidante; la non condivisione dei comportamenti delle persone omosessuali e delle rivendicazioni sociali e giuridiche delle persone omosessuali. Non rientra in questa accezione la conversione in agito violento o persecutorio nei confronti delle persone omosessuali[4]. l'accezione discriminatoria considera come omofobia tutti quei comportamenti riconducibili al sessismo che ledono i diritti e la dignità delle persone omosessuali sulla base del loro orientamento sessuale. Rientrano in questa definizione le discriminazioni sul posto di lavoro, nelle istituzioni, nella cultura, gli atti di violenza fisica e psicologica (percosse, insulti, maltrattamenti). Questa definizione – che comprende anche l'acting out del sentimento discriminatorio – può essere considerata più pertinente al costrutto di omofobia in senso ristretto[5]. l'accezione psicopatologica considera l'omofobia come una fobia, cioè una irrazionale e persistente paura e repulsione nei confronti delle persone omosessuali che compromette il funzionamento psicologico della persona che ne presenta i sintomi. Tale valutazione diagnostica includerebbe quindi l'omofobia all'interno della categoria diagnostica dei disturbi d'ansia e rientrerebbe all'interno dell'etichetta di fobia specifica[6]. A differenza delle prime due accezioni, l'omofobia come fobia specifica non è frutto di un consapevole pregiudizio negativo nei confronti dell'omosessualità quanto piuttosto di una dinamica irrazionale legata ai vissuti personali del soggetto. Quest'ultima definizione, per quanto più attinente alla radice etimologica del termine, ad oggi non è sostenuta da una letteratura sufficiente da farla inserire nei principali manuali psicodiagnostici[7]. obabilmente l'omofobia è correlata al timore di essere considerati omosessuali. Questo timore, dice Erich Fromm, è più frequente negli uomini che nelle donne, perché dal punto di vista culturale il maschio omosessuale viene considerato una "femminuccia", e nel pensiero sessista dominante « se un ragazzo viene definito "femminuccia", si sente bollato e umiliato dal gruppo. Se una ragazza è invece definita un "maschiaccio", a ciò non si accompagna uguale disapprovazione, anzi, spesso diventa motivo di orgoglio [...] Così la "femminuccia" è un codardo, un mammone, mentre la "maschiaccia" è una ragazza coraggiosa, capace di tener testa a un ragazzo. Probabilmente questi giudizi di valore vengono sussunti nell'atteggiamento che in seguito si sviluppa nei confronti dell'omosessualità nei due sessi.[11] » (Erich Fromm) Secondo il teorico Calvin Thomas « il terrore di essere considerati omosessuali domina le menti dei "normali eterosessuali", perché proprio questo terrore costituisce la mente di un "normale eterosessuale". È esattamente questo orrore per le "abiette" passioni omosessuali, prodotto e rinforzato dalla società, che crea e fa perdurare le mentalità dei "normali eterosessuali" in quanto tali [...] e che governa l'istituzione della "normativa etero" [...]. L'omofobia comporta non solo la paura di coloro che sono spregevolmente identificati ma anche la paura di essere a propria volta spregevolmente riconosciuti: la paura, come dal significato letterale della parola, di essere "uguali a". Quest'ultima paura è una componente considerevolmente più forte nell'omofobia che nel sessismo o nel razzismo, perché il maschio sessista o il bianco razzista corrono molto meno il "pericolo" di essere scambiati per una donna o un non-bianco, rispetto a un "normale eterosessuale" di essere "scambiato" per un omosessuale...[12] » L’omofobia interiorizzata consiste nell’accettazione da parte di gay e lesbiche di tutti i pregiudizi, le etichette negative e gli atteggiamenti discriminatori verso l'omosessualità. Questa interiorizzazione del pregiudizio è per lo più inconspevole e può portare a vivere con difficoltà il proprio orientamento sessuale, a contrastarlo, a negarlo o addirittura a nutrire sentimenti discriminatori nei confronti degli omosessualiL'omofobia può diventare causa di episodi di bullismo, di violenza o di mobbing nei confronti delle persone LGBT[16]. Secondo l'Agenzia per i diritti Fondamentali (FRA) dell’Unione Europea l'omofobia nel 2009 danneggia la salute e la carriera di quasi 4 milioni di persone in Europa[17][16]. L'Italia è il paese dell'Unione Europea con il maggior tasso di omofobia sociale, politica ed istituzionaleIn ambito legislativo, in molte nazioni, soprattutto europee sono previsti strumenti legislativi, di carattere civile e penale, finalizzati al contrasto dell'omofobia intesa principalmente come discriminazione basata sull'orientamento sessuale.Va evidenziato che le legislazioni esistenti in molti casi mantengono distinto l'aspetto della non discriminazione dalle norme mirate invece a sanzionare in modo specifico azioni e comportamenti esplicitamente omofobici, quali atti violenti o di incitamento anche solo verbale all'odio. Ci sono legislazioni che fanno rientrare questo secondo aspetto in un ambito legislativo non specifico, non considerando quindi la motivazione dell'omofobia per il reato o non prevedendo sanzioni specifiche per le espressioni di odio o di incitamento all'odio legate all'orientamento sessuale.L'omofobia, intesa come atto violento e/o incitamento all'odio, è esplicitamente punita come reato[19] con sanzioni carcerarie e/o pecuniarie in Danimarca, Francia, Islanda, Norvegia, Paesi Bassi, Svezia e a livello regionale in Tasmania (vietato l'incitamento all'odio). Con un emendamento allo Hate Crimes Bill approvato dal Congresso nell'ottobre 2009 e denominato Matthew Shepard Act, gli Stati Uniti d'America hanno stabilito che la violenza causata da odio basato sull'orientamento sessuale costituisce un reato federale[20].Norme antidiscriminatorie che menzionano esplicitamente l'orientamento sessuale sono in