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« E una è fatta!Il cavaliere... inesistente »

Verso una teoria del...disordine

Post n°43 pubblicato il 20 Novembre 2007 da EukleidaS
 

Stamattina mi sono svegliato nel caos più totale. No, non mi avevano rapito nel sono. Ero proprio nella mia stanza, e c'era anche il caos. E l'ho fatto io! Come sempre d'altronde.

Osservando ho notato però che il mio è un caos ordinato. Sì, lo so che dicono tutti così, ma è vero. Nella mia stanza funziona così: le cose migrano da un posto all'altro per circa una settimana fino a trovare pace più o meno definitiva. Mi spiego meglio: le cose che entrano nella stanza finiscono inevitabilmente sul letto o sulla scrivania (stadio 1), dove giacciono indefinitamente finchè non mi servono il letto o la scrivania. Da lì poi passano gereralmente a formare mucchi ordinati (non ridete, è vero) sul pavimento (stadio 2), da dove è facile prendere le cose e controllarle perchè ti stanno tutte belle parate davanti. Il guaio è che il mercoledì è giorno di pulizie, e il pavimento va sgombrato! Ecco che "le cose" si preparano ad una nuova migrazione: impilate sul cassettone o sulla stampante (stadio 3). Lì decantano per qualche tempo, almeno quelle cose che sopravvivono al principio della selezione naturale e riescono a non essere buttate o usate come carta da appunti e ricominciare il ciclo. Quelle cose che sopravvivono, dicevo, forse (e dico forse) vengono sistemate al loro posto provvisorio (stadio 4) o definitivo (stadio 5).

In realtà, a dire il vero, nessun posto è definitivo, considerato che fra un mese dovrò impacchettare tutto quanto (stadio 6) e trasferirlo a Palermo (dove dovrà essere messo nella mia stanza e ricominciare il ciclo) o sempre qui ma nella stanza che avrò l'anno prossimo (e quindi ricominciare il ciclo da capo).

Domanda finale: ma perchè continuo a tentare di mettere ordine?

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Commenti al Post:
wislava
wislava il 23/11/07 alle 17:44 via WEB
Fine di una giornata. Che sia più o meno lunga è solo una questione di percezione, la mia. Mi sono trastullata tra un piano e l’altro, facendo finta di studiare o, ancora peggio, costringendomi sensatamente a farlo; ho cercato faticosamente di non farmi scorrere addosso la vita, neanche quella degli altri; ho tentato, anche rumorosamente di fermare qualcuno, ricordandogli che esisto, attirandone l’attenzione fugace fosse anche per il lungo secondo di un sorriso corrisposto, che ha sbaragliato vittoriosamente ogni indifferenza. Però adesso sono stanca, è ora di andare a "ninna". In quella stanza carina che nonostante tutti i miei sforzi, dalle foto all’odore inconfondibile dei calzini sporchi, continuo a non sentire mia. Non era mia l’anno scorso, non lo sarà l’anno prossimo. É pronta ad accogliermi, quanto a darmi il ben servito. E anche se rientro tardi, so bene che non mi aspetta. Anzi festeggia la mia assenza, si nutre della mia confusione e della voglia che ho di fuggire lontano. Ma è qui che devo rimanere (almeno per adesso, lo sai), non è discutibile. Così ho dovuto imparare a muovermi in questo campo minato, dai percorsi obbligati dalle pila dei libri che sto leggendo e che mi illudo avrò il tempo di farlo, con i vestiti accomodati lussuriosamente sulle poltrone e sul letto, inciampando qua e là tra miriadi di scarpe spaiate che sembrano quasi tanti singles in cerca dell’anima gemella. Una sera di queste busserò alla porta di qualcuno che non conosco, perchè non potrò più neanche entrare, non ci sarà più posto per me, neanche fra le mie cose. É inutile... Non sono capace di fare ordine e quando lo faccio, obbligata dalle circostanze, so bene che non lo sto veramente facendo. Sequenza di stadi, dici e mi pare di capire che ci credi davvero... Stadio in più o stadio in meno, è solo un’illusione. Quando sarò finalmente a casa, la mia, tutto avrà posto e ordine. E se ci sarà caos, non sarò io a potermene accorgere. Non ci sarà disordine in alcuna stanza. Forse ce ne sarà ancora un pò nella mia vita e nella mia testa, ma almeno dalla mia vita e dalla mia testa sono sicura che non rischierò mai alcuno sfratto. Non ci provare neanche a togliermi l'illusione, anche se "ingannevole", che sia così. Philikia.
 
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Un blog di: EukleidaS
Data di creazione: 16/06/2007
 

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