Creato da annatapessima il 26/02/2012
Come l'efficienza energetica salverà il mondo

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La norma UNI 16231

Post n°23 pubblicato il 22 Ottobre 2012 da annatapessima
 

La norma UNI CEI EN 16231:2012 è la norma che definisce la "Metodologia di benchmarking dell’efficienza energetica". La norma definisce i requisiti e fornisce raccomandazioni sulla metodologia di benchmarking dell’efficienza energetica. Lo scopo del benchmarking è l'individuazione di dati chiave e indicatori del consumo energetici. Gli indicatori possono essere sia tecnici che comportamentali, qualitativi e quantitativi, e devono essere mirati alla comparazione delle prestazioni. Il benchmarking può essere sia interno (relativo ad una determinata organizzazione) o esterno (tra organizzazioni). La norma si pone l'obiettivo di dare criteri chiari per definire i confini dell’oggetto che si sta analizzando, con riferimento per esempio a strutture, attività, processi, prodotti, servizi e organizzazioni. Inoltre fornisce indicazioni sui criteri da utilizzare per scegliere gli appropriati livelli di dettaglio per la raccolta delle informazioni, per la loro elaborazione e revisione in accordo con gli obiettivi dell'analisi stessa. Viceversa la norma non fornisce specifici requisiti prestazionali in merito all’uso dell’energia. Per tutte le attività collegate a processi di miglioramento continuo si deve invece fare riferimento ai sistemi di gestione dell’organizzazione, quali per esempio la UNI CEI EN ISO 50001:2011.

 
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Le definizioni della norma ISO 50001 tradotte in italiano

Post n°22 pubblicato il 12 Ottobre 2012 da annatapessima
 

3.5 energia: Elettricità, combustibili, vapore, calore, aria compressa ed altri mezzi simili.
Nota 1 Ai fini della presente norma internazionale, il termine energia fa riferimento alle varie forme di energia, incluse
le rinnovabili, che possono essere acquistate, immagazzinate, trattate, utilizzate in apparecchiature o in
processi, o recuperate.
Nota 2 L’energia può essere definita come la capacità di un sistema di produrre attività esterna o produrre lavoro.
3.6 consumo di riferimento (energy baseline): Riferimento(i) quantitativo(i) che fornisce una
base di confronto per le prestazioni energetiche.
Nota 1 Un consumo di riferimento riflette un periodo di tempo specificato.
Nota 2 Un consumo di riferimento può essere normalizzato utilizzando variabili che influenzano l'uso dell'energia e/o
il suo consumo così come il livello di produzione, i gradi giorno (temperatura esterna), ecc.
Nota 3 Il consumo di riferimento è anche utilizzato per il calcolo dei risparmi energetici, come riferimento prima e
dopo l'implementazione di azioni per il miglioramento delle prestazioni energetiche.
3.7 consumo energetico: Quantità di energia utilizzata.
3.8 efficienza energetica: Rapporto o altra relazione quantitativa tra i risultati in termini di
prestazioni, servizi, beni o energia, e l’immissione di energia.
Esempio
Efficienza di conversione, energia richiesta/energia utilizzata, output/input, energia
teorica utilizzata per funzionare/energia utilizzata per funzionare.
Nota Sia l'input che l'output sono chiaramente da specificare in quantità e qualità ed essere misurabili.
3.9 Sistema di gestione dell'energia; SGE: Insieme di elementi correlati o interagenti per
stabilire una politica energetica e obiettivi energetici, e processi e procedure per
conseguire tali obiettivi.
3.10 gruppo di gestione dell'energia: Persona(e) responsabile(i) per l'effettiva
implementazione delle attività del Sistema di gestione dell'energia e per il raggiungimento
del miglioramento della prestazione energetica.
Nota La dimensione e la natura dell'organizzazione, e le risorse disponibili, determineranno la dimensione del
gruppo. Il gruppo può essere costituito da una persona, per esempio il rappresentante della direzione.
3.11 obiettivo energetico: Prodotto o risultato specifico stabilito al fine di adeguarsi alla politica
energetica dell'organizzazione collegato ad un miglioramento della prestazione energetica.
3.12 prestazione energetica: Risultati misurabili collegati all'efficienza energetica (3.8),
all’uso dell’energia (3.18) e al consumo dell’energia (3.7).
Nota 1 Nel contesto di un sistema per la gestione dell'energia, i risultati possono essere misurati confrontandoli alla
politica energetica dell'organizzazione, agli obiettivi, ai traguardi e ad altri requisiti di prestazione energetica.
Nota 2 La prestazione energetica è un componente della prestazione del sistema di gestione dell'energia.
3.13 indicatore di prestazione energetica; EnPI: Valore o misura quantitativa della prestazione
energetica così come definito dall'organizzazione.
Nota Indicatori di prestazione energetica potrebbero essere espressi come numeri semplici, rapporti o modelli più complessi.
3.14 politica energetica: Dichiarazione dell'organizzazione delle sue complessive intenzioni e
orientamenti collegata alle sue prestazioni energetiche così come espressa formalmente
dall'alta direzione.
Nota La politica energetica rende disponibile uno schema di riferimento per l'azione e per la determinazione degli
obiettivi energetici e dei traguardi energetici.
3.15 analisi energetica: Determinazione della prestazione energetica dell'organizzazione basata
su dati ed altre informazioni tali da portare all'identificazione di opportunità di miglioramento.
Nota In altre norme regionali o nazionali, concetti come l'identificazione e l’analisi di aspetti energetici o di profili
energetici sono inclusi nel concetto di analisi energetica.

