COINCIDENTIA OPPOSIT

viaggio globale tra la mente e le realtà contrastanti

 

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PER UN'AMICA (A me stessa)

Post n°22 pubblicato il 30 Ottobre 2008 da sambadellarosa

PER UN’AMICA (A me stessa)

 

Svegliati donna!

Ti scongiuro amica cara.

Sento il vento fischiare

e tu esalti ancora un fumo di ciarle.

Tu non piangi, distogli lo sguardo.

Sei un’anima maldestra,

i tuoi gesti sono ambigui e bugiardi.

Ti mostri sorridente, mi guardi fissamente.

Amica mia! Parlami amica cara.

Stanotte c’è la luna, una bella luna,

ospite meravigliosa ai miei occhi lucenti.

Essa è muta ma intiepidisce la notte dei miei pensieri.

Sono sola alla finestra e mentre ti attendo

mi incurvo; ho molto male.

 

Ho creduto in te mia cara.

Ho creduto in questa vita e in questo mondo.

Non ti chiamo, la tua fronte spaziosa non ha ancora un nome.

Lo so, non hai vissuto fino in fondo;

devi resuscitare, strappare le gioie ai giorni futuri.

Ascoltami amica cara, non essere la solita ciarlatana.

Cos’è il denaro per la tua anima?

Morire è di gran lunga più difficile.

Levati sulla punta delle onde e accarezza la luna,

la tua luna muta e loquace.

Odo le tue urla e sento ancora il fischiare del vento.

E’ fastidioso.

 

Svegliati amica mia.

Tu così grande ed ora così inutile?

Come posso crederti!

Mi sei accanto ed effondi ancora tanto fumo nero,

ma questa realtà mi rende felice.

Non puoi essere vittima del buio,

non lo sei mai stata.

Ti getti a capofitto nella malinconia infame e bastarda.

Trascini il tuo enorme amore in una notte farneticante

e senza scrupoli.

Urli in silenzio, ti mordi le labbra, ti svuoti del tuo Io.

Lo devi fare. Ti discolpi.

Devi contemplare la vita anche se mediocre.

Ti aspetto amica cara, prolungo l’attesa.

Ora vedo chiaro, vedo tutto. In un attimo ti discolpo.

Sbircio anche i dettagli di una vita incolta e incivile.

Non oso andare oltre, il dolore mi degrada!

 

                         Elena Maria Dominici Ingrosso

                                                       

                                                              

 

 
 
 

STORIA SUBLIME

Post n°21 pubblicato il 18 Ottobre 2007 da sambadellarosa

 

 

Una sublime avventura, un’esperienza mistica che ognuno di noi ha compiuto nel ventre materno, esordendo da una  semplice unità  e portando a termine un  individuo completo, ovvero un Homo Sapiens.

Un evento che districandosi nell’oscurità del seno materno ha del soprannaturale; esso si dipana in un mondo confuso, invisibile  fino ad approdare ad un essere dotato di un cervello sbalorditivo. 

Un trambusto completo all'interno di  quell’organo prezioso della donna, dove si instaurerà l’habitat giusto che includerà il grande evento finale della nascita.

Il  follicolo è letteralmente esploso, l’ovulo ha  intrapreso il suo viaggio; una vera riconoscenza a ciò che è dentro questo piccolo universo che dà origine pian piano ad  una specie di scultura, che da sempre, ci  lascia senza parole.

Eppure è la nostra storia, un’evoluzione che se pur all’inizio  invisibile ad occhio nudo, infonde ogni volta un Accecante Bagliore.

                           Elena Maria Dominici Ingrosso

 

 
 
 

MI PRESENTO

Post n°20 pubblicato il 12 Settembre 2007 da sambadellarosa

Mentre mi accingo a colorare una tela o a decorare un pezzo di legno, non so mai quale sarà il soggetto; ciò che riesco a partorire con la fantasia, l’immaginazione e le esperienze che vivo tutti i giorni, rivela idee come per incanto e questo lo trovo eccezionalmente bello e seducente…

Con infinito orgoglio metto in mostra le mie opere e coraggiosamente le analizzo esprimendo il mio giudizio. Affermo che sono davvero belle e singolari!

