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Desmond Morris, L’animale donna – La complessità della forma femminile (Mondadori 2005) Il naso Il naso umano, «con il suo profilo prominente, la sua punta allungata e le narici risolte all’insù è unico. Le scimmie, anche quelle antropomorfe, non hanno nulla di simile. Noi invece abbiamo un naso prominente su una faccia piatta». Perché? Forse la nostra «orgogliosa proboscide umana» è un «amplificatore» che si è sviluppato in seguito alla «sempre crescente importanza della vocalizzazione». Infatti, se cerchiamo di parlare tenendo chiuso il naso, la perdita di qualità espressive è incredibile, dice Morris. Ma forse il naso è un semplice scudo di protezione degli occhi da acqua, polvere e vento: «un impianto di aria condizionata sottoposto a un carico di lavoro sempre maggiore a mano a mano che i nostri antenati si sono diffusi nelle regioni più fredde e più secche della Terra». Infatti, «i polmoni sono alquanto pignoli sul genere di aria che ricevono», che idealmente dovrebbe avere «una temperatura di 35°C, un’umidità del 95% e libera da polvere». Ecco qual è la funzione del naso con la sua membrana mucosa e i suoi minuscoli peli: rendere l’aria inspirata «tiepida, umida e pulita». Questo spiega anche perché coloro che vivono nelle aree caldo-umide dell’Africa occidentale avranno «nasi più piatti e più larghi delle persone dalla pelle persino più scura che vivono nelle savane aride dell’Africa orientale. La forma del naso è semplicemente un’indicazione del tipo di aria che i nostri antenati respiravano, e null’altro». E, man mano «le nostre specie si sono diffuse e allontanate» dal «caldo e umido giardino dell’Eden», il naso ha sempre e comunque mantenuto «la sua funzione di condizionatore d’aria». E poi: i sommelier, l’industria dei profumi e il gusto: «un piatto può avere un buon sapore sulla lingua, ma avrà un odore delizioso soltanto nel naso». E veniamo al naso della femmina umana. Più sensibile agli odori di quello maschile, il naso della madre è in grado di riconoscere il proprio figlio grazie al suo «odore corporeo»: se – dice Morris – un gruppo di madri viene messo in fila e bendato […], ogni madre è capace di indicare il proprio figlio e di distinguerlo da tutti gli altri». Per giunta, conclude Morris, «soltanto il 50% dei giovani padri c’è riuscito»! Le femmine umane hanno di solito un naso più piccolo del naso maschile. Un naso «inutilmente largo e mascolino» di una femmina umana può essere una semplice conseguenza genetica: i suoi antenati più recenti provengono da una parte del mondo dove i nasi grandi erano un prezioso adattamento alle condizioni climatiche estreme. Per fortuna il naso, anche se «non è mai stato popolare come le orecchie, il collo, il polso e le dita», può essere aiutato dalla rinoplastica oppure può essere abbellito e decorato, come i nasi sessantottini dei «giovani capelloni occidentali» che «cominciarono a viaggiare in Africa alla ricerca di se stessi». O come i punk degli anni Settanta. Fino agli «orecchini da naso piccoli e preziosi» delle ragazze di fine XX secolo! E i contatti nasali? «Il meglio che un naso possa aspettarsi è un pizzicotto o un buffetto». Ma nei rapporti intimi il naso si può «titillare, accarezzare, baciarlo». Il peggio che un naso può subire è «una forma particolarmente selvaggia di punizione, la lacerazione del naso» con un coltello che apre le narici, una forma di mutilazione introdotta nel IX secolo per coloro che non pagavano le tasse. Ora, ai giorni nostri, cosa dovrebbero tagliare a chi non paga le tasse??? EdMax |
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