 
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La bioraffineria ENI di Porto Marghera

Post n°21 pubblicato il 24 Settembre 2012 da annatapessima
 

Intervento di Simone Padoan, vice presidente APIndustria Venezia sul progetto ENI di bioraffineria a Porto Marghera.

 

Se ENI porterà a termine l'investimento per la “Green Refinery”, il nostro Territorio avrà vinto un biglietto vincente alla lotteria, il cui valore supera quello di un intero filare di Palais Lumière. 

 

Che la bioraffineria sia un investimento possibile per Porto Marghera era, sulla carta, dimostrato ormai da anni: già nel 2007 ho inserito la proposta per lo sviluppo di una bioraffineria integrata nel Protocollo di Condivisione delle linee strategiche per la riqualificazione e lo sviluppo di Porto Marghera, mentre la Grandi Mulini prospettava un impianto di produzione di bioetanolo. 

 

Il problema però, è che la produzione di biocarburanti deve tenere di conto di una quantità di variabili che possono trasformare l'investimento in un incubo, a partire dalla logistica, che se non è strategicamente piazzata, può incidere significativamente sul costo del prodotto finito. 

 

Per questo motivo, nonostante tanti sforzi, identificare un investitore che dovesse farsi carico di individuare l'area ideale sulla quale imbastire una trattativa di acquisto, condizionata dall'incognita bonifica, è sempre stato come costruire un castello di sabbia asciutta. 

 

Considerando che una delle poche aree adatte è la zona compresa tra la raffineria e la Petroven, mi ricordo una riunione informale, tenutasi a settembre del 2009, proprio negli uffici Petroven, durante la quale il massimo sforzo che si poteva immaginare da parte di ENI sarebbe potuto essere quello di locare un appezzamento di terra, ma sicuramente non quello di investire del suo, anzi, l'impressione che permeava era quella che a Porto Marghera, ENI, non avrebbe più investito su alcunché. 

 

A partire da quella data, ho sempre temuto di aprire il giornale la mattina e vedere la notizia della dismissione della Raffineria e, nell'ultimo anno, più di qualche volta o pensato che i miei timori fossero sul punto di esser dimostrati, soprattutto quando, a distanza di pochi mesi, era stato annunciato che ENI avrebbe investito 1,2 miliardi di Euro a Proto Torres per avviare una bioraffieria, mentre avrebbe chiuso Porto Marghera per sei mesi. 

 

Non a caso, nel dossier sui biocarburanti, pubblicato, alla fine dello scorso anno, proprio sulla rivista Equilibri della Fondazione ENI Enrico Mattei, auspicavo che ENI prendesse in considerazione anche Porto Marghera per investimenti simili. 

