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Creato da: fedelissimiroma1971 il 26/01/2009
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Il Torino è sulle tracce dell'interista Caldirola

Post n°7160 pubblicato il 09 Giugno 2011 da fedelissimiroma1971

 

Il Torino è interessato al giovane difensore centrale dell'Inter Luca Caldirola (20). Da quanto riporta la redazione di Fcinternews.it, sul difensore ci sarebbe anche il Cesena, ma nelle ultime ore la dirigenza granata avrebbe fatto un sondaggio presso la società nerazzurra per il giocatore.

 
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Ventura, un centrocampo da rifare

Post n°7159 pubblicato il 09 Giugno 2011 da fedelissimiroma1971

Alla presentazione di ieri Giampiero Ventura non ha ancora voluto parlare di nomi e moduli, ha solo citato Ogbonna, che gli piacerebbe allenare e che Kutuzov non arriverà. Ma una cosa si è capita: il centrocampo va rinforzato e ha fatto intendere che per il suo gioco De Vezze e De Feudis non sono adatti. Ci vuole un centrocampo dinamico e di personalità, dove possano partire traversoni e lanci in diagonale per dare più palloni possibili da giocare in attacco. In effetti la grossa lacuna del gioco di quest'anno ha riguardato proprio il reparto centrale, per questo motivo il Torino non ha mai avuto un gioco redditizio soprattutto nel dettare i tempi. Da qui sono nate le principali lacune di gioco del Toro.

 
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Summit di mercato con nuovo tecnico

Post n°7158 pubblicato il 09 Giugno 2011 da fedelissimiroma1971


 

Dopo la presentazione ufficiale, Giampiero Ventura s'è intrattenuto a lungo col presidente Urbano Cairo e il direttore sportivo Gianluca Petrachi. Il summit - secondo indiscrezioni raccolte dalla nostra redazione - è servito per chiarire le strategie di mercato del club granata.

 
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Zavaglia "De Vezze rinnovo? Siamo alla finestra"

Post n°7157 pubblicato il 09 Giugno 2011 da fedelissimiroma1971

Sembrava già tutto definito tra De Vezze ed il Torino, invece attualmente si sta registrando un leggero ralllentamento nella trattativa. Si era già arrivati ad un accordo di massima con il presidente Cairo, che aveva dato fiducia al giocatore. Torna ora in discussione, visto che è arrivato il nuovo allenatore mister Ventura. Abbiamo sentito il procuratore del giocatore Franco Zavaglia. "Avevamo parlato con il Presidente e non c'erano problemi per un rinnovo, a questo punto essendo arrivato un nuovo allenatore, dobbiamo aspettare i nuovi scenari".

 
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Cairo: "Pronto a spendere di più sul mercato, è sceso il monte ingaggi"

Post n°7156 pubblicato il 09 Giugno 2011 da fedelissimiroma1971

«Costruiremo una squadra che punta in alto, un mix di giocatori affamati ed esperti»

 FRANCESCO MANASSERO

 

TORINO
Cairo, con Ventura si apre un nuovo capitolo?
«Di sicuro se ne chiude uno nel quale tutti abbiamo sbagliato. Certo è che dalla squadra ho visto fare cose disdicevoli, in campo e fuori».

Per risollevare il Toro c'è bisogno di grossi investimenti. È pronto a farli?
«Faremo una squadra che punti in alto, ma anche l'anno scorso ho speso. Negli ultimi due anni ho tirato fuori 25 milioni. Il Toro è sano perché ci sono io, e compratori non se ne vedono. Rispetto al passato possiamo spendere di più perché è sceso il monte ingaggi».

Uno degli errori della passata stagione è stato quello di allestire la squadra a mercato concluso?
«Sì, e ora la priorità sarà consegnare a Ventura l'ossatura prima di partire per Sappada il 15 luglio. Sarà un mix di giocatori affamati e esperti, ma anche con gente che ha già vinto».

Bianchi e Ogbonna andranno via?
«Li devo guardare negli occhi per capire veramente le loro intenzioni. Sono giocatori per noi molto importanti».

I tifosi sono sempre sul piede di guerra: anche ieri ha subito una piccola contestazione. Ha un messaggio per la piazza?
«Che bisogna trovare un punto di contatto per il bene del Toro».

 

 
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Ventura gioca il suo derby: "Conte l'ho ispirato io"

Post n°7155 pubblicato il 09 Giugno 2011 da fedelissimiroma1971

Il nuovo tecnico del Toro: «Il 4-2-4 lo facevo a Verona» Le motivazioni: «Cairo mi ha convinto in un minuto, tramuterà la rabbia in gioia»

 FRANCESCO MANASSERO

 

TORINO
«Il Toro è adrenalina allo stato puro». Parole e musica di Mister Libidine. «Dopo quasi trent'anni di carriera non cerchi un contratto, ma qualcosa che ti ecciti. Il Torino mi fa quest'effetto. Per me è una scelta di vita. Non sono un pazzo ad aver accettato una delle piazze in questo momento più difficili d'Italia. Ci credo. La scintilla me l'ha data la partita con il Padova che ho visto all'Olimpico. Sono rimasto colpito dai 25 mila che gremivano gli spalti. Avevano tanta sofferenza, ma anche grande voglia di tornare a vedere calcio. Il mio compito sarà quello di trasformare la rabbia in gioia. Il Toro ha un obbligo: tornare in serie A, che è il campionato che merita. Cairo mi ha convinto in un minuto ad accettare: abbiamo entrambi un progetto vincente. Ai tifosi dico di fare l'abbonamento, non se ne pentiranno».

