"spolvero i nervi
gonfio i polmoni
insieme ai muscoli
mi pettino i capelli male
tiro su gli occhiali
guardo lo specchio
con me dentro
e dico:
iniziamo a ballare"
Questo pensava un povero adolescente r/depresso nell'istante che precede il sonno
e conclude la ragnatela di pensieri quotidiana.
E solo pochi secondi dopo si trovava invece davanti al suo specchio, ai suoi occhiali,
alle sue unghie.
E viveva.
Viveva come non aveva mai vissuto prima; sentiva la tenera morsa gelida della rivoltella nella mano;
sentiva la nauseante e calda paura che però ti ricorda che hai ancora uno stomaco,
forse vuoto, ma sicuro funzionante.
Viveva come aveva sempre voluto vivere, male.
E sembravano pochi secondi quelli che accompagnarono i suoi passi dal bagno dello specchio
alla cucina del frigorifero.
Furono pochi attimi quelli che accompagnarono la sua mano libera
a prendere una bottiglia di acqua frizzante portarla alla bocca.
Furono pochi istanti.
Poi tutto cambiò.
Si sentì soffiare il vento in faccia, nei capelli, sugli occhiali,
che poco dopo li caddero,
e sempre con questo vento in faccia si accorse virgola che virgola stava virgola correndo virgola a perdifiato punto
Non cercò di capire, solo di intuire il passaggio dimensionale che aveva subito.
E per intuirlo meglio si girò di poco virgola in modo da vedere cosa lo stava inseguendo virgola
ma non vide nulla punto a capo poi si guardò avanti due punti
e lì vide un omino che correva a perdifiato quando lui virgola ma che aveva paura punto a capo
eraspazioluipunto
luispaziopuntòspaziolaspaziopistolaspaziocontrospazioquellapostrofospazioominopuntoacapo
econlamaiuscolasparòpunto
Era
Lui
Stesso
Punto.
A.
Capo.
Ed in quell'istante si svegliò.
E si sentì sollevato.
Ed un poco più grande.