 

In linea teorica, il valore strategico di una bioraffineria per questo Territorio, può superare le potenzialità espresse dal polo chimico negli anni d'oro: oltre a quella dei biocarburanti, infatti, è possibile innescare una serie di produzioni, a partire da bio-lubrificanti, bio-tensioattivi, bio-solventi, bio-vernici, bio-collanti, bio-inchiostri, bio-resine, bio-polimeri, bio-plastificanti,  bio-plastiche, il cui risultato può essere quello di alimentare filiere che valorizzano competenze professionali ed imprenditoriali del Territorio, in ambito chimico ed impiantistico, che valorizzano una componente scientifica dell'Alto Adriatico di eccellenza mondiale nel settore delle biomasse e chimica verde (agrochimica), che attraggono investimenti complementari ed intersettoriali tra Piccola/Media Impresa e Grande Impresa e attraggono Capitali Esteri e che raccolgono le sfide del nuovo secolo: sostenibilità economica ed ambientale, legame tra mercato globale e locale. 

 

Con 100 milioni di euro, è possibile realizzare una linea produttiva di green diesel, adeguata a coprire i quantitativi di biocarburante da miscelare ai tradizionali che vengono distribuiti da questa raffineria, non si tratta, di per sé stesso, di un investimento che da solo può generare un cambiamento così epocale, ma se lo aggiungiamo anche ad altri interventi analoghi, prospettati o compiuti anche da altri soggetti, come quelli, ad esempio dell'Oleificio Medio Piave e di Cereal Docks, otteniamo un insieme che è molto più che simbolico: è un vero inizio. 

 

Il punto è che ENI ha consegnato il biglietto vincente a questo Territorio, ma sta a noi ed alle nostre Amministrazioni andare ad incassarlo: non è solo una questione di autorizzazioni, serve ora un processo di integrazione infrastrutturale che, anche se, considerando i progetti dell'Autorità Portuale, ha già enormi potenzialità per quanto riguarda la logistica, è ancora privo di una piano strategico che sia in grado di attirare investimenti per la realizzazione di laboratori di ricerca per nuovi materiali, per il trasferimento delle loro applicazioni su tecnologie e prodotti destinati al mercato di consumo e, per questo, in grado di avviare produzioni ad alto valore aggiunto  e, quindi, ad avviare nuova imprenditorialità industriale ed artigianale. 

 

Il fatto che ENI abbia preso questa decisione, proprio adesso, non può non avere a che fare con il percorso intrapreso dall'Accordo di programma del 16 aprile, “per la bonifica ed il ripristino ambientale di Porto Marghera e per favorire lo sviluppo di attività produttive sostenibili”, un percorso che ha visto il patrocinio attivo del Ministero dell'Ambiente ed ha avuto la fortuna di avere un coordinamento attento e capace, ma che non ha ancora avuto la possibilità di esprimere una piena convergenza delle strategie della Amministrazioni coinvolte: sarebbe importante, infatti, capire assieme, attorno al Tavolo Permanete per Porto Marghera, come condividere un piano di incentivazione della Chimica Verde, capire quale ruolo possano avere le varie Agenzie e società partecipate e le Università, quali spazi possono esser velocemente convertiti per questo specifico scopo e come si possa promuovere il Territorio per attrarre investitori esteri interessati a questo specifico tema.

 
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Tre Energia è la prima ESCo certificata secondo UNI 11352 nel Nord Est

