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Post n°9 pubblicato il 15 Dicembre 2008 da ermelloclown
Un sabato sera O meglio, il solito sabato sera. Ho dato un’occhiata veloce, all’ultimo minuto, alla mia lista delle Donne Fortunate Questa Sera e ne ho scelta una a caso. Il sabato sera Finalmente arriva sabato. Da due settimane non ho fatto altro che mandare messaggi all’ Unica Possibile Donna per uscire questa sera. La mattina avevo risolto alcune problematiche della mia azienda così, pieno di soldi come mi sono trovato, ho deciso di riposare l’intero pomeriggio rimandando agli ultimi minuti utili i preparativi per la sera. E’ bastato un colpo d’occhio al guardaroba per scegliere il vestito adatto, nulla di più facile quando si possiedono solo abiti firmati. La mattina avevo risolto alcuni grattacapi in laboratorio e per fortuna perché almeno i soldi per la cena li ho rimediati. Prima di riposare però ho raschiato il fondo dell’armadio per trovare un abito decente, Red mi pizzicava la caviglia quando raccoglievo vecchi e logori vestiti di chissà quale periodo storico. Ma dato che di vestiti ne ho solo due, ho dovuto solo decidere se indossare tonalità rosso-viola oppure verde-marrone. Red mi ha suggerito rosso-viola, più intrigante. E rideva il bastardello, battendo le antenne e scodinzolando. La tipa in questione ha ceduto già alla prima voce. Del resto non è mai stato un problema ottenere i favori di una donna, il mio charme lascia ben poche possibilità di rifiuto. E’ stata una gran fatica ottenere un appuntamento. Ho dovuto tirar fuori così tante battute -forse tutte quelle che conoscevo- al punto di preoccuparmi di non averne più alcuna per la sera. L’appuntamento era al “Grand Hotel Il Lingotto D’Oro Del Ricco Possidente Scialatore”, dove vivo attualmente. Non avendo voglia di guidare la mia Lamborghini Diablo appena finita di far lucidare, ho accettato il ruolo di passeggero nella sua Porsche, puntualissima. Non ho avuto certo necessità di prenotare per la cena essendo un cliente abituale del ristorante “Lo Spuntino Del Re Ricco Da Far Schifo”, meta che la tipa ha accettato col dovuto entusiasmo. Ci siamo visti davanti la GS di via casilina, poco distante da casa mia. Ero decisamente preoccupato delle condizioni della mia Micra, ma mi sono sentito sollevato quando, dopo la mezz’ora di anticipo col quale ero arrivato e la mezz’ora di ritardo che lei portava, ho visto che aveva una Micra come la mia. Ora rimaneva il problema che non avevo il telefono per prenotare al ristorante Cinese-Finto-Giapponese, l’unico ancora disposto a farmi qualche sconto. Naturalmente non l’ho avvertita della mancata prenotazione, avevo già il problema di convincerla a venire. Proprio non ne voleva sapere di giapponese. Noi uomini di mondo sappiamo bene come comportarci in certe situazioni. Grazie alla mia sicurezza ho subito messo a proprio agio la tipa. Durante la cena abbiamo avuto interessanti conversazioni sulle vacanze passate, sullo stile di alcuni scultori moderni e sull’ultimo concerto alla scala. Dopo cena siamo tornati all’albergo ma del resto, per questioni di professionalità, non potrei raccontare. Ero così nervoso che ho divorato una grande quantità di noccioline, caramelle alla menta, chips al formaggio, chewingum alla melanzana, cioccolata fondente e tramezzini con gamberetti. Quando è arrivata ero al terzo pacchetto di MS e sono riuscito a trasmetterle quel poco di ansia dalla quale era faticosamente riuscita a salvarsi. Spaventato dagli improvvisi silenzi ho cominciato a parlare. E parlavo, parlavo. Ho anche tentato di insegnarle ad utilizzare le bacchette ma, al ventesimo tentativo di afferrare un sushi ho chiesto alla cameriera una forchetta. La compassione della cinese-finta-giapponese-con-kimono ha fatto sì che al momento del conto si presentasse con delle bacchette in regalo per eventuali esercizi da ripetere a casa. Il dolce lo abbiamo consumato in birreria, dividendo da buoni amici i compiti: io ho scelto e mangiato i due dolci e una coca, lei li ha pagati. Poi di corsa alla GS dove avevamo lasciato la sua macchina. Ma sono molto felice di averla conosciuta perché ha voluto sapere tante cose su di me, perché ha mostrato un ottimo senso dell’umorismo e di autoironia, abbiamo parlato sempre e con tanto entusiasmo e ha risposto ad ogni mia domanda, anche le meno discrete, e le piace la musica che ascolto, e le piace che cucino e che leggo e che scrivo. La prossima volta che la invito potrei cucinarle qualcosa ma questo a Red non lo dirò, quello si mette subito paura. |
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