Non voglio assolutamente essere fraintesa, non desidero essere definita sfacciata e presuntuosa, anche se, una mia carissima amica, sfortunatamente, mi riterrebbe tale. Sono unicamente soddisfatta e mi compiaccio ogni qualvolta riesco a completare qualcosa attraverso il pensiero e anzitutto attraverso il mio animo.

Sono convinta che un artista non dovrebbe mai criticare una propria opera più o meno bella; è indiscutibile che ognuna faccia parte di un preciso momento, di uno stato prezioso dell’animo, l’importante è percepire e cogliere quel magico istante.

Il mercato impone sfortunatamente una rilevanza materiale anche all’arte, all’estrinsecazione dell’essere, annientando crudelmente l’animo di un artista. Ogni opera che sia di qualsiasi artista ha un valore unico ed inestimabile!

Asserisco tutto ciò con semplicità e franchezza, così come quando mi adopero a scrivere una poesia. Vivo con fervore e serietà ogni cosa che riesco ad attuare, ciò mi rende felice. Pretendo di esprimere con disinvoltura le mie opinioni e coinvolgimenti tanto da essere sempre in pace con me stessa. In questo modo che è talmente facile e naturale alimento sempre di più la mia mente, che ha bisogno obbligatoriamente e incessantemente di sollecitazioni nuove e positive, attimi di rivelazioni sane e pulite. Mi autorizzo ogni giorno ad accettare questo pensiero che è diventato il mio motto dando pertanto un abbondante spazio allo spirito del mio estro.

Appare bizzarro ciò che sto per comunicare, ma, quando, anche da ragazza, esponevo i miei quadri, ogni volta che avevo davanti a me una persona interessata all’acquisto di uno di essi, saggiavo un mero dispiacere. Era chiaro che non sarei stata mai più in grado di riprodurre quell’immagine. Vendendo, quindi concedendo ad altri quel quadro, andavano via il momento, l’idea e la situazione che mi avevano portato alla realizzazione della stessa. Ero felice al tempo stesso perché una mia opera entrava in casa di qualcun altro pronto ad apprezzare lo stile della mia pittura, la sua rappresentazione e i messaggi che poteva trasmettere.

Ma poi, ripenso, con l’arte si vive anche! Ed allora dichiaro che chiunque si accosti ad una mia opera abbia capito perfettamente ciò che ho voluto trasmettere con la penna e con il pennello!

Dedico questa personale a mio padre, mio "Grande Maestro" e a tutti coloro che mi pensano, e sono rivolti a me con stima e affetto.

               ELENA MARIA DOMINICI INGROSSO

 
 
 

INCUBO E REALTA'

Post n°15 pubblicato il 10 Settembre 2007 da sambadellarosa

Un incontro penoso il mio con una bimba di cinque anni. E’ sola, rannicchiata sul gradino di una lunga scalinata con un’espressione che fa risaltare un immenso sconforto. Non piange, ma con tono melanconico e afflitto comincia a parlarmi della sua vita; di quella sua brevissima vita!

"Sono una bambina" mi dice, o meglio "Desidererei tanto esserlo ma perché nessuno vuole che io lo sia? Ho solo cinque anni ma ragiono e discuto come una donna matura. Tutti mi vogliono così! Mia madre vuole che sia così!!! Non è giusto! Perché? perché non posso essere realmente quella che sono? E’ una condanna".

Continua a ripetermi queste parole all’infinito! Parla fissando intensamente il mio sguardo. Devo andar via, prima che i miei timpani siano "trivellati" da quelle ossessionanti rivelazioni.  Devo fuggire, mi sento male.