È iniziata la rivoluzione di Ventura. «Per me una stagione basta e avanza per spiegare chi sono – così il neo allenatore –. Se vinco per come ho in mente di giocare, Cairo sarà costretto a farmi un super contratto. L'ho messo a fuoco, il presidente: ha la mia stessa voglia, è ambizioso, come il sottoscritto. Per questo ho scelto il Torino, una piazza di serie A». L'uomo giusto al momento giusto. Anche l'ultima spiaggia per riabilitare una gestione sportiva del club che negli ultimi tre anni è stata fallimentare. Ventura sembra l'ancora di salvezza, non solo per Cairo. Sicuro, deciso, con grande esperienza, con la battuta pronta quando serve. Mezzo motivatore e mezzo psicologo. Soprattutto ambizioso: a 63 anni, con una lunga carriera alle spalle, non è poi così scontato. Il Toro vuole voltare pagina e Ventura sembra sapere come. La prima lezione sarà a monte. «Bisogna ricreare cellule viventi dello spirito granata che pian piano sono morte. Mio padre è piemontese e io ho vissuto la storia del Filadelfia quando ero ragazzo. Mi è rimasta impressa. Il Toro comprava i calciatori e poi li contagiava. Adesso non è più così. Dovranno essere i protagonisti sul campo a ridare linfa vitale al Toro per ricreare lo spirito di un tempo. Devono capire cosa significa giocare per questa maglia e le responsabilità che ciò comporta: li porterò tuttI al Museo».

Il secondo step riguarderà la testa dei calciatori. «Devo togliergli l'ansia. Contro il Padova ho visto una squadra zavorrata dalla tensione, dopo 10' avevo già capito che il Toro non ce l'avrebbe fatta. Occorrono robuste iniezioni di consapevolezza. È il mio lavoro: di ciascuno dovrò trovare la chiave di accesso. I miei ragazzi si devono divertire giocando. Chi vorrei tenere? Ogbonna. Se resta sarei felice».

Il terzo punto della rivoluzione granata è tecnico-tattico. Con Ventura sarà un Toro votato all'attacco. «La mia filosofia di calcio è la grande organizzazione di gioco che passa dal costante possesso palla. Certo, facendo così costringi i giocatori a pensare quale sia la soluzione migliore, terremo o acquisteremo solo chi capirà questo concetto. Non voglio prendere gente che “si sente”, ma chi attraverso il lavoro “vuole diventare”. La differenza è grande. Comincerò con il 4-2-4, modulo che ho adottato a Verona 4 anni fa: poi se non paga, si cambia. Conte, che secondo me farà molto bene con la Juve e mi ricorda il primo Lippi in bianconero, ha detto di ispirarsi all'80 per cento a me. Ma anche Villas Boas, il portoghese considerato l'erede di Mourinho, mi copia. E il Barcellona di Guardiola gioca con il portiere, proprio come il sottoscritto: anche se Massimo Mauro ha detto che in Italia non c'è nessuno che pratica questo tipo di gioco». Il quarto passaggio del Ventura-pensiero è rivolto (anche) ai tifosi granata. «Basta porte chiuse tranne che nelle sedute tecnico-tattiche. E il Torino tornerà a giocare l'amichevole di metà settimana fuori porta, in mezzo alla sua gente».

 
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Il primo giorno di Ventura al Toro: "Essere qui è libidine pura"

Post n°7154 pubblicato il 09 Giugno 2011 da fedelissimiroma1971

Il tecnico si presenta: «Vincere e tornare in serie A». Cairo: «Tutti hanno fatto degli errori, adesso inizia un capitolo nuovo. Bianchi? Conta la sua volontà»

 

TORINO
«Allenare il Torino per portarlo in serie A è libidine pura». Si è presentato con questa battuta Giampiero Ventura, nuovo allenatore dei granata. «In questo momento il Toro ha un obbligo: vincere e tornare in serie A - aggiunge il neotecnico -. In occasione della partita con il Padova sono rimasto colpito dalla voglia dei tifosi, dalla loro sofferenza, sono stati encomiabili. Ho capito quanta voglia ci sia di ritornare ad essere il Torino e di riportarlo dove merita».

«C'è la base su cui costruire qualcosa - aggiunge Ventura - bisogna assolutamente vincere e per farlo serve una squadra con i presupposti. Occorrono giocatori che siano in grado di giocare con la maglia del Toro, anche in B devi saper portare questa maglia. Quindi giocatori affermati e affamati che abbiano la capacità di capire cosa vuol dire giocare per il Toro. Vorrei essere ricordato per essere colui che ha partecipato a ricostruire la prima cellula del Toro, lo spirito del Toro», ha sottolineato ancora.

