SESSO E VOLENTIERI

QUANDO IL DIAVOLO CI METTE LA CODA...


Sera primaverile, come sempre accudisco tutti quanti, controllo i compiti dei ragazzi, preparo la cena, ceniamo, sparecchio, sistemo le stoviglie nell'acquaio, spazzo, ma la mia mente é altrove: non vedo l'ora di poter ritrovarmi con Pietro per comunicargli la novità e, al solo pensiero, mi sento elettrizzata.Dio mio, che mi sta accadendo?Non lo so ma provo un'emozione incontenibile dentro... finalmente Giulio, come sempre, si mette sul divano a guardare la tv, io vado nello studio al computer: é un'abitudine oramai, lo faccio spesso... accendo, connessione, ricerca del sito e zooom, dentro!Pietro é lì, mi sta aspettando... ci raccontiamo cosa abbiamo vissuto durante la giornata, commentiamo qualcosa che abbiamo letto sul giornale, ridiamo un po'... sono imbarazzata, emozionata ma non voglio far trapelare nulla e così, con aria indifferente, esordisco: "Ah, la sai l'ultima? Me ne stavo dimenticando...""Dimmi...""Verrò nella tua città tra qualche giorno...""Coooooooooosa? Ma che dici?""Sì, é così...devo accompagnare una mia parente per una visita di controllo perché me l'ha chiesto e quindi avrò l'opportunità di conoscere il posto in cui vivi... non ci sono mai stata, suppongo sia una bella città...""E me lo dici così? Oddio, che emozione!""Beh, emozionante fino a un certo punto, dai...""Ma che dici? Ti rendi conto? Potrò conoscerti... Oddio, mi sento male... mi batte forte il cuore...""Pietro, non esageriamo... e poi conoscerci... sarà impossibile! Mia cugina sarà una specie di guardia del corpo, non potrò allontanarmi, quindi... mi limiterò a conoscere la tua città e a pensare un po' a te...""Stai scherzando, vero? Io voglio vederti...""Ma non si può... come faccio?""No non pensare che voglia metterti in una situazione difficile, non lo farei mai, credimi... ma pensi sul serio che io possa far finta di nulla sapendo che ti ritroverai a camminare sulle "mie" strade, che probabilmente andrai a consumare un caffè, un cappuccino o chissà che al "mio" bar e io possa non vederti? da lontano, intendo, anche da lontano... mi basta vedere il tuo viso, come sei... che emozione... sto male al solo pensiero che potrò darti un volto, finalmente... ti voglio così bene che sarà difficile trattenermi dal correrti incontro e abbracciarti ma sai che lo farò... sarebbe stupendo poter stringere tra le braccia la mia grande amica dal cuore buono..." e mentre leggevo tutto questo sentivo il cuore battermi forte mentre fingevo che tutto fosse così normale, quasi solito... Pietro continuò: "...in questi mesi ho davvero imparato a volerti bene, lo sai, sapevo che il nostro rapporto avrebbe percorso sempre il cammino virtuale e che mai avrei potuto sognarmi di conoscerti nel reale, questo è un sogno... mi sto pizzicando per credere che sia vero... non ci credo, non ci credo... ma tu, non sei contenta?""Certo che lo sono! In verità avevo pensato che già fosse notevole riuscire a scoprire com'è fatta la città in cui vivi ma non credevo possibile poterti conoscere proprio per le ragioni che t'ho spiegato...""Non possiamo sprecare assolutamente quest'occasione, non possiamo rimanere indifferenti di fronte al Destino che ci viene incontro... avresti mai pensato di venir qui da me?""Mai...""Se sta accadendo un motivo deve pur esserci, il caso...beh, il caso credo esista proprio per far incontrare le persone... tutta la nostra storia é improntata sul caso: casulamente ci siamo incontrati, casualmente abbiamo cominciato a parlare, casualmente ci siamo "trovati" come due anime che si conoscevano già e si sono soltanto riconosciute... e adesso, ancora casualmente, un tuo viaggio, inaspettato, improvviso, deciso da altri, ti porta qui... secondo me ci sarà un perché...""Forse sì ma non voglio star lì a pensarci troppo...""Dio, Dio, Dio, Dio...Potrò vederti finalmente, vedrò come cammini, come gesticoli, ti osserverò da lontano, mi basta soltanto questo, credimi... sto male, Mary, non ci crederai...ma... aspetta, ho bisogno di un po' d'acqua... non andartene..." In quei brevi minuti in cui Pietro si allontanò dal pc bevvi anch'io: sentivo la gola arsa, osservavo le mie mani e mi rendevo conto che stavano tremando... più volte, durante le mie notti in bianco, avevo provato a chiedermi che tipo di rapporto fosse il mio con Pietro; sentivo di non poter quasi più fare a meno di lui, attendevo ogni sera con