Come può una madre volere questo? Come può la madre di una creatura così tenera, volere a tutti i costi la sua bimba già donna!?!

L’aspetto è davvero quella di una bambina, ma gestualità e discorsi non fanno parte di lei. E’ senza dubbio un’adulta, una donna matura. Enorme sofferenza per questa realtà che non le appartiene ma deve essere così. Non deve giocare, non può farlo. CRISTO! La piccola non ha scelta!!!

Mi rattristo sempre di più, mi allontano e piango; proseguo e mi dirigo verso un ospedale. Quale luogo angosciante! Mio Dio, dove sono? Il reparto che sto percorrendo è quello di neonatologia, pertanto ciò che vedo sono soltanto bimbi, quasi tutti posti in enormi incubatrici, inadeguate e con forme inspiegabili. I neonati piccolissimi sono orribili. Sembrano minuscole marionette, che gesticolano, si agitano, altri invece dormono. Vedo infermiere sdraiate sulle incubatrici che addormentate a pancia in giù fanno oscillare le braccia. Tutto è sinistro, tanto quanto minaccioso e disdicevole è ciò che osservo e sento nella realtà di tutti i giorni. Non si dovrebbe andare oltre. ( Utopisticamente mi correggo: "NON SI DEVE ANDARE OLTRE".

Inquietante il mio sogno! ma è una realtà pura, come pura è la bimba che da sempre vive con me e dentro di me, ma rimane tale, vale a dire un’autentica bambina. E perché mai dovrei obbligarla a ciò che non le compete?, perché mai dovrei tempestarla con i miei pensieri e problemi quotidiani? LEI DEVE NECESSARIAMENTE GIOCARE E GIOIRE.

Sono io, Elena, la persona adulta e matura, ed allora, vi prego, non oltraggiate quella bimba……

                          Elena Maria Dominici Ingrosso

 

 

 
 
 

IL PIU' "IMPORTANTE" DEI MIEI PENSIERI...

Post n°12 pubblicato il 24 Luglio 2007 da sambadellarosa

Sono sposata fedelmente con la libertà assoluta, fidanzata da sempre con un’illimita fantasia e ingegno; procedo e agisco in base a questo pensiero che è talmente forgiato tanto da mostrarsi ormai irremovibile. Odio qualsiasi tipo di compromesso e per essere enfaticamente esagerata accenno le parole di una vecchia canzone. ….."anche un semaforo rosso è un insulto alla mia libertà" Sono una donna "inverosimilmente" capricciosa ma i miei sono capricci che intendo soddisfare da sola, lo devo fare unicamente per "gratificare" il mio animus che è eccellentemente infantile di tutto ciò che gli è indispensabile….Sono convinta che tutto ciò che penso e scrivo mi farà apparire indubitabilmente un’esaltata ed una sprovveduta. Saranno pochi a conoscermi e a capirmi; i molti mi censureranno o mi porteranno alla forca!!!  mA CHI SE NE FREGA!!!!!!!!!

               Elena Maria Dominici Ingrosso

 
 
 

UN PENSIERO RIBELLE?  DEDICATO AD UN MAESTRO

Post n°11 pubblicato il 11 Luglio 2007 da sambadellarosa

Perché sono tanti coloro che ambiscono a deformare e travisare deliberatamente l’ideologia di Che Guevara, che nella sua giovane vita infranta a 39 anni è stato indubbiamente una meteora?!? Perché si gusta la smania di screditare qualcuno che in quei difficilissimi anni, ebbe una forza mentale notevole nell’intento di ricostruire uno Stato? Un pensiero questo, che ha molto dell’odierno. O mi sbaglio?