Cairo: "Inizia un capitolo nuovo"
«Oggi svoltiamo, inizia un capitolo nuovo. Giampiero Ventura si presenta da solo con i risultati che ha avuto. Non stiamo a fare proclami, il Toro non può che avere certi obiettivi, ma senza sbandierarlo troppo, perchè tante volte è anche negativo». Urbano Cairo rilancia, nel giorno della presentazione del nuovo tecnico granata.

La stagione appena conclusa è stata negativa e il presidente non lo nasconde. «Tutti hanno fatto degli errori - spiega Cairo -, quando le cose non vanno bene le colpe sono di tutti ma non mi sembra giusto fare percentuali. Personalmente mi accollerò l'onere di questo risultato, mi prendo io le responsabilità in qualità di presidente, anche più di quanto sia giusto fare». «Ricordo che in questi anni - aggiunge - ho tirato fuori di tasca mia 25 milioni di euro, se io non mettessi 12 milioni all'anno come fatto negli ultimi 24 mesi il Toro sarebbe fallito». Ora si penserà alla squadra. «Bianchi? La motivazione dei giocatori è fondamentale, nessuno ha detto a Bianchi di trovarsi una squadra, mi incontrerò a breve con lui per capire le sue intenzioni e i suoi obiettivi».

Momenti di tensione all'arrivo di Cairo e Petrachi
Brevi momenti di tensione a Torino davanti al Grand Hotel Sitea, dove era in programma la presentazione del nuovo allenatore del Torino, Giampiero Ventura. Un piccolo gruppo di tifosi ha contestato il presidente, Urbano Cairo, e il direttore sportivo, Gianluca Petrachi. Sono volati insulti, soprattutto nei confronti di Petrachi, invitato a dimettersi, che ha risposto: «Prima vinco, poi me ne vedo». La grande presenza di forze dell'ordine ha comunque fatto sì che la situazione non degenerasse.

 
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Rinforzi veri e subito: Cairo ci riprova

Post n°7153 pubblicato il 09 Giugno 2011 da fedelissimiroma1971

Il nuovo Toro da fare prima del ritiro (15 luglio). Il sogno è Barreto. Più alla portata Alvarez, Donati e Genevier

 FRANCESCO MANASSERO

 

TORINO
Un Toro in orario. È la prima sfida di Cairo che questa mattina presenta Giampiero Ventura, l'allenatore con le bollicine che vuole insegnare calcio champagne in una piazza che da troppi anni beve vino scaduto: «La mentalità che guida la mia interpretazione del gioco del calcio è finalizzata alla produzione di uno spettacolo sportivo di alta qualità, del quale godere io stesso», il succo della filosofia del nuovo tecnico granata che stuzzica la fantasia dei tifosi.

Il primo punto della rinascita passa dalla necessità di affidare a Ventura una squadra quasi al completo prima del ritiro, o nei giorni immediatamente successivi. Il Torino partirà per Sappada, prima tappa della preparazione, venerdì 15 luglio. Per la prima volta da quando è in serie B, Cairo - memore degli errori del passato - può operare senza l'acqua alla gola e senza proclami. In questi tempi, l'anno scorso il Torino lottava con il Brescia per un posto in A e non conosceva ancora il proprio futuro. Rispetto a Lerda che fu presentato il 17 giugno, Ventura parte con 10 giorni di vantaggio: patrimonio da non dilapidare. È il rovescio della medaglia del mancato aggancio dei playoff, una piccola consolazione per una squadra da rifondare, che oggi conta dieci calciatori di proprietà – ma tra questi anche Bianchi e Ogbonna, destinati a diventare il tesoretto del Toro: 15/20 milioni che saranno utilizzati per azzerare le passività, circa 11 milioni, poi per i rinforzi di mercato – più i 4 prestiti che torneranno alla base: Rubin dal Bologna, Suciu dal Gubbio, Gorobsov dal Cesena e Loviso dal Crotone.

Oggi è in programma il primo vertice a tre di mercato, nel quale si getteranno le basi del nuovo progetto-promozione. In pratica, il ds Petrachi ha un mese per confezionare la squadra più simile possibile a quella dei sogni dell'allenatore. Per farlo, occorrerà un mercato vero e soprattutto aprire il portafogli. Il Toro può ripartire solo attraverso importanti investimenti, che Cairo ha confidato di essere pronto ad affrontare. La lista della spesa di Ventura è lunghissima: la sensazione è che stavolta qualche colpo possa essere centrato. Almeno tre grossi, uno per reparto. Qualcuno potrebbe arrivare dal Bari. Il sogno (quasi) impossibile è Barreto: l'attaccante brasiliano, in comproprietà tra Bari e Udinese, costa 4 milioni (per la metà del cartellino). Piace molto alla Fiorentina, ma il Toro potrebbe avere le carte per convincere il club viola a girarlo in prestito (Bianchi). Più praticabile la strada che porta ad Alvarez.

