La fata ignorante

Post N° 3

Ciao piccola, non so perché ti scrivo proprio oggi che ci siamo pure sentite e che in realtà non avrei tantissimo da dirti perché la novità più importante della mia vita privata te l’ho comunicata con un breve e insignificante sms. In realtà probabilmente quella novità per essere comunicata, si meritava proprio un breve ed insignificante sms, cioè non c’era un’altra modalità di comunicazione per renderla esplicita, tanto scarso è il peso che gli sto dando in questi giorni. La verità è che ero talmente esausta dell’altalena di sentimenti che caratterizzava questo rapporto ultimamente, che la decisione (presa peraltro ovviamente da lui) è stata accolta da me, quasi con sollievo, quasi come se l’aspettassi con ansia positiva. Penso questo perché sono sorpresa dalla mia stessa tranquillità nell’accettazione di una svolta epocale delle mie aspettative e delle aspettative che altri hanno finto di avere nei miei confronti; non spaventarti, so a prima vista tutto questo discorso che ti faccio potrebbe sembrarti un inutile delirio, ma ho la necessità di lasciare scorrere le mie parole come un fiume in piena, perché non ho nessun’altro se non te per farlo.
Il viaggio a Roma è stato, almeno nella sua prima fase, una divertente e ironica esperienza tra due amici complici e reciprocamente sedotti dalle proprie istanze; lui in pieno delirio maniaco-depressivo per l’imminente colloquio, io eccitata per la possibilità di trascorrere 2 giorni lontana dal mio noioso mondo quotidiano. Ma all’improvviso, nel pomeriggio, dopo che lui aveva sostenuto il colloquio, è cominciato l’inferno; ha iniziato a provocarmi con continue manifestazioni della sua insoddisfazione nel contesto lavorativo, gettando fango e merda sulle persone con cui lavoriamo, esprimendo la solita e noiosa insofferenza verso la vita di BaroccoTown. Per contro poi mi portava in giro per Roma, facendomi scoprire angoli di Trastevere che lui ama molto, e addirittura portandomi a cena in un posto dove a suo dire ha portato soltanto le persone più care della sua vita e che lui considera “intoccabile”. Ma io ero nervosa, irrequieta e facevo di tutto per provocarlo e irritarlo, in risposta alle precedenti offese indirette che lui mi aveva inferto per tutto il pomeriggio. Alla stazione, prima che il treno partisse, abbiamo litigato per ogni cosa, anche la più stupida, eravamo esausti per la giornata faticosa, ma anche esausti di noi stessi. Nel treno c’è stato un improvviso e umano riavvicinamento, siamo stati abbracciati soli nello scompartimento fino alle 3 di notte, ma lui ad un certo punto si è staccato da me, e credo che la fine di tutto sia stata proprio allora.  Il viaggio è finito lì. E lì è finito anche il nostro rapporto.
Ora siamo distanti, AnticaVita, distanti come nn lo siamo mai stati, oggi è stato è un giorno atroce per me. Nel fine settimana telefonate e sms che hanno delineato la rottura definitiva, comunicazioni in cui lui mi diceva di essere dilaniato ma di soffrire talmente tanto da sentire la necessità di fare chiarezza assoluta in se stesso; questa chiarezza consiste nell’aver capito che lui tiene tanto a CompagnodiVita da poter resistere a tutte le mancanze che lo affliggono. In poche parole io nn gli servo più. Ho fatto il mio tempo, cara AnticaVita. Gli son servita per superare più allegramente i giorni buii della sua permanenza tetra permanenza in BaroccoTown, ma adesso che lui ha chiaro in mente di volersene andare anche senza un lavoro di sostituzione, (a costo di rimanere disoccupato) il mio ruolo ha perso il fascino che aveva all’inizio, quando probabilmente, accompagnarsi con una bella ragazza, gli faceva comodo per potersi ammantare di mascolinità e prodezza e per levarsi di dosso quell’immagine che quasi tutti (tranne me) appena lo conoscono gli affibbiano... Ho il rimpianto di avergli donato parti me meravigliose, erogato affetto, trascurato Bellamore per lui, la mia famiglia, i miei interessi e tutto ciò che rappresentava il mio mondo. Lui era per me, l’amico, il confidente, il collega di lavoro complice, colui con cui ogni discussione si accendeva di una luce vera, propria, che non c’era con nessun’altro. Le sue mani mi hanno conquistato, il suo sguardo…e dietro tutto questo, solo un grande bugiardo, un perfetto cattivo, un essere senz’anima. Mi dice che sta male, stamattina si è presentato con una barba lunga di tre giorni, cosa che fa raramente, mi ha detto di aver bevuto e fumato per tutto il weekend. E non comunicava con me, ha interrotto ogni parola, ogni attenzione mentre io desideravo tanto sentirlo.
Sono rassegnata, ma preoccupata per la quotidianità lavorativa che finirà di mettere completamente a terra questo rapporto.
Ora ti lascio tesoro, scusa per il delirio e per le frasi sgrammaticate, ma sono sicura che mi capisci.