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« Cani e modifiche sociali umaneBrevi sull'etologia del cane »

Collare e pettorina: il mio punto di vista

Post n°6 pubblicato il 15 Agosto 2012 da joppijo62
 
Foto di joppijo62

di Giovanni Padrone - Ribadendo che fondamentalmente non sono contrario all'utilizzo di nessuno strumento (a parte gli ammennicoli elettrici et similia che assolutamente vieterei sia per l’uso che per la vendita) finché se ne fa un uso corretto e premettendo che non fidandomi di me stesso non ho mai fatto uso di collare a scorrimento né di cavezza vediamo nei dettagli i pro e i contro di questi mezzi di controllo del cane.

Intanto, perché li definisco mezzi di controllo? Semplicemente perché un cane può essere il più perfettamente istruito (o addestrato) al mondo che da libero può avere una volta l'istinto di gettarsi in mezzo alla strada per finire sotto un'auto. Se fossimo una civiltà evoluta al punto tale da non dover usare auto, moto, camion e via dicendo personalmente preferirei tenere i miei cani liberi in quanto ci intendiamo abbastanza bene. Ma questa è una utopia. Il guinzaglio serve innanzitutto a controllare che il cane non si vada a mettere nei guai. Poi con lo stesso mezzo si può comunicare il proprio stato di tensione o quello di rilassamento (reciprocamente per il cane ed il proprietario). Naturalmente la cosa migliore sarebbe quella di rimanere sempre calmi e rilassati, finché possibile, in modo da trasmettere al proprio cane sicurezza.

STORIA DEL COLLARE

Il collare a fascia è il mezzo più antico che gli esseri umani utilizzarono per tenere sotto controllo il cane. Già nelle antiche pitture rupestri di Bhimbethka (13.000 a.f.) e di Akakus (Libia, 12.000 a.f.) sono raffigurati due cani tenuti al guinzaglio e collare dai rispettivi compagni umani. Più tardi, in epoca storica troviamo i dipinti dell’antico Egitto che ritraevano 6000 anni fa dei levrieri al guinzaglio e collare; inoltre nelle tombe egizie sono stati trovati dei collari in cuoio con raffigurazioni pregiate. Circa un migliaio di anni più tardi gli assiri raffigurarono dei cani di grossa taglia (probabilmente molossoidi) con collari apparentemente di metallo o comunque di materiale rigido. Anche nelle rappresentazioni artistiche dell’antica Grecia e di Roma vengono spesso disegnati o scolpiti cani con collare; nell’antica Roma si iniziano a fabbricare collari con borchie e punte esterne per proteggere il collo dei cani usati nelle battaglie. I ‘collari armati’ vengono usati anche nel Medio Evo a protezione dei cani che dovevano fare la guardia alle greggi ed alle mandrie, mentre la Nobiltà inizia a decorare i propri cani con collari fabbricati in metalli pregiati e pietre preziose. Con il diffondersi della classe media in Europa il cane non è più ad appannaggio di pochi e ritorna il collare in cuoio perché a prezzi più accessibili. Nel 16.mo secolo nasce il collare con chiusura a lucchetto. Da quell’epoca ai giorni nostri poco è cambiato se non l’introduzione delle fibre sintetiche e dei materiali plastici nella produzione dei collari.

Noto anche come CHOKE COLLAR (collare a strangolo) o CHOKE CHAIN (catena a strangolo) il brevetto del primo SLIP COLLAR (COLLARE A SCORRIMENTO) risale al 1890 (Ae. F. Nuttall, US patent n. 426137 del 22 apr. 1890, che aveva già brevettato l’invenzione in Inghilterra il 9 maggio 1889), anche se era già usato da alcuni allevatori inglesi fin dalla metà del 19.mo secolo. Ne sono state fatte successivamente varie versioni fra cui una con punte interne, ma anche una nel 1995 con il chiaro intento di non creare in alcun modo danni fisici al cane (Christopher E. Beauchamp, US patent n. 5.456.213 del 10 ott. 1995: collare a scorrimento interrotto o semi-strangolo). L’intento originale era quello di tenere maggiormente sotto controllo il cane, soprattutto se di grossa taglia. Tuttavia un uso sbagliato poteva provocare grossi danni al cane, fino all’asfissia e fu per evitare questo che già nel 1924 venne brevettata da George Huff la prima pettorina (US patent 1.508.601 del 16 set. 1924) e perfezionata da George W. Philbrick (US patent n. 1.685.435 del 25 set. 1928).