L'esterno honduregno, in scadenza nel 2012, costa circa 2 milioni. C'è da battere la concorrenza del Parma, ma Petrachi ha un'arma da usare: Dzemaili, in comproprietà con il club di Tommaso Ghirardi. In alternativa piace Guberti, tornato alla Roma dal prestito alla Samp. Seguiti anche il portiere Gillet (ma Palermo e Catania sono in vantaggio) e il mediano Donati, come Alvarez già in granata, ma nel Toro di Cimminelli. Dal Siena potrebbe tornare Genevier, motorino dicentrocampo. Per la difesa piace Trevisan del Padova: affiancherebbe Di Cesare. La rosa attuale è al vaglio di Ventura, qualcosa c'è da salvare. Sgrigna, per esempio: riportato nel suo ruolo naturale, quello di seconda punta.

 
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Il Toro riparte da Ventura

Post n°7152 pubblicato il 09 Giugno 2011 da fedelissimiroma1971

A Bari veniva soprannominato  "mister libidine" per il modulo  spettacolare: è il nono tecnico della gestione Cairo. Firmato un
contratto di un anno con opzione sul secondo: «Ci speravo»

 FRANCESCO MANASSERO

 

TORINO
Il primo mattone della ricostruzione. Dopo quattro ore di confronto, dagli uffici milanesi di Cairo esce il nuovo allenatore che dovrà ridare serenità all'ambiente e tentare la terza scalata consecutiva al monte serie A, l'obiettivo già fissato. È Giampiero Ventura il nuovo custode delle speranze del Toro. È il nono allenatore dell'era Cairo. «È un sogno», lo stringato commento del neo granata, che rimanda tutte le curiosità sul suo conto alla presentazione di domani.

Sessantatre anni, genovese, in tarda serata ha trovato l'accordo con il Torino: un contratto di un anno con opzione per quello successivo – così ha voluto Ventura, due promozioni in A in carriera, per rimettersi in discussione – in caso di promozione a circa 600mila euro. Cairo ha scelto l'usato sicuro per rilanciare il suo progetto.

L'ex allenatore del Bari dei miracoli di due anni fa (decimo posto, con il record di punti, 50) è un veterano del calcio italiano: il Torino è la diciassettesima squadra della sua lunga esperienza in panchina, cominciata trentacinque anni fa nelle giovanili della Sampdoria. Ventura voleva il Toro ed è stato accontentato. «Allenarlo sarebbe un sogno», si era lasciato scappare alla vigilia dell'incontro chiave con il club granata. Nuovo anche lo staff: vice allenatore Salvatore Sullo, preparatore atletico Alessandro Innocenti e Giuseppe Zinetti preparatore dei portieri. Ventura era il candidato principale, ma non l'unico: e dopo la fregatura Colantuono, che ha rinnovato con l'Atalanta, era lecito aspettarsi altre sorprese, ma l'annuncio di Sannino sulla panchina del Siena ha dato un impulso importante per la svolta.

All'orizzonte, è resistita fino all'ultimo anche la candidatura di Gian Piero Gasperini, ex tecnico del Genoa, ma con un passato sia da calciatore sia da allenatore nelle giovanili della Juventus: nel 1994 con la Primavera vinse il prestigioso torneo di Viareggio. Gasperini ha sfiorato i granata e il Toro un altro «caso Leonardo». Poi la necessità di Cairo e Petrachi di ripartire al più presto ha fatto pendere la bilancia a favore dell'ex guida del Bari. Ventura avrà il compito arduo di ridare entusiasmo ad un ambiente in subbuglio, al buio da sei anni – se si esclude la prima stagione con De Biasi – dove le delusioni bruciano come gli allenatori.

Uno dopo l'altro sono caduti Zaccheroni, Novellino, Camolese, Colantuono, Beretta, Papadopulo e Lerda: non certo principianti. La medicina di Ventura è antica ma efficace, certo rischiosa: calcio spettacolo a zero euro. Che fa risparmiare i presidenti e godere i tifosi. Grazie al modulo spregiudicato simile a quello di Conte, suo nuovo collega dall'altra parte della città: quello del 4-2-4 che ha portato i tifosi del Bari a soprannominarlo «Mister libidine» e a dedicargli una pagina su facebook. Se nascerà un Toro low cost è presto per dirlo, certamente Ventura ha sempre dimostrato coraggio: ha valorizzato i giovani – vedi Bonucci e Ranocchia, dalle cui cessioni il Bari ha ottenuto 33 milioni – e rilanciato talenti come O'Neill e Muzzi ai tempi del Cagliari (che poi incassò 20 milioni di lire dalla vendita dell'attaccante). E non può far «paura» la propensione all'esonero di Cairo a chi, in passato, ha incontrato presidenti caldi come Zamparini e Cellino.

