Fai la differenza

Attraverso l'addestramento della mente e grazie a uno sforzo costante, possiamo cambiare le nostre percezioni e attitudini mentali. E questo può realmente fare la differenza nelle nostre vite. (Dalai Lama)

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Villa Literno Domani: nasce il terzo polo?

In questi giorni a Villa Literno si respira un'aria frizzante: non passa una settimana senza che ci siano un'iniziativa politica, manifesti, articoli di giornali e novità sul fronte amministrativo. In questo fine settimana c'è stata una due giorni di "Generazione Italia" che ha promosso una raccolta di firme e adesioni al manifesto di "Futuro e Libertà" e una manifestazione per ricordare le vittime della strage di Nassiriyya avvenuta il 12 novembre 2003.

Nella serata di domenica, invece, l'attenzione è stata catalizzata dalla neonata associazione "Villa Literno Domani". Certo, qualcuno un po’ più anziano in sala faceva malignamente notare che "Villa Literno Domani" sembrava "Villa Literno Ieri", come a dire simili iniziative si ripetono ciclicamente. Al di la delle battute, alcune considerazioni si impongono.

1. Partiamo dalla fine, e cioè dalla notizia più rilevante dell'incontro: l'assessore Nicola Tamburrino ha annunciato le sue dimissioni (non si sa se solo da assessore o anche da consigliere), contribuendo a smantellare ulteriormente una maggioranza che continua a perdere pezzi. Probabilmente queste dimissioni sanciscono anche la fine della sua adesione al progetto politico "Amici di Villa Literno". La stessa "Villa Literno Domani" potrebbe, a questo punto, rappresentare la nuova piattaforma politica sulla quale convogliare le proprie energie. Non a caso, l'annuncio delle sue dimissioni è stato accolto entusiasticamente dai giovani promotori dell'iniziativa. Nicola Tamburrino ha, però, rimandato ad una successiva iniziativa personale ogni spiegazione sia delle motivazioni che lo hanno convinto alle dimissioni, che degli eventuali sviluppi futuri del suo impegno politico.

2. Ieri sera si è materializzato un pubblico abbastanza eterogeneo formato da molteplici (e spesso contrapposte) sensibilità politiche e, soprattutto, da persone solitamente lontane dal mondo della politica. Si tratta di un elemento importante: proprio questo popolo non politicizzato risulta poi decisivo dal punto di vista elettorale. C'è, quindi, una grossa fetta di elettorato distante dalla politica (e quella di ieri, ovviamente, era solo una piccola parte di un bacino molto più ampio) che può essere mobilitata e che, di solito, lo è solo in prossimità delle elezioni, attraverso discutibili modalità "politiche" (l'odiosissimo «porta a porta» nelle case della gente, o la sottolineatura di legami familiari, tribali, economici…). Non è detto che questa iniziativa abbia fatto eccezione a queste logiche, ma, d'altro canto, sarebbe semplicistico liquidare così il discorso. Per due motivi. In primo luogo, perché ieri sera è andato in scena un esperimento abbastanza inedito per Villa Literno, dove si è soliti partecipare solo alle iniziative della propria parte politica: quello di creare un luogo di dibattito dove potessero emergere serenamente e contemporaneamente le diverse anime politiche della città. In secondo luogo, l'emersione di un movimento nuovo, non ideologizzato, è l'unico potenziale contenitore per quanti non si riconoscano in nessuna delle fazioni attualmente presenti a Villa Literno. I partiti tradizionali, infatti, fanno fatica ad intercettare questo elettorato se non ricorrendo a quegli strumenti tradizionali cui facevamo precedentemente accenno  oppure ad una chirurgica composizione delle liste elettorali. Ovviamente, tra la potenzialità di un movimento e la sua attuazione c'è una grossa distanza da colmare, ma sarebbe sbagliato sottovalutarne la portata, anche perché si tratta del riflesso locale del più ampio e globale pullulare di movimenti ed associazioni della cosiddetta società civile che fanno politica oltrepassando l'antagonismo ideologico dei partiti tradizionali (per esempio, il "Movimento Cinque stelle" di Grillo).

