Colchide

Abbandonato.


Il muschio umido sugli alberi serve a dissetarmi. Perdo consistenza man mano che i giorni passano, divento trasparente e sordo. I colori mi attraversano in una specie di gioco stonato e sciocco. Ed allora decido di fermarmi, sedere fra le enormi radici di un albero millenario, poggiando la mia schiena dolorante sul tronco vivo e vitale e lasciare che la trasparenza prenda il sopravvento, che i rumori ed i suoni del mondo circostante diventino solo un brusio di fondo. Ho chiesto, ma nessuno ha risposto. Chiudo i miei occhi stanchi e gonfi e attendo che il nero invada ogni cellula, ogni atomo del mio piccolo corpo. Ma invece del nero è l'oro che i miei occhi osservano e non capisco il perchè. La luce dorata invade il campo visivo e un calore ed un piacevole sussurro e una carezza delicata risvegliano i sensi ormai sopiti. Un essere minuscolo, dagli occhi verde smeraldo e dal cauto muoversi vicino al mio cuore emana sentimenti di curiosità, di affetto, di dolcezza inaspettata. Faccio per cacciarla via, ma vengo abbandonato dai miei stessi muscoli. Il cuore ormai fermo e secco viene rimesso in moto da un semplice soffio e ad ogni battito il suo sorriso si allarga. Lentamente ridivento reale, presente, vivo. Sento di poter nuovamente chiedere e questa volta di ricevere una risposta.I suoi occhi incrociano i miei e le sue parole silenziose entrano nella mia mente, raccontandomi di storie delicate e sincere, di piccoli cuori uniti per sempre in un abbraccio di lana e pesce crudo. Decido di ascoltarla, per tutto il tempo necessario, per tutta la vita che resta, per sempre se dovrà essere. Così divento radici e foglie, d'oro e di linfa, di vita e di frasi che solo lei può ascoltare.