 
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Toro, idea Gardini come nuovo dg

Post n°7151 pubblicato il 01 Giugno 2011 da fedelissimiroma1971

Contattato il dirigente de Livorno  Panchina, Colantuono è in pole,  l'alternativa è Ventura

 

Alla ricerca di un direttore generale per strutturare il Toro, Urbano Cairo ha preso contatti con Giovanni Gardini, dirigente del Livorno con il contratto in scadenza. Esperto di Lega e diritti tv, Gardini è l'uomo che può occuparsi di società e rapporti con le istituzioni lasciando le incombenze di campo e mercato al ds Petrachi.

Per questo le candidature di Marino e Lucchesi appaiono più sfumate, mentre proseguono le trattative per ingaggiare il nuovo allenatore: Colantuono resta in pole position davanti a Ventura.

 

 
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Insulti ai giocatori e auto bloccate: riesplode la rabbia dei tifosi granata

Post n°7150 pubblicato il 01 Giugno 2011 da fedelissimiroma1971

Gli irriducibili che domenica hanno cercato di contestare la squadra, ieri sono arrivati alla Sisport: attimi di tensione

 GIANLUCA ODDENINO

 

TORINO
Dopo averli aspettati inutilmente fuori dall'Olimpico per la sconfitta di domenica col Padova, sfogando la rabbia dei mancati playoff con qualche insulto al pullman della squadra scortato dalla polizia, i tifosi del Toro hanno potuto recapitare la loro sentenza direttamente ai giocatori: «Falliti!». In faccia e senza filtri, fuori dalla Sisport prima della ripresa degli allenamenti punitivi voluti dalla società. Ieri pomeriggio c'era tensione fra alcuni calciatori granata, perché non pensavano di trovarsi una delegazione ultrà di trenta persone ad attenderli nel centro sportivo. L'allenamento a porte chiuse, la pioggia e la mancanza di un orario preciso sembravano aver scoraggiato la presenza di contestatori o tifosi delusi. Ed invece gli irriducibili hanno fermato le auto dei giocatori prima del portone d'ingresso della Sisport ed ha processato i malcapitati per direttissima. «Dovete andarvene da Torino», «Fate schifo», «Siete la vergogna del calcio», «Non avete un minimo di dignità» erano le urla più democratiche che dalle 15 in avanti hanno colpito sette-otto granata intimoriti.

Il primo ad entrare e a spaventarsi è stato Francesco Pratali, che dopo la terza retrocessione consecutiva ha collezionato la permanenza in serie B per un altro anno. Lo sfogo ultrà, tenuto sotto controllo da una quarantina di poliziotti tra reparto mobile (tre camionette) e Digos, ha colpito anche i portieri Morello e Rubinho, il giovane Cavanda, Gasbarroni, Rivalta, Obodo e Ogbonna. In modo particolare quest'ultimo è rimasto sorpreso dalle accuse di mancato impegno e avrebbe cercato di chiarirsi coi tifosi. Che a loro volta lo invitavano ad andare a Napoli e non farsi più rivedere. A quel punto il Torino avvisava i propri tesserati di evitare l'ingresso principale e farsi aprire la porta secondaria per evitare la contestazione. Anche il tentativo di aggirare la Sisport da parte dei tifosi veniva bloccato pacificamente dalle forze dell'ordine e così l'allenamento poteva iniziare alle 17 sul secondo campo.

La mini-invasione di campo all'Olimpico e l'assedio agli spogliatoi non sono bastati per sfogare la delusione del popolo granata. Fino a venerdì il Toro si allenerà alla Sisport per spurgare il proprio fallimento e allo stesso tempo far sfogare i tifosi direttamente. Da questa mattina le porte però saranno aperte al pubblico: un modo per archiviare senza violenza una stagione deficitaria e poter poi ripartire da zero, senza pericolosi strascichi, con il ritiro estivo e la nuova squadra.

 
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Toro, Lerda: "Ho fallito anche per colpa del mercato"

Post n°7149 pubblicato il 01 Giugno 2011 da fedelissimiroma1971

«Dopo l'arrivo di Antenucci il Toro ha segnato 3 gol in meno. Papadopulo? Due sconfitte su due: non avrei fatto peggio...»

 GIANLUCA ODDENINO

 

TORINO
Franco Lerda, il Toro ha fallito la stagione, ma a pagare sarà solo lei. È giusto?
«Il calcio è fatto così. Ero già stato esonerato a marzo, se dovesse arrivare la seconda volta sarò preparato. Io mi assumo le mie responsabilità per questo fallimento, ma non presento le dimissioni».

Anche perché ha ancora un anno di contratto: ha patito di più l'esonero virtuale post Sassuolo o quello reale dopo Vicenza?
«Ho sofferto per l'esonero reale, ma è stato più dannoso quello virtuale».

Cosa non ha funzionato in quel periodo?
«Gennaio e febbraio sono stati mesi duri: media punti bassa, condizione atletica critica e lì abbiamo sbagliato qualcosa anche sul mercato. A fine girone d'andata eravamo sesti e al termine del campionato siamo peggiorati».

Eppure sono arrivati giocatori d'esperienza come Budel e attaccanti prolifici come Antenucci.
«Nelle prime 21 partite abbiamo segnato 26 gol e subiti 24, nelle restanti 21 sempre 24 incassati e solo 23 fatti. Qualcosa non ha funzionato».