2. Come di incanto, inoltre, ieri sera si sono viste allineate, una accanto alle altre, tutte le figure ufficiali ed istituzionali della politica liternese. Il rapporto con la politica ufficiale è uno dei temi più caldi che "Villa Literno Domani" ha posto non risparmiando giudizi trancianti. La maggior parte dei politici intervenuti ha cercato, in qualche modo, di strumentalizzare l'occasione per mettere in scena un mini-comizio; tra l'altro, quasi tutti si sono definitivi «giovani dentro» (mah…) e disposti ad aderire all'iniziativa (e di questo passo rimarranno solo posti in piedi…). Il nodo della questione, però, mi sembra sia stato eluso da tutti, ossia la denuncia di una mancata reale partecipazione dei giovani e delle donne alla vita politica del paese perché, da un lato, essi stessi declinano la responsabilità di essere protagonisti (come ha sottolineato uno degli interventi che più ho apprezzato, uno dei più brevi, tra l'altro, segno che per dire cose interessanti non è necessario prendersi un quarto d'ora…) e, dall'altro, perché la politica si ricorda dei giovani solo quando c'è da riempire le sale, o al massimo come destinatari di iniziative (per esempio, è innegabile che in questi anni l'amministrazione ha favorito, con il carnevale, la socializzazione e l'apertura di molti ragazzi, creando gemellaggi, offrendo loro l'opportunità di uscire, viaggiare e fare esperienza). Il punto è quindi, quello, del passaggio ad un ulteriore livello di partecipazione. Certo, questa rivendicazione impone non solo di formulare un giudizio sulle politiche giovanili delle varie amministrazioni e sui loro diretti responsabili, ma anche di riflettere su che cosa significhi poi, in concreto, protagonismo e, soprattutto, sull'ampiezza e fluidità della categoria «giovani» (non ci sono giovani che partecipano alla vita politica? E "Villa Literno Domani" è rappresentativa di tutti i giovani?).

3. Spogliata degli orpelli retorici e delle ideali e generiche dichiarazioni di intenti che hanno costellato molti degli interventi (e, a dire il vero, anche il manifesto dell'associazione) la manifestazione non ha promosso nessun particolare contenuto. Come è stato più volte ribadito, "Villa Literno Domani", con la manifestazioni di ieri non voleva dare risposte, ma mettersi in ascolto. Si tratta di un salto qualitativo (anche se un po’ paradossale). Il gruppo, infatti, sembra essere interessato alla costruzione del soggetto politico più che del progetto politico; in questo senso, ha potenzialità politiche e aggregative enormi perché coniugando la critica al sistema politico con la genericità dei contenuti, può presentarsi come una frontiera capace di raggrumare il malessere presente sul territorio e di farsi carico di tutti i possibili contenuti, anche i più disparati e contraddittori, proprio perché non ne ha nessuno. La sfida che attende l'associazione è quella di dimostrarsi capace non solo di realizzare anche solo in minima parte il suo potenziale politico, ma soprattutto di trasformare le pie intenzioni in progetti seri e credibili.

Gian Paolo Bortone

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Utente non iscritto alla Community di Libero
pennarossa il 16/11/10 alle 09:42 via WEB
non mettiamo la faccia sotto la sabbia: la manifestazione era piena di famigliari e dipendenti, alcuni addirittura di casale! e poi chi vogliono fare fesso? è da un mese che l'ex assessore organizza queste riunioni e poi se ne esce dicendo che è stato invitato come gli altri! se questa è la nuova politica, mi sembra tale a quale a quella vecchia!
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gian Paolo il 16/11/10 alle 17:38 via WEB
Non mi sembra che qui qualcuno stia mettendendo la testa sotto la sabbia. Semplicemente si cerca di esprimere un giudizio un pò più articolato del mero gioco delle parentele (che un vortice argomentativo dal quale rischiamo di non uscire più). Parliamo piuttosto di politica, che è meglio.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
pennarossa il 18/11/10 alle 14:29 via WEB
volevo dire che molti dei ragazzi che hanno partecipato non dovrebbero nascondersi dietro frasi di circostanza (movimento apartitico perepé qua qua, qua qua perepè...). lo stesso tamburrino che fa la verginella (non ne sapevo niente, sono indignato dall'articolo "i giovani di tamburrino") ha oltrepassato il limite del ridicolo
 
