In ciò che penso del futuro forse qualcuno potrà notare un certo meccanicismo, una certa mancanza di umanità. E' solo perché bisogna che io integri alcuni dettagli. Due sono le questioni più urgenti: libertà e responsabilità.
Una persona la chiamiamo libera quando ha la facoltà di scegliere. Ci sono molti modi di scegliere: il primo è scegliere a caso, tirando una moneta (ma va bene solo se le alternative sono due); il secondo è scegliere per istinto (ma si dice che sia un poco animalesco e pertanto squalificante per un essere umano); il terzo modo è scegliere, dopo una attentissima analisi di tutti i possibili vantaggi e svantaggi che ogni alternativa comporta quella che procuri più dei primi e meno dei secondi (questo sarebbe il modo più nobile di scegliere); infine il quarto consiste nel lasciare che un altro scelga per noi.
Come si vede, quello fra i modi di scegliere che sembra da preferirsi è il terzo, ovvero analizzare, confrontare, e poi scegliere. Ma ecco che qui entra in gioco la nostra umanità, e con essa l'imperfezione, soprattutto nel campo della conoscenza. Come possiamo conoscere tutte le cause che hanno prodotto le alternative fra le quali dobbiamo scegliere? Come possiamo prevedere tutte le conseguenze che la nostra scelta provocherà? E, se non possiamo avere a disposizione tutti questi dati, come possiamo basarci su un confronto necessariamente parziale tra i pochi dati che siamo in grado di raccogliere e ciò che riteniamo vantaggioso o svantaggioso per noi? Fondamentalmente ogni nostra scelta, anche la più banale, è condizionata dalla nostra ignoranza parziale (bene che vada) o totale di una o più delle alternative. Ed ecco che a supplire ai difetti di questo modo di scegliere vengono gli altri modi di scelta: il caso, l'irrazionalità, la forza di un altro. Per quanto ampia sia la nostra conoscenza delle alternative di una scelta, non sapremo mai tutto ciò che dovremmo perché la scelta fosse veramente libera.
Allora se non c'è libertà di scelta e comunque tutto è già scritto, non siamo più responsabili delle nostre azioni? Certo che no! Perché, nella nostra perfetta imperfezione, quella stessa ignoranza che ci priva della totalità della libertà al tempo stesso ce ne lascia una qualche parvenza. Infatti non potendo noi conoscere i responsabili di tutte le azioni che hanno contribuito a creare le alternative della nostra scelta, e non potendo addossare loro responsabilità proporzionali al loro contributo, ecco che le alternative di ogni scelta ci si parano davanti sotto forma di destino imperscrutabile e noi, che per il solo fatto di non vederle crediamo di non avere catene, ci sentiamo liberi e scegliamo. E ogni scelta, per quanto condizionata possa essere, è pur sempre una applicazione della nostra volontà e pertanto, nel momento stesso in cui dici “si” o “no” riguardo a qualcosa, ti assumi in pieno la responsabilità delle conseguenze della “tua” scelta. Insomma facciamo continuamente scelte al buio, guidati da fattori che non possiamo conoscere completamente. In fin dei conti l'ignoranza è la chiave della nostra libertà. Ecco perché tutto ciò che è natura, seppur privo della nostra inappagabile ma continua sete di conoscenza, è spesso additato come più libero di noi.
Se questo lo sai, se questo meccanismo lo vedi e ti riconosci impotente di fronte ad esso, risulta naturale l'amara constatazione di un saggio del III sec. a. C.: “Dove c'è molta sapienza c'è molta tristezza, e se si aumenta la scienza si aumenta il dolore.” (Ecclesiaste, 1, 18).
Inviato da: LunaDiCleopatra
il 07/03/2012 alle 16:23
Inviato da: latinalt
il 05/08/2008 alle 08:28
Inviato da: EukleidaS
il 16/12/2007 alle 18:56
Inviato da: non.sono.io
il 16/12/2007 alle 11:29
Inviato da: EukleidaS
il 08/12/2007 alle 12:33