E’ invece del 1984 (US patent n. 4.483.275 del 20 nov. 1984) il brevetto della prima cavezza per cani con il chiaro intento di insegnare al cane la condotta al guinzaglio (“…so that the trainer, rather than merely polling against the mass of the animal, can turn its head in the direction to which he wishes the animal to move…” ossia “…in modo che l'addestratore, invece di limitarsi a porsi davanti al corpo dell'animale, può girare la sua testa nella direzione verso la quale desidera che l'animale vada…”).

IL DIBATTITO SUI DANNI FISICI

Ad onor del vero bisogna dire che qualsiasi mezzo utilizzato in modo scorretto può causare forti danni al cane, sia esso un normale collare, un collare a scorrimento, una cavezza o persino una pettorina. Di certo alcuni di questi possono più facilmente portare a questo, ma anche uno strattone ad un normale collare fisso o ad una pettorina possono provocare se non gli stessi, danni comunque gravi. Mi è capitato di vedere un ragazzino usare una pettorina come uno yo-yo su un cane di piccolissima taglia ed ho provveduto alla denuncia del genitore per maltrattamento di animale, poiché questi anziché intervenire se ne stava a ridere del povero malcapitato cane. Mai denuncia fu più appropriata visti i danni fisici provocati.

Come ribadito più sopra, io personalmente non ho mai usato collare a scorrimento né cavezza, perché visti i miei trascorsi sportivi sono dotato di una certa forza e non vorrei causare ai miei cani (e tantomeno a quelli dei miei clienti) inavvertitamente alcunché a causa di un mio movimento inconsulto. Insegno la condotta ai cani innanzitutto senza guinzaglio e poi lo stesso viene introdotto insieme ad un normalissimo collare a fascia. Non uso nemmeno la pettorina, a meno che non mi capiti un cane particolarmente ostico all’apprendimento della condotta e allora provvisoriamente unisco l’insegnamento ad una pettorina rieducativa (fra le svariate centinaia di cani con cui ho lavorato mi è capitato una sola volta, ovvero circa l’1 x ‰).

La cattiva nomea che viene data al collare a scorrimento è perché viene utilizzato in maniera alquanto becera da addestratori poco rispettosi della natura e dell’integrità fisica e psichica del cane (CesarMillan docet); mi è capitato e mi capita tuttora di lavorare sui danni soprattutto psichici fatti da questi ‘addestratori’ (che non paghi di questo spesso ricorrono anche al collare elettrico, strumento anti-etico ed incivile). Tuttavia conosco professionisti che usano lo stesso da anni con criterio, non hanno mai abusato dei propri cani e li hanno sempre trattati con il massimo rispetto. In pratica, il discorso è sempre quello che alcune persone usano il cervello e altre nemmeno sanno cosa sia un cervello. Di certo la rosa dei venti presente nella cinofilia italiana con tutte le sue correnti non contribuisce alla chiarezza nei confronti delle persone, né tantomeno programmi tv che sanno più di show che di realtà (e spesso mentono spudoratamente sulla realtà).

Mi auguro che lo spirito di collaborazione nato fra alcuni di noi che operano in maniera professionale nell’educazione e nell’addestramento dei cani (anche se le nostre opinioni possono apparire diverse, ci unisce l’idea di porre il benessere del cane davanti a tutto) possa dare un contributo ed un maggiore impulso alla chiarezza e che il tempo ci dia ragione accantonando chi, per business o per boria, approfitta dell’ignoranza delle persone per causare disinformazione e soprattutto danni gravi ai cani altrui.

 
 
 
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