È stato un problema di modulo? Passare dal 4-2-3-1 al 4-4-2 non ha giovato?
«Bianchi e Antenucci nel 4-4-2 hanno avuto difficoltà nel giocare assieme. Sono forti, ma insieme non hanno reso al massimo».

Ma quando le hanno proposto Antenucci lei era convinto?
«Avevo dei dubbi e lo dissi. Le perplessità non erano sui numeri, perché come Bianchi è un grande bomber che sa finalizzare, ma sulla coesistenza con il capitano. Era dura».

Senza l'esonero di marzo sarebbe finita in modo diverso?
«È difficile dirlo. Sicuramente peggio non potevo fare: due partite e due sconfitte. Questa è la matematica, senza offese per un santone come Papadopulo».

Però quando lei tornò dopo 11 giorni, si parlava di un nuovo Lerda.
«Lo escludo. Quando sono rientrato, dissi: “Cancelliamo tutto nel bene e nel male, ripartiamo da zero. Io non sono cambiato e giochiamoci questo mini-torneo”. I miei metodi e il mio atteggiamento sono rimasti uguali».

Il problema allora era all'inizio, quando la squadra è stata costruita in ritardo?
«Il ritiro è importante per formare un gruppo e vincere».

Petrachi disse che a Norcia ci sarebbe stato il 70% del Toro.
«E così non fu, infatti».

Il feeling con il ds si è esaurito in fretta, dopo la sconfitta con il Padova si è dissociato da lei. Perché?
«Io non mi dissocio da nessuno, nel bene e nel male. Anzi ho sempre cercato di unire e non di dividere. Non rimpiango nulla e non porto rancore».

Allora di chi sono le colpe di questa stagione?
«La vittoria ha tanti padri, mentre la sconfitta è sempre orfana».

 
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E' così certo che Bianchi debba partire?

Post n°7148 pubblicato il 01 Giugno 2011 da fedelissimiroma1971

Tutti più o meno danno Bianchi in partenza verso altri lidi, dal Parma, alla Fiorentina, passando per Catania, la Germania per tornare al Bologna. Questo più o meno è l'itinerario del suo futuro. Lo stesso bomber granata, che quest'anno si è fermato a 19 gol, ma ha raggiunto le cento segnature in carriera, non ha escluso di poter rimanere a Torino, non è un problema la serie B, ma che devono essere ragionate altre questioni. E' forse Bianchi il male del Toro? Se qualcuno lo pensa non ha chiare le idee, se si aspettavano i suoi miracoli sotto rete contro il Padova il risultato è stato deludente, ma senza i suoi gol il Torino non si sarebbe nemmeno giocato l'ultimo posto ai playoff contro il Padova. Quei tifosi che non l'hanno voluto sotto la curva hanno sbagliato, perchè Bianchi andava solo ringraziato per quello che ha fatto in questi anni. Certo ben remunerato ed idolatrato, ma si è meritato la fascia da capitano anche per quello che ha saputo fare fuori dal campo, sempre disponibile per il Museo e per rappresentare il Toro ovunque ce n'era bisogno. C'è sempre da mettere in conto che il giocatore che patisce maggiormente situazioni difficili è proprio il bomber, perchè per finalizzare quei palloni che a Bianchi sono pure arrivati con il contagocce, ci vuole tanta serenità. Per questo prima di mandarlo via bisogna pensarci bene, perchè è uno dei pochi che ci ha sempre messo la faccia e ha fatto il suo dovere. In una stagione fallimentare non ha senso buttare tutti nello stesso calderone, il solito qualunquismo di pensare che tanto sono tutti uguali. Non è così.

 
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Oggi allenamento a porte aperte

Post n°7147 pubblicato il 01 Giugno 2011 da fedelissimiroma1971

Porte aperte ai tifosi per la sessione di allenamento di mercoledì, che vedrà impegnati i granata alla Sisport a partire dalle ore 11. I tifosi potranno così vedere ancora all'opera giocatori e mister, alcuni dei quali probabilmente non rivedranno il prossimo anno.

 
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Divergenze Petrachi-Cairo sul nuovo tecnico