vigore in Europa[19], oltre che nei paesi sopra citati, in Austria, Belgio, Cipro, Finlandia, in quattro Länder della Germania (Berlino, Brandeburgo, Sassonia e Turingia), Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Romania, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ungheria, Regno Unito, Repubblica Ceca, Serbia e Montenegro.Al di fuori dell'Europa, leggi antidiscriminazione sull'orientamento sessuale sono in vigore[19] in Australia, in alcuni stati del Brasile, in Canada, Colombia, Ecuador, Isole Fiji, Israele e Sudafrica.Il mobbing è, nell'accezione più comune in Italia, un insieme di comportamenti violenti (abusi psicologici, angherie, vessazioni, demansionamento, emarginazione, umiliazioni, maldicenze, ostracizzazione, etc.) perpetrati da parte di superiori e/o colleghi nei confronti di un lavoratore, prolungato nel tempo e lesivo della dignità personale e professionale nonché della salute psicofisica dello stesso. I singoli atteggiamenti molesti (o emulativi) non raggiungono necessariamente la soglia del reato né debbono essere di per sé illegittimi, ma nell'insieme producono danneggiamenti plurioffensivi anche gravi con conseguenze sul patrimonio della vittima, la sua salute, la sua esistenza.Più in generale, il termine indica i comportamenti violenti che un gruppo (sociale, familiare, animale) rivolge ad un suo membro.Terminologia e significato criminologico [modifica]Il termine inglese stalking, suggerito dalla letteratura scientifica specializzata anglofona in tema di molestie assillanti, intende un insieme di comportamenti molesti e continui, costituiti da ininterrotti appostamenti nei pressi del domicilio o degli ambienti comunemente frequentati dalla vittima, ulteriormente reiterati da intrusioni nella sua vita privata alla ricerca di un contatto personale per mezzo di pedinamenti, telefonate oscene od indesiderate.Intende, inoltre, l'invio di lettere, biglietti, posta elettronica, sms e oggetti non richiesti (più difficile è l'attribuizione del reato di stalking a messaggi non desiderati di tipo affettuoso - specie da parte di ex-partner o amici - che può variare a seconda dei casi personali). Oppure producendo scritte sui muri o atti vandalici con il danneggiamento di beni, in modo persistente e ossessivo, in un crescendo culminante in minacce, scritte e verbali, degenerando talvolta in aggressioni fisiche con il ferimento od, addirittura, l'uccisione della vittima. Tutto ciò, o parte di esso se compiuto in modo persistente e tenace in modo da indurre anche solo paura e malessere psicologico o fisico nella vittima, sono atti pesecutori, e chi li attua è un persecutore. Ovvero, un soggetto che commette un atto criminale, in alcuni Paesi punito dalla legge. Esso si differenzia dalla semplice molestia per la frequenza e la durata della variegata congerie comportamentale.Da un punto di vista etimologico, il termine stalk è variamente traducibile nella nostra lingua come "caccia in appostamento", "caccia furtiva", "pedinamento furtivo", "avvicinarsi furtivamente", "avvicinarsi di soppiatto" (a selvaggina, nemici). La parola stalker è traducibile come "cacciatore all'agguato", "chi avanza furtivamente". Questi termini non chiariscono sufficientemente il significato anglosassone che è dato agli stalker che pedinano la vittima per scopi puramente molesti. Il verbo to stalk è altrettanto traducibile col significato di "inseguire furtivamente la preda" e deriva dal linguaggio tecnico-gergale venatorio[3]. Letteralmente stalking significa "fare la posta", "inseguimento"[4].Non esiste una definizione generalmente accettata di stalking, ma così come enunciato da studiosi delle molestie assillanti di lingua anglofona è comunque colui che si "apposta", che "insegue", che "pedina e controlla" la propria vittima. Il termine "inseguimento" è quello più largamente usato e tradotto[5]. Quest'ultima definizione sembra la più vicina al comportamento tipico del molestatore assillante che è, infatti, quello di seguire la vittima nei suoi movimenti per poi intromettersi nella sua vita privata[6].Nel linguaggio accademico sono usate differenti definizioni scientifiche. I termini recentemente impiegati in varie lingue, per coprire l'area semantica dell'intrusione relazionale ripetuta ed assillante, sono numerosi ed appartengono a vari contesti come quello criminologico, psichiatrico, psicologico e legislativo.Nella lingua inglese oltre a stalking sono usati i termini obsessional harassment, criminal harassment, obsessional following, obsessional relational intrusion; nell'italiana, greca e francese: molestie assillanti, dioxis, harcèlement du trosième type, etc.[7]. Nella disamina della letteratura corrente il termine harassment è molto spesso ricorrente; deriva dal verbo to harass, col significato di "tormentare", "molestare", "opprimere". harassment criminale è difatti il reato della molestia e della persecuzioni sanzionato nei Paesi del common law.Stalking è un termine inglese (letteralmente: perseguitare) che indica una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un'altra persona, perseguitandola ed ingenerandole stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità. Questo tipo di condotta è penalmente rilevante in molti ordinamenti; in quello italiano la fattispecie è rubricata come atti persecutori, riprendendo una delle diverse locuzioni con le quali è tradotto il termine stalking. Il fenomeno è anche chiamato sindrome del molestatore assillante.La persecuzione avviene solitamente mediante reiterati tentativi di comunicazione verbale e scritta, appostamenti ed intrusioni nella vita privata.Lo stalking può nascere come complicazione di una qualsiasi relazione interpersonale, è un modello comportamentale che identifica intrusioni costanti nella vita pubblica e privata di una o più persone[1].

