EYES IN THE MOON

NON CREDO

La collera è la più inutile delle emozioni.
Distruttiva per la mente e dolorosa per il cuore.

Stephen King, La canzone di Susannah

Non credo che il passare di un anno sia avvertito dallo scorrere del tempo, gli diamo un valore che in fondo al tempo non importa, non mi piace festeggiare, quest'anno provo rabbia, mista a tristezza per un pensiero che ho a casa, quest'anno che sta per finire mi ha fatto capire che esistono persone che sono disposte a tutto per far male agli altri, le cui parole hanno lo stesso valore del letame, anzi il letame ha più valore perchè qui è linfa per i campi, c'è poco da fare, ci sono cose che saranno insegnamento per il futuro, intanto però sono lì, a farti capire a che punto è arrivata l'umanità. Io sono sicuramente l'ultima persona al mondo, sinceramente sto bene la, nella parte peggiore del mondo, non voglio per nessun motivo scalare la classifica, ma tutta la merda che ho visto credo possa bastare per questa vita e la prossima. Ultimamente non assorbo più passivamente, reagisco anche in maniera dura e scomposta, non riesco più a stare fermo, mah sinceramente non capisco, ma alla fine non voglio più capire.  

Occorre sbarazzarsi del cattivo gusto di voler andare d'accordo con tutti.
Le cose grandi ai grandi, gli abissi ai profondi, le finezze ai sottili... Le rarità ai rari.

F. Nietzsche

VELOCE MENTE

Non puoi domare un cavallo selvaggio, lo uccideresti e gli toglieresti la libertà di essere com'è. Però se vuoi puoi imparare a corrergli al fianco, imparando che cosa sia quell'infinito brivido chiamato libertà.
Paulo Coelho

In questi giorni faccio il tratto di strada che mi separa dal lavoro a velocità folli, c'è quella semicurva e il rettilineo che mi fanno scattare l'emobolo, esco ai 190 mentre la macchina fa quel leggero saliscendi dovuto al passaggio di un ramo del fiume sento la rabbia nel piede, meno male che sono pochi chilometri altrimenti sai che divertimento. Non ho più molta voglia di scrivere, mentre prima era uno sfogo per il mio dolore, adesso la rabbia è lì celata sotto la polvere, rabbia per aver ceduto, quando quella domenica mia madre mi ha visto ero piegato, non ero più una persona ero un fantasma, tutta la tensione di anni di lavoro e di lotte, anni di sentimenti e di parole, di gesti, tutto era sfumato in attimo, le nuove parole di quei giorni erano fumo negli occhi, pronto ad essere soffiato via da un amante che si divertiva, io ero seduto a quel tavolo con le mani tra i capelli, mentre cercavo di trovare una tranquillità che ormai era perduta, eppure quel giorno parlando del mio passato pensavo fosse chiaro quello che avevo vissuto, eppure no, nulla da fare. Mia madre mi guardava, aveva gli occhi lucidi, crollare così per la somma di tutto, tutto nel calderone come se avessi buttato per aria un mazzo di carte e avessi detto viva il caos. Nessuno può comprendermi, finchè si pensa che quello che prova una persona sia un gioco o uno scherzo, non funziona in questo modo, o almeno non dovrebbe essere così. 

P.S. ha ragione Fox sul mio segno zodiacale.

I WAS BORN...

24 Novembre 1991 quella mattina come le altre mattine prima di entrare all'ITIS mi fermavo dal giornalaio, compravo Il Corriere della Sera, mi fermavo dentro al bar della scuola, mi mettevo sul tavolino più lontano dal caos e leggevo il giornale. Qualche settimana prima avevo letto la notizia che Freddie era malato, avevo sentito le prime canzoni dei Queen nel 1979, avevo la bellezza di 6 anni, avevo un disco, un vinile una volta, poi chissà, però quella mattina la ricordo, ho ancora il ritaglio di giornale, è dentro un diario che ho tenuto, avevo già tutti i suoi cd, la mia era una passione, negli anni ho letto delle sue lettere personali che non credo siano mai state rese pubbliche, ho visto e toccato un suo vestito, quello bianco con la giacca gialla, i suoi guanti, non erano relique, non ero un fan adorante, ero consapevole che alcune voci riescono a darti un'emozione infinita. Lui era una di quelle voci, ogni gioco vocale con il pubblico, ogni sorriso, ogni limite valicato. Ho nel mio hard disk tutti i concerti dei Queen dal 1970 al 1986, registrazioni fatte dalla band e poi messe in rete su un canale olandese dove mi iscrissi e dove con un altro centinaio di persone giravano queste registrazioni. 

MAI SOPPORTATO

Mai sopportato, gli spioni, i geni incompresi, i di più, i cagoni, gli sboroni, mai sopportato l'incapace di turno che ti deve prendere una frase per farsi bello sul web, facebook, google, tumblr, mi chiedo che cazzo abbia da leggere 100 volte il mio lettore SARDO, l'italiano è incapace di suo, a parte qualche raro caso, vive di luce riflessa, fa lo sborone con il culo altrui, sempre stato così, internet amplifica la cosa, solo che non l'ho mai sopportato, che devi fare, allora amico SARDO, dimmi CHE CAZZO HAI DA LEGGERE? 

TUONO

Fra me e la vita ci sono sempre stati dei vetri opachi...
Non ho mai saputo se era eccessiva la mia sensibilità
per la mia intelligenza o la mia intelligenza
per la mia sensibilità

Fernando Pessoa

Ieri sera ho preso in mano il libro, la piccola lucina accesa, la finestra spalancata, troppo caldo in questo periodo, appena fatta una doccia calda, l'orologio segna l'una meno qualche minuto, sento il vento agitare gli alberi e le piantine, nel silenzio provo a percepire tutti i suoni della notte, mi affaccio alla finestra protetto dalla zanzariera, si sentono dei boati fortissimi, si avvicina un temporale davvero furente, penso che dovrei staccare tutte le prese, poi mi sdraio un momento, luce spenta, occupo tutto il letto per quanto mi è possibile, sembra avvicinarsi, chiudo gli occhi, l'ultima cosa che ricordo è stato l'ultimo tuono, poi più nulla. In questi giorni con il caos lavorativo la stanchezza si è fatta sentire, difficile mantenere la rotta, difficile non cedere, lasciarsi invadere dallo sconforto per qualche istante, difficile spiegare, difficile far comprendere, fintanto che tutto resta così distante e ovattato è un pò combattere contro l'aria, ogni gesto è quasi inutile, rimangono parole e qualche tentativo di far comprendere cos'è amare. Sto guardando fuori dalla finestra, cielo grigio, stanza buia, io che scrivo senza guardare i tasti, solo le parole che prendono forma sul monitor. 

Il fatto che una persona non ti ami come tu vorresti
non significa che non ti ami con tutta se stessa. "

Gabriel García Márquez