Post n°7146 pubblicato il 01 Giugno 2011 da fedelissimiroma1971

Il presidente vuole Colantuono, Petrachi punta Ventura

A quanto pare il prossimo allenatore del Torino sarà pelato, così appare l'identikit di due mister in pole position per allenare il Torino nella stagione a venire. D'altronde la squadra dei senza capelli venne promossa al primo colpo, parliamo dell'anno dei vari Stellone, Rosina, Brevi e così via. Cairo rivuole Colantuono, Petrachi va sull'esperto Ventura, un tecnico già accostato al Torino in più occasioni, che ha sempre detto che sarebbe venuto volentieri in granata, autore di una grande stagione al Bari la scorsa stagione, pessima quest'anno. La terza via, ma più improbabile è Sannino, cuore Toro. Tutte queste voci non fanno altro che indirizzare il futuro verso la conferma di Cairo alla guida del Torino (nessuna voglia di cedere il club) e di Petrachi come ds, che sarebbe già un record per lui poter continuare per due stagioni di seguito. Nel segno della continuità dunque, con l'aggiunta, probabile, del direttore generale, invocato da più parti. L'unico a pagare dunque sarà Lerda, nonostante abbia ancora un anno di contratto. Non siamo certi che la tifoseria possa apprezzare queste mosse, ma solo il campo dirà come andranno le cose. Senza dubbio se si cerca un tecnico con personalità sia Cola che Ventura ce l'hanno. Ovviamente poi sarà la squadra a fare la differenza, con giocatori scelti dai tecnici, chissà che non si veda finalmente una svolta. Anche perchè ci sarà una Sampdoria agguerrita tra i cadetti, pronta a tornare subito in A, e quelle squadre che, attualmente impegnate nei playoff, non ce la faranno a salire e dunque ritenteranno la nuova avventura. Mica semplice.

 

 
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Loria pronto al ritorno

Post n°7145 pubblicato il 01 Giugno 2011 da fedelissimiroma1971

Ma il difensore non doveva partire nemmeno quest'anno


Il Torino sembra tornare indietro di una stagione, non andare avanti, ma ritentare la fortuna con qualche pedina dell'anno di Colantuono, uno come Simone Loria, del quale abbiamo sempre scritto che doveva rimanere. Alla fine comunque s'è preso anche qualche soddisfazione a Roma. Domenica era a Torino a tifare per i suoi vecchi colori e così appare lui come uno dei futuri rinforzi della difesa, senza contare che il giocatore torinese sa anche sganciarsi per diventare bomber, com'è successo quest'anno in giallorosso. Per il resto la difesa sarà rivista, a partire dai portieri, dove potrebbe essere ripescato quel Matteo Sereni che negli spogliatoi sapeva urlare nel modo giusto. Qui forse sta il giocatore di personalità invocato da Petrachi. Uno che potrebbe ancora essere utile alla causa granata è Zavagno, costa poco, sa stare senza fiatare tra le riserve, ma all'occorrenza è ancora un valido difensore.

 
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Bianchi: "Bisogna avere rispetto per i colori granata"

Post n°7144 pubblicato il 01 Giugno 2011 da fedelissimiroma1971

La sconfitta è davvero difficile da mandare giù, qualunque sia la categoria in cui militi e ancor di più quando di questa squadra sei il capitano. Rolando Bianchi è tornato a parlare del mancato accesso ai playoff del Torino ai microfoni di Sky Sport24: "Quella di Torino è una piazza importante, bisogna avere rispetto per la storia del club e per i giocatori che ne hanno reso glorioso il passato. Tutto questo può essere uno stimolo in più per chi indossa questi colori ma può anche dare notevoli pressioni". Bianchi, contestato a fine gara contro il Padova dal pubblico di casa, quasi sicuramente, nella prossima stagione, non vestirà più la maglia del Torino. Su di lui sempre più pressante l'interesse del Parma e dell'Atalanta.

 
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Rubinho: "La gara contro il Padova è stata la punta dell'iceberg"

Post n°7143 pubblicato il 01 Giugno 2011 da fedelissimiroma1971

Fonte: tmw

Il portiere del Torino Rubinho, intervenuto ai microfoni di Radio Incontro nella trasmissione "Diario di bordocampo" prova a spiegare le possibili cause che hanno portato la squadra granata a non raggiungere l'obiettivo dei playoff:  "La gara di ieri è solo la punta dell'iceberg, i playoff non sono stati persi ieri ma durante tutto l'arco della stagione. Abbiam perso troppi punti in casa giocando brutte partite come contro il Frosinone o il Piacenza. Una squadra con un grande pubblico al seguito come la nostra, avrebbe dovuto sfruttare al meglio il "fattore casa" ma purtroppo questo non è avvenuto".
 
Il club torinese ha vissuto una stagione altalenante. Dall'atteggiamento societario all'avvicendamento tra Lerda e Papadopulo. Quanto questo ha influito sul gruppo?
 "Poco, le questioni dirigenziali non entrano in campo, le scelte prese dal presidente son sempre state fatte per il bene del Torino. Dentro la squadra non ci sono mai stati problemi. Siamo un gruppo di bravi ragazzi . Il nostro problema è stato rendere come non avremmo dovuto".
 
Quale sarà il futuro del Torino? "Il Torino è la storia della Serie A, bisogna porsi l'obiettivo di tornare nella massima serie e fare il massimo per raggiungerlo. Domani al campo di allenamento affronteremo il discorso e ne sapremo di più".
 
A Rubinho viene domandato infine quali sono gli umori dei tifosi: "Torino è una piazza importante e non raggiungere i playoff non è da Torino, credo sia normale che i tifosi vengano a contestare, hanno tutto il diritto di esprimere il proprio dissenso pur chè venga fatto pacificamente nel massimo rispetto reciproco".

