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Sono sempre stato un sostenitore del progetto Europa ma le modalità con cui viene gestita questa crisi, finalizzate a sostenere interessi di parte e non quelli della globalità dei cittadini, mi hanno convinto che l'uscita dall'euro per l'Italia è l'unica soluzione.
Ecco i motivi:
1 La condivisione di una valuta senza la contemporanea condivisione o almeno la commistione del debito porta una distorsione nelle dinamiche strutturali in ambito monetario. Sono infatti obbligati a convivere paesi che dovrebbero alzare i tassi con paesi che dovrebbero tenerli ai minimi. Paesi che potrebbero trarre vantaggio da una moneta debole e svalutata con paesi che viceversa sono forti e di natura sopportano una valuta forte.
2 Questa commistione obbligata di fatto porta vantaggi unilaterali ai paesi forti, Germania in primis, fortemente basati sull'export mentre non produce alcun vantaggio per i paesi deboli ed indebitati che, per quanto a propria volta esportatori, non compensano che in misura minima il vantaggio di acquisizione delle materie prime a buon prezzo.
VENIAMO AL PUNTO FOCALE DI TUTTO LA TEORIA:
3 Questa serie di anomalie potrebbero essere corrette soltanto unificando le emissioni del debito pubblico al fine di mantenere omogeneo il costo del denaro sia per gli stati che di riflesso per aziende e famiglie. Di fatto una moneta unica con tassi diseguali come accade nella situazione attuale(denaro al 2% in Germania ed al/7/8% almeno in Italia) favorisce sempre di più chi è forte ed indebolisce sempre di più chi è debole e dalla moneta unica trae solo svantaggi.
La Germania in primis dovrebbe capire che strangolando i partner verso cui esporta favorita dall'euro perderà presto importanti canali di vendita....
4 O i tedeschi sono sprovveduti oppure stanno guadagnando tempo per sostituire sempre più i flussi di esportazione verso l'area euro con le vendite ai paesi emergenti.
5 Il rischio che si vada ad una espulsione uno a uno dei paesi in crisi , cominciando dalla Grecia e proseguendo con Spagna, Portogallo ed Italia, è concreto e produrrebbe solo uno stillicidio di criticità crescenti senza possibilità di invertire il trend.
Fino a qua abbiamo ragionato su elementi di negatività, vediamo ora gli elementi positivi che porterebbe l'uscita dall'euro:
6 Il ritorno alla lira sarebbe inevitabilmente accompagnato da una forte svalutazione della nostra moneta che provocherebbe:
a) aumento del costo delle materie prime;
b) aumento del costo dei prodotti esteri con conseguente rivalutazione da parte del mercato interno del made in Italy;
c) svalutazione del debito pubblico e privato nei confronti dei detentori stranieri;
d) possibilità di gestire in autonomia l'emissione di moneta;
e) gestione autonoma degli interventi sui tassi di interesse;
f) ripresa di attrattività degli investimenti stranieri verso il nostro paese da parte di investitori di paesi dotati di valute forti; questo flusso potrebbe essere facilmente accellerato tramite l'adozione di misure fiscali di attrazione di capitali favorevoli, anche simili a quelle adottate in Gran Bretagna;
g) venire meno della spinta alla esternalizzazione delle attività produttive con conseguente ripresa dell'occupazione e del gettito fiscale;
h) con un'adeguata politica di contenimento delle spese pubbliche e di indirzzo delle stesse, oltreché nei servizi essenziali (sanità, scuole, pensioni), verso attività produttive, inversione del trend del debito pubblico; per cui dopo una probabile fase di tassi in balia del mercato (cosa peraltro già in corso anche con l'euro)si può ragionevolmente pensare a nuova fase di gestibilità dei tassi stessi verso il basso;
Si noti come soltanto il punto a) può essere inteso come sfavorevole.
ELEMENTI COMPLEMENTARI ESSENZIALI:
i) l'uscita dall'euro dovrebbe essere accompagnata da una manovra preventiva di riaggancio della lira alle riserve auree, utilizzando quelle disponibili in Banca d'Italia e previo un ulteriore preiliminare approvigionamento sui mercati ovvero dalle fonti minerarie di cui il nostro paese risulta provvisto ma da cui non si è mai stranamente approvigionato; questo tipo di iniziativa renderebbe meno "spaventosa" la detenzione della nostra valuta e dei nostri titoli di debito, ovviamente il tutto accompagnato da rigorose politiche di bilancio orientate però alla creazione di occupazione e di conseguenza alla crescita e non a nuovi prelievi fiscali;
l) ogni ulteriore iniziativa di sostegno alle banche dovrà imprescindibilemnte essere orientata all'erogazione del credito ad aziende e famiglie meritevoli: concretamente lo stato anzichè finanziare le banche dfirettamente (banche che poi dispongono della liquidità come meglio credono e quasi sermpre per attività finanziairie) erogherà almeno il 50% dei proprii interventi, sotto forma di spead sui crediti erogati in modo da consentire ad aziende e famiglie di indebitarsi a tassi europei ed alle banche di salvaguardare i propri fabbisgoni senza per questo strangolare il credito come sta accadendo ora.
Mi rendo conto che tutto è migliorabile e che una semplificazione sintetica da BLOG può dare luogo a critiche e fraintendimenti ma allo stesso tempo sono convinto che solo la drastica decisione di uscire dall'euro posso invertire il trend vizioso ed irreversibile attualmente in corso e trasformarlo col tempo in una nuova fase virtuosa.
per tutto questo si propone ufficialmente il referendum per l'uscita dell'Italia dall 'Euro.
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