Non m’impegno a raccontare le peripezie di un così eminente uomo, non potrei in tale contesto, e poi, un po’ tutti le conosciamo, e sappiamo che in soli dieci anni fu un tenace guerrigliero, dirigente economico, diplomatico, attivista e combattente antimperialista in Africa e in America Latina. Innalzò e modificò il suo pensiero teorico partendo dalla pratica rivoluzionaria e non dai libri, che non aveva avuto il tempo di esaminare malgrado la sua sete e l’inestinguibile ed implacabile curiosità intellettuale.

Guevara era internazionalista e poteva concepire soltanto una lotta mondiale contro il sistema capitalistico. Era un artefice dello stato cubano, ma prediligeva il ruolo di combattente internazionale per il socialismo.

"Le idee si devono combattere con altre idee e devono essere libere". QUESTO E’ ANCHE IL MIO PENSIERO…. Il suo pensiero, COME IL MIO, si basava sulla speranza di promuovere la lotta di classe dappertutto, e di costruire mondialmente il socialismo, invece lui fu combattuto come "trotskista". No! Non era assolutamente un terrorista!!! Ha lottato per l’uomo e per tutto ciò che oggi si chiama "chimera". Il coraggio e la decisione rivoluzionaria del "CHE" molte volte si convertiva perfino nel disprezzo del pericolo e in una sfida alla morte.

Egli si era formato nell’amore per il prossimo, nella dedizione ai poveri ed in questo senso sfuggiva all’inettitudine e alla mediocrità piccolo-borghese con un atteggiamento che appariva speciale e aristocratico, o anche romantico ma che preannunciava l’Uomo Nuovo che si sforzava di far nascere attraverso la rivoluzione.

Il "Che" ha compiuto senza dubbio un lavoro di ricerca e di analisi sull’ accrescimento della Coscienza. Era necessario creare l’uomo nuovo, mobilitare le masse, erudire la gente all'interno del sistema. Era importante che gli uomini apprendessero ogni giorno più coscienza sulla necessità e urgenza della propria integrazione nella società . La strada era lunga e appesantita da temibili difficoltà. A volte, IO DICO, per aver smarrito la strada si deve battere in ritirata, retrocedere, altre volte procedendo troppo in fretta, ci separiamo dalle masse in alcuni casi, per troppa remissività, sentiamo lo sbuffo di coloro che ci pestano i piedi. E la storia si ripete!!!

Oggi l’uomo si mostra più completo ma non ha comunque la facoltà di manifestarsi e farsi ascoltare; a mio avviso, non ha ancora infranto le catene dell’alienazione, il che equivale alla sua non completa rivelazione come Creatura Umana.

                         Elena Maria Dominici Ingrosso

 

 

 

 
 
 

  "FRATELLANZA E MASSONERIA"

Post n°10 pubblicato il 27 Giugno 2007 da sambadellarosa

 

