Colchide

Nutrimento.


Mi sei mancata e non poco. Non ti conosco affatto, non so neanche chi tu sia e che cosa pensi realmente, ma mi sei mancata. Anzi se devo dirla tutta mi manchi da una vita. Ho sempre atteso affacciato e rinchiuso, ho sempre sperato in un tuo passaggio lungo questa strada non asfaltata. Sotto la pioggia incessante e sotto il sole cocente. Le sbarre non mi permettono di vedere oltre, di sporgere la testa fuori aumentando il mio angolo visivo. Ho osservato le barre di ferro ossidarsi e tingersi di ruggine, ho osservato le mie mani crescere e farsi rugose, il paesaggio cambiare e trasformarsi. Ma non ho mai perso la speranza. Sapevo che un giorno saresti passata proprio sotto la mia finestra prigione e mi avresti sorriso. Quel giorno il sole era alto e luminoso, ed il cielo era quasi grigio, non azzurro, ma di un grigio metallico e la Spina Santa sul balcone di fronte alla mia finestra appariva enorme e minacciosa con i suoi aculei. La strada sabbiosa ed il vento sollevavano nuvole di polvere gialla ed il davanzale scottava sfiorandolo. La sete e la fame erano un dolore fisso ormai da tempo, come un martellare sordo, come un'altro cuore nascosto un pò più in basso. Uno dei tanti trucchi per distrarmi, ma avevo imparato come ignorarlo, niente e nessuno mi avrebbe distolto dalle mie sbarre arrugginite e dalla strada polverosa.Guardai il sole, cercando di capire che ora potesse essere e non appena rivolsi di nuovo lo sguardo sulla strada mi ci volle qualche minuto per capire che quella macchia verde scuro era una persona. Cercai di urlare con quanto fiato avessi nei polmoni, ma erano urla che solo io potevo udire. Sentivo il sapore del sangue in fondo alla gola, sentivo la mia voce vacillare e spegnersi e la figura verde cambiare colore. L'effetto del sole sulla retina stava scomparendo e così sarei finalmente riuscito a vederla e ad assaporare i suoi lineamenti.Ammiccai più volte per mettere a fuoco la figura che si stava lentamente allontanando dalla mia visuale. Aveva i capelli corti e la forma della testa lasciava immaginare un viso affilato e deciso, un orecchio sporgeva, minuto e prezioso ed il collo faceva esplodere la sensualità e trasaliva il desiderio di baci voluttuosi. Una camicia nera copriva le sue spalle ed i jeans nascondevano i suoi fianchi ben proporzionati. Aveva un'andatura equilibrata, sicura e felina. La sua figura scomparve dietro all'ultima barra della mia prigione. Chiusi gli occhi e piansi, lacrime secche e appuntite, dolorose e liberatorie. Avevo atteso per così tanto tempo. Rivedevo la scena del suo passaggio mille e mille volte dentro la mia testa. Contavo i passi, immaginavo il profilo, accarezzavo quel collo, mordicchiavo quell'orecchio. Lacrime come vetro.- Ehi tu! Lassù! ehi? -Era la sua voce? L'avevo immaginata? Stavo morendo?- Ehi tu! Dico a te, cosa hai fatto per meritarti quella prigione? -Non osavo aprire gli occhi, i due cuori galoppavano e illuminavano la mia mente con milioni di scintille dorate e pulsanti, mi feci forza per evitare di svenire...- Ho aspettato te! -- Me? E perchè proprio me? Non ho niente da attendere! -Sorrideva, dal tono della voce sorrideva...- Proprio perchè pensi di non avere niente che valga la pena di essere atteso. -- Anch'io sto aspettando, ma cammino. Provo ad andargli incontro. -- E se prendete direzioni diverse? -- E se lui rimane fermo ad attendere? -Aprii gli occhi. Poco più di una bambina. Bellissima, iridi dal colore cangiante, meravigliosa con i suoi capelli ora colore dell'oro, ora di un nero corvino dai riflessi blu, ora di un rosso acceso. Non riuscivo a reggere una simile visione, troppo forte l'emozione, troppo intenso il bagliore della mia gioia.- Ma tu sei così giovane e bella ed io sono così vecchio e consunto. -- Solo carne e pelle e sangue amore mio. Non fermarti a quello. -- Ma se mi spoglio della mia carne, non potrò più toccarti! - - Allora cambieremo il nostro guardaroba. -- Sceglierai tu il vestito più adatto? -- Come sempre. - Chiusi di nuovo gli occhi per riaprirli con altri colori. Mi sei mancata tantissimo. Sorrido nell'abbracciarti stretto a me. Guardo le sbarre arruginite della mia prigione, le guardo dalla strada polverosa, aspetto che il tuo braccio afferri il mio e mi lascio trasportare dal vento e dalla polvere.