Creato da Pitagora_Stonato il 12/07/2010

EREMO MISANTROPO

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Messaggi del 27/10/2015

Politica e cultura

Post n°1271 pubblicato il 27 Ottobre 2015 da Pitagora_Stonato
 

 

Norberto Bobbio, dal suo Politica e cultura:

Poche cose abbiamo imparato dalla storia all'infuori di questa: che le idee si condensano in un sistema di ortodossia, i poteri in una forma gerarchica e che ciò che, può ridare vita al corpo sociale irrigidito è soltanto l'alito della libertà, con la quale intendo quella irrequietezza dello spirito, quell'insofferenza dell'ordine         stabilito, quell'aborrimento di ogni conformismo che richiede spregiudicatezza mentale ed energia di carattere. Io sono convinto che se non avessimo imparato dal marxismo a vedere la            storia dal punto di vista degli oppressi, guadagnando una nuova immensa prospettiva sul mondo umano, non ci saremmo salvati.   

O avremmo cercato riparo nella nostra interiorità o ci saremmo messi al servizio dei vecchi padroni. (...) Tra coloro che si sono salvati solo alcuni hanno custodito i frutti più sani della tradizione intellettuale europea: l'inquietudine della ricerca, il pungolo del dubbio, la volontà del dialogo, lo spirito critico, la misura nel giudicare, il senso della, complessità delle cose

 

 
 
 

Le favole cambiano

Post n°1270 pubblicato il 27 Ottobre 2015 da Pitagora_Stonato
 

 

 

I regimi in fondo sono menzogne che si rifriggono agli uomini per nascondergli i loro istinti. In realtà il circo romano aveva messo le cose a posto. (…) Panem et circenses, basta questo, pane, e poi sangue, ben gocciolante, dei gladiatori, ecco cosa serve. (…) Insomma, tutto queloo che si dà qui non è… letteratura o strip-tease, è noioso, ecco. Mentre con una buona esecuzione, allora si che si vedrebbe il popolo soddisfatto

Louis Ferdinand Celine

 

Si sa che il moralismo e quella pulsione sadica che spinge chi ne è vittima a conservare i propri cadaveri negli armadi altrui Ed è anche l'unica forma di perversione socialmente ammessa, capace di relegare tutte le altre a comparse sul palcoscenico degli atti proibiti. Moralismo e ipocrisia, poi, sono complici e il loro legame indissolubile governa l'universo del pregiudizio. Il moralista è in grado perciò di suddividere il mondo, con la sola forza delle proprie sentenze, tra ciò che e ammesso e giusto e ciò che va condannato Tutto questo però presuppone l'intenzionalità del male, la cosciente programmazione del crimine, l'estasi innominabile del delitto Il moralista conferma insomma la propria integrità morale accusando gli altri di una volontà nociva per le persone e per l'intero complesso sociale.

Che cosa succede invece quando il male si rivela come scaturito dall'assenza, dalla completa mancanza di determinazione, originato da individui senza desideri né coscienza che iniziano a scorrazzare in lungo e in largo per il globo producendo dolore e morte? Possiamo chiamarli zombi, corpi senz’anima, serial killer, omicidi di massa, oppure semplicemente il prodotto di “nuovi scenari sociali”. Il risultato è che di fronte a loro il moralista pontifica a vuoto; di fronte a loro inevitabilmente si svela l’ipocrisia dei suoi criteri di giudizio.

Daniele Brolli dalla prefazione di " Gioventù cannibale"

 
 
 

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