kenzo_dj
kenzo_dj il 16/11/10 alle 21:29 via WEB
Una piccola osservazione alla presentazione dell’associazione. 1- I temi . se si parte,senza pretese,col dire che non ci sono per ora delle risposte (ma questa vuole essere solo una sorta di presentazione),meglio non addentrarsi in particolari vie anguste,una su tutte l’ambiente. Attendo con ansia le proposte di soluzione alle tematiche per le quali i miei coetani vogliono discostarsi dall’odierno modo di amministrare. 2- Il gruppo . Ovviamente se si parla,meglio dire qualcosa. Per me dire che si è apolitici,perché ci sono diverse correnti politiche interne non mi sembra un pensiero lucido. L’appartenenza a questa o quella corrente politica serve forse ad avvicinare chi per anni ha concepito l’amministrazione come un fatto di partito. Avere un movimento nuovo ,ma eterogeneo (e i miei dubbi ci sono perché felici di questa cosa) potrebbe essere inteso come un punto a sfavore,perché si fa presto a passare nell’immaginario collettivo, da gruppo misto a gruppo confuso. per remare in un verso,meglio essere tutti convinti della prontezza del mio rematore vicino. 3- I contenuti. Si sono usati concetti affascinanti,e di questo ho un po’ paura. Uno su tutti “Partecipazione”. La partecipazione non è riuscire a dare posto alla mia voce,di spazio non ne ho bisogno;la mia voce ha bisogno di contenuti su cui discutere,e con cio’ intendo partecipare ai maggiori e importanti processi di trasformazione sociale e fisica del nostro paese,rispondere a necessità. In merito proporrei di fare attenzione a passare alla politica del “come fare” alla politica del “perché fare”,più incline alla voglia di cambiamento,ma più facile da assoggettare al volere del privato. 4- La nascita. Mi è sembrato quasi che si stia avverando una cosa che da sempre accade nel mondo : affrontare la politica con il modello delle politiche stile “garbage can” ( il bidone dell’immondizia). L’italiano è una lingua strana,come la vita,si passa da politica a politiche come si passa dal singolare al plurale. In particolare la politica è più l’amministrazione di un bene in generale,le politiche sono le relazioni utili a tale amministrazione. Ebbene , il modello del garbage è strutturato come un bidone dell’indifferneziato in cui ci sono opportunità di risoluzione e problemi. È facile mischiare il tutto,e spesso alcuni problemi si risolvono con soluzioni a cui mai ci si poteva pensare. Spero vivamente che questo gruppo non sia come ha ben detto Zaccariello un tentativo di fare “togliti tu che mi metto io”,ma una reale opportunità di crescita. Attendo con ansia la presentazione dei temi su cui l’associazione ha voglia di mettere voce in capitolo.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gian Paolo il 17/11/10 alle 01:19 via WEB
Condivido molte delle cose che hai scritto e le sottoscrivo. In particolare, trovo suggestivo, anche se in definitiva eccessivamente teorico, il riferimento al sistema decisionale garbage can. Come saprai è un sistema di gestione aziendale che ha come obiettivo primario l'efficacia più che la partecipazione democratica alle decisioni; inoltre, un'azienda, per quanto possa essere complessa, non riuscirà mai a riprodurre la complessità amorfa del corpo sociale: l'intero corpo politico è frammentario, irrazionale, un panettone di idee, valori, cultura, accesso alle informazioni, appartenenze, luoghi comuni, interessi personali che si sovrappongono non solo durante il processo decisionale, ma anche, e soprattutto, nella sua formazione stessa. La nascita di un nuovo gruppo politico immette nella complessità