Post n°20 pubblicato il 24 Settembre 2012 da annatapessima
 
Foto di annatapessima

Lo scorso 7 settembre Tre Energia, la società di Este specializzata in servizi energetici, ha positivamente concluso l’iter per ottenere la certificazione come Energy Service Company (ESCO) secondo la norma UNI CEI 11352:2010. La certificazione è stata rilasciata da SGS Italia S.p.A.
Le ESCO sono società in possesso del background tecnico, gestionale e finanziario per effettuare servizi di gestione energia, quali per esempio diagnosi energetiche, gestione delle centrali termiche per conto terzi, efficientamento di impianti esistenti. Questa tipologia di società è considerata così importante per gli obiettivi che l’Italia deve raggiungere entro il 2020 che l’UNI ha varato una norma (appunto la UNI 11352) dedicata ai requisiti minimi che una società deve possedere per svolgere questo tipo di attività.
Tre Energia, che svolge servizi calore per numerosi comuni ed aziende del Veneto centrale, ha ritenuto fondamentale per il suo programma di sviluppo l’ottenimento di questa prestigiosa certificazione: con la collaborazione di Energol (la società di consulenza in campo energetico del gruppo Ethan) è diventata la prima ESCO in Veneto ad essere certificata e una delle primissime in Italia. L’impegno alla corretta gestione dell’energia è inoltre dimostrata dalla contestuale certificazione ottenuta da Tre Energia secondo lo schema ISO 50001:2011, la nuova norma per i Sistemi di Gestionbe dell’Energia. 

 
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La nuova norma UNI 11428 sulla Diagnosi Energetica

Post n°19 pubblicato il 30 Aprile 2012 da annatapessima
 

Per diagnosi energetica si intende una procedura sistematica volta a fornire una adeguata conoscenza del consumo energetico e la individuazione e quantificazione delle opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici.

Gli obiettivi a cui deve mirare una diagnosi energetica sono:

- Definire il bilancio energetico dell’edificio
- Individuare gli interventi di riqualificazione tecnologica
- Valutare per ciascun intervento le opportunità tecniche ed economiche
-  Ridurre le spese di gestione
Per ridurre i costi energetici, un’azienda ha essenzialmente due sistemi: ridurre i consumi, e ridurre il costo dell’energia fornita. Un approccio integrato al problema, che punti alla riduzione tanto dei consumi, quanto dei costi, risulta decisivo. Conoscere per cambiare, dunque: solo conoscendo tutti gli aspetti del consumo energetico si possono mettere in campo le azioni che conducono a un significativo risparmio economico, con immediati benefici sulla competitività economica dell’azienda anche a livello internazionale. In altre parole, la diagnosi energetica individua lo stato di salute dell’azienda in campo energetico e, una volta individuate le “parti malate”, ne propone la cura.

Alcune leggi che chiariscono il contest


  • il D.P.R. 412 del 1993, che determina le modalità di controllo e verifica del rendimento degli impianti termici e l’obbligo di utilizzo delle fonti rinnovabili ed assimilate negli edifici pubblici;
  • il D.Lgs. 79 del 1999, che avvia la liberalizzazione del mercato elettrico;
  • il D.M. 11 novembre 1999, che insieme al DM 28 luglio 2005 fissa le regole per il funzionamento del mercato dei certificati verdi, mirato all’incentivazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili;
  • il D.Lgs. 164 del 2000, che estende il processo di liberalizzazione al mercato del gas naturale;
  • il D.M. 20 luglio 2004, che avviano un meccanismo di mercato basato sullo scambio di titoli di efficienza per promuovere la realizzazione di interventi di miglioramento dell’efficienza energetica;
  • il D.Lgs. 192 del 2005, che dà inizio al processo di recepimento della direttiva comunitaria sulla certificazione degli edifici;
  • il D.M. 24 ottobre 2005, che delineano nuovi aspetti relativi ai certificati verdi e ne estendono l’emissione a favore delle reti di teleriscaldamento con cogenerazione;
  • il D.Lgs. 152/2006 (Testo Unico Ambientale);
  • il D.M. 19 febbraio 2007, che rivisita l’incentivazione in conto energia a favore degli impianti fotovoltaici;
  • il D.Lgs. 20/2007, che recepisce la direttiva comunitaria 2004/8/CE sulla cogenerazione;
  • la Legge 125/2007, di liberalizzazione completa del mercato elettrico;
  • il D.M. 21 dicembre 2007, che aggiorna il meccanismo dei certificati bianchi;
  • il D.Lgs. 115/2008, di recepimento della direttiva sui servizi energetici;
  • le leggi finanziarie e il Testo Unico delle Accise (D.Lgs. 504/1995).
  • o sono:

     

     
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