Sovente mi sono concessa il compito di far capire che la Massoneria è una necessità umana e sociale; ora non so più quali espressioni adoperare per offrire una precisa definizione della sua essenza. Esistono norme, simboli, riti come in qualsiasi credo che non sono sicuramente cose superflue, ma tutto ciò, non è la Massoneria! Un’infinità di volte ho tentato, anzi, ho lottato, per far capire alcuni concetti essenziali, anche se, nemmeno quelli che la conoscono bene come me, possono spiegare ciò che essa sia in realtà. Una cosa è certa! LA MASSONERIA NON E’ ASSOLUTAMENTE UNA COSA ARBITRARIA E SUPERFLUA! ESSA E’ SEMPRE ESISTITA!…e non si è massoni solo perché un Venerabile Maestro ti ha ammesso a far parte di una Loggia costituita, pertanto, torno a ripetere che fa parte di una necessità strettamente umana, quindi non è assolutamente al di là delle nostre conoscenze. LA MASSONERIA si vanta lecitamente di azioni che ogni buon cittadino dovrebbe sentire come impegno morale: rispetto, benevolenza, moralità e amor patrio. Appare, (romanticamente parlando) che ogni essere umano sia dotato di queste sane qualità, eppure non è così! Si usufruisce sempre della legge del più forte! Homo, hominis lupus, affermava Hobbes e come potrei affermare che si sbagliava? come potrei accordargli un torto. Assolutamente No! Dove sono gli uomini che si sostengono tra loro? Dov’è lo Stato che si affligge per dare lavoro a gente povera che tenta ogni giorno la vita, spesso anche in maniera ostica e disagevole? (e ne esiste tanta), dov’è lo Stato, che non  erige orfanotrofi, istituti decorosi per anziani o case di accoglienza per ragazze madri spesso obbligate ad abortire o ad abbandonare i propri figli? DOV’E’ LO STATO? Lo Stato dorme! mentre tanti uomini, quelli che arbitrariamente sono definiti luridi Massoni, educano e istruiscono  tanti giovani bisognosi, talvolta anche incapaci; lo fanno con stima e amorevole tolleranza. Io non posso dire, o meglio, non posso proferire molto; le reali azioni della Massoneria sono tante, sono così grandi e importanti da mirare così lontano che probabilmente ci vorranno secoli prima che si possa affermare quello che essa ha fatto con i fratelli e con Grandi Maestri, e tuttavia ciò che di buono è stato fatto nel mondo, è stato fatto proprio dalla Massoneria, che si impegna e continua a farlo per il bene dello stesso. Potrei arrivare a dire che l’ordine potrebbe essere mantenuto senza un governo centrale; questa è una mia analisi, anche se è un vero peccato crederla priva di ogni misera probabilità. Spero di tutto cuore che vi siano uomini capaci di elevarsi sopra ad ogni preconcetto, che siano consapevoli di ciò che asseriscono, senza marchiare e additare la MASSONERIA come un qualcosa di occulto e raccapricciante. Spero altresì che abbiano la capacità di sfuggire alla confusione mentale e alle banali curiosità. Discutete, ma non diffamate la Massoneria! Non affannatevi a disintegrare la più bella parola che essa possiede, ossia la FRATELLANZA!

                            Elena Maria Dominici Ingrosso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

FORZA E DIRITTO (Riflessioni)

Post n°7 pubblicato il 18 Giugno 2007 da sambadellarosa

Se penso che quel fantasma chiamato società ci rende senza possesso e la forza ci viene estorta, l’essere non ha alcun diritto. Il "liberalismo" umano ci rende scettici al diritto della forza individuale; è come se l’uomo voltasse risolutamente le spalle a se stesso, si svincolasse da una critica che lo assilla, lasciandolo solo con le sue obiezioni, contrapponendosi a tutto ciò che di umano gli appartiene. Diviene una massa umanamente irrisoria, anzi inumana, un’infinità di mostri! Lo spirito pensante non ha forza!… perciò non ha diritto!

E’ proprio la nostra storia che è crudele e continua ad esserlo, mettendo in gioco i concetti più sacri dell’umano, trascinandoci verso princìpi e sistemi grossolani, senza moralità e senza ordine! Da questo, ne consegue che proprio il diritto non ha capacità sufficiente, non ha ragione di esistere. Ogni idea apparirebbe rivoluzionaria se il singolo avesse la destrezza per espletarla. Non può! questa idea non avrebbe forza, non avrebbe dunque diritto di essere! Bisogna obbedire! Non c’è difesa dunque! Ancora oggi si continua a dividere gli uomini in due classi: i colti e gli incolti. I primi probabilmente sembrerebbero degni dei loro pensieri, gli incolti invece, soggiacciono al dominio dei pensieri, credo però, che nessuno è così incolto da non avere pensieri o idee edificanti, ricche di teorie. In ogni caso, tutti hanno un analogo diritto alla vita, non solo per la semplice appartenenza alla specie biologica. E’ triste sapere che proprio chi sostiene la dottrina della sacralità della vita, avvalora altresì la distinzione tra i loro simili. Il genere umano continua stupirmi! Forza e diritto dovrebbe essere un binomio perfetto ma bisogna inevitabilmente soggiacere all’onnipotenza del potere, MAI PIU’ ALLO SPIRITO! Si deve obbedire senza ragione!