del discorso politico pre-esistente un'ulteriore voce; anche se strutturalmente ha la tendenza a presentarsi come espressione di una totalità tradita dall'istituzione (i gggiovani, per esempio), rimane sempre una voce parziale, rappresentativa di un solo segmento politico e sociale. Questo vuol dire che o si integra nel sistema istituzionale, aggiungendo semplicemente un elemento dialettico alla catena decisionale, o si candida a sostituirlo. Anche in quest'ultimo caso, però,un numero infinitamente maggiore di soggetti dotati di diritti politici passivi ed attivi rimarrebbe fuori dal processo decisionale. E, in fin dei conti, non sarebbe garanzia di efficacia dell'azione politica.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
giovanni il 18/11/10 alle 00:22 via WEB
Se le bollicine(l'aria frizzante) gassose dell'aere(e che aere!) liternese sono rese tali dall'avvicinarsi delle elezioni amministrative allora ci sono tutte le premesse per una solita e desueta(un ossimoro?) strumentalizzazione di ogni iniziativa. Prima che continui è doverosa, per onestà, una premessa: domenica sera non c'ero. Scorrendo il tuo pezzo e la regola del "tre"(sempre efficace ed efficiente nella comunicazione) - anche se il tuo tentativo di accorpare alcuni concetti(più di tre) per evitare l'appesantimento "internettiano" dell'articolo è lodevole - mi permetto di passare per il punto 1. dicendo che, ci siano o meno le ragioni di una dimissione, è parte integrante di una strategia politica comprendere l'elettorato non partecipante come subisce taluni "sconvolgimenti" interni ad una maggioranza. L'importante è prendere una posizione con coraggio, farsi identificare come voce non solo di un disagio, ma soprattutto di opportunità. Se aspetti troppo diventa opportunismo! 2.(solo?) 2.1 La strumentalizzazione diventa sempre più un processo culturale della quotidianità italiana ed è più agevole da organizzare(attuare) quando la comunità è piccola ed è "passiva" o, peggio, è appoggiata dal "clan" familiare. 2.2 La partecipazione(essere partecipe di qualcosa con l’azione) per essere tale deve essere attiva. Quella passiva e senza stimoli di per sé tende a perdere di significato, non solo nell’accezione del temine usato, ma anche nella spinta emotiva. Qualsiasi attività o progetto o idea deve essere condivisa e tale, in un contesto globalizzato, è reso possibile solo con un’azione condivisa e “partecipativa” di tutti gli attori di una comunità, guest star e comparse. 3. Pensare che si possa coinvolgere chicchessia in qualsiasi iniziativa senza proporre un progetto o un idea di progetto da condividere e da plasmare assieme è, altresì, una trita e ritrita riformulazione della strumentalizzazione del punto 2: non è più accettabile identificare nella massa(famiglie o meno) un bacino di voti a cui abbeverarsi all’alba dell’election day. Tutto ciò sta diventando(lo è da anni, ormai) offensivo. Bisogna avere il coraggio della “proposta di un progetto” e avere le virtù e l’umiltà per condividerlo e, nel caso, modificarlo per l’interesse comune, che ha le origini nell’interesse personale(A.Smith docet), ma non in quello speculativo. Se i valori e gli ideali politici sono stati defraudati, saccheggiati e sbeffeggiati dalle ultime generazioni(35 anni) di politici(?), bisogna concentrarsi sui contenuti e sui programmi per la collettività. In seguito, forse, il modus operandi di un’ideologia potrebbe fornire le modalità operative. Ma solo con le pietre miliari già piantate a terra. Perché dovrei partecipare(?) ad un’iniziativa senza sapere dove si vuole andare a parare?
 
