Creato da pozzi_ezio il 07/10/2011

PENSIERI E PAROLE

PENSIERI IN LIBERA USCITA

 

 

L' Islam ....?!... Una setta.......Come Dianetics.

Post n°39 pubblicato il 21 Agosto 2016 da pozzi_ezio
 

Angola primo Paese a vietare l’islamLo ha ribadito il ministro della Cultura: «È una setta». In pochi mesi abbattute 60 moschee.

Già dal 2013 l’Angola aveva attirato l’attenzione del mondo come il primo, e finora unico, Paese in cui l’islam, praticamente è messo al bando. Il governo di Luanda ha sempre cercato di minimizzare, ma in questi giorni, in concomitanza col congresso del partito di governo MPLA, il ministro della Cultura angolano, la signora Rosa Cruz E Silva, ha confermato: «La legalizzazione dell’islam non è stata approvata dal Ministero della Giustizia e dei Diritti Umani e le moschee dei musulmani saranno chiuse fino a nuovo ordine». La ministra ha riaffermato quindi che la religione musulmana, minoritaria in Angola, viene considerata una mera «setta», una delle ben 194 non riconosciute dalla legge.

Un altro esponente del governo, il sottosegretario agli Affari Religiosi Manuel Fernando, sostiene che «in Angola non c’è una guerra fra l’islam e le altre religioni e non c’è una posizione ufficiale che miri alla distruzione o alla chiusura di luoghi di culto». È vero però che fin dal novembre 2013 si susseguono notizie di demolizione di moschee abusive, dato che la fede maomettana non è legale. Sono state chiuse o abbattute più di 60 moschee, di cui una delle ultime, lo scorso giugno, la moschea Zango di Viana Luanda, sobborgo Est della capitale. Demolizioni negate dal governo, ma dimostrate da foto e video. Il problema sarebbe ben più che burocratico, se è vero che un rappresentante del Ministero della Giustizia, Vitorino Mario ha affermato: «La questione non è l’islam in sé, ma una serie di problemi legati a questa religione, i quali non si accordano con le regole costituzionali vigenti in questo Paese. Le attività islamiche sono ai margini della legge».

In Angola, le moschee non si possono costruire in quanto non si tratta di una fede riconosciuta. E non è una fede riconosciuta perché il numero dei fedeli musulmani è insufficiente. Per la Costituzione, una religione è legale se supera 100.000 fedeli. L’Angola ha una popolazione di 24 milioni di persone, di cui almeno il 55% cristiani cattolici, un 25% di protestanti o di varie chiese avventiste, frammisti a elementi animisti, che professano i vari culti tradizionali indigeni. L’islam, invece, conterebbe un numero di fedeli incerto, data l’insicurezza dell’anagrafe locale, ma compreso fra 50.000 e 80.000 persone. E la maggior parte di essi originari di altre nazioni africane, specie del Golfo di Guinea, oppure libanesi, tutti immigrati nell’ex-colonia portoghese per l’economia petrolifera. Ma non avendo alcun riconoscimento, l’inflessibile legge angolana prevede che non possano aprire luoghi di culto. E certo i timori legati al terrorismo jihadista contribuiscono a tenere alta la guardia negli ultimi tempi. suor Paola D’Auria, famosa soprattutto per il suo tifo per la Lazio in tivù, molto impegnata nell’apostolato e nell’assistenza a chi si trova in difficoltà(ha fondato, nella periferia romana, la So.Spe, “Solidarietà e speranza”, una casa famiglia per ragazze madri e i loro bambini): «L’accostamento dell’abito religioso delle suore con il burkini è senza senso. Arriva da un imam che evidentemente ci capisce poco di temi religiosi e fa paralleli che lasciano il tempo che trovano». Anzi, sottolinea suor Paola, nelle dichiarazioni rilasciate all’agenzia Adnkronos, «l’accostamento non solo è senza senso, ma denota ignoranza e sciatteria. E poi capita anche a noi suore di andare al mare, non certo per prendere il sole e fare i bagni ma per accompagnare bambini con disagio».

Intanto, un altro tema sta diventando oggetto di dibattito interno alla comunità cattolica. Infatti, l’invito delle comunità arabe in Italia nelle moschee ai cristiani, per il prossimo 11 settembre per un momento comune insieme, viene accolto con una certa cautela e fa registrare qualche “divisione” tra sacerdoti e vescovi. Monsignor Giovanni D’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno, dice: «L’invito dei musulmani risponde ad una logica dell’incontro cheè fondamentale per abbattere pregiudizi ma è necessaria tanta prudenza: c’è ancora tanta paura dell’altro». Più netta la posizione di padre Enzo Bianchi, priore di Bose: «è bene che i cristiani vadano nelle moschee per dire senza se e senza ma di essere contro ogni violenza ma dico no alla preghiera comune che non è possibile».

 

 
 
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

LA MEMORIA

C'è un negozietto,  in via Ricordo che sembra uscito da un libro di fiabe di una volta.


Pensate che qualcuno,  pochi giorni prima di Natale,  sostiene  di averci visto sgattaiolare fuori un omome vestito di rosso,  con una gran barba bianca ed un grossa sacca sulle spalle.

Si tratterà senz'altro di una delle tante leggende metropolitane ma,  come tutti "i grandi" sanno,  una volta all'anno,  non fa male credere alle leggende!

 

Se fate i bravi,  vi dico dov'è.


 

 

 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963