 
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Transgender Day of Remembrance

Post n°24 pubblicato il 07 Novembre 2009 da menozzi_elisa0


ASSOCIAZIONE M.I.T.
VENERDI 20 NOVEMBRE 2009
                                                    TDOR                                                      

Transfobia!?... per esempio l’Italia!

“Erano convulsioni del mondo, noi ci scavavamo una tana e tiravamo avanti. Sono i grigi che fanno un paese, chi non conta tace, subisce, o anche applaude ma aspetta che passi.
Si avvezza a credere che passerà, che stia passando. Bisogna che abbia l’acqua alla gola per ammettere l’irreparabile. Così accadono le enormità”.
Rossana Rossanda in La ragazza del secolo scorso

Sappiamo che durante il fascismo si girava la testa dall’altra parte, si preferiva non vedere, non sapere tutto quello che stava accadendo, il confino, le violenze, fino alla deportazione di tutti i diversi, compresi omosessuali e transessuali. Più o meno quello che succede oggi in Italia dove si consuma il più alto numero di omicidi di transessuali, dove le aggressioni transfobiche si susseguono a ritmo serrato, dove l’esclusione e l’emarginazione nei confronti delle persone transessuali sono altissime e dove… si preferisce non parlarne, girare la testa da un’altra parte perché la cosa non è importante. La questione non riguarda la politica perché in Italia i dettami del Vaticano proibiscono di toccare l’argomento…ci sono cose più importanti appunto. Salvo a parlarne (a sproposito) quando scoppia lo scandalo che vede coinvolto il personaggio di spicco beccato in flagranza con il simbolo stesso del peccato. 
In Italia dove da una legge contro la discriminazione paradossalmente viene tolta la categoria più colpita, i/le transessuali appunto! Dove una legge contro le discriminazioni già ripulita e ridotta all’osso viene bocciata in commissione con motivazioni uguali a quelle dei tribunali dell’inquisizione. Dove giornali e televisione riducono tutto in folklore e cronaca nera compresa la dignità di migliaia di transessuali. Dove negli atti di bullismo la parola più gridata è brutto frocio  rivolto indistintamente sia a gay che a transessuali. Dove un prete che unisce in matrimonio una trans viene scomunicato. Dove si orchestrano campagne elettorali centrate sulla paura del diverso, sul degrado, sulla minaccia alla morale indicando per questo gli untori da cui difendersi…tra cui le transessuali. Dove dai pulpiti ecclesiastici viene ribadito che la natura ha creato l’uomo e la donna, tutto il resto è abominio. E intanto, a causa di tutto questo, la violenza trans fobica si è cronicizzata, si è radicata al punto di diventare una caratteristica della cultura italica. Non vogliamo celebrare la solita ricorrenza con la solita mestizia e rassegnazione ma con il nostro orgoglio e la nostra dignità che noi e solo noi ci siamo guadagnati. Riprendendo gli stessi concetti usati contro di noi, li ribaltiamo  rimandandoli al mittente, perchè quello che succede in Italia è vergognoso, indecente, indecoroso, scandaloso.
In Italia appunto, il Transgender Day of Remembrance, la giornata dedicata in tutto il mondo alle persone transessuali uccise. Ogni anno viene compilata la lista con i nomi di tutte/i coloro che sono stati assassinati negli ultimi 365 giorni…tanti, troppi!

Dal 1998 in tutto il mondo il 20 novembre si celebra il Tdor, il Transgender day of Remembrance, ovvero la giornata dedicata alle vittime della transfobia.
Per ricordare chi ha dovuto pagare con la propria vita il prezzo di poter essere se stessi.

 
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