NOI EMIGRANTI IT.

Visto con i miei occhi di bambina!

Ritornando indietro nel tempo, i miei primi ricordi sono quelli di una bambina felice, viziata, prepotente! E di una famiglia tutta al mio servizio! Non mangiava nessuno se prima non mangiavo io! Erano i tempi della fame, della guerra! Ero vestita come una principessa con fiocchi d’organza nei capelli e vestitini ampi e leggeri!

Mi ricordo addirittura che avevo un mantello tutto di pelliccia bianca con il cappuccio, e quanto lo mettevo somigliavo ad un coniglietto! Andavo all’asilo delle suore, e anche lì ero la bambina piu’viziata della classe! Certo! La maestra era una suora ed era mia zia! Un giorno disse: chinate la testa fra le vostre braccia! Che nessuno si muova! E sentirete l’angelo passare vicino a voi! E stranamente io sentii la carezza dell’angelo sopra la mia testa! Lo dissi a mia zia, ma lei sorrise! Un giorno capii perché ero così viziata! Non avevo un padre! Meglio, avevo un padre, ma era in guerra!

   Mio padre! Era un bellissimo ragazzo! Lo chiamavano petto nero, poiché aveva perso suo padre da poco, e indossava  sempre e soltanto camicie nere!! Lavorava in una miniera di zolfo dall’età di 7 anni, e fumava dalla stessa età! Aveva una voce incantevole! E faceva le serenate a pagamento per amici che non avevano una bella voce….  Aveva sedici anni quando conobbe mia madre  allora tredicenne! Lui era esuberante, bello, estroverso, suonava la chitarra ed il mandolino e cantava a tutte le feste del paese! Lei una ragazzina bruna con occhi da gatta, neri e brillanti! Una sera durante la festa del patrono del villaggio lui la vide e subito fu attratto dalla sua riservatezza! Anche lei lo aveva notato, ma lo osservava di soppiatto, molto discretamente!  L’indomani gli mando un biglietto con un’amica! “ Sono innamorato di te! Ti voglio sposare!”  Ma lei o per timidezza o per paura di essere presa in giro non gli rispose! E così un po’ per amore un po’ per dispetto incomincio a farle la corte in modo romantico e loquace come si faceva in Sicilia negli anni 35.40

Iniziarono le serenate sotto il balcone…. Fino alle due o le tre della mattina! Lei si nascondeva dietro le tende… e lo guardava e lo ascoltava rapita! Lui stava attento ad ogni movimento della tenda, per vedere se era di gradimento! Per settimane aspetto che lei si affacciasse! Ma questo non succedeva! Allora decise di dare una svolta alla storia! Niente più  serenate! Anzi sempre con l’aiuto della solita amica gli fece sapere che siccome lei non era interessata lui cambiava zona e amore! Alla notizia lei scoppio in un pianto disperato, e confesso all’amica il suo amore! E così, bambino lui, bambina lei… tipo Romeo e Giulietta si fidanzarono e dopo due anni si sposarono! Lei appena quindicenne, lui diciottenne! Un anno dopo nacqui io! Era il settembre del 1940! Tre mesi dopo mio padre fu chiamato alle armi!

Mia madre mi raccontava che quando nacqui io, mio padre si aspettava un maschio come primo figlio, quindi fu una specie di delusione per lui il mio essere femmina.

Ma io somigliavo a mio padre in tutto e per tutto all’infuori del sesso! Avevo il suo stesso carattere gioviale, allegro e vivace!

E mentre crescevo, mi parlavamo di questo mio padre, come di un eroe, una specie di dio, da adorare! Mia nonna paterna lo adorava, lui era il secondo figlio maschio dopo dieci femmine e suo fratello che era burbero e antipatico! Le sue sorelle, mie zie stravedevano per lui! Anche mia nonna materna gli voleva un bene dell’anima! E poi mio padre era un tipo che si faceva voler bene da tutti! E così io crebbi con questo sentimento di essere figlia di un quasi dio! E senza conoscerlo lo adoravo anch’io!

Furono per mia madre anni di buio terrore! Di sofferenza! Dopo i primi mesi in cui si ebbe qualche notizia,  ci fu il silenzio completo! Non si sapeva più se mio padre fosse vivo o morto, o disperso, o prigioniero! E tutto l’amore che gli spettava di diritto, per riflesso ricadeva su di me! E a me sembrava di essere la padrona del mondo! Tutto girava intorno alla mia piccola persona!