ansia la possibilità di chiacchierare con lui, di ritrovarlo e sentivo in lui lo stesso desiderio... c'eravamo aperti, raccontati nei minimi dettagli... "Eccomi...""Eccoti...""Mi sento felice, davvero... non provavo una sensazione simile da non so quanto tempo, sai? Ora stai ben attenta... ti fidi di me, vero?""Certo che mi fido!""Ho mai fatto qualcosa che potesse metterti in difficoltà?""Assolutamente no... ma perché mi dici questo adesso?""Bene... non ti ho mai chiesto nulla, mi sono sempre accontentato di quello che ci siamo regalati a vicenda, parte del nostro tempo, i nostri pensieri, le nostre considerazioni su qualsiasi cosa senza cercare di forzare chiedendoti, per esempio, un recapito di posta elettronica, un numero di telefono, una foto...nulla mai...giusto?""Sì, é vero... e questo ti ha reso speciale ai miei occhi...""Bene... ma adesso non possiamo rischiare di non poter comunicare, sai com'è... potrebbe succedere di tutto... il caso ci è venuto incontro ma noi dobbiamo dargli una mano, non credi?""Penso proprio di sì, a questo punto, sì...""Quando saprai come ti muoverai, ora di volo, ora di arrivo, hotel in cui alloggerai ecc. ecc. me lo comunicherai, vero? Non userò mai queste informazioni contro di te, te lo giuro...""Non hai bisogno di giurare, é superfluo, penso di conoscerti almeno un pochino, dai...""Allora, questo é il mio indirizzo email xxxxxxx@libero.it, appuntalo da qualche parte e fallo sparire...""Ok...""...questo è il mio numero di cell. "328xxxxxxx", fai la stessa cosa...""Mi toccherà impararlo a memoria e ingoiare il pezzettino di carta su cui l'ho scritto, non si sa mai...""Eh sì, mi sa proprio di sì...""Senti, io non ho una casella di posta, che tu ci creda o no... come si fa a farla?""Come sarebbe? Possibile?""Possibile sì, non ho mai avuto l'esigenza di averne una e quando per lavoro mi serviva un recapito ho sempre usato l'indirizzo di mia figlia... sai aprirmela tu?""Certamente, lo farò stasera stessa, poi ti comunicherò i dati...""Magari mi spiegherai mentre siamo collegati come si usa... ma sei certo che aprendola nessuno possa vederla?""Ti spiegherò tutto, anche come fare per non lasciar tracce, tranquilla...""...un'altra cosa, Pietro... io non ho un cell., non mi è mai servito, i miei passi sono sempre contati e tu lo sai... certamente questa sarà l'occasione per averne uno, figurati se parto senza che lui abbia la possibilità di conoscere i miei spostamenti... sai che è la prima volta che mi allontano così da casa, e da sola per giunta...""Sì che lo so... in ogni caso é bene che tu abbia il mio numero, potrebbe servirti per chiamarmi anche da un fisso se ce ne fosse bisogno...""Ok Pietro, ora devo andare... s'è fatto tardi e non vorrei destare sospetti, lo sai... spero che il lupo si sia addormentato già...""Povera piccola...dai, vedrai che dorme sul divano e tu potrai sgattaiolare a letto e addormentarti di colpo prima che arrivi...""Lo spero, stasera proprio non potrei...""...sarà così...""Buonanotte...""Buonanotte, tesoro... chissà chi dormirà però...""Già... a domani..."Il click del mouse chiuse la finestra, sospirai... Pietro aveva l'abitudine di chiamarmi "tesoro" o "piccola" da qualche tempo e, se in un primo momento l'uso di questi nomignoli affettuosi mi avrebbero fatto sobbalzare, col tempo mi ero abituata alla cosa: sapevo che era solo un modo affettuoso di chiamarmi... ma quella sera percepii qualcosa di diverso... io e Pietro avevamo un modo di chattare molto particolare e, l'uso della punteggiatura, i tempi usati per l'intervento, la velocità o la lentezza dell'arrivo delle frasi, miste al feeling che c'era tra noi, avevano la sviluppato in noi una capacità di cogliere perfino le sfumature di ciò che intendevamo dire... Volli pensare che stavo correndo col pensiero, che l'emozione mi stava giocando un brutto scherzo e forse coglievo ciò che volevo cogliere, ma... Andai a letto, da sola per fortuna, e cominciai a riflettere su cosa provassi... decisi di convincermi che, probabilmente, le carenze affettive che caratterizzavano la mia vita mi stessero facendo proiettare su Pietro dei bisogni al punto da sentirmi quasi... quasi...beh, quasi innamorata! Ma non era possibile! Eh no! Non ci si può innamorare di un'anima, di un'entità che non ha un corpo, non ha un volto, non ha una voce, non puoi vedere, toccare, sentire, ma solo leggere...In balìa dei miei pensieri mi addormentai...