 
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Petrachi: "Per Lazarevic è tutto nelle mani del Genoa"

Post n°7142 pubblicato il 01 Giugno 2011 da fedelissimiroma1971

Fonte: Esclusiva Pianetagenoa1893.it

Il direttore sportivo del Torino è stato intervistato in esclusiva da Pianetagenoa1893.net, riguardo alla voce di un interessamento del Genoa sul centrocampista Dzemaili, che nei giorni scorsi è stato anche avvicinato al Napoli : "Nessuno ci ha chiamato per la metà di Dzemaili, neanche il Genoa, ma in futuro tutto può succedere, nel calciomercato nulla è impossibile, e da qui a fine agosto potrebbe muoversi qualcosa".
 
Petrachi ha inoltre parlato del giovane talento in prestito dal Genoa Lazarevic: " Il ragazzo ha mostrato buone qualità in tutto il campionato ed il suo desiderio sarebbe quello di rimanere a Torino ancora la prossima stagione poichè si trova bene con società, squadra e città, e potrebbe rientrare in qualche trattatativa importante, ma tutto è nelle mani del Genoa che dovrà decidere se ridarlo a noi in prestito ancora un anno o integrarlo nella loro rosa dell'anno prossimo".

 
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Cairo: "Non posso liquidare il Toro"

Post n°7141 pubblicato il 31 Maggio 2011 da fedelissimiroma1971

Terzo anno di fila in serie B, ma il presidente non molla: «Confermo Petrachi ed entro una settimana scelgo il tecnico»

 PAOLO BRUSORIO

 

Dieci anni degli ultimi venti in serie B. Di questi, quattro in quota Cairo incolpevole solo per il primo che ha ereditato e che è rimasto di gran lunga il migliore della sua gestione. Per entusiasmo e premesse, persino più delle due salvezze in A. Con questi precedenti, il giorno dopo il disastro ha smesso di essere speciale. Urbano Cairo, in fuga domenica dopo la sconfitta con il Padova, fatica a riprendersi dalla batosta, ma cerca nel suo innato (e ieri forzato) ottimismo gli stimoli per guardare avanti. Chi ne vuole la testa, e non sono pochi, si rassegni: il presidente non si muove.

Niente promozione e nemmeno i playoff: il punto più basso della sua gestione, lo specchio del fallimento, tutto il peggio possibile, ma non sufficiente per trovare al Toro un compratore: «Non posso dimettermi da presidente. Ho messo in vendita il club, ma nessuno si è fatto vivo. Potrei metterlo in liquidazione, ma non mi sembra il caso». Neanche il catastrofico campionato cambia le prospettive, salvo che un acquirente si faccia avanti ora: il prezzo, gioco forza, è calato, il Toro in B non è un affare, ma lo può diventare. In caso contrario, Cairo e la società sono costretti a un matrimonio cui nessuno tiene più tanto, ma che nessuno può interrompere.

Quindi si riparte da lui. Il presidente si è preso un paio di giorni per riflettere sulla stagione, ancora gli sembra incomprensibile che con un simile potenziale offensivo non siano arrivati nemmeno i playoff, «centrati invece l'anno scorso con Bianchi e seconde punte come Pia, Salgado e Arma»: il principale colpevole è Lerda che infatti ha non le ore, ma i minuti contati. Il tecnico ha dimostrato nei fatti di averci capito ben poco di questa squadra, di aver trovato scarso feeling («Ha visto cos'ha combinato Dal Canto a Padova?» è l'omaggio ammirato di Cairo): così il presidente, che pure apprezza le potenzialità di Lerda, deve solo comunicargli il licenziamento. Per farlo attende che l'Atalanta liberi Colantuono, la prima scelta granata.

Sistemato l'allenatore, si tratta di capire chi sarà il nuovo direttore sportivo. «Ma noi ce l'abbiamo già, è Petrachi. E resta qui». Confermato il ds di due fallimenti con tempismo persino sospetto, è possibile che in società entri una terza figura. Sarebbe utilissimo il «famoso» direttore generale che svincoli Cairo dagli impegni di campo e che si occupi, da vicino non dal centro di Milano, della squadra. Una figura che tolga a Petrachi mansioni cui l'attuale direttore sportivo è inadeguato. Una per tutti: la gestione dello spogliatoio e i rapporti tra l'allenatore e i giocatori. Opzione che Petrachi poco gradirebbe, ma che Cairo potrebbe decidere di prendere in considerazione.

Decisioni comunque che il presidente intende prendere in fretta: «Entro una settimana avrò fatto le mie scelte. Il mancato accesso ai playoff almeno ha una conseguenza positiva: poter cominciare subito a lavorare per la prossima stagione». E non ripetere patologie rivelatisi devastanti in passato: come ingaggiare il ds a giugno inoltrato (Pederzoli nel 2008), bruciandosi così fette cruciali di mercato. Questo se Cairo avesse deciso di imparare dai macroscopici errori del passato, ma di certezze in tal senso non ce ne sono. L'unica è che ancora una volta sarà lui a timonare il Toro nella serie B per la terza stagione consecutiva, la settima della sua gestione. Repliche infinite di un fallimento.

 

 
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