 
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Gian Paolo il 18/11/10 alle 11:40 via WEB
Caro Giovanni, le tue considerazioni segnalano due cortocircuiti di questa iniziativa: da un lato, che vuol dire partecipazione? e quale partecipazione viene reclamata? quella alla liturgia politica? o alla costruzione di una nuova liturgia alternativa a quella già vigente? o piuttosto la partecipazione non solo alla filiera decisionale, ma anche di formulazione programmatica? insomma, da questo punto di vista, non s'è capito un granché. Il secondo cortocircuito è la completa assenza di programma, di progetto, di indicazione della direzione del cambiamento. Si denuncia semplicemente il fallimento della politica tradizionale, senza specificare dove, come e in che cosa si sia fallito (è paradossale che, per esempio, si denunci la mancanza di partecipazione giovanile e poi il leader politico dell'associazione sia proprio l'assessore alle politiche giovanili degli ultimi 8 anni…) e, soprattutto, come si vuole cambiare. Questa vacuità, ovviamente, è avvertita con fastidio da un determinato settore del corpo sociale che è abituato a giudicare/partecipare/votare in base ai contenuti. Il corpo politico, però, non evidenzia solo questo tipo di razionalità. Al contrario, nella maggior parte dei casi, ha un approccio occasionale con la politica e giudica/partecipa (quando partecipa)/vota in base ad altri fattori che prescindono totalmente dai contenuti. Ad esempio, il carisma di un candidato, l'onorabilità delle persone, l'efficacia del movimento politico di dare espressione al proprio malcontento o ai propri astratti ideali. Senza parlare delle logiche tribali tipiche delle piccole realtà nelle quali si tengono insieme interessi personali, legami familiari, posti di lavoro, clientelarismo più o meno esplicito... D'altro canto, all'interno di un corpo politico ci sono sempre domande, richieste, appelli che, anche nella loro più grezza formulazione, si presentano come istanze politiche che interpellano un sistema istituzionale (lavoro, sviluppo, futuro, ambiente... se ci pensi, sono solo nomi che non vogliono dire niente, anzi addirittura per ognuno di noi potrebbero voler dire qualcosa di diverso eppure raggrumano intorno a sé una serie di domande politiche che l'istituzione può accogliere o meno). Ritorniamo a quello che dicevamo prima: molti discriminano la bontà di un movimento politico in base ai contenuti che in grado di proporre e strutturare come azioni e progetti concreti. Per la maggior parte, però, non è così; non lo identificano per i contenuti. Entrano in gioco altri fattori: il presentarsi come un movimento di opposizione, rivoluzione (molto spesso questa parola è stata ripetuta non ufficialmente, ma nel sottobosco delle dichiarazioni ufficiose) rispetto allo status quo della politica diventa non solo l'elemento identificativo di questa realtà, ma addirittura potrebbe diventare un elemento aggregativo. L'emersione di una linea di frontiera antagonista, infatti, potrebbe aggregare intorno a sé tutte quelle domande politiche alle quali l'istituzione non ha dato risposta. Contenutisticamente non avremo un gruppo omogeneo, anzi avremo un insieme eterogeneo di domande frustrate che, però, trovano il loro solido collante nel profilo di opposizione o di cambiamento dello status quo. A questo punto, però, i nodi verranno al pettine: nella formulazione di un progetto politico, infatti, non tutte le domande potranno essere evase e si capirà se quel movimento politico sarà in grado di omogeneizzarsi oppure sarà destinato a disgregarsi sotto la spinta dell'ulteriore frustrazione di quelle domande rimaste ancora inevase. Questa analisi politica, ovviamente, parte dal presupposto della buona fede, cioè che questo movimento non sia l'ennesima bolla di sapone pre-elettorale, una sorta di grezza strategia di marketing virale che gli stessi promotori poi concluderanno appena passato l'appuntamento elettorale. Ma come risponde Titta Di Girolamo (Servillo) ne Le conseguenze dell'amore al direttore che gli chiede come mai si ostini a far contare i soldi dagli impiegati invece che dalle macchinette: «Non bisogna mai smettere di avere fiducia negli uomini, direttore. Il giorno che accadrà sarà un giorno sbagliato».
 
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Luigi il 19/11/10 alle 17:13 via WEB
hola! vincenzo io non sono a conoscenza di una verità o una risposta su un tema così vasto e difficile come l'ambiente e non sono nemmeno sicuro di averla domani... però ho dato il mio impegno per cercare di capirci qlks in più e dare forse quello che è il mio pensiero, la mia idea, la mia bozza di soluzione... perchè scrivi "attendo con ansia che i miei coetanei mi diano la soluzione?" non sei liternese? magari la soluzione possiamo capirla insieme, o puoi darci qlk dritta... e se il tema ti è a cuore ti invito a far parte del gruppo, così come invito a tutti coloro che hanno commentato e in particolare pennarossa, magari può capire che non è come sembra...
 
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