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“Vite spezzate”, rapporto di MSF sulla violenza sessuale
Post n°16 pubblicato il 12 Marzo 2009 da lafrontierascompars2
Johannesburg/Roma - In vista della giornata internazionale della donna, Medici Senza Frontiere (MSF) lancia oggi il rapporto “Vite spezzate”, che “Nel 2007, i nostri team hanno curato oltre 12.000 vittime di violenza sessuale in tutto il mondo, sia in luoghi di conflitto che in zone stabili; circa 35 persone ogni giorno nei soli progetti di MSF”, spiega Meinie Nicolai, direttrice delle operazioni di MSF. “Le vittime raccontano storie di orrore, dolore e degrado, spesso inflitti proprio dalle persone che dovrebbero garantire loro protezione, come padri, zii, vicini di casa o soldati. Tutte le vittime di stupro corrono seri rischi a lungo termine per la salute.” La profilassi successiva alla violenza per prevenir “Le cure di emergenza specifiche di cui le vittime di stupro hanno bisogno sono molto rare o completamente assenti nei paesi in cui operiamo”, afferma Thilde Knudsen, responsabile di MSF per la salute sessuale e riproduttiva. “Il trauma non può essere completamente rimosso; i postumi psicologici della violenza rischiano di compromettere seriamente la qualità di vita delle vittime. Tuttavia un tempestivo e mirato trattamento medico di emergenza, abbinato a un adeguato supporto psicologico, sociale e legale, possono limitare i danni e aiutare le vittime a sopravvivere”. L’assistenza alle Il rapporto comprende anche un capitolo dedicato alle vittime di sesso maschile. Uomini e ragazzi costituiscono una piccola minoranza della popolazione curata da MSF nei progetti sulla violenza sessuale (circa il 6% di quelli in corso a Khayelitsa, nel Sud Africa e a Masisi, nella Repubblica Democratica del Congo). Per gli uomini è ancora più difficile chiedere aiuto in caso di stupro; per loro i tabù sono maggiori rispetto a quelli delle donne. In genere gli uomini vittime di abusi vengono ignora “Questo rapporto nasce dal desiderio di condividere le nostre esperienze con gli operatori sanitari e le organizzazioni umanitarie di tutto il mondo, a beneficio di tutte le vittime di violenza sessuale,” afferma Meinie Nicolai. “Il rapporto esprime anche tutta la nostra indignazione. I nostri operatori ascoltano ogni giorno storie piene di dolore che raccontano di abusi orribili. Ci sentiamo obbligati a parlarne. Per quanto il fenomeno sia diffuso in alcuni dei luoghi in cui lavoriamo, non esistono giustificazioni per la violenza sessuale”. http://www.medicisenzafrontiere.it |
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il 16/08/2010 alle 19:17
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il 21/10/2009 alle 17:55
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il 15/10/2009 alle 05:56
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il 21/09/2009 alle 11:23
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il 09/08/2009 alle 14:50