EREMO MISANTROPO
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Post n°1384 pubblicato il 04 Ottobre 2016 da Pitagora_Stonato
Incagliato così, in un'altra occasione, in una regione di spessa sabbia, attendevo l'alba. Le colline d'oro offrivano alla luna il versante illuminato, e versanti d'ombra salivano fino alla linea di displuvio della luce. Su quel cantiere deserto, di ombra e di, luna, regnava un silenzio da sospensione del lavoro, ed anche un silenzio di trappola, in seno al quale mi addormentai.
Quando mi ridestai, null'altro vidi che la conca del cielo notturno, poiché ero steso su un crinale, a braccia spalancate e col viso rivolto a quel vivaio di stelle. Non avendo ancora capito quali profondità fossero, quelle, fui colto dalla vertigine, nell'assenza di una radice alla quale trattenermi, nell'assenza di un tetto, di un ramo tra quelle profondità e me, che ero già sganciato, consegnato alla caduta come un tuffatore.
Ma non caddi. Mi scoprii annodato alla terra, dalla nuca ai tacchi. Mi sentii come acquietato, per il fatto di abbandonarle il mio peso. La gravitazione mi apparve suprema come l'amore. ***
La terra, così, è deserta e feconda al tempo stesso. Feconda d’orti segreti, nascosti, che si raggiungono difficilmente, ma ai quali sempre, un giorno o l’altro, il mestiere ci riconduce. Può darsi che la vita ci stacchi dai compagni, c'impedisca di pensare molto a loro, ma da qualche parte, non si sa bene dove, essi esistono, silenziosi e dimenticati e tuttavia talmente fedeli! E se incrociamo il loro cammino, ci danno manate sulle spalle con belle esplosioni di gioia! Certo, siamo abituati ad aspettare...
Ma scopriamo, a poco a poco, che, di quello, non udremo mai più il riso squillante, scopriamo che, quell'orto, ci è precluso per sempre. Comincia allora il nostro lutto vero, non straziante, ma un poco amaro.
Nulla mai, infatti, sostituirà il compagno perduto. I vecchi compagni non si creano. Nulla vale il tesoro di tanti ricordi in comune, di tante ore brutte vissute insieme, di tanti screzi, rappacificamenti, slanci del cuore. Non si ricostruiscono, amicizie come quelle. E’ vano piantare una quercia sperando di poter godere in breve tempo l'ombra del suo fogliame.
La vita va così. Prima ci si arricchisce, si pianta per anni; ma vengono le annate in cui il tempo disfa questo lavoro, e disbosca. I compagni, ad uno ad uno ci privano della loro ombra. E da allora in poi si mescola, al nostro lutto, il segreto rammarico d'invecchiare. da " Terra degli uomini" - A.de Saint-Exupéry
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