Vivo con gioia e terrore, amarezza e disincanto. Illustri magistrati e direttori di giornali, additano con soddisfazione tanta gente e la ritraggono come esempio di totale immoralità schiacciandola come scarafaggi solo per una diversa scelta amoroso-sentimentale; neanche la forza dell’amore può dare il diritto di agire, di espletare gesti che fanno valere il diritto di quelle persone. Questo mi provoca una convulsione di disgusto. Ciò che dice Baudelaire, mi stimola a riflettere, non mi stacca sicuramente da una realtà che mi appartiene e che è ammantata di malinconia dove ognuno deve recitare una parte. Scrivo queste righe e penso a tutto ciò che di insulso mi conferirebbero uomini pubblici verso i quali dovrei avere grande forza per esprimermi con giudizi osceni e feroci parolacce, se non altro per suscitare uno scontro tra pensieri che lottano per essere qualificati come "il migliore". Che tristezza! E che schifezza! Ogni mattina continuo a svegliarmi estenuata dai serpenti dei miei pensieri ai quali dovrei elargire un sacrosanto Vaffanculo.

 
 
 

QUALCHE MIO PENSIERO AL MONDO

Post n°6 pubblicato il 18 Giugno 2007 da sambadellarosa

"Non distruggete ancora di più il mio mondo, le mie fantasie; non violentate ancora di più il mio spirito e la mia carne. Avrete più possibilità di evadere dalle vostre sofferenze ed infelicità; sarete giudicati dal vostro Io e forse imparerò a capirvi e continuerò ad amarvi".

"La fiamma tenera e tenue di una candela mi regala serenità e benessere. Ammiratela! anche se diverso è il colore dei vostri occhi".

"Regalatemi solo gesti d’Amore, al contrario saprò e dovrò essere molto cattiva".

"Perché nessuno ti aiuta se piangi? Perché nessuno riesce a percepire il tuo struggerti dentro? Cosa sono le lacrime? Un mezzo di attrazione? Allora non piangerò mai più"!!!

 

Elena Maria Dominici Ingrosso

 
 
 

 "Tanta solitidine nel mondo degli anziani"

Post n°5 pubblicato il 18 Giugno 2007 da sambadellarosa

Mi impegno ad affrontare un argomento toccante e delicato come la solitudine o l’isolamento di un mondo a me considerevolmente caro e mi addoloro. E’ evidente che resti intrappolata da un’infinità di elucubrazioni, le quali mi inducono ineluttabilmente ad un mero e profondo disdegno, dovendo omettere purtroppo la sacralità della specie cui faccio parte.

Appena apro gli occhi alla luce del giorno mi trovo buttata quasi per caso fra le tante cose del mondo, intendo dire fra tutte quelle cose che "qualificano" la mia specie, che rispetto ma per la quale provo sgomento e spesso terrore. Per tale motivo mi adopero innanzitutto a conquistare sempre più me stessa, emergendo con franchezza da una sorta di groviglio dove non posso soccombere.

E’, (e tristemente) lo ammetto, un gioco continuo tra vinto e vincitore, tra suddito e sovrano; l’uno sempre maledettamente attento alle debolezze dell’altro che "origliando" si sforza a captare tante segrete debolezze.

Ed allora mi chiedo se davvero entro a far parte del "gioco", se sono veramente un essere intelligente.

