Creato da Pitagora_Stonato il 12/07/2010

EREMO MISANTROPO

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Messaggi del 10/05/2016

Stazione- sala d'attesa

Post n°1358 pubblicato il 10 Maggio 2016 da Pitagora_Stonato
 

 

 
 
 

Sulla panca di pietra

Post n°1357 pubblicato il 10 Maggio 2016 da Pitagora_Stonato
 

 


Una cosa che ti sconsigliano è scrivere un romanzo in cui il protagonista sia uno scrittore. Lo dice anche Carver, in una specie di saggio che ho letto sulla scrittura. Io infatti nel mio romanzo non parlo di uno scrittore ma di un poliziotto muto specializzato in indagini legate ai suicidi che si innamora di una bella otorinolaringoiatra figlia di un famoso scienziato apparentemente suicida ma in realtà assassinato dal Sistema Corrotto.

Così sono salvo dalla trappola del metaromanzo del cazzo.

Pensò a questa cosa intanto che, aspetto Agata alla stazione dei treni di Torino e a un certo punto vedo una scena che mi lascia quasi senza fiato.

Mi trovo alla macchinetta dei gustosi snack che aspetto che il bicchiere di plastica di caffè gusto liquirizia - ché non so se ci avete fatto caso ma il caffè delle macchinette sa di liquirizia e anche quello che ti servono sui treni, che mi sa che è lo stesso e comunque a me piace molto  - son lì che aspetto che il bicchiere si riempia e vedo questo ragazzo e questa ragazza, seduti su una delle panche di pietra sulla passerella in mezzo ai binari. Hanno una ventina d'anni, qualcosa di più, sono seduti appiccicati e belli imbacuccati che fa un bel freddo, lei ha i capelli biondi, corti, lui porta occhiali pesanti, scuri.

Leggono. Ma non leggono due libri diversi, leggono lo stesso libro.           I

Il fatto però è che non sono due copie dello stesso libro. I due ragazzi, seduti, l'una accanto all'altro, leggono da una sola copia dello stesso libro e lei lo tiene in mezzo e gira le pagine lentamente e sono davvero belli e ben sincronizzati, questi due ragazzi seduti sulla panca di pietra, tra i binari.

E io, intanto che sorseggio il mio caffè alla liquirizia, badando di non ustionarmi lingua e palato, li guardo, mi riesce difficile non guardarli che hanno questo modo intimo di leggere, che non avevo mai visto o almeno mi sembra di non avere mai visto, e cerco di ricordare ma mi   viene in mente una coppia di ragazzini che si dividono gli auricolari. Un libro in due, mai.

Penso a me stesso che guardo un film accanto a una donna, sdraiati sul mio letto, come è difficile concentrarsi, senza toccarla, baciarla, penso.

E a un certo punto lei fa per voltare pagina, e lui le sfiora la mano, è in ritardo di qualche riga, lei si ferma, sorride impercettibile ma io lo percepisco quei sorriso perché sono un abile percettore di sorrisi di belle ragazze.

Pochi istanti e lui la sfiora di nuovo, ora può andare avanti, girare pagina.

E intanto che aspetto Agata, penso che sia meraviglioso leggere un libro come stanno facendo questi due innamorati.            .

Perché io li immagino innamorati, mi è impossibile pensare che non lo siano.

Lo sono.

 

da "d'amore si muore ma io no" - Guido Catalano - Rizzoli

 
 
 

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