SESSO E VOLENTIERI

RITORNO AL QUOTIDIANO...


Veder andar via Pietro e ritornare alla vita di sempre non fu facile: avevo toccato il cielo con un dito, avevo scoperto davvero cosa significasse amare un uomo con l'anima, totalmente, farne a meno era davvero straziante...Ci ritrovavamo, come al solito, al telefono per ore ed ore, a raccontarci i ricordi, a passare al vaglio, insieme, ogni singolo momento di quella nostra favola durata tre giorni circa con la quale avevamo provato a dar ristoro all'arsura d'amore... in quei giorni mi ero quasi scordata che lui non mi appartenesse, che lui avesse una vita tutta sua nella quale non c'era posto per me, anche perché Pietro mi aveva collocata al centro di ogni cosa... ma solo per tre giorni...Ero la sua "donna del cuore", la donna dell'amore e non quella dell'abitudine, del dovere, ero la donna con cui giocare, fare all'amore, parlare per ore di tutto, la donna a cui far dono di sè per intero, la donna da cui assorbire ogni energia per... per continuare a vivere però insieme a un'altra.Le nostre telefonate, le nostre serate in chat o le lunghe email tradivano il bisogno che avevamo l'uno dell'altra ma confermavano l'impossibilità di potersi abbandonare totalmente al sogno o, almeno, di limitarsi a viverlo come sogno senza osare mai proiettarlo nella realtà anche se... beh, spesso, anzi spessissimo, Pietro si lasciava andare a frasi come "Se potessimo vivere insieme..." che poi concludeva con un sospiro che intendeva dire "..purtroppo non possiamo..."Io avevo accettato questa situazione con l'ineluttabilità del caso, mi vivevo talvolta come un'intrusa con la sola colpa di amare l'uomo sbagliato, non perchè fosse sbagliato per me ma, semplicemente, perché non poteva esser mio... questo "senso di colpa" subdolo mi impediva di avanzare richieste, pretese o anche solo di far domande: sapevo sin dall'inizio quale fosse la condizione di Pietro, addirittura mi preoccupavo che il suo menage familiare non risentisse della mia intrusione!Gli ricordavo perfino del compleanno di lei, del suo onomastico, in modo che lui potesse esser carino... ma dentro stavo male...Il mio legame con lui era fortissimo, al punto da recepire a distanza addirittura le sue emozioni... a volte mi prendeva all'improvviso una sensazione di stretta allo stomaco, di soffocamento, mi sentivo angosciata e capivo... capivo , sentivo che lui, in quei momenti, era con lei in intimità... successivamente ne avevo la conferma...Eppure non riuscivo a staccarmi da questo legame così controverso che, se da un lato mi faceva star bene, dall'altro mi mortificava e mi umiliava... mancava però la consapevolezza di questo...Ripresi la vita di sempre, la casa, il lavoro, i figli, le bollette da pagare, la spesa, le incombenze familiari... e il telefono...quel telefono che era testimone e mezzo per tener legato a me Pietro e far vivere un amore che, altrimenti, non avrebbe avuto lunga vita..."Tesoro, a volte penso a te e mi rendo conto che non è giusto tenerti legata al nulla... non posso darti ciò che meriti e, dopo una vita fatta di rinunce, di divieti, di limitazioni meriteresti un amore da vivere alla luce del sole...""Pietro, sono io che lo voglio.... non è il nulla, credimi... a me basta o, meglio... me lo faccio bastare... io non ho mai amato nessuno come amo te, non riesco a immaginare una vita diversa da questa...""Amore mio, anch'io ti amo tanto e se dovessi perderti per me sarebbe il dolor più grande della mia vita ma proprio perché ti amo tanto mi accorgo che non è giusto...""Non è giusto ma non c'è un altro modo... io non ti chiederò mai nulla, ho sempre saputo che tu non rinuncerai al tuo mondo e l'ho accettato... il giorno in cui non mi dovesse più bastare farò le valigie e me ne andrò ma non ti chiederò mai di scegliere, anche perchè, e ne sono profondamente convinta, nessuno può arrogarsi il diritto di scegliere la vita di un altro...""Mary... piccola Mary mia, quanto ti amo..."Le nostre chiacchierate si mantenevano sempre sui toni del rispetto reciproco, questo era ciò che pensavo e di cui mi ero convinta, tuttavia quando le mie lacrime bruciavano le mie guance e dovevo fare i conti con la mia solitudine reale il dubbio che io fossi veramente al centro della vita di Pietro avevano il sopravvento... ma li cacciavo via, con prepotenza: non volevo che qualcosa turbasse quell'equilibrio! In fondo Pietro mi aveva dato la possibilità di scoprire che ero ancora capace di amare, mi aveva regalato emozioni nuove, mi aveva aiutata a rinascere e a riemergere come persona, mi aveva sostenuta psicologicamente alimentando di continuo la fiducia in me, nelle mie capacità... cosa volevo di più?Se la tazzina del caffè al mattino rimaneva da sola sul tavolo a fumare pazienza... se le mie notti avevano la compagnia soltanto di sogni e la smania dell'attesa pazienza... mi facevo bastare la sua voce, quella che mi dava il buongiorno tutti i giorni dal lunedì al venerdì e la buonanotte dal lunedì al giovedì: nei restanti giorni e nei festivi dovevo accontentarmi di sms o di telefonate rubate che partivano da un garage, dal bagno di casa, dal terrazzo...