Romeo e Giulietta

Post n°30 pubblicato il 21 Marzo 2007 da schegge_di_un_attimo

 

Oh, che luce vedo sprigionarsi

lassù, da quella finestra?

È l’oriente, lassù, e Giulietta è il sole!

Sorgi, bel sole, e uccidi l’invidiosa luna

già pallida di rabbia ed ammalata,

perché tu, che sei sua ancella,()

sei di gran lunga più splendente di lei.

Non restare sua ancella, se è invidiosa

di te; la sua veste s’è fatta ormai

d’un colore verde scialbo

e non l’indossano altro che le sciocche.

Gettala via!… Oh, sì, è la mia donna,

l’amore mio. Ah, s’ella lo sapesse!

Lei mi parla, anche senza dire una parola.

Come mai?… Perché è il suo occhio

che mi parla, e io risponderò.

Oh, ma che sto dicendo… Presuntuoso

che sono! Non è a me, che lei parla.

Due luminose stelle,

tra le più fulgide del firmamento

avendo da sbrigare qualcosa altrove,

se ne sono andate dalle loro sfere

e hanno pregato i suoi occhi di brillarvi

fino al loro ritorno… E se quegli occhi

fossero invece al posto delle stelle,

e quelle stelle sulla sua fronte?

Allora sì, la luce del suo viso

farebbe impallidire le stelle,

come il sole la luce d’una lampada;

e tanto brillerebbero i suoi occhi

per i campi del cielo, che gli uccelli

si metterebbero tutti a cantare

credendo fosse finita la notte.

Guarda come poggia la sua guancia

su quella mano… Un guanto vorrei essere,

su quella mano, e toccare quella guancia!

 
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Shakespeare: sonetto

Post n°29 pubblicato il 21 Marzo 2007 da schegge_di_un_attimo

No, non dire mai che il mio cuore è stato falso
Anche se l'assenza sembrò ridurre la mia fiamma;
come non è facil ch'io mi stacchi da me stesso,
così è della mia anima che vive nel tuo petto:

quello è il rifugio mio d'amore; se ho vagato
come chi viaggia, io di nuovo lì ritorno
fedelmente puntuale, non mutato dagli eventi,
tanto ch'io stesso porto acqua alle mie colpe.

Non credere mai, pur se in me regnassero
tutte le debolezze che insidiano la carne,
ch'io mi possa macchiare in modo tanto assurdo

da perdere per niente la somma dei tuoi pregi:
perché niente io chiamo questo immenso universo
tranne te, mia rosa; in esso tu sei il mio tutto.

 

 
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E tre!

Post n°28 pubblicato il 21 Marzo 2007 da schegge_di_un_attimo

Vediamo se al terzo tentativo...questo "articoletto" parte!

Oggi, veniva giù acqua pesante, quasi neve, ma alla fine...NIENTE magico mantello bianco....oddio, anche un po' scocciante per i pedoni e gli automobilisti, per non dire del ghiaccio che si forma se la temperatura scende...per cui se si esce, bisogna avere buoni doti di equilibrismo, oppure mettere i ramponi...che io non possiedo.

Commento alla poesia: ascoltata dalla voce di Margherita Buy ne "La fate ingoranti". Sebbene la conoscessi, mi è sembrata ancora più bella, come se fossero versi nuovi, scaturiti dal personaggio al momento, per sottolineare la sequenza...ancora di più: non scritta dallo sceneggiatore, ma improvvisata dall'attrice ispirata dalla parte, frutto della sua anima! D'altro canto, il libro raro dalla copertina rossa delle opere complete di Hikmet ha assunto un ruolo chiave, che ha dato il senso a tutto il film: il vero protagonista.

Una poesia, un libro. uno strano amore, davvero STRANO!

 
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Hikmet

Post n°27 pubblicato il 20 Marzo 2007 da schegge_di_un_attimo

1948

In questa notte d'autunno
sono pieno delle tue parole
parole eterne come il tempo
come la materia
parole pesanti come la mano
scintillanti come le stelle.
Dalla tua testa dalla tua carne
dal tuo cuore
mi sono giunte le tue parole
le tue parole cariche di te
le tue parole, madre
le tue parole, amore
le tue parole, amica.
Erano tristi, amare
erano allegre, piene di speranza
erano coraggiose, eroiche
le tue parole
erano uomini

 
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Alla Fiera

Post n°26 pubblicato il 18 Marzo 2007 da schegge_di_un_attimo

Ieri, andando in fiera, ero convinta che avrei ritrovato le atmosfere della mia infanzia....i cavallucci di caciocavallo, così salati da essere quasi immangiabili, mustazzuali e 'nzulli (da spezzarsi i denti!)....I luoghi sono dversi, così come la gente, gli oggetti in vendita, le voci, i richiami. Era una pia illusione, impossibile recuperare quelle sensazioni, quel tempo e quello spirito. Davanti al monitor, scrivendo,  ritrovo tutto quello che ieri cercavo: le persone, la semplicità, dolciumi e poverissimi oggetti di vimini, al costo di poche lire. Ritrovo il mio essere d'allora, le "grandi speranze", i sogni, quel tempo e quello spazio, chi non c'è più e non ci sono ancora  coloro che poi sarebbero arrivati a tediarmi, a deludermi....

 
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