La maggioranza mi darebbe ragione, probabilmente sarei applaudita all’inverosimile se solo facessi capire che sono pronta al successo, al trionfo; riflettendo però, affermo che se vincendo, emergessi dal disordine e conquistassi sempre più la mia "autorità", metterei in difficoltà tanti miei simili, pertanto, il loro applauso sarebbe unicamente una rivelazione subdola e sgradevole. Tutti si accaniscono per la stessa ragione sottovalutando primariamente la magnificenza della natura, come ad esempio l’onorabilità di un legame familiare che a mio avviso si identifica soprattutto nel mondo degli anziani, o ancor meglio dai nostri cari vecchi.

Metto in evidenza una lunga prefazione al tema che espongo, sarebbe ancor più lunga se mi soffermassi sulla saggezza e sulla conoscenza di un uomo che ha trascorso quasi l’intera vita.

Millenni di falso e pernicioso moralismo! Sembra un fabbisogno quotidiano che si traduce in uno squilibrio, in un senso di vuoto come una qualità di cui si avverte la mancanza. Riferendomi al pesante problema che affligge la grande maggioranza di gente anziana, penso a quante infinite lezioni potremmo apprendere da quel mondo che ritengo incantato e a quanti piaceri potremmo ricavarne.

Loro, così abili, così importanti se non altro per la storia che li accompagna e che spesso è difficile immaginare a cui dovremmo concedere ogni giorno il nostro sincero rispetto, proprio loro, sono severamente abbandonati ad una solitudine che non riescono più a vivere ma solo a tollerare e subire!

Come non dire che un senso di umanità più profonda avrebbe certamente effetti benefici sul morale e sul comportamento, due qualità dell’anima strettamente legate cui non riusciamo o non vogliamo più far fronte. Sembra che oggi la natura umana caldeggi un diverso genere di sensibilità, una sensibilità che diviene minaccia a tanti obiettivi, impoverendo la nostra vita quotidiana, abbattendo le sue risorse magiche e spirituali pronte a garantirci forza e sostegno di cui abbiamo bisogno per vivere una vita piena e cogliere profonde gratificazioni.

C’è qualcosa di tremendo nel sacro amore degli anziani; un disinteressamento spietato davanti al quale la considerazione per una persona deve cessare! Un concetto degenerato, sguaiato e insolente che chiude l’anziano in un’angusta cella dove nulla ha più valore, dove la potenza dei pensieri viene annientata dall’inesorabile solitudine, dove lo stesso linguaggio diviene schiavo della disumana condizione di abbandono.

L’isolamento degli anziani che dovrebbe costituire un tema di discussione giornaliero ed essenziale, diviene sempre più tanto indifferente che per molti non vale la pena di parlarne. L’egoismo, l’amore di sé, l’interesse personale, i progetti superbi, ci rendono indifferenti a quella realtà che fondamentalmente rappresenta la nostra vera essenza, il valore della propria individualità, il ciclo naturale della vita. Si assiste invece ad un estremo impoverimento della natura umana, sembra quasi un derubare indisturbato alla nostra vita di un momento bello della stessa. Se i vecchi potessero farsi giustizia da sé, se solo riuscissero a dare una vera e libera valorizzazione alla vita trascorsa che nessuno ha il potere di strappare, noi avremmo paura, semineremmo la gramigna del disprezzo di sé e della venerazione verso un mondo che ha il potere di purificare ancora il cuore di tanti giovani e ravvivare le loro menti. Allora, chissà, forse non li ripudieremmo così come stiamo facendo, non li rinchiuderemmo in quegli squallidi fabbricati di riposo, agognando la libertà di sbarazzarci e disfarci di tutto ciò che ci pesa, una libertà che ci deruba di noi stessi, rimanendo egoisti addormentati, ingannatori e alienati.

Fare soldi, impressionare gli altri, dimostrare il nostro valore è solo un modo per evitare emozioni e pensieri penosi, oppure e di questo sono ancor più convinta, siamo semplicemente persuasi che è importante non "sprecare" tempo! Questa è a mio avviso la vera triste realtà.

                                 Elena Maria Dominici Ingrosso

 
 
 
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