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Torino, disastro totale
Post n°7139 pubblicato il 31 Maggio 2011 da fedelissimiroma1971
Flavio Bacile Scellerata è stata la scelta fatta dalla società di distruggere quanto di buono si era fatto l’anno precedente, smantellando una squadra che andava invece rinforzata con quattro acquisti veri, con giocatori capaci realmente di far fare un salto qualitativo a quella formazione. Discutibile, ed oggi come oggi, ampiamente deficitaria la scelta del tecnico, per una questione puramente tattica, con un modulo completamente diverso da quello precedente, alla faccia della continuità, che significava in soldoni, cambiare centrocampo e due terzi dell’attacco. Cosa che è stata fatta, ma non con la forza che richiedeva una tale cambiamento. Si aggiunga la ciliegina sulla torta finale, cioè un mercato che si è completato alla terza di campionato, ed una serie di buchi nella rosa che non avevano spiegazione alcuna. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, il Toro è partito dietro a formazioni come Siena, Atalanta, che avevano una rosa superiore, adatta cioè a puntare direttamente alla promozione, e, alla pari con Livorno e Reggina, quindi per giocarsi la promozione ai play-off, e finisce il proprio campionato dietro anche a Varese, Novara e Padova, cioè due neopromosse ed una squadra che si era salvata ai play-out. Eppure anche in un disastro totale come questo c’è qualcosa da salvare, come la stagione di Ogbonna, ormai un centrale completo 360 gradi, con margini di miglioramento ancora evidenti, quella di Lazarevic, ragazzino terribile che con la sua irruenza e la sua voglia di fare ha tenuto su la baracca per molte partite, ed il campionato del capitano, perché 19 gol sono tanti, moltissimi in una squadra, che per come la vedo io, non aveva un gioco definito. Tutti probabili partenti, ed è questo che preoccupa. Urge ripartire, ma come, in che modo, con chi e con quale prospettiva e progetto? Il Toro, parole di Petrachi, è una società sana, un punto di partenza interessante per nuovi acquirenti. Aggiungo io, ha un bacino d’utenza importante, un pubblico ancora affezionato, nonostante trent’anni di sofferenza, uno charme televisivo ancora intatto, e le televisioni sono importantissime nel calcio attuale, e un nome che ha ancora una certa valenza nel panorama calcistico nazionale. C’è il principio, la maturità, poi la fine per un nuovo principio, è il ciclo naturale della vita. Oggi il